Tag: Anton Cechov

  • Le carote di Cechov

    Ogni volta che riprendo in mano un libro di Cechov (e l’occasione stavolta è stata piuttosto divertente), mi pento di non rileggerlo più spesso. Dovrei sempre tenerlo sul comodino, a metro e misura della giornata appena trascorsa. Basta fare un semplice viaggio in metropolitana, frequentare una mensa, lavorare in un open space per riconoscere la…

  • I libri che vi portereste sull’isola del faro

    Ogni tanto mi capita di immaginare che, per qualche esperimento di psicologia sociale, mi chiedano di stare in isolamento per un mese intero, solo, su una piccola isola con un faro e un piccolo appartamento appena sotto la lampada del faro. I libri, contatto con il mondo Sull’isola c’è un bel sentiero di una decina…

  • Raymond Carver, l’umanità nelle righe dei racconti

    Sabato 21 giugno, La Repubblica aveva un’intervista di Curzio Maltese a Tess Gallagher, scrittrice e poetessa, compagna e moglie di Raymond Carver. Il due agosto di quest’anno saranno passati venti anni dalla morte di Carver. L’intervista è piena di cose interessanti. A me è piaciuto soprattutto questo, fra quanto detto da Tess Gallagher: La cosa…

  • Racconti, alcuni maestri

    A proposito di racconti, il books blog del Guardian ha avviato una serie di interventi su alcuni maestri della short story. Come dice l’autore, si tratta di un percorso parziale e di parte. Senza pretese di obiettività. Si comincia (ovviamente) con Anton Cechov. Prossimo turno: Lovecraft. Sarà che i racconti sono la forma narrativa che…

  • Racconti, rivisti da Richard Ford

    Per chi ama la forma “racconto“, da non perdere un lungo saggio di Richard Ford (High-Wire performers), scritto per The New Granta Book of the American Short Story, e ripreso ieri dal Guardian: Lo scrittore americano (a sua volta autore di pregevoli racconti) analizza alcuni delle sue preferite short story (per esempio “La signora con…

  • Un libro, sotto la coperta (scelte d’autunno)

     “Durante il fine settimana gli avvoltoi s’introdussero attraverso i balconi della casa presidenziale, fiaccarono  a beccate le maglie di filo di ferro delle finestre e smossero con le ali il tempo stagnato nell’interno, e all’alba del lunedì la città si svegliò dal suo letargo di secoli con una tiepida e tenera brezza di morto grande…