Accoglienza moderata ma interessata per Il corpo di Hanif Kureishi, lettura del Gruppo di Lettura di febbraio. Un breve romanzo incentrato sull�idea della morte e del suo superamento illusorio attraverso la separazione corpo-cervello o anche corpo-anima.
Notevoli gli spunti tratti da alcune delle lettrici e dei lettori, relativi alla soggettivit� di persone che hanno superato da alcuni anni la linea d�ombra della vita e annaspano davanti alla paura della morte.
In generale � l�idea stessa di identit� individuale che viene messa in gioco, ci � anche stato spiegato da chi ha approfondito il testo.
Comunque, anche chi ha apprezzato premessa e idee ha avuto qualche perplessit� sul suo svolgimento. Pi� volte nel corso della discussione si � udita la sentenza: �non � un racconto riuscito�. Quasi tutti sono stati attratti, catturati dalla lettura delle prime 40-50 pagine. Poi via via la delusione � emersa. Il finale addirittura � stato giudicato completamente sbagliato, narrativamente fuori luogo.
Pi� di un lettore ha ricordato con affetto e un po� di rimpianto le prove precedenti di Kureishi, specialmente Il budda delle periferie, quando la vitalit�, la scrittura scoppiettante avevano saputo affascinare. Forse anche la volont� dello scrittore di essere scrittore e basta e non �scrittore anglo-pakistano� ha un po� deluso e sconcertato l�attesa magari un po� prigioniera di qualche stereotipo sulla narrativa �etnica�.
Per parte mia mi chiamo fuori da ogni discussione: dopo 40 pagine ho mollato il volume; mi � mancata la forza, l�interesse per Il corpo.
Forse c�� anche dell�altro: chi ha letto con pi� attenzione il romanzo, ha fatto notare, ha ribadito verso la fine della discussione, che, in fondo, il corpo � un libro sulla paura della morte (con la variante ancora pi� atroce di �dover morire nel corpo di un altro�). E forse una buona spiegazione al rifiuto di andare oltre le prime 40 pagine sta proprio qui.
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