Aggiornamento, 11 ottobre 2014: allora, abbiamo la lista dei libri fra i quali scegliere i primi quattro del Gruppo di lettura: Leggere il XXI Secolo. La lista è qui sotto ma soprattutto è pronta per il voto – aperto a tutti – sulla pagina della Biblioteca di Cologno Monzese.
La prossima settimana chiudiamo le votazioni, poi fisseremo le date di incontro di discussione dei 4 libri.
Dal prossimo settembre ottobre nel Gruppo di lettura di Cologno Monzese ci dedicheremo ai libri che aiutino a leggere il XXI secolo.
Vale a dire, libri – di narrativa, di saggistica, memorie – che affrontino, raccontino, interpretino i temi, le storie, le idee, l’arte, gli eventi, di questo nostro secolo inafferrabile.
Selezioneremo fra le proposte dei lettori – di tutti i lettori che vorranno partecipare o anche solo consigliare – dieci libri che diventeranno dieci letture per i prossimi mesi, per un gruppo di lettura speciale:
“Leggere il XXI secolo, dieci libri per capire il mondo contemporaneo”.
Un gruppo di lettura aperto a tutti, al quale si partecipa liberamente quando e come si vuole, anche in modo incostante, discontinuo: insomma, serenamente.
Quindi adesso lavoriamo per selezionare i libri: chiediamo aiuto a tutti, anche a chi non ha mai partecipato al gruppo. Segnalateci i titoli con i quali compiere questa ricerca.
Sì perché questa è una ricerca. Non ne uscirà un elenco di certezze.
Sarà un percorso di scoperte, di condivisione di pareri, di prove ed errori, di giudizi abbozzati, elaborati ma anche reversibili, rivedibili. Insomma, una lavoro di apprendimento collettivo.
Potete usare i commenti a questo post o scrivere email all’indirizzo : gruppodilettura@gmail.com o, ancora, usare @gruppodilettura su twitter con #lettureXXIsecolo
Intanto qui comincio a mettere i primi titoli che ci sono arrivati:
Da Ilaria M.
1) Chimamanda Ngozi Adic, L’ibisco viola, Einaudi (2012)
– Nigeria, spaccato sull’Africa
2) Martin Amis, Lionel Asbo, Einaudi (2012) – Degrado società vs riscatto cultura – Inghilterra
3) Michail Elizarov, Il bibliotecario, Atmosphere Libri (2007) – Russia tra modernismo e ricordo passato
4) Shahriar Mandanipour, Censura, una storia d’amore, Rizzoli (2009) – Iran, limiti della censura sulla libertà
Da Luisa C.
5) Claudio Rossi Marcelli, Hello Daddy, Mondadori (2011) – Famiglie moderne;
6) David Whitehouse, Buon compleanno Malcom, Isbn (2012) – Difficoltà a trovare uno scopo nella vita;
7) Mohsin Hamid, Il fondamentalista riluttante , Einaudi (2010) – Ancora l’11 settembre;
8) Matteo Cellini, Cate, io, Fazi (2013) – L’importanza (o forse no) dell’aspetto fisico .
Da Lorella
9) Victort Lodato, Mathilda, Bompiani (2010) – Un romanzo di formazione su quel periodo travagliato che è l’adolescenza con nuove e vecchie paure. La difficoltà della famiglia di comunicarsi pensieri e fatti. Quello che pensa e cosa può nascondersi dietro una “ragazza difficile”.
Da Zillyfree
10) David Grossman, Qualcuno con cui correre, Mondadori (2008) – Assaf è un sedicenne timido e impacciato cui viene affidato un compito singolare: ritrovare il proprietario di un cane abbandonato seguendolo per le strade di Gerusalemme.
11) David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori, (2010) – Israele, guerra dei Sei Giorni. Avram, Orah e Ilan, sedicenni, sono ricoverati nel reparto di isolamento di un ospedale di Gerusalemme.
Da Cristina
12) Roberto Saviano, Zero Zero Zero, Feltrinelli (2013) – La cocaina: la merce più usata, trafficata, desiderata del nostro tempo. Il sogno dell’eccesso senza limiti che corrode le nostre vite e la nostra società.
13) Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, Dalai Editore (2010) – Prendete un bambino che non sa quando è nato. Immaginate che abbia un sorriso gentile e malinconico e una nutrita dose di ironia, e che intorno ai dieci anni cominci un viaggio verso qualcosa che non conosce, alla ricerca di un posto qualunque in cui crescere. Mettiamo che questo bambino sia nato nella provincia di Ghazni, nel Sud-est dell’Afghanistan, che appartenga all’etnia hazara, quella dai tratti mongolici, perseguitata da pashtun e talebani, e che il suo viaggio lo porti ad attraversare, oltre alla propria nazione, il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia, per trovare, dopo cinque anni spesi in strada tra lavori improbabili, speranze impreviste e momenti drammatici, una casa e una famiglia in Italia.
Da Vera
14) Francesco Pecoraro, La vita in tempo di pace, Ponte alle Grazie (2013) – Chirurgico e torrenziale, divagante e avvincente, La vita in tempo di pace racconta, dal punto di vista di un antieroe lucidissimo, la storia del nostro Paese e le contraddizioni della nostra borghesia: le debolezze, le aspirazioni, gli slanci e le sporcizie, quel che ci illudevamo di essere e quel che alla fine, nostro malgrado, siamo diventati.
Da Marco T.
15) Tamim Ansary, Un destino parallelo. La storia del mondo vista attraverso lo sguardo dell’Islam, Fazi (2010)- La storia dell’Islam. La comunità musulmana, proprio come l’Europa, si è sentita per mille anni al centro del mondo: a partire dalla vita di Maometto, attraverso il succedersi di grandi imperi, fino alle lotte e ai movimenti ideologici che hanno sgretolato l’unità dell’islam e portato all’11 settembre e ai più recenti.
Da Mauro A.
16) Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (2013) – Ogni uomo vive almeno una storia d’amore che dura tutta la vita: quella con il proprio tempo e il proprio Paese, il matrimonio (burrascoso) tra la vita privata e la vita pubblica. La grande scommessa di questo romanzo personale e politico, divertente, serissimo, provocatorio, è raccontare tutto ciò che concorre a fare di noi quello che siamo.
Da Mariangela
Per scoprire la nuova Europa e comprendere meglio i nuovi assetti internazionali:
17) Paolo Rumiz, Trans Europa express, Feltrinelli, 2012.
18) Paolo Rumiz, È Oriente, Feltrinelli, 2003
Sul tema dell’immigrazione e del razzismo:
19) Faiza Guene, Kif kif domani, Mondadori, 2005.
20) Annamaria Rivera, Regole e roghi, Edizioni Dedalo, 2009,
21) Curcio, Mellino, La razza al lavoro, Manifestolibri, 2012.
Per la critica letteraria:
22) Giulio Ferroni, Scritture a perdere. La letteratura degli anni zero, Laterza, 2010.
23) Maurizio Dardano, Stili provvisori. La lingua nella narrativa italiana d’oggi, Carocci, 2010.
Sulla condizione della donna e per fare il punto sul femminismo:
24) Graziella Priulla, C’è differenza Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole, Franco Angeli, 2013.
25) Ada Celico, Io e le spose di Barbablù, Mursia, 2010.
26) Daniela Danna, Ginocidio. La violenza contro le donne nell’era globale, Eleuthera, 2007.
A proposito di libri, lettura e biblioteche:
27) Maria Stella Rasetti, Bibliotecario, il mestiere più bello del mondo, Bibliografica, 2014
28) Stefano Parise, Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, Bibliografica, 2011.
29) Franco Del Moro, Faccio libri vendo libri. Storie divertenti del mondo editoriale, Biblioteca dell’Immagine, 2001.
Da Felice Celato
– Italia:
30) le “Considerazioni generali” che ogni anno accompagnano i Rapporti annuali del Censis (reperibili sul sito del Censis): poche pagine molto dense e molto “colte”;
– i libri scritti dal Presidente Censis, Giuseppe De Rita, almeno con riferimento a quelli scritti nell’ultimo decennio (per restare in tema XXI secolo); l’ultimo, mi pare, è: 31) Giuseppe De Rita e Antonio Galdo: “Il popolo e gli dei” (Laterza);
ma anche (stessi autori e, mi pare, editore):
32)”L’eclissi della borghesia”.
Altro, notevole: Giuseppe De Rita: 33)”Il regno inerme” (Einaudi).
Ottimo anche: 34) Marco Revelli: “Poveri noi” (Einaudi).
Su un piano più generale:
35) • Salvatore Natoli: “Il buon uso del mondo” (Mondadori), una lettura molto impegnativa ma straordinariamente avvincente;
36) • Roger Scruton: “Del buon uso del pessimismo” (Lindau), sull’erratico ondeggiare dell’irragionevolezza collettiva;
37) • Niall Ferguson: “Il Grande Declino” (Mondadori), una sintesi moto vasta e ricca di stimoli per arrivare “a capire la vera natura del nostro declino”;
38) • Frank Furedi: Il nuovo conformismo (Feltrinelli), che mal traduce il titolo originario: Therapeutic culture: cultivating vulnerability in an uncertain age;
39) • Miosés Naìm: “La fine del potere” (Mondadori): una sintesi molto chiara sulle le sconvolgenti mutazioni che negli ultimi decenni si sono prodotti a carico del potere e del suo esercizio;
40)• Paul Krugman: “Fuori da questa crisi, adesso!” (Garzanti): una piana illustrazione del pensiero economico di questo Nobel dell’Economia, neo-keneysiano spinto, politicamente liberal.
41) • Stephen King: “Quando i soldi finiscono” (Fazi), dall’eloquente sottotitolo ‘la fine dell’età dell’abbondanza’
Fra le letture meno recenti ma sempre interessanti, segnalo i libri di Jeremy Rifkin.
Narrativa:
42) Eric Emmanuel Schmitt: “La giostra del piacere” (E/O)
Da Antonella C.
Poesia
43) Mario Novarini, Gli occhi della materia (Book editore, 2008)
44) Alberto Bertoni, Ricordi di Alzheimer con lettura in versi di Francesco Guccini (Book editore, 2008)
Racconti
45) 1989 dieci storie per attraversare i muri [raccolta di autori vari] (Orecchio acerbo, 2009)
Giorgio Milesi, Fluffy il gatto: autobiografia di un gatto (Book editore, 2005)
Romanzi
46) Stefano Aurighi, Lo starnuto (KappaVu edizioni, 2011)
Da Renza B
47) Colin Crouch, Postdemocrazia, Laterza, 2003. Un testo che analizza l’evoluzione ( involuzione) della democrazia in cui le regole apparentemente non sono cambiate ma dove i centri di potere sono trasferiti altrove. Si parla di svuotamento dei governi, di indebolimento delle competenze pubbliche e di avanzata dei principi del neoliberismo, nonché del trasferimento sul mercato dei diritti della cittadinanza, faticosamente conquistati. Per me continua a rappresentare una bussola –sconfortante- per capire molte delle scelte politiche nazionali di questi anni.
48) Richard Sennett, L’uomo flessibile Le Conseguenze Del Nuovo Capitalismo Sulla Vita Personale, Feltrinelli, 2001.
Con la flessibilità, non esistono più stabilità e fedeltà all’azienda, che erano la forza del vecchio capitalismo; ora valgono incertezza, perenne innovazione, frenetico avvicendarsi di personale, ma non per questo scompaiono le forme di potere e controllo né le diseguaglianze nelle opportunità. Questo provoca nei lavoratori comuni senso di fallimento per l’incapacità di rispondere adeguatamente alle nuove sfide, mina alle radici la percezione di continuità dell’esistenza e della tradizione, erode l’integrità dell’io. Questo processo viene raccontato è spiegato anche con le storie di diversi lavoratori. Sennett, sociologo di impostazione umanistica (coltissimo) scrive testi densi e rigorosi ma piacevoli e affascinanti come romanzi.
Da Luca F.
Aggiungo alcune segnalazioni, senza ripetere i titoli già suggeriti da altri, e ricordando la avvertenza di Luigi: non si tratta di tentare la summa anticipata del XXI secolo, di prevederne i testi chiave o quelli che già ora ne illuminano la direzione di marcia (chi lo potrebbe?). Si tratta molto più sommessamente di proporre dei libri che, a nostro insindacabile ma motivato giudizio di lettori, ci hanno offerto uno spunto, uno squarcio, una visione utile anche per capire o immaginare quello che sta succedendo o che succederà al mondo e agli uomini nel tempo che è iniziato. Quindi se qualcuno proponesse dei testi relativamente “antichi”, provenienti dalla tradizione utopica o distopica – ad esempio, 1984 di Orwell – troverei la cosa molto azzeccata.
Segnalo allora anche questi titoli, con le mie motivazioni:
49) Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca. Dal monachesimo laico di Adriana Zarri una sorta di diario e di apologo sulla scelta (e sulla necessità) della solitudine non contro il mondo ma per amore del mondo. Se il secolo si annuncia col rumore bianco del digitale, i boati neri della guerra, le chiacchiere della folla, la violenza dei genocidi e degli ecocidi, qui troviamo un antidoto potente. Il silenzio, la cura della propria interiorità, l’amore per la natura, la forza della denuncia e della coerenza nella vita e negli atti di ogni giorno. Senza moralismo, senza prosopopea. Tra le virtù teologali praticate da Adriana Zarri quella che sento qui più presente è la speranza. E ne abbiamo disperatamente bisogno.
50) Michael Cunningham, La regina delle nevi. Tra le tante trascrizioni della fiaba di Andersen, questa, che non è una trascrizione e nemmeno un omaggio, ma solo un espediente narrativo e un aggancio metaforico, ci racconta di come il frammento di ghiaccio che penetra nell’occhio (e che nella fiaba congela anche il cuore) cambi la visione delle cose, scambi la desolazione che vediamo per l’unica realtà possibile. In questo romanzo c’è tutta la fatica del vivere, la malattia, la droga, la morte, ma c’è anche la trama di un cambiamento che si avvia impercettibilmente e poi diviene una valanga, simboleggiato per l’autore dalla vittoria di Obama alle elezioni U.S.A. Come la trama del libro anche questa si rivela probabilmente troppo esile per farne una Storia.
Una riscrittura totalmente diversa e meno fiabesca è quella della scrittrice spagnola Carmen Martìn Gaite, del 1994. Si potrebbero confrontare.
51) Hugh Howey, Wool, primo volume della trilogia del silo. Non propongo questo titolo per il suo valore letterario, che è discutibile, ma per due motivi soprattutto:
1) come molte tra le migliori opere di fantascienza, la trilogia di Howey lavora sul “possibile reale”, ossia su quell’universo di possibilità che ha le sue chiare origini e radici nel presente. L’idea di un’umanità costretta a sopravvivere sottoterra, a causa dell’invivibilità del pianeta, è nell’ordine di queste possibilità. Così come il paradosso della tecnica che percorre tutta la trilogia: le invenzioni che teoricamente consentirebbero all’umanità di vincere la malattia e la morte, sono quelle che ne decreteranno la fine.
2) anche dal punto di vista delle caratteristiche editoriali il libro è un prodotto di una “nuova epoca”: scritto nelle ore di pausa pranzo da un commesso di libreria, che prima aveva lavorato come operaio e come skipper, come recita la quarta di copertina, è stato autopubblicato su Amazon e ha conosciuto un successo mondiale, è stato tradotto in 24 lingue e presto sarà un film. Anche la “fabbrica del libro” sta cambiando.
C’è una filosofa che su tutti questi cambiamenti ha particolarmente lavorato ed è Rosi Braidotti, una delle più conosciute rappresentanti del “pensiero della differenza”. Dal “soggetto nomade” – protagonista di alcuni suoi saggi – al “postumano”, il passo, se non breve, è coerente. E richiede un completo ripensamento dell’umanesimo “storico” in un mondo che sta cancellando ogni frontiera tra ciò che è umano e ciò che non lo è. Si potrebbe leggere l’ultimo suo libro,
52) Il postumano,
magari insieme a quello di
53) Adriana Cavarero, Inclinazioni, che è una approfondita critica dell’homo erectus e della sua idea di rettitudine. Che cos’hanno in comune? Lo sguardo, la posizione rovesciata, inclinata, da cui guardano il futuro dell’umanità. La continuità con il complesso di riflessioni al centro di De-Scrivere la Crisi, il cui programma ci ha allegato Antonella.
Vorrei aggiungere infine altri due romanzi, anche se li devo ancora leggere, ma penso che possano ben inserirsi nel percorso. Si tratta di
54) La bellezza delle cose fragili di Taye Selasi (la storia della crisi identitaria e della trasformazione di una famiglia afropolitan come la scrittrice) e
55) Miele di Ian McEwan (un racconto a scatole cinesi che ha al centro la vita, la lettura, l’amore e lo spionaggio come nell’indimenticabile Lettera a Berlino).
Da Lettoreambulante
l’idea è bella e anche intrigante, perché secondo me per quanto riguarda la narrativa, sono molti i romanzi, soprattutto stranieri, che tentano già di raccontare il presente e anche prefigurare il futuro. Io sceglierei quelli che operano una sorta di svolta anche letteraria e sono quelli che sono una sorta di evoluzione del romanzo tradizionale e che chiamiamo variamente memoir, autofiction, giornalismo narrativo.
Penso per esempio a
56) Città aperta di Teju Cole,
57) Città d’ombra di di André Aciman
58) Prudenti come serpenti di Lola Shoneyin
59) Imparo il tedesco, di Denis Lachaud
60) Il Metrò di Donato Ndongo
61) Vado a vedere se di là è meglio, di Francesco Cataluccio
62) Domanda di grazia di Gabriele Romagnoli
63) Morte di un uomo felice, di Giorgio Fontana
64) Una stella incoronata di buio, di Benedetta Tobagi
senza trascurare i libri cosiddetti per ragazzi come
65) Crack! Un anno in crisi, di Marie-Aude Murail
Anzi, vi suggerirei di scegliere anche un libro destinato agli adolescenti, non ve ne pentirete.
da Marcomsoft (Daniele)
66) Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella.
Il terribile viaggio dei migranti dall’Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia (alla mia amatissima Lampedusa) è un tema che sta segnando questo secolo.
da Alessia
67) Fight Club di Chuck Palahniuk.
Secondo me Fight Club è uno di quei libri che riescono a rappresentare, sebbene esagerando, la società odierna:
L’ insicurezza che ci circonda; il camminare su un filo tra bene e male per poi scoprire che essi convivono;
l’ indecisione che ci porta a chiederci per chi stiamo agendo, per noi o no ?
Secondo me rappresenta la scoietà odierna, ma è una mia opinione…
da Marino Marini
Il mio libro (uno solo) è un romanzo cosiddetto di formazione che, scritto nel XXI secolo, racconta come pochi altri il XX, perché si vive meglio il presente se si ricorda cosa ci ha portati ad oggi:
68) Il club degli inguaribili ottimisti di Jean-Michel Guenassia
da Antonella C.
uno dei libri che ho scelto per interpretare il XXI secolo:
69) 1989 (Orecchio Acerbo, 2009).
Il volume raccoglie 10 racconti, 10 autori per celebrare i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Se 1984 di George Orwell proiettava nel futuro lo scenario di una società controllata e suddivisa in blocchi, 1989 narra sia la crisi identitaria di chi non riesce a interpretare la delocalizzazione e la globalizzazione, sia la capacità di chi, al contrario, è capace di favorirne l’integrazione. Un libro per ragazzi che può essere consigliato a chiunque.
da Antonio P
70) Rete padrona, di Federico Rampini – Feltrinelli Editore
L’ho appena terminato e lo ritengo estremamente interessante sia per capire i mutamenti che le innovazioni tecnologiche hanno avuto e stanno avendo sulla nostra vita, intesa nel senso più ampio; e insieme utile per essere informati sul lato oscuro, oggi a noi spesso ignoto, delle nuove tecnologie dell’ informatica e della comunicazione che penetrano sempre di più in tutte le nostre attività. Condizionandoci, spiandoci, controllandoci a nostra insaputa.
Rispondi