David Greenham, Close reading, Il piacere della lettura, Einaudi, 2023; traduzione e cura di Christian Delorenzo.
Questo lavoro di Greenham, pubblicato in originale nel 2019, ci aiuta a capire come funziona la pratica del “close reading”, la cosiddetta lettura ravvicinata. Una lettura che, applicata con attenzione ma senza esasperazioni e pignolerie, aiuta davvero ad apprezzare meglio le opere e, soprattutto, ad aumentare il piacere della lettura, e questo credo sia il passaggio decisivo, anche per chi si occupa di gruppi di lettura.
Siamo noi lettori a decidere il grado di vicinanza o profondità della nostra lettura. Niente ovviamente ci impedisce di praticare invece letture a distanza, o anche letture superficiali. Ma è importante essere consapevoli del particolare piacere che offre il close reading. In particolare, l’abbiamo visto all’opera nei gruppi di lettura, dove la lettura ravvicinata contribuisce a rendere più ricchi e circostanziati, attenti al testo ma anche ai suoi legami di referenza con il mondo, i romanzi e i racconti.
L’impostazione al close reading di Greenham è certamente più sistematica e attenta a esplicitare lo sfondo teorico di questa pratica di lettura, rispetto ad altre proposte divulgative, per esempio l’ottimo lavoro compiuto da Francine Prose nel suo Reading Like a Writer, (Leggere da scrittore, Audino, 2014). [Cfr. Perché i gruppi di lettura dovrebbero fare un po’ di “lettura ravvicinata”].
Relazione fra le parole
Greenham infatti si collega alla tradizione che, dalle intuizioni di Ivor Armstrong Richards negli anni Venti del XX secolo, ha fondato la lettura dei testi letterari sul concetto in sé semplice della grande attenzione alla relazione fra le parole, alla loro interdipendenza. Un approccio che è stato usato e adattato dal Practical Criticism, che ha lavorato sulla varietà di sensi che le sostanziali ambiguità del linguaggio, determinate da relazioni verbali, sollevano.
Interessante notare, come fa Greenham nella prefazione, che questa pratica, impiegata poi dal New Criticism americano, sia stata usata anche nel lavoro di una parte della critica letteraria europea, carica di temi etici e politici, come quella di Roland Barthes, Jacques Derrida, Julia Kristeva e Homi Bhabba. «Ad accomunare questa variegata schiera d’interpreti – scrive Greenham – spesso in conflitto fra loro, è un interesse accanito verso la molteplicità di significati, e la ricchezza delle letture che emergono quando si comprendono le potenzialità del linguaggio».
E il lavoro di questo libro è il tentativo di «ricavare da questo vasto corpus un metodo basilare, applicabile e progressivo per il close reading, che permetta di eseguire almeno qualche trucco di “magia” critica.»
Leggere con piacere
Greenham insiste molto sul piacere della lettura che possiamo ottenere applicando i metodi del close reading, che, senza dilungarsi, consistono, ridotto il concetto all’essenziale, nell’abbracciare la più ampia gamma possibile di contesti nei quali è immerso ogni racconto. L’idea del suo manuale però è che il lavoro sia progressivo, graduale. Un piacere che parta dalla lettura intuitiva che cerca di cogliere il quadro d’insieme e, successivamente,
– si concentra sulle singole parole (il contesto semantico),
– la disposizione d’insieme delle parole (il contesto sintattico),
– i temi e come condizionano il senso di ciò che leggiamo (contesto tematico),
– le ripetizioni e gli schemi che influiscono sul significato del testo (contesto iterativo),
– il genere letterario dell’opera e come influisce sul nostro approccio al senso dell’opera stessa (contesto di genere)
– il modo in cui le questioni storiche, politiche e teoriche ridanno forma ai significati (contesto avversativo).
Nell’occuparsi del contesto semantico, ci propone per esempio l’importanza della semantica storica che ci permette di comprendere più a fondo certe prole, oppure delle figure usate nei romanzi e nella poesia: la metafora, la similitudine, la metonimia e le sineddoche.
Il contesto sintattico si occupa invece di come le parole vengono composte in frasi, periodi, versi. Questo passaggio, insieme alle considerazioni semantiche ci offre i primi sguardi sui temi del racconto, e così via.
La rilettura
È importante ricordare che alla base del close reading c’è la lettura ripetuta del testo, perché solo la ripetizione ci permette di cogliere tutti i legami. Il che è abbastanza intuitivo: se intendo analizzare il contesto tematico, esso mi risulterà chiaro solo dopo aver terminato la lettura, con i la conclusione che illumina tutto il lavoro dei temi sviluppati in tutto il testo.
«La rilettura – spiega Greenham – dovrebbe permettere di valorizzare alcune cose: il protagonista e il suo rapporto con le vicende narrate si chiariscono; gli eventi fondamentali risaltano, perché si sa dove conducono (il contesto tematico); si è in grado di analizzare meglio il linguaggio dell’opera (il contesto semantico e quello sintattico); si mettono a fuoco con precisione le impressioni conclusive, visto che si conosce bene l’opera; si trae una quantità maggiore di informazioni da un libro. A ogni rilettura la sensazione di piacere e potere s’intensifica. Usando un approccio di questo tipo in maniera sistematica, si acquisisce sempre più velocemente il controllo su un testo, e inoltre si diventa capaci di spiegare meglio quello che si è capito»
Certo è un volume con il quale occorre familiarizzare, senza fretta, per mettere alla prova il metodo, senza ostacolare le letture più spontanee e meno consapevoli, che per esempio, potrebbero essere la prima lettura di un libro. Successivamente, quando si decide che vale la pena, si può avviare un laboratorio di close reading, nel quale coinvolgere lettrici e lettori più disponibili a intraprendere il circolo dell’interpretazione consentito dalle riletture. Si arriva al quadro d’insieme dopo la prima lettura poi si attivano i contesti, per tornare al quadro d’insieme che ora sarà decisamente più ricco, più complesso, seminato, per così dire, di nodi (un nodo è un punto dell’opera dove si attivano due o più contesti).
È importante notare che autore e curatore hanno inserito nel libro esempi tratti da opere importanti. In particolare, il curatore italiano ha usato alcune poesie italiano per rendere il lavoro sul testo poetico più chiaro, soprattutto quando si affronta il contesto iterativo che ha importanza decisiva nei componimenti poetici.

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