Se incontri il buddha uccidilo. Sì insomma, per modo di dire; ma almeno leggi le note dei libri

Mi piacciono quegli incroci di mondi che sono le note al piè di pagina e le bibliografie nei libri: secondo me anche nei romanzi dovrebbero esserci le note con le indicazioni dei libri – e magari anche degli eventi e delle persone – che hanno ispirato le varie pagine.
Niente di originale in quel che dico, ovviamente: per esempio già Max Weber diceva che la parte più importante di un libro è nelle note (lo so perché l’ho letto in quell’irrinunciabile libricino che è Il Lettore A(r)mato di Luca Ferrieri: libricino che ogni tanto andrebbe anch’esso ripescato e riletto. Di questo libricino a me hanno sempre affascinato in particolare le parti sulle citazioni e “il gioco delle fonti”, e in effetti attorno al nostro argomento siamo, Il Lettore A(r)mato è disponibile gratis in rete).

I link su Internet ci affascinano anche perché hanno portato a compimento (o almeno a una grande diffusione) l’idea che ci siano pensieri e intuizioni altrui a cui dare credito e soprattutto strade che incrociano quelle sulle quali siamo:  idea che le note affermano e perseguono da sempre.

Un esempio recente che mi ha affascinato, di questa macchina generatrice di altre strade da percorrere, sta dentro un libro che ho incontrato per caso, un libro strano e sorprendente e inattuale, con un titolo che però è una calamita: Se incontri il Buddha per la strada uccidilo, di Sheldon B. Kopp, Astrolabio Ubaldini (If you meet the Buddha on the road, kill him).

Uno di queli libri che affascinano anche perché riposano per anni negli scaffali delle biblioteche dopo che son stati popolari per altre generazioni. Tra l’altro, il tema e lo stile richiamano un po’ alcune atmosfere di
Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta.

Se incontri il Buddha per strada uccidilo è un libro uscito nel 1972 e Kopp era uno psicoterapeuta che racconta il “pellegrinaggio del paziente nella psicoterapia”, ma più in generale l’esperienza della donna e dell’uomo contemporaneo nelle difficoltà e la ricerca di una guida per uscire da queste difficoltà. Con lo slancio ottimistico ma consapevole, tipico della cultura americana maturata negli anni Settanta, Kopp prova a raccontarci, mettendoci molte delle sue esperienze personali e professionali, quel che tutti dovremmo sapere, anzi scoprire guardandoci dentro: che non ci servono guide, siano esse psicologiche o religiose o filosofiche, perché in buona misura ci basta quel che già sappiamo, basta solo saperlo vedere.

Guru, psichiatri, sciamani, profeti, filosofi, servono solo perché vivono esssi stessi la nostra esperienza di scoperta, camminano con noi, ascoltano la nostra storia: “un uomo ha bisogno non solo di qualcuno che ascolti la sua storia, ma anche di qualcuno che lo prenda a cuore”.

Ecco, a parte le molte pagine che ci rimandano al clima di quel periodo che affrontava con ottimismo le difficoltà, il libro di Kopp è un esempio degli incroci di cui parlavo prima: Incroci eclettici: I King, varie interpretazioni del buddhismo zen, anche applicato alla psicologia; l’antropologia; le storie di vagabondaggio inglese, I racconti di Canterbury, Carl Gustav Jung, I Sufi, Paracelso, la cultura degli Eskimesi, la tradizione ebraica, i Chassidim, L’epica di Gilgamesh, la sggisttica femminista degli anni Sessanta. E poi Hesse, Kafka, Elie Wiesel, Joseph Conrad (sul cuore di tenebra che abbiamo dentro e che non dovremmo negare), Shakespeare, Anais Nin, Cervantes, Dante, John Bunyan, Norman Mailer, Marshall McLuhan, Albert Camus, I pigmei del Congo, Castaneda.

Insomma, dopo averlo letto pagina per pagina, l’ho, diciamo così, ri-letto nota per nota: una lettura che mi diverte molto e che ne prepara altre.

Ecco, non sapevo bene se avesse senso questo post. Per non sbagliare l’ho scritto comunque, al massimo lo ignorate.
Per concludere, trascrivo la “laundry list” di Kopp, un elenco di alcune “verità”, scritto con l’intuizione. Vanno lette tutte insieme, per un po’ di sfondo e contesto che non le riduca a banalità o assurdità:

1) E’ tutto qui
2) Non ci sono significati reconditi
3) Non puoi arrivarci da qui, e inoltre non c’è alcun altro posto dove andare
4) Siamo tutti già moribondi, e saremo morti per molto tempo
5) Nulla dura per sempre
6) Non c’è alcun modo per ottenere tutto ciò che si vuole
7) Non puoi aver nulla a meno che non lasci la presa
8) Puoi conservare soltanto ciò che dai via
9) Non c’è alcuna ragione particolare per cui non hai ricevuto alcune cose
10) Il mondo non è necessariamente giusto. L’essere buoni spesso non viene ricompensato e non c’è alcuna ricompensa per la sventura
11) Nondimeno hai la responsabilità di fare del tuo meglio
12) E’ un universo casuale a cui non apportiamo significato
13) In realtà non controlli nulla
14) Non puoi costringere nessuno ad amarti
15) Nessuno è più forte o più debole di te
16) Tutti sono, a modo proprio, vulnerabili
17) Non ci sono grandi uomini
18) Se hai un eroe, dagli un altro sguardo: in qualche modo hai diminuito te stesso
19) Tutti mentono, ingannano, fingono (sì anche tu, e certamente io).
20) Tutto il male costituisce una vitalità potenziale bisognosca di trasformazione
21) Ogni parte di te ha il suo valore, se solo l’accetti
22)  Il progresso è un’illusione
23) Il male può essere spostato ma mai cancellato, dal momento che tutte le soluzioni generano nuovi problemi
24) Tuttavia è necessario continuare a lottare verso una soluzione
25) L’infanzia è un incubo
26) Ma è così difficile essere un adulto indipendente, autosufficiente, consapevole di dover badare a se stesso perché non c’è nessun altro a farlo
27) Ciascuno di noi è in definitiva solo
28) Le cose più importanti, ciascun uomo deve farle da sé
29) L’amore non basta. ma certamente aiuta
30) Abbiamo soltanto noi stessi, e la fratellanza che ci unisce gli uni agli altri
31) Che strano che tanto spesso, tutto sembri valer la pena
32) Dobbiamo vivere nell’ambiguità di una libertà parziale, di un potere parziale e di una conoscenza parziale
33) Tutte le decisioni importanti devono essere prese sulla base di dati insufficienti
34) Tuttavia siamo tutti responsabili dei nostri atti
35) Nessuna scusa sarà accettata
36) Puoi fuggire, ma non puoi nasconderti
37) E’ importantissimo trovarsi senza più capri espiatori
38) Dobbiamo imparare la forza di vivere con la nostra impotenza
39) L’unica vittoria importante sta nell’arrendersi a se stessi
40) Tutte le battaglie significative vengono combattute all’interno del sé
41) Sei libero di fare qualunque cosa vuoi. Devi soltanto affrontarne le conseguenze
42) Cosa sai… con sicurezza… ad ogni modo?
43) Impara a perdonare te stesso, più e più e più e più volte…

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17 risposte a “Se incontri il buddha uccidilo. Sì insomma, per modo di dire; ma almeno leggi le note dei libri”

  1. Tutto quello che sto per scrivere probabilmente è un lungo O.T. ma questo suggestivo titolo del libro di Sheldon B. Kopp che in realtà è un fondamento del buddhismo zen e nella sua versione completa dice:
    “Se incontri il Buddha per la strada uccidilo, perchè è un falso Buddha: il vero Buddha è dentro di te” …… quanti ricordi mette in “moto”! Tutti i volumi della Astrolabio-Ubaldini Editore, dalla copertina azzurro pallido (ormai relegati in terza fila nella mia libreria) che trattavano soprattutto di spiritualità e mistici indiani : Aurobindo, Krishnamurti, Ramana Maharishi; il volume di Kopp dovrebbe avere , invece, una copertina giallo cromo, se la memoria fotografica non mi inganna; e poi Carlos Castaneda e don Juan Matus e la descrizione della via del guerriero e dell’impeccabilità che un po’ mi ricorda le “istruzioni per l’uso “ di Kopp …
    Chiedeva don Juan al suo discepolo Carlito:
    Questa strada ha un cuore? Se lo ha la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l’altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce.» (…)
    Ultimamente i tuoi lanci sono come i dolcini di Proust per me…mi sa che abbiamo in comune anche l’età oltre alla passione per l’Inter!

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  2. grazie per il consiglio, avevo letto Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta e mi era piaciuto, aggiungo alla lista (chilometrica)

    per quanto riguarda l’elenco di verità.. beh con alcune mi son trovato d’accordo, con altre no. Credo varino da uomo a uomo, da esperienza a esperienza.

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  3. …beh, anche io faccio parte della generazione che ha letto Pirsig e Kopp…

    Una volta Stephen J. Gould ha sritto: “La Vita non ha Senso. A noi il compito di dargliene uno”. Mi sembra riassumi buona parte delle “verità” di Kopp.

    Ciao 🙂

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  4. Salve, sono Godot… ho letto il post e mi è piaciuto molto, probabilmente perchè sono sempre stata un’attenta lettrice… delle note! Una volta in libreria sfogliando i”Felicità” della Mansfield mi sono resa conto che non stavo guardando il libro, ma le note. Strano perchè all’epoca non avevo letto ancora “felicità”, mentre è una cosa che di solito faccio con libri che ho già letto.

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  5. Sì, Silvana, ti ricordi bene: il libro di Kopp è di quelli con la copertina gialla nelle edizioni Astrolabio. Pensavo che nessuno si ricordasse di Kopp, invece… 😉 Mi sa che anche sull’età hai ragione…

    ciao a tutti

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  6. ‘sera, eccone qui un’altra 🙂

    altra lettrice appassionata e compulsiva delle note a pie’ di pagina, intendo

    nonché ovvia lettrice di Pirsig in tempi non sospetti 🙂

    una che, diciamo circa tre minuti fa, è stata colta da incontenibile allegrezza ed è andata a ripescarsi il suo quasi invisibile millelire de Il lettore a(r)mato 🙂

    Il senso di questo post? Quando i polpastrelli prudono dalla voglia di comunicare/condividere una lettura, una scoperta, un’intuizione, il senso è già tutto lì, direi.

    Grazie 🙂

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  7. Le note nei romanzi scritti dagli stessi autori! Non so che genere di note siano, per esempio, quelle che D. F. Wallace ha messo in “Infinite Jest”… non so se siano del genere di cui dici te, luiginter. Di quelle cioè che parlano delle fonti di ispirazione.

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  8. Bello il libro di Kopp…

    “Possiamo trovare chi ci insegna a servirci della corda e del secchio, ma nessuno potrà tirare la corda al posto nostro.”

    Saluti.

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  9. bello il tuo post Luiginter, ricco di molti spunti
    grazie

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  10. Ciao,
    E’ da anni che incontro – o sugli scaffali della biblioteca o citato in altri testi – questo libro e leggendo or ora la tua recensione (in cui nomini uno dei miei libri preferiti “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” del caro Robert Pirsig) non posso che provvedere all’acquisto… mi sembra d’obbligo.

    Grazie per lo spassionato consiglio e… ti saprò dire…

    Un fraterno saluto

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  11. ciao Maria Teresa, sono molto contento che le mie parole sul libro di Kopp ti spingano fino alle sue pagine, davvero ricche.
    Tra l’altro questo è un libro da comodino… deve stare sempre a portata di mano.
    Da qualche mese la mia copia è lontana da me: l’ho prestato, in successione, ad alcune persone, e ora comincio a sentirne la mancanza.
    Credo che un giorno di questi ne acquisterò qualche copia da regalare, così da tenermi stretta la mia copia, piena di preziose (per me almeno) annotazioni.

    ciao ciao

    ps. ho visitato il tuo spazio su youtube: interessante accidenti

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  12. Ciao,
    sono una studiosa di psicologia e cerco da tempo un libro di S. Kopp dal titolo “Guru: metafore di uno psicoterapeuta”. Non è più in commercio e mi chiedevo se tu l’avessi letto o ne possedessi una copia. Molto interessanti i tuoi interventi.
    Ciao,
    marika

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  13. ciao, sono Stefano e anch’io sto cercando, e devo ammettere che trovarlo sta diventando una sfida “al Limite…”, il libro di Sheldon B.Kopp “Guru: metafore di uno psicoterapeuta”, se qualcuno avesse qualche indicazione su dove trovarlo, Gliene sarei davvero molto grato.
    Grazie mille x l’attenzione

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  14. Mi spiace Stefano (e anche Marika: il tuo commento m l’ero perso, in agosto ero lontano dal blog… scusami), non conosco quest’altro libro di Kopp, non posso aiutarti. Ho guardato anche su Bookdepository ma è fuori catalogo: http://www.bookdepository.com/book/9780831400255/Guru

    Sembra invece disponibile sugli usati di abebooks – http://www.abebooks.co.uk/servlet/SearchResults?sortby=3&sts=t&tn=Guru%3A+Metaphors+from+a+Psychotherapist&x=0&y=0

    Insomma, in inglese forse si potrebbe trovare…

    ciao ciao

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  15. primo messaggio/commento sul tuo interessantissimo blog:
    la rete mi ha mangiato 2 commenti articolati
    ora li “frammmento”
    “nulla appare invano2 titolo della brava filosofa De Monticelli
    vado…
    al prossimo breve commento prima che sia troppo tardi%o)

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  16. grazie luigi . come ti dicevo : ” Nulla appare invano. Pause di filosofia”.
    In questi giorni per i miei collage ho strappato pagine di calvino e Wilde( libri del Macero bibliotecario) ma mentre incollavo , rileggevo e tenevo le note…
    i due libri che citi li conosco
    “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta2 l’avevo letto allora, appena uscito , e anche allora il caso mi dava indicazioni di affinità elettiva, le strade bianche , il viaggiare con lentezza e ricerca del non usuale , mi avevano fatto aprire gli occhi.
    Ora la mia filosofa dice che sognare è bene senza però cadere in una sorta di sonnambulismo ; il libro di Kopp è in libreia ( settore cosimo che l’ha letto anni fa) e fra poco verrà riposizionato sul comodino. Grazie ancora, e arrivederci alla prossima finestra sul mondo che grazie a … (al budda che è in noi?0) tu SPALANCHI.

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  17. […] attingi dai post nei quali ti imbatti, e gioisci. Rilanciali se vuoi, ma non farti impressionare. Se incontri un guru per strada, non farti distrarre. Nella blogsfera non ci sono autorità e i sapienti sopravanzano. I gusti mutano, plasmati dalle […]

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