Trovandomi (dopo anni in cui avevo abilmente rifuggito questi ambienti) a lavorare in un ufficio, mi sono resa conto che i tempi sono variabili: passo dalle corse quasi atletiche cercando di fare 3 cose in una, chiamata da più persone contemporaneamente con le esigenze più disparate, alla calma piatta letargica. Cosa fare in questi momenti per evitare che cali la palpebra e non essendo io in grado di starmene lì con le mani in mano?
A volte mi invento lavori come bagnare le piante o sistemare l’armadio della cancelleria, ma spesso ne approfitto per dedicarmi un pochino ai fatti miei: sistemare il cv, leggere blog interessanti o giornali online, scrivere…
Cosa c’entra questo post con il luogo che lo ospita? Vengo al dunque. Riflettevo anche con amici nei giorni scorsi, che questi momenti vuoti da ufficio spesso sono occupati con attività alternative varie, ma quella che ben si presterebbe – vale a dire la lettura di un libro in carta – mi sembra sia poco praticata, forse perchè non dissimulabile e quindi poco accettata dal resto dei colleghi. E’ più facile giocare al solitario con le carte, perchè all’occorrenza si clicca un tasto e il solitario scompare ad occhi indiscreti. Ma un libro più difficilmente si può far sparire.
Come faccio quindi a finire “Palazzo Yacoubian” per la discussione di stasera? Meno male che oggi il capo non c’è e ho deciso che provo a fare la facciatosta e a trasgredire spudoratamente il galateo da ufficio. Vediamo cosa succede.
E voi cosa ne pensate?
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