Prendo spunto dall’articolo *Nella villetta di Mister Ikea: vi racconto la mia vita da tirchio*, pubblicato su Corriere.it, per parlare di un bel libro che ho letto recentemente: *Il signor Ikea – Una favola democratica* di Nanni Delbecchi, ed. Marsilio.
Un libro difficile da inquadrare in un genere: un po’ libro di viaggio, un po’ saggio, un po’ (non molto) intervista. Bol, addirittura, lo mette nella categoria Business ed Economia.
Non per confondervi, ma è un po’ tutto questo. Doveva essere la cronaca di un reportage in Lapponia per fotografare gli allevamenti di renna, ma diventa la narrazione dell’inseguimento dello scrittore/giornalista a Ingvar Kamprad, fondatore dell’Ikea.
D’accordo, l’intervista occupa solo una decina di pagine all’interno del libro, ma è anche tutto il resto a renderlo unico: i viaggi avanti e indietro per la Svezia, gli incontri con designer e donne scandinave, i bar e gli hotel di design (primo fra tutti l’Egg Cafè di Linköping), fino ad arrivare all’incontro con il mito.
Chiudo con una citazione dalla lettera che Kamprad scrive a Delbecchi (primo italiano a intervistarlo):
Quanto alla ricetta con cui le cuciniamo [le polpette] noi all’Ikea, come le avevo detto a voce si tratta di un segreto, e purtroppo non sono autorizzato a rivelarla.
Però, se posso darle un consiglio, si trovi anche lei una sua ricetta segreta, e non la riveli mai a nessuno. In fondo, il segreto più importante è che ci sia un segreto.
*giuliaduepuntozero
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