E’ stata una piacevole scoperta la lettura dell’ultimo romanzo di Marco Lodoli, SORELLA. Non avevo mai letto nulla di questo scrittore se non qualche articolo su REPUBBLICA o su IL DIARIO.
Protagonista una suora, già curiosa per il nome che porta, Suor Amaranta, che in prima persona sin dalle prime pagine ci racconta che “invecchia nella sfiducia, nel sospetto di stare dentro una storia bugiarda”, con dentro “un vuoto tremendo”, mentre intorno a lei le altre sorelle “sembrano indaffarate e felici”
La sua non è una monacazione forzata ,come l’avrebbero raccontata Manzoni o Diderot, anzi in casa avevano tentato di dissuaderla, quando a sedici anni aveva manifestato il desiderio di farsi suora, perchè aveva capito che il mondo non era fatto per lei
La mia strada non sarà mai nella vita , che la vivano gli altri la vita, se ci tengono tanto, che si scontrino e si moltiplichino…che facciano tutto il rumore che serve a farsi notare…io voglio avere il viso pallido delle suore, la loro grazia mansueta, grani freddi tra le dita”
E così eccola lì in un convento, a Roma…a guardare dalla finestra, mentre tutti gli altri corrono a fare soldi.
La madre aveva tentato di dirle che Dio non esiste ” non esiste altro che questa roba qui, mangiare, bere, fare l’amore, fare figli, fare soldi, stare con gli amici, dormire, sentire la musica, dimenticare in fretta”
La incontriamo invece a 36 anni. “nè felice nè infelice..disordinata e inutile come il mondo” costretta dalla madre superiora a diventare maestra d’asilo di tredici bambini, anche se Amaranta non ama i bambini che sono ancora ” vita non domata”. Interessante questa visione drammatica dell’infanzia, di bambini che, a differenza di lei, “vogliono,vogliono”. E così i bambini:
“non sono la più grande gioia dell’esistenza..il mondo mente, non ha il coraggio di ammettere che ogni bambino precipitato qui con il suo fiocco celeste o rosa è altro tempo destinato a consumarsi vanamente”
Giorni difficili ,finchè non compare Luca, un bambino di cinque anni… diverso, con una strana adozione…quasi autistico, chiuso nei suoi silenzi.
E suor Amaranta è lì tra i bambini con i suoi pensieri:
Temo che ci siamo inventati tutto per la paura della morte. nel mondo ci sono diecimila religioni e ognuna crede di essere la verità, ma l’unica verità è che siamo carne buttata in un pascolo, nell’attesa di essere macellata. Siamo bestie poetiche, questo sì, abbiamo una fantasia inarrestabile, diamo voce agli alberi, ai pesci, ai defunti, al cielo, perchè il silenzio ci atterisce.
Una suora..a rovescio, a cui Dio non parla
Potevo essere tante cose, tante persone diverse, una madre, un’impiegata, una donna su un palcoscenico, una suicida, una seduttrice e invece sono quello che sono..una suora in una stanza del mondo…sempre inadatta da quando sono nata, sempre a cercare di nascondermi in un armadio
E poi l’incontro con “il bambino speciale”, con cui nasce una complicità fatta di silenzi, ma basteranno tre parole di Luca, perchè Amaranta faccia propri comportamenti del tutto inaspettati, perchè sia costretta a vivere quella vita che ha sempre rifiutato: tre avventure, per arrivare ad un finale a sorpresa, che magari mi sarebbe piaciuto… diverso… e che lascio scoprire agli eventuali lettori.
Una storia insolita non banale, raccontata con una scrittura agile, piacevole, intensa, che si fa leggere in poche ore… anche in un caldo pomeriggio d’estate!
MARCO LODOLI, SORELLA, EINAUDI, 2008, pp. 101
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