il libro di camilla e le (sue?) letture

voci dalla riunione del gruppo di lettura di gioved� 26 novembre

Difficile per un gdl parlare di _ un libro “sulla lettura”_.
Il figlio di una delle nostre gidielliste prende in giro la madre quando si accorge che la riunione del gdl che ne causa l’uscita serale, questo giovedi’ di novembre, � dedicata a un libro sui piaceri della lettura. Perch� sembra un po’ parlarsi addosso. Vero!
Se poi il libro che si � letto � tutto un parlarsi addosso dell’autrice (Camilla Baresani, _ Il piacere tra le righe _, Bompiani) allora il paesaggio del gruppo di lettura diventa una partita a pi� giocatori contro il libro della Baresani, a favore del libro della Baresani, contro i libri sulla lettura, a favore dei libri sulla lettura. Pennac ogni due minuti riaffiora, Si rimpiange (giustamente) la grandezza di Manguel (Una storia della lettura, mondadori).

La sincerit�. Si dice: il libro della Baresani � sincero, tocca sensazioni e sentimenti, inidica atteggiamenti e pensieri che i lettori hanno. “Io”, spiega una lettrice, mi ci ritrovo, lei esprime quanto vivo e come vivo io la lettura”.

Gi�, le viene fatto notare, ma anche se le cose che dice sono vere, non � detto che siano interessanti; le sappiamo gi�; non le approfondisce, le butta l�. Si guarda bene dal citare almeno una volta Pennac nel quale Camilla sembra a ver pescato a piene mani.

Ma cita un sacco di libri che non conoscevo, si ribatte, ora mi � venuta voglia di leggere anche questi.

Ma questo non � un libro scritto per lettori forti, non � Barthes, si dice, ancora. Ma chi sono i lettori forti? Come chi sono? Siamo noi. Ma allora – si sente – se � per i deboli lettori, non li raggiunger� mai con questo libro, sono deboli, appunto. Quindi un libro scritto per chi non lo legger� mai.

E poi perch� quel distacco nei confronti di chi legge per il piacere delle trame? E la superabusata accoppiata amore/lettura? e ancora, quell’inclusione in categoria di piagnoni cattura lettori, fianco a fianco di: Coelho, Sepulveda e (accidenti ma come ha fatto ?) di Tabucchi?

Mi irrita, dice, intollerante, quello che neppure l’ha terminato; mi ricorda una signora che in un salottino spiega (non dice, non racconta, spiega proprio) un po’ di ovviet�, convinta che i presenti non conoscano neppure le ovviet� (i deboli?)

Siete un po’ snob o sbaglio? conclude la coscienza civile del gdl.

ciao ciao

_luigi

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