Novità, scoperte ingenue e riscoperte

Cormac McCarthy, Il passeggero, Einaudi, 2023. La quarta di copertina: «Nel cuore di una fredda notte del 1980, Bobby Western indossa la sua muta da sommozzatore e si tuffa nelle nere profondità della baia del Mississippi. Laggiú scorge il profilo di un aereo con nove corpi in cabina, gli occhi vuoti e le braccia protese verso un gelido abbraccio. Che fine ha fatto il fantomatico decimo passeggero? Quali oscure macchinazioni cela la sua scomparsa?». Scrive Matteo Meschiari su Doppiozero: «Perché Il passeggero di McCarthy è proprio questo: il più grande romanzo dell’Antropocene mai scritto, il romanzo del collasso finale della materia e della mente, il romanzo che, ambientato negli anni Ottanta del Novecento, sposta la questione della Fine da domani a ieri, e il romanzo che erode tutta la realtà per incontrarla».

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Luciano Bianciardi, Da Quarto a Torino. Breve storia della spedizione dei Mille, Minimun fax 235 pagine. Grande merito per la ripubblicazione di questo libro uscito nel 1960. Allora fu Feltrinelli che chiese a Bianciardi di raccontare la spedizione di Garibaldi a cento anni dall’unità d’Italia. Un libro che, dicono i critici più avveduti, aprirà il cantiere che porterà al capolavoro di Bianciardi, La vita agra. Come spiegano da Minimun fax: «Bianciardi non si interroga soltanto sul nostro passato ma trova un metodo e un arsenale: sperimenta sguardo e stile; mette a punto una concezione della letteratura come antistoria; unisce le passioni e gli affetti dell’infanzia al suo disincanto di adulto in un equilibrio emotivamente doloroso, ma fertilissimo.» 

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Olga Tokarczuk, I Libri di Jacob (non ancora disponibile in italiano, c’è già la traduzione in inglese, Fitzcarraldo Editions; l’originale polacco è del 2014). Un romanzo fiume di oltre mille pagine che, suddiviso in sette parti, comincia nel 1752 a Rohatyn (oggi in Ucraina) e termina negli anni della Shoah a Korolówka, nella regione di Lublino. È raccontato dai diversi punti di vista di personaggi collegati a Jacob Frank un ebreo che sosteneva di essere il messia. Oltre che un romanzo storico è, a suo modo, un romanzo che affronta direttamente grandi temi filosofici.
Tokarczuk ha ricevuto il premio Nobel nel 2019.

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Erik S. Reinert, Come pochi Paesi sono diventati ricchi e perché gli altri rimangono poveri, Castelvecchi, 2023 (prima edizione 2006).

Un lungo libro che affronta il tema cruciale delle differenze nello sviluppo economico e sociale dei vari paesi.
Prendo a prestito le parole di Marco Onado sul Sole 24 Ore (domenica 6 agosto 2023):
Reinert si muove fra economia, storia, filosofia e pensiero politico. Due idee di fondo: l’economia mainstream è ancorata al postulato dei vantaggi comparati che postula che ogni Paese deve specializzarsi nell’attività in cui gode di costi unitari di produzione più bassi e aprirsi al commercio internazionale. Questo perché alla fine, secondo questo principio che risale a Ricardo, i rendimenti dei fattori si allineeranno e la prosperità regnerà sovrana. Tuttavia i Paesi poveri sono specializzati in produzioni agricole, dove i rendimenti sono tendenzialmente decrescenti, mentre quelli ricchi si concentrano nelle attività manifatturiere e ad alta tecnologia, caratterizzati da rendimenti crescenti.
La secondo idea è dunque che la regola dello sviluppo dovrebbe essere quella di puntare non solo sull’agricoltura, ma di avere anche una manifattura (a rendimenti crescenti): è la sinergia fra questi due settori che fa scattare la molla del decollo economico, come è avvenuto in tutti i Paesi oggi al vertice dello sviluppo.