Ho esitato un poco prima di scrivere queste righe: poi, visto che, invece di tacere, l’assurda e violenta voce che vuole il boicottaggio di una cultura di pace come quella israeliana continua a farsi sentire, mi pare giusto che i lettori dicano la propria: io personalmente penso che boicottare la cultura israeliana ospite alla Fiera…
Ho esitato un poco prima di scrivere queste righe: poi, visto che, invece di tacere, l’assurda e violenta voce che vuole il boicottaggio di una cultura di pace come quella israeliana continua a farsi sentire, mi pare giusto che i lettori dicano la propria: io personalmente penso che boicottare la cultura israeliana
ospite alla Fiera del libro di Torino
sia ingiusto, stupido e anche un po’ vigliacco. (
Il parere di Claudio Magris e di
Aldo Grasso dal
Corriere della Sera).
Non pretendo di analizzare decenni di conflitti e di odio e di tentativi di dialogo da parte di pochi, da una parte e dall’altra: mi limito solo a riportare quel che dice David Grossman nell’intervista pubblicata oggi da La Repubblica:
[…] In linea di principio sono contrario alla cultura del boicottaggio, perché l’essenza della cultura è il dialogo. In questo caso, poi, mi sembra che i promotori del boicottaggio manchino del tutto l’obiettivo perché, in Israele, la cultura sostiene il dialogo, il riconoscimento reciproco e il rispetto dei palestinesi, cose che la sinistra, e non soltanto la sinistra, dovrebbe avere a cuore.
ciao a tutti
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