Quando un libro viene preso ad ispirazione per farne un film, il prodotto che ne esce si chiama riduzione cinematografica. Riduzione, appunto.
I vari episodi delle Cronache di Narnia sono così diventati una serie di film fantasy, destinati all’infanzia, talvolta purtroppo relegati tra le banalità. Ma questo, oltre ad essere fuorviante, non rende giustizia nemmeno all’Autore C.S.Lewis (Clive Staples Lewis, 1998-1963).
Professore di letteratura medioevale e rinascimentale, prima ad Oxford e poi a Cambridge, Lewis è uno scrittore definito metafisico, la cui profonda conoscenza dell’animo umano ha trovato modo di esprimersi attraverso le allegorie e la chiave epica tipica della tradizione irlandese.
Il primo episodio delle Cronache è sorprendente per la comparsa di un elemento salvifico, rappresentato da un leone, che ognuno potrà interpretare come crede, e che a me è sembrato quanto di più possa avvicinarsi al mistero della vita.
Più vicino alla sensibilità condivisa, e di tutt’altro genere è lo straziante Diario di un dolore, il cui titolo in lingua originale rende meglio l’idea del contenuto: “The Grief Observed”. Famosissimo il suo incipit:
No one ever told me that grief felt so like fear. I am not afraid, but the sensation is like being afraid. The same fluttering in the stomach, the same restlessness, the yawning. I keep on swallowing.
Altri titoli pubblicati dello stesso Autore:
Lontano dal pianeta silenzioso, Perelandra, Quell’orribile forza, Il Cristianesimo così com’è
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