All’inizio era il caos…
“Quando nacque il punk, la società borghese pensò che avesse torto su tutto (…)
La musica punk è considerata disgustosa, degradante, orrenda, voyeuristica e nauseante…”.
Eppure grazie ai questi strani gruppi di artisti e sbandati senza ordine alcuno, la società di fine anni ’70 ammuffita, noiosa e ingessata ha tratto nuova linfa.
Ma il punk non sarebbe stato nulla senza i PIRATI: il loro unico principio è “la libera circolazione delle idee”: “i pirati individuano le aree dove non ci sono opportunità di scelta e pretendono che la scelta venga assicurata. Questa mentalità è indipendente dai formati mediatici e dai modelli di business”.
Sono solo al secondo capitolo di PUNK CAPITALISMO (di Matt Mason – Serie Bianca Feltrinelli, prezzo copertina 18 eu) e non vedo l’ora di andare oltre.
Tratta di copyright, rock, suoni, pubblicità, media, remix (di ogni genere), idee underground, DIY (do it yourself), informazione perfetta, marketing, cultura, teoria dei giochi e.. dilemma del pirata (non vedo l’ora di scoprire cosa sia!!).
Nell’arco di poche pagine mi sono fatta talmente coinvolgere dall’atmosfera, che mi sono già venute in mente un paio di idee di “protesta” buona e colorata.
Il sogno è di trovare canali e mezzi di espressione/scambio di idee che diano davvero soddisfazione. E non solo online.
Questo libro, carico di energia, capita al momento giusto.
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