I libri più belli del 2015 secondo il New York Times

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Te-Nehisi Coates

Anche quest’anno, puntuale a dicembre, ecco la lista dei dieci libri migliori di questi dodici mesi secondo il New York Times.

Fiction

Magda Szabò, The door
Al primo posto nelle scelte degli editor della Sunday Book Review del quotidiano di New York troviamo però un romanzo uscito nel 1987 in Ungheria e ora “scoperto” negli Stati Uniti. Si tratta de La Porta (The Door nell’edizione americana pubblicata da New York Review Books), di Magda Szabò (nata in Ungheria nel 1917, morta nel nel 2007), pubblicato  in Italia da Einaudi ormai più di dieci anni fa.
Autrice piuttosto nota in Italia, Magda Szabò ne La Porta costruisce il racconto delle relazioni fra due donne – una scrittrice e la persona che l’aiuta nelle faccende domestiche.

Il libro, sostiene il New York Times, dimostra come una storia del XX secolo, ambientata in un paese comunista, possa avere una risonanza forte e coinvolgente, per un lettore in un tempo e luoghi così diversi. Una miscela di humor nero e senso dell’assurdo, Magda Szabò disegna il percorso pieno di inganni della storia ungherese e della storia di una vita. Rilevante anche il fatto che il primo libro dei migliori dieci di quest’anno sia un libro in traduzione, in particolare da una lingua “minore”. Segno che l’editoria e la critica americane comincino a considerare con più attenzione le letterature lontane dal mondo anglosassone.

Lucia Berlin, A Manual for Cleaning Women: Selected Stories
Ancora il libro di una scrittrice per il secondo posto della lista, ancora una “scoperta” di un’autrice ormai morta. È Lucia Berlin (nata nel 1936 in Alaska, morta nel 2004), con A Manual for Cleaning Women: Selected Stories. Una selezione di 43 fra i numerosi racconti pubblicati su riviste letterarie e libri di piccoli editori.
Per descriverli, il Times dice che le storie di Berlin sono del tipo che una donna in una canzone di Tom Waits potrebbe raccontare a un uomo che ha appena incontrato dopo una notte umida passata a bere in un parcheggio d’auto.

Cfr. anche Lydia Davis, The Story Is the Thing: On Lucia Berlin, The New Yorker 

Outline, di Rachel Cusk
Ottavo romanzo per la scrittrice canadese (nata nel 1967), pubblicata in Italia da Mondadori. Una donna in viaggio in Grecia parla con le persone che incontra e ne ascolta le vite.

The Sellout, di Paul Beatty
Una satira politica e razziale: un giovane afroamericano vuole segregare la scuola del suo quartiere e introdurre la schiavitù in casa propria. La sopravvivenza della gente di colore in 400 anni di permanenza in America, considerata in un romanzo senza paura dal quale emerge un crogiolo multiculturale quasi troppo caldo per avere il coraggio di toccarlo.
Di Beatty (West Los Angeles, 1962), Fazi ha pubblicato in italiano Slumberland.

Elena Ferrante, The Story of the Lost Child: Book 4, The Neapolitan Novels: “Maturity, Old Age” (Traduzione di Ann Goldstein)
Inutile soffermarsi su questo libro, Storia della bambina perduta – l’ultimo della quadrilogia de L’amica geniale (E/O). Basti dire che negli Stati Uniti Ferrante è diventata una vera autrice di culto, citata dai critici di quotidiani e riviste come un fenomeno letterario imperdibile.

Non-fiction

Ta-Nehisi Coates, Between the World and Me
Un libro di cui si è già scritto molto negli Stati Uniti: al centro le relazioni razziali. Una lettera al figlio adolescente nella quale viene spiegato cosa significhi crescere in un paese edificato sul lavoro degli schiavi e sulla “distruzione dei corpi neri”. Negli Usa circola parecchio il paragone con James Baldwin. Ta-Nehisi Coates scrive per The Atlantic.
La recensione del New York Times 

Empire of Cotton: A Global History, di Sven Beckert
Il cotone, il re del 19° secolo. Una analisi accurata dell’industria del cotone, sulla violenza inaudita sulla quale si è fondata, ai danni di milioni di schiavi, mezzadri, operai.

H Is for Hawk, di Helen Macdonald
Un memoir di una poetessa, storica e allevatrice di falchi. Dicono sia “mozzafiato”.

The Invention of Nature: Alexander von Humboldt’s New World, di Andrea Wulf
I viaggi e le scoperte di Humboldt, visionario dell’ecologia che per primo ci ha spiegato come la terra sia un organismo interconnesso che può essere danneggiato in modo catastrofico dal comportamento dell’uomo.

One of Us: The Story of Anders Breivik and the Massacre in Norway, di Asne Seierstad. (tradotto dal norvegese)
Un reportage da manuale: il lato oscuro della Scandinavia attraverso la vita e i crimini terribili di Breivik, l’assassino di 77 persone (perlopiù ragazzi) il 22 luglio 2011. La sua vita è un manifesto sporco di sangue contro i diritti delle donne, le diversità culturali, l’influenza dell’Islam.

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4 risposte a “I libri più belli del 2015 secondo il New York Times”

  1. […] Sorgente: I libri più belli del 2015 secondo il New York Times […]

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  2. Ottimo articolo, molto interessante!

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  3. […] selezione dei libri più belli secondo il New Tork Times e a quella di Repubblica, aggiungo la lista dei 10 libri migliori del 2015 secondo il quotidiano […]

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