The Motel Life, Willy Vlautin

City Center Motel - foto: daikiki, flickr
City Center Motel – foto: daikiki, flickr

E’ notte, e fa un freddo cane, all’inizio del libro. Frank, il narratore, è ubriaco, steso sul letto della sua camera di motel, quando un uccello _un’anatra, a sentir lui_ si schianta contro la sua finestra, rompendola. Frank si sveglia, più o meno, compatibilmente con la sbronza, giusto in tempo per l’arrivo del fratello maggiore, Jerry Lee, che porta la notizia che cambierà la loro vita: ubriaco, reduce da una litigata con la sua pseudo-ragazza, mentre a gran velocità attraversava le strade innevate di Reno, Nevada, un ragazzino in bici gli è sbucato di fronte e bang, l’ha centrato in pieno, uccidendolo. Il corpo del ragazzino, ora, è nella sua Dodge.

Inizia così *The Motel Life* di Willy Vlautin, la storia di due fratelli, sfortunati, come ripetono più volte loro stessi, ma che in fondo vogliono solo costruirsi una loro vita, nonostante tutte le difficoltà. Padre dedito al gioco, scomparso dalla loro vita quando erano ancora bambini, dopo un soggiorno in galera; madre morta di tumore quando sono ancora minorenni. Costantemente con una birra in mano, lavori che vanno e vengono _ma più spesso vanno_. Vivono fra una stanza di motel e l’altra, entrano ed escono da bar, casinò e ricevitorie di scommesse. Ragazze che più che fidanzate sono prostitute, soldi che sono sempre contatissimi.

Però hanno il dono della narrazione, Frank _racconti brevi e divertenti, su richiesta, per il fratello_ e del disegno, Jerry Lee, ma soprattutto hanno un senso fraterno e dell’amicizia smisurato: per aiutare un amico in difficoltà rimangono senza soldi, Frank abbandona tutto per fuggire con Jerry Lee, nonostante il fratello abbia commesso un reato, regala un terzo di tutti i suoi soldi alla famiglia del ragazzino ucciso, e l’altro terzo a un amico che deve estinguere un debito di gioco.

Then I walked around, me and the dog did. Up and down the streets of that small town. I’d look in windows, but there was no reason to it. I didn’t know what else to do. In the end I just waited outside the hardware store where Annie James worked. I hoped. Because hope, it’s better than having nothing at all.

Bellissimo.

Ridi e poi piangi, ti incavoli e poi ti commuovi. Arrivi alla fine, e vorresti ricominciare dall’inizio. Non leggevo un libro così bello da tanto tempo. Purtroppo in Italia non è pubblicato, io l’ho preso a San Francisco alla City Lights Bookstore, edito dalla Harper Perennial. Willy Vlautin è più noto come cantante del gruppo alternative country Richmond Fontaine. Non so se preferirlo come scrittore o come cantante… di sicuro i testi delle canzoni meritano. Come dice Willy nell’intervista in fondo al libro:

In general I always think my fiction is a bit more easygoing than my songs. I have a hard time being light in a song. In a story you have more room to breathe. You can be dark with moments of light, good times, and hope. It’s always been harder for me to write upbeat songs. It’s just in my blood to write sad ones.

*giuliaduepuntozero

PS: grazie jeeno per avermi segnalato il libro, ne valeva proprio la pena! Abbiamo comprato anche gli altri due che ha scritto, *Northline* e *Lean on Pete*, tu li hai letti?

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5 risposte a “The Motel Life, Willy Vlautin”

  1. Lo leggero’.la trama e’ avvincente,ciao!

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  2. Ciao, g. Hai scritto il post dagli States o sei tornata dal viaggio? Ero sicuro che Motel Life ti sarebbe piaciuto. Non ho letto i libri che hai citato, ma troverò il modo di procurarmeli. A proposito di Vlautin e dei Richmond Fontaine, sai che qualche estate fa li ho visti suonare dal vivo e gratuitamente ad Alberobello e, dopo il concerto, li ho incontrati casualmente in una piazza della cittadina seduti su un palco a godersi il fresco, una birra e l’incanto della cittadina pugliese? Ho anche scambiato qualche parola con Willy e altri componenti del gruppo, ma abbiamo parlato solo di musica. Se fossi stato da solo, sarei rimasto a chiacchierare con loro, soprattutto con Willy, per tutta la notte, ma i miei amici avevano fretta di rientrare a casa. Peccato.

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  3. Tornata purtroppo… 😦
    Ma dai, che storia, pazzesco!!! E che ci facevano ad Alberobello? Quando è successo???
    Ciao
    *giuliaduepuntozero

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  4. E’ successo, per la precisione, l’11 agosto del 2007. Puoi trovarne traccia in rete e c’è anche qualche foto su flickr. Ad Alberobello, ogni estate, si svolge una rassegna, chiamata Experimenta, che propone interessanti concerti e altri spettacoli, molti dei quali gratuiti. Tra i concerti più belli di questi ultimi anni, per citare i nomi più noti, e sicuramente dimentico qualche nome importante, ricordo quelli di Patti Smith, Robyn Hitchcock, Hugo Race, Calexico (bellissimo!). E quest’anno ci saranno i Tuxedomoon. Come vedi, qualcosa di buono si muove anche al sud.

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  5. Luigi grazie..anzi grazie mille per i tuoi suggerimenti. Penso possano essere considerati un validissimo supporto per tutti coloro che come me credono in questo tipo di azione. Sto cercando di avviare un gruppo di lettura in biblioteca e i tuoi consigli mi sono veramente utili.
    per chi come me non ha ancora affrontato quest’avventura i quesiti sono tanti. Come divulgo l’iniziativa? posso stabilire dei temi oppure tutti i componenti del gruppo devono leggere lo stesso libro?

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