1) Luca Masali “L’inglesina nella soffitta”.
Perché Luca è un amico e
comincio a sentirmi in colpa per non aver mai letto un suo libro, ma
soprattutto perché lui è completamente matto e sembra che questo libro
lo dimostri appieno.
A volte alzi lo sguardo dal libro
2) Georges Simenon, “Il fidanzamento del signor Hire”, “Luci nella
notte”, “La neve era sporca”.
Perché è quasi un anno che non leggo un
libro di Simenon e devo recuperare prima che la crisi d’astinenza giunga
devastante.
3) James Ellroy, “L. A. Confidential”.
Per vedere se è cattivo come si
dice (e come mostra “Black Daliah”). Perché poi mi sembra che possa
conciliarsi con la spiaggia.
4) Iain Banks, “Corpo a corpo”.
Perché ormai sono in ballo e mi piace.
5) Javier Marias, “Un cuore così bianco”.
Perché “Manana en la batalla
piensa en mi” è stata una lettura soddisfacente oltre le aspettative e
nonostante lui tenga il Real (epperò se non altro è antifranchista).
6) Don De Lillo, “I giocatori”. vd. Simenon, con la differenza che
l’ultimo DeLillo l’ho letto prima di Natale.
Roberto C.
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