Filosofia del camminare e l’arte di raccontarsi

Mi sono avvicinato con qualche perplessità al libro di Duccio Demetrio, Filosofia del camminare. Esercizi di meditazione mediterranea. Poi sabato, nella nostra unica libreria di Cologno Monzese, mi sono convinto e l’ho comprato. Con calma e lentezza lo leggo. E mi sembra che meriti l’attenzione che in questi mesi gli è stata dedicata. Forse un…

Mi sono avvicinato con qualche perplessità al libro di Duccio Demetrio, Filosofia del camminare. Esercizi di meditazione mediterranea. Poi sabato, nella nostra unica libreria di Cologno Monzese, mi sono convinto e l’ho comprato. Con calma e lentezza lo leggo. E mi sembra che meriti l’attenzione che in questi mesi gli è stata dedicata. Forse un po’ lungo il primo capitolo, Sulla soglia. Un lungo preambolo per preparare a questo libro che l’autore definisce, “Un libro da bisaccia per filosofi in ritardo”.
Da più parti Demetrio indica l’importanza del raccontare i cammini (pag. 29), di scrivere appunti (pag. 38), di raccontare le cose (pag. 49), di dar vita a taccuini di appunti, a pagine chiosate da schizzi (pag. 38). Parla di “stile narrativo in cammino”. E’ un tema caro all’autore, che in passato ha scritto Raccontarsi ed è il fondatore della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.
Del libro riparleremo più avanti.

Commenti

Una replica a “Filosofia del camminare e l’arte di raccontarsi”

  1. Avatar guido ghidorzi
    guido ghidorzi

    IO FACCIO TROPS
    NO COMPETITION
    NO OLIMPIADI OGM
    TIBET LIBERO

    Ai compagni di strada
    ai camminatori
    ai viandanti
    ai pellegrini
    ai bambini, donne e uomini di buona volontà

    ——————————————————————————–

    CONTESTIAMO
    l’idea e la pratica dello SPORT come competizione finalizzata alla vittoria a tutti i costi e al profitto come unico scopo. Lo sport così inteso non è altro che la vetrina del nostro attuale stile di vita: la logica capitalista del libero mercato, oggi portata al parossismo con la globalizzazione, rischia di distruggere non solo la salute degli individui e l’armonia fra i popoli, ma l’intero ecosistema del pianeta che ci ospita. Il massimo emblema mediatico di questo ingranaggio perverso è diventato negli ultimi decenni l’OLIMPIADE. Quella che dovrebbe essere l’occasione per l’incontro e la conoscenza fra tutte le genti, basata su un sano gioco agonistico, si è oramai trasformata in una vera e propria guerra fra le nazioni più potenti, con gli atleti costretti dall’obbligo della prestazione a diventare simili ad Organismi Geneticamente Modificati. Mai come quest’anno poi questa contraddizione è dirompente. Non solo la Cina, paese organizzatore, è la più evidente espressione di quanto uno sviluppo economico dopato porti squilibri sulla scena internazionale, ma il suo essere anche nazione autoritaria e prevaricatrice della libertà dei propri ed altrui cittadini (vedi la mancanza dei diritti democratici e la repressione del Tibet), ne fa l’esempio più rappresentativo, in negativo, della peste che sta devastando la Terra.

    CHE FARE ?
    Il CAMMINARE, specialmente nella forma del viaggiare lento e consapevole, non è solo piacere, attività ludica, ritorno a un contatto più autentico con la natura. E’ anche, per le sue caratteristiche della lentezza, del mettere in campo tutti i sensi e del facilitare ogni forma di meditazione, il modo più radicale e concreto di contestare alla radice le parole chiave della civiltà contemporanea: iperattività e fretta, uso iperbolico della razionalità a discapito del corpo, consumismo e materialismo come unici dei. Chi ama camminare porta in sè gli anticorpi sani alle ideologie patologiche che stanno uccidendo la nostra Madre Terra: crescita senza limiti, individualismo egoistico ed il tutto facile e subito. Il camminatore sa cos’è la fatica del passo dopo passo, impara a conoscere e rispettare i limiti che il proprio corpo e la strada da percorrere gli impongono, riscopre la legge principale di ogni buon viandante, e cioè lo spirito conviviale e di reciproco sostegno con l’altro essere umano che si va ad incontrare. Un attento filosofo contemporaneo si è spinto a proporre l’ETICA DEL VIANDANTE come unica possibile soluzione alle incertezze e alle contraddizioni senza sbocco che abbiamo di fronte. Solo la saggezza di chi sa aprirsi al nuovo che il viaggio continuamente pone davanti, di chi ha la curiosità, che è l’arte vera del viaggiatore, di chi supera l’idea della meta e dell’obiettivo da raggiungere costi quel che costi, ha la possibilità di salvarsi/ci dall’ottusa e cieca insensatezza che sembra guidare il nostro agire moderno.

    PROPOSTA.
    I piccoli gesti, se muovono dall’unione di cuore e testa, dalla passione che dialoga con la chiara visione dei problemi, sono semi che sicuramente attecchiranno, facendo crescere nuove piante/progetti.
    USIAMO i giorni delle Olimpiadi per testimoniare con azioni visibili, semplici, aperte e praticabili da tutti il nostro totale dissenso non solo verso l’attuale concezione e uso dello sport, ma anche e soprattutto verso il modo di intendere la vita che ci sta sotto. Coniare una nuova parola, TROPS, può essere utile, dando importanza allo strumento comunicativo, per sintetizzare ciò che intendiamo dire: il contrario di SPORT.
    CERTO: boicottiamo i canali mediatici (TV, radio, giornali) che in quelle settimane ci bombarderanno di informazioni seducenti, cercando di coinvolgerci e rubarci attenzione e sentimenti. Questo sarà più agevole se contemporaneamente agiamo qualcosa di concreto.

    ESEMPI:
    partecipare alle iniziative di protesta (marce, incontri ecc.) che in quei giorni si svolgeranno in Italia e non solo;
    dire la nostra, non stare zitti: parliamo con chi ci sta attorno, scriviamo lettere ai giornali, interveniamo in prima persona a dibattiti radiofonici e televisivi, spediamo fax, telefoniamo e, come tutti ormai sappiamo, usiamo a fondo le infinite strade di internet;
    tanti in quel periodo saranno in vacanza; “indossiamo” un segno tangibile e simbolico del nostro messaggio di protesta: una bandiera della pace e/o del Tibet, o qualsiasi cosa la nostra fantasia ci suggerisce, da esporre a una finestra, su una tenda, che sporga dall’auto, dal treno, da una bici e, perchè no, arrotolata sul nostro zaino che cammina con noi!

    organizziamo in prima persona (con le associazioni a cui già aderiamo, con i nostri amici o anche da soli) momenti in cui vivere attivamente “il TROPS”: gare giocate con lo spirito giusto (e cioè divertendosi!); camminate consapevoli e meditative; una “qualunque cosa” che sia all’aria aperta, in luoghi naturali significativi, con modalità conviviali, esprimendo quella creatività che tutti possediamo, con musica e ogni altra forma d’arte. Ogni modo è utile per uscire da un deprimente e solitario subire.

    Per provare a REINCANTARE IL MONDO.

    firmato: IDEE VIANDANTI

    PASSAPAROLA!

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