Lunedì sera alla Feltrinelli di Piazza Piemonte di Milano Peter Cameron ha presentato il suo ultimo libro *Un giorno questo dolore ti sarà utile*.
Come ho già avuto modo di scrivere, i due libri meritano e vanno letti, ma l’averlo visto e ascoltato è stata una scoperta ancora più bella. Persona simpatica e piacevole, colta, timida, spiritosa, come si capisce anche dai suoi libri.
Ecco una breve sintesi delle domande a cui ha risposto:
D: Come scrive?
R: Diversamente dagli altri miei romanzi, in questo fin dall’inizio sapevo dove sarei andato a finire. Nonostante questo, ci ho messo 4 anni a finirlo, come tutti gli altri miei libri: non vado avanti finché non sono soddisfatto di tutte le frasi!
D: Il romanzo è scritto in prima persona: che rapporto c’è fra Peter Cameron e James, il protagonista del romanzo?
R: Sono come un ventriloquo, parlo attraverso il mio personaggio.
D: Il suo è un romanzo sociologico, di *generazione*?
R: Non credo al concetto di generazione, ogni anno nasce una nuova generazione, è riduttivo semplificare le persone in questo concetto. Non mi identifico con una generazione, ma con delle singole persone. James non ha un valore simbolico, ho pensato a lui come persona, non come simbolo di una generazione.
D: James è un personaggio caratterizzato da una scarsa decisionalità: è una scelta difficile usarlo come protagonista di un libro.
R: In tutti i miei romanzi c’è poca azione, e spesso i critici me lo rimproverano. Ma non è vero: accadono tante piccole cose, che sono importanti: James finisce molto diverso da com’era all’inizio del romanzo, proprio per queste piccole cose che gli succedono.
D: I genitori sono due personaggi negativi, che non insegnano nulla a James, mentre il ruolo educativo è affidato alla nonna.
R: Il libro è dedicato a mia nonna, a cui ero molto affezionato. Ho voluto inserire questo personaggio perché gli anziani hanno una saggezza che io non ho
D: James è ossessionato dai siti di vendita di case e dalle case in campagna nel MidWest. Come mai?
R: Divido con James questa passione, è un modo di progettare un nuovo sè e una nuova vita. Si pensa infatti che cambiando casa la vita sarà più felice, anche se è solo una fantasia.
D: Non si nomina mai la parola *felicità*, che viene ricercata in modi diversi dai personaggi adulti. James, invece, dà l’idea di godersi la vita. Qual è la sua idea di felicità?
R: Spesso riconosco la felicità dopo che l’ho vissuta, mi dico *In quel momento ero felice*, mentre è più facile sentirsi infelici.
D: Che rapporto ha con il cinema? Hanno tratto dei film dai suoi libri.
R: Ho un rapporto conflittuale e complicato. Sono due forme diverse di arte, quello che si può fare nell’uno non si può fare nell’altro e viceversa. Certo che quando esce un film tratto da un mio libro, aumentano le vendite! Mia madre era più eccitata quando è uscito il film rispetto alla pubblicazione del libro, come se il film fosse più importante. Ecco perché sono uno scrittore geloso!
D: James è un ragazzo pensante. Per questo è un disadattato?
R: Quando sei un ragazzo, l’intelligenza può essere un problema, può renderti diverso e alienarti. Stare a casa a leggere Trollope non ti rende certo popolare a scuola! Mentre quando diventi adulti, è un aiuto nei rapporti con gli altri e nella vita.
D: I suoi dialoghi sono perfetti. Prima di scrivere costruisce i suoi personaggi a tavolino per renderli così credibili?
R: No, ma mi dà soddisfazione scrivere bei dialoghi, forse perché non sono bravo a parlare con gli altri nella vita reale!
D: La società americana sembra dividersi fra vincenti e perdenti. Nei suoi romanzi, invece, sembra che ci sia speranza di trovare il proprio posto nel mondo senza dover per forza essere l’uno o l’altro.
R: Sì, c’è questa speranza. In James alla fine del libro c’è più speranza che all’inizio, non concreta ma come sensazione. In *Quella sera dorata* c’è un vero happy end, anche se Omar può essere considerato un perdente dalla società, anche se lui ha trovato la felicità e questo lo rende un vincente.
Per chiudere, una piccola gioia personale: mi ha fatto un bellissimo autografico sulla mia copia di *Quella sera dorata*, For Julia, with all the best wishes, Peter cameron.
*giuliaduepuntozero
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