
Sono cresciuto nell’isola di Martha’s Vineyard, in una grande casa chiassosa come una parata – il suo frastuono risuonava per tutta la costa del New England. Un caos orchestrato di pifferi e grancasse, majorette e squilli di trombe; ma ce lo potevamo permettere. Mia madre era ricca, e i soldi di suo padre piovevano dal cielo come coriandoli, mettendo a tacere con garbo le conseguenze di tanto baccano.
Così Collie Flanagan, narratore di *Chiedi scusa! Chiedi scusa!* di Elizabeth Kelly, ed. Adelphi, presenta la sua famiglia, i fantastici Flanagan: la madre Anais, amante dei cani, dai quali è sempre circondata in gran numero, ricca ereditiera che odia il padre e i suoi ideali, e insegue una ribellione tutta sua fatta di firme su assegni per qualsiasi causa in cui si imbatta; Charlie, suo marito, l’ha sposata per una scommessa _avrebbe portato all’altare la prima donna in cui fosse incappato girato l’angolo_ gran bevitore, nullafacente, ma con un suo certo stile; Bingo, il fratello, minore di 9 mesi, il preferito della madre, simpatico, socievole, e scapestrato come i genitori; lo zio Tom, fratello di Charlie, tuttofare: cucina, tiene _in qualche modo_ la casa, addestra piccioni, e beve _tanto_ anche lui; e infine lui, Collie, il primogenito, l’unico posato in famiglia, bello, giudizioso, tranquillo, apparentemente odiato dalla madre, forse per la sua forte somiglianza fisica e di carattere con il nonno, il proprietario della Thought-Fox Inc, colosso dell’editoria, detto il Falco.
La famiglia è originale e decisamente sbandata, tanto da risultare quasi inverosimile _me lo sono augurata, per lo meno, nei numerosi passaggi in cui Collie viene malamente umiliato e scarsamente considerato, se non insultato, dai famigliari, o nelle scene in cui il ragazzino andava di volta in volta a recuperare un genitore ubriaco o a togliere qualcuno dai guai.
Poi, con il passare degli anni e delle pagine, e all’accadere del colpo di scena che ovviamente non posso anticipare, il libro si riprende, approfondendo la psicologia del protagonista e mostrandoci come, pur nascendo in una famiglia ricca e privilegiata, ma anche in un contesto decisamente fuori dagli schemi, riesca a combattere, a fare numerosi errori sì, ma a risollevarsi, grazie anche agli originali insegnamenti dei parenti, che, sotto sotto, gli vogliono un gran bene:
“Comunque, ricorda: non sarai mai abbastanza intelligente da non avere niente da imparare da un piccione – è una filosofia che mi ha sempre egregiamente assistito. Pensaci, Noodle, ogni volta che ti compiaci della tua sagacia.”
Giudizio positivo, alla fine.
*giuliaduepuntozero
Rispondi