L’altra sera, al termine della riunione del gruppo di lettura, due di noi hanno fatto qualche passo indietro e si sono scambiati alcune impressioni sulla fenomenale scena del suicidio di Anna Karenina nella stazione. (parte settima, dal capitolo 24 al capitolo 31).
L’amico con cui si parlava mi ricordava come in quella scena – peraltro “preparata per tutto il romanzo” – tra l’altro Tolstoi “abbia inventato il cinema”, sorprendendoci con la forza visiva di quella narrazione terribile. La maestria tecnica di Tolstoi certo non la scopriamo noi ora: per� ci lascia a bocca aperta ancora, ogni volta che ci avviciniamo a pagine come queste della stazione dove Anna pone fine al suo tormento.
[qui � Tolstoi a scrivere]
“Volle alzarsi, rigettarsi indietro, ma qualcosa di enorme, di spietato, la colp� alla testa e la trascin�”
Riusciamo noi a _dire_, a _comunicare_, quanto forti e grandi siano le emozioni e le conoscenze che Tolstoi (e quelli grandi come lui) ci danno e ci fanno un po’ rivivere?
A un critico, suo amico, che gli rimproverava l’accanimento _contro_ Anna anche nel momento della sua morte, e gli chiedeva quale “sentimento” lo guidasse nello scrivere, Tolstoi rispose:
Se volessi dire in parole tutto quel che ho cercato di esprimere con questo romanzo, dovrei per forza riscriver tutto quanto il romanzo daccapo e per l’appunto cos� come l’ho scritto.
ciao a tutti
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