Maledetti racconti

C’e una mia cara amica che da più di vent’anni mi dice che odia le short stories. Proprio le detesta

C’e una mia cara amica che da più di vent’anni mi dice che odia le short stories. Proprio le detesta

PRIMA però vi dico che mi appassiona questa scrittrice: Kapka Kasabova (o Kassabova con la traslitterazione anglosassone). È nata nel 1973 in Bulgaria ma scrive in inglese e quando non vagabonda per i Balcani vive nelle Highlands scozzesi.
Il suo libro più noto è Confine. Viaggio al termine dell’Europa, EDT, 2019. Il confine di cui racconta è quello fra Bulgaria, Turchia e Grecia. Lo ha percorso, soprattutto a piedi; ma lo ha anche esplorato nella storia. [Qui: I confini di Kapka Kasabova]


SI AVVICINA il Bloomsday (16 giugno) e oltre che scegliere un episodio di Ulisse da leggere quel giorno a qualcuno al quale volete bene credo sia una buona idea leggersi il libro di Edna O’Brien (1930-2024)James Joyce. Una vita (tradotto da Enrico Terrinoni e Fabio Pedone), Einaudi 2025.  Ne parliamo qui.


DUNQUE, C’È QUESTA MIA CARA AMICA che da più di vent’anni mi dice che odia i racconti. Proprio li detesta.

A volte lo sussurra sorridendo, come in teatro un’attrice si rivolge al pubblico oltre la quarta parete; altre volte lo dice perentoriamente: «non li sopporto i racconti».

Ma perché?
Non ho mai colto una risposta precisa. Ho pensato di tenderle un tranello. Ho pensato: se la convinco a partecipare a un incontro di un gruppo di lettura, le chiedo davanti a tutti perché questa ostilità per le short stories.

Così ho pensato: devo lanciare un gruppo di lettura dedicato ai racconti.

Sì ne abbiamo già parlato. Ora però è vivo. Con orgoglio dico che la mailing list del gruppo Un racconto ha già novanta iscritti. Il primo incontro lo abbiamo dedicato a Čechov, ovviamente. La mia amica ha trovato una scusa e non è venuta.

Joseph Stella, THE RED HAT, 1924

Ora siamo passati a Katherine Mansfield, Pura felicità, un racconto del 1918. Ha promesso che questa volta ci sarà. Pare che conti anche un certo orgoglio femminista. Bene.
Ovviamente agli incontri del gruppo sono tutte e tutti benvenuti.
L’incontro sarà il 18 giugno, alle 20:45 su Zoom. Per partecipare, se ancora non siete nella mailing list del gruppo, potete andare qui: Katherine Mansfield, Pura felicità e trovate quel che vi serve. Meglio se, già che siete lì, usate il pulsante per iscrivervi alla newsletter Un racconto, così siete a posto anche per il futuro.

Qui sotto, nel caso, trovate i testi della traduzione italiana del racconto di Mansfield, (Feltrinelli) e dell’originale inglese.

Mi piace ricordare che a un giovane scrittore che le chiedeva consigli, Mansfield scrisse, dopo avergli dato alcune indicazioni e ispirazioni, che gli augurava la cosa migliore che si potesse fare nella vita: scrivere buone storie. Forse esagerava, ma io ogni tanto immagino come sarebbe riuscire a scrivere qualche buona storia. Credo sia davvero bello. (Comunque, confesso che ci sto finalmente provando).


IL RACCONTO DI MANSFIELD


RICORDO che il gruppo di lettura Grandi libri legge Rayuela. Il gioco del mondo di Julio Cortázar. Ne parleremo il 10 settembre ore 20:45 in Biblioteca Sormani e l’11 settembre online su Zoom. Per partecipare info e dettagli qui.


L’IMMAGINE in apertura è di Joseph Stella, The Red Hat, 1924

Commenti

2 risposte a “Maledetti racconti”

  1. Avatar È tutto nel racconto. Il resto nelle lacune – GRUPPO DI LETTURA

    […] racconti mi piace la compattezza, la loro invulnerabilità alle interpretazioni. Ovviamente possono essere interpretati, ma le […]

    "Mi piace"

  2. Avatar Emilia
    Emilia

    anche io non amo i racconti. Il motivo è che alla fine della lettura di un racconto di solito vorresti saperne di più e invece resti lì, un po’ imbambolato, con la curiosità e un po’ di amarezza per una fine che non è una fine, un po’ come se l’autore ti dicesse “finiscilo tu”.

    Piace a 1 persona

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