Giovedì 12 febbraio si terrà in biblioteca a Cologno Monzese (Piazza Mentana 1) la quarta riunione del gruppo di lettura “Leggere il XXI secolo”, questa volta dedicata al libro di Jeremy Rifkin, La società a costo marginale zero (Mondadori).
La sfida è sicuramente diversa dalla lettura dei primi tre libri del ciclo: Miele di Ian McEwan, Un eremo non è un guscio di lumaca di Adriana Zarri, Lionel Asbo di Martin Amis. Questa volta il Gruppo si cimenta in un saggio che tenta di spiegare come stia cambiando il modo di concepire i rapporti economici nel nostro secolo e verso quale modello stiamo andando.
DAL CAPITALISMO AL COMMONS COLLABORATIVO
Con un linguaggio colloquiale e chiaro, Rifkin teorizza l’avvento della fine del capitalismo e il passaggio definitivo (entro un paio di generazioni al massimo, circa 40 anni) al cosiddetto “commons collaborativo”, ovvero a un sistema retto dalle “comuni”, dal terzo settore (no profit) ben organizzato e strutturato, specchio di una società dove grazie all’Internet delle cose, (comunicazione, energia, logistica) il costo per la produzione di beni e di servizi necessari all’uomo si assottiglia via via più, fino ad annullarsi. E dove, di conseguenza, l’uomo sposta sempre di più la sua attenzione dalla produzione alla condivisione.
INTERNET DELLE COSE
Alla base di tutto c’è l’evolversi dell’Internet delle cose (Internet of things) che consentirà sempre più di abbattere confini, barriere all’accesso di beni e servizi, costi di produzione. A cambiare, secondo Rifkin, è il modello dominante nella vita economica: un modello in cui miliardi di persone potranno collegarsi tra loro, produrre in autonomia beni e servizi a costi vicini allo zero e decidere per una condivisione. Profitti ridotti all’osso significano, dunque, fine del capitalismo: riduzione della disparità di reddito, democratizzazione dell’economia, ambiente di vita più sostenibile.
LA TERZA RIVOLUZIONE
Tutto questo preclude una rivoluzione (la terza) del mondo del lavoro e dell’organizzazione sociale che Rifkin già intravede nel corso dei primi anni del XXI secolo (i nostri anni) e che sarà uno dei punti centrali del dibattito di cui vi daremo notizia dopo la condivisione nell’incontro di giovedì 12 febbraio.
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