Se LA PIOGGIA GIALLA di LLamares era un libro duro, angosciante da leggere, ancor di più lo sono i libri di PHILIPPE FOREST, uno dei più apprezzati scrittori francesi di oggi. Forse non avrebbe scritto romanzi, ma sarebbe rimasto in ambito universitario un eccellente critico letterario, esperto di letteratura giapponese e di Teoria del romanzo, se la vita non fosse stata particolarmente crudele con lui, privandolo della sua Pauline, una bambina di quattro anni, malata di una rarissima forma di cancro alle ossa.
E così da una terribile tragedia- la perdita di chi doveva sopavvivergli – sono nati tre libri che Forest ripetutamente chiama romanzi:
- TUTTI TRANNE UNO 2005
- PER TUTTA LA NOTTE 2006 Premio Grinzane Cavour 2007
- SARINAGARA Tre volte un’unica storia
Tre libri che vanno- secondo me – letti uno dopo l’altro, se si ha il coraggio di leggerli. E, sempre secondo me, bisogna avere il coraggio di leggerli, anche se sono UN COLTELLO NEL CUORE, come qualcuno ha scritto. Non sono libri strappalacrime, ma sono certamente libri che ti procurano un impatto emotivo forte, per cui comunque trovi il tempo per leggerli, anche se sono circa 800 pagine, magari in una settimana, come è capitato a me.
E’ una lettura straziante, ma dolcissima che attrae e respinge nella sua crudele verità, raccontata con lucida consapevolezza da un padre, che usa le parole per riappropiarsi della storia, per capirne il senso, senza volerne elaborare il lutto, ma per avere un aiuto a resistere
Ho incontrato Philippe Forest, quasi per caso, alla Fiera del libro e sono rimasta affascinata non tanto dallo scrittore, figura molto riservata e poco appariscente, quanto dalla presentazione dell’autore e del suo terzo romanzo da parte di SANDRA PETRIGNANI, pubblicato come i due precedenti dalla casa editrice ALET.
Ho acquistato subito i tre volumi, a mio rischio, perchè potevo trovarmi davanti tre opere per varie ragioni non di mio gradimento. E invece la lettura, tutta d’un fiato con continua commozione , è stata un’esperienza veramente particolare per il contenuto e per la bellezza della scrittura, senza facile sentimentalismo, senza patetismo consolatorio.
E’ passato un mese dalla lettura, ma era necessario del tempo prima di condividere le emozioni, bisognava lasciarle decantare, ma soprattutto dopo libri come questi si ha il pudore di restare in silenzio e pensare, riflettere sul senso della vita e del TEMPO, del nostro breve manifestarci nel tempo
Una sintesi dei tre libri potrebbe essere l’haiku di KOBAYASHI ISSA, ricordato nel terzo volume ( continuo ad usare a fatica il termine romanzo ): LA VITA E’ BREVE E IL DESIDERIO SENZA FINE. E questo si può dire, perchè continui a vivere Pauline, diventata “creatura di carta”:
” la bambina con la giacca a vento, quella azzurra e i fiori rossi, che non correrà più per le scale, che deve morire deflagrata dal fiore nero delle metastasi”
“Era una dolce distruzione… della bambina più viva che ci sia”
Un primo libro, romanzo dell’amore paterno, che è di Philippe Forest, come di Victor Hugo e di Mallarmè, tutti duramente colpiti negli affetti più cari. Il titolo- TUTTI TRANNE UNO – è l’incipit del PETER PAN di BARRIE, quel Peter Pan che accompagna i bambini nel regno dei morti. E questo titolo è da Forest preferito al titolo francese L’ENFANT ETERNEL, ricavato da Mallarmé.
PER TUTTA LA NOTTE, un secondo romanzo dell’amore coniugale di Philippe/ Felix e di Alice, la madre, accomunati dalla stessa follia, seguita alla morte di Pauline e che racconta come e perchè nasce questo romanzo.
E ancora un terzo SARINAGARA, in cui con il trasferimento in Giappone l’esperienza di DOLORE E DI DESIDERIO da esperienza individuale o coniugale si oggettivizza nella storia di tre vite, quella del poeta KOBAYASHI ISSA ( 1763-1827 ), di NATSUME SOSEKI ( 1867- 1916 ) l’nventore del romanzo moderno giapponese, infine YAMAHATA YOSUKE ( 1867-1961 ), fotografo delle vittime della bomba atomica a Nagasaki. Sarinagara è la parola che appare sempre in un haiku di Issa e che vuol dire EPPURE o TUTTAVIA:
è di rugiada / è un mondo di rugiada/ eppure eppure.
Mi sono sforzata di capire perchè Forest usi la parola romanzo per questi suoi tre libri, ma forse la spiegazione è nelle parole rilasciate in un’intervista:
“Ogni vita in verità è un romanzo. E di conseguenza solo il romanzo è in grado di raccontare la vita.
Quando si racconta la propria vita si fa sempre un romanzo. Le autobiografie sono romanzi che si ignorano. Non è possibile fare trascrizioni dirette della verità. Non appena ci si mette a farlo si è già passati dalla parte della finzione, del romanzo.”
Tenerissima la foto della bambina giapponese sulla copertina di Sarinagara…come certamente era Pauline.
Un invito alla lettura di tre libri, o almeno uno, il primo in particolare…per chi non li conosce: sono libri che lasciano il segno. E ancora… un invito a discuterne insieme!
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