I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cam, Dani, tutti , eccomi uscita dalle grinfie dell’influenza ed entrata nel vortice esplosivo dei pittori che ritinteggiano tutta casa 😦
    mi ha incuriosito la vostra citazione di Richard Powers perchè dall’anno scorso ho sul comodino il suo “Generosity” ma non ho ancora avuto modo di leggerlo se non nelle primissime pagine che mi erano piaciute molto! chi ne sa ne parli 🙂
    Ovviamente tempo per leggere zero in questo momento e in coda almeno 4 libri tra i quali il tuo “regalo” di Natale Dani, le lettere di Etty Hillesum .
    ciao buona settimana!

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  2. Avatar luigi gavazzi

    ciao a tutti,
    che ne dite: lanciamo il nuovo post, i libri più belli del 2017?

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  3. Avatar carloesse
    carloesse

    Beh, mi pare una buona idea!

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  4. Avatar Cristina
    Cristina

    si Luigi siamo a febbraio! va bene!|!

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  5. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Luigi

    Ti ringraziamo in anticipo per l’opportunità che continui ad offrirci anche nel 2017: come ho già scritto sull’altro articolo, non è poi così scontato poter parlare con qualcuno, liberamente e fuori da gruppi precostituiti, di libri e letture.

    Ciao,
    Mariangela

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  6. Avatar camilla
    camilla

    @ editalara RichardPowers e’ straordinariamente vigile sulle ” manie” spesso non solo curiose ma molto pericolose della cultura del suo Paese.Come Joi Carol Oates anche lui denuncia gli eccessi di farmaci “psichiatrici” che vengono usati a valanga per ogni comportamento “strano” e cioe’ non comune , non ovvio . Potrei parlart a lenzuolate di qursto bellissimo romanzo GENEROSITI ma faro’ una estrema sintesi (questo libro l’ho letto anni fa’ ma il ricordo e’ forte e mi commuove ancora).Dunque : quando una ragazza , che ne ha passate di ogni colore, rimane deliziosamente buona, gentilr, sopporta la vita con coraggio e sorriso sempre pronto, insomma una ragazza stupendamente generosa, viene guardata con sospetto . E medici e psicologi ecc. decidono che sia necessario ” curarla” con farmaci potenti.Powers per me e’ un grande e questa storia , come sempre futuribile, mi e’ piaciuta assai. Ben guarita. Cam

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  7. Avatar camilla
    camilla

    @ mariangela sono da accordissimo con te e anch’io apprezzo molto lo stile di questo blog . Tutto merito di Luigi. Cam

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  8. Avatar Dani

    Grazie Luigi. Aspettiamo il nuovo Centro di discussione:)
    @Edita mi fa piacere tu sia di nuovo in pista. Hai preso le Lettere e non Diario. Sono bellissime, le ho lette due volte, la seconda in edizione aggiornata. Pare lei avesse una grafia minuscola e poco comprensibile quindi chi ha avuto a che fare con i manoscritti ha fatto un lavorone. Certo sarebbe stato meglio partire col Diario, le lettere poi, che vi fanno da compendio ma se hai quelle…meritano comunque. Non vedo l’ora che tu mi dica che ne pensi.
    @Cam, Powers, che ha due bellissimi occhi blu e intelligenti, ha parlato anche di Generosity e dì come il libro è nato. Se hai tempo cercati la trasmissione con il link di Cristina. Io non vedo l’ora di procurarmi i suoi libri. Dice che Il tempo di una canzone fu ispirato da una cantante di colore a cui fu negato di partecipare ad una sorta di galà ed Eleanor Roosvelt le organizzò un concerto sui gradini del Lincoln Memorial a cui partecipò una folla numerosissima. Si chiamava Marian Anderson. Lui ascoltò una registrazione e da lì l’idea d libro.
    Ciao

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  9. Avatar carloesse
    carloesse

    Powers non lo conosco ancora, ma ho sentito parlare molto bene di ORFEO. E infatti lo stavo cercando.

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  10. Avatar Cristina
    Cristina

    ho visto solo ora il programma sugli scrittori USA di Rai 5.
    Bene!! mi sono convinta: leggerò Richard Powers! E avete visto chre meraviglia Louise Erdrich?? io è da tanto che lo dicevo!! lei mi piace proprio

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  11. Avatar Dani

    @Cri vista, lei però mi incuriosisce meno. Tu l’hai letta?

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  12. Avatar EditaLara
    EditaLara

    grazie Cam e Dani, Powers lì in attesa sul comodino è in sorpasso sugli altri 😉
    @Dani, in effetti ho acquistato il Diario e partirò da quello; le lettere dalla biblioteca le lascio per ora, non ho teeeeempooooooo !!

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  13. Avatar Cristina
    Cristina

    si ho letto un libro di Louise Erdrich che in realtà è catalogato per young adults ( ste categorie del marketing) e di cui ho parlato quando, vabbè quando ancora pensavo che parlare a qualcuno (:::) servisse a qualcosa.

    Si chiama LA CASA TONDA, ed è un bel libro, su un ragazzino indiano e la sua crescita dopo che la madre ha subito uno stupro. molto avvincente.
    Ora ne cerchero’ altri, è che ho sempre troppa carne al fuoco e libri per puro svago li leggo raramente.
    cioè, cosa dico? bè no, non mi sono spiegata bene, un’altra volta!!

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  14. Avatar camilla
    camilla

    @ cri @ carlos .Mi chiedo cris quante volte ti avro’ stressata con Rchard Powers che negli anni dal 2006 in poi ho considerato il piu’ importante scrittore contemporaneo americano. Si’,piu’ di Philip .Perche’ e’ il narratore della complessita’. Della scienza, del profondo imprgno politico e culturale. scienza, musica, politica, letteratura. Tutta la complessita’ entra nei suoi capolavori.
    L’ho letto e amato e preso appunti e fatto
    ” topografia ” per destreggiarmi nella sua inarrivabile capacita’ di descrivere i mondi i sentimenti le sconfinate peregrinazioni del cervello ( IL CACCIATORE DI ECO tit.originale The Eco Maker) e la sindrome di Capgrss. fino al poderoso e difficīissimo da leggere ma anche una vera conquista alla fine della lettura di ORFEO. Le arti , la musica e tanto altro e la pianto qui.
    Vivamente consiglio la perfezione di IL TEMPO DI UNA CANZONE , che e anche una magistrale storia dell’America e SPORCO DENARO . Cominciando da questi due giganti ci si allena per tutti gi altri. Sempre piu’ impervi e affascinanti.

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  15. Avatar Dani

    Mi sa che ricorro ad Amazon x Powers, anche se non mi piace comprare libri lì. Prima però provo alla biblio

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  16. Avatar Cristina
    Cristina

    Camilla, ma è vero, però vedi c’è un tempo per tutto, e devo dirti che molto banalmente, la faccia di questo scrittore e le sue parole mi hanno stranamente colpita. Quindi… le strade dei libri sono infinite

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  17. Avatar Cristina
    Cristina

    ah Cam, devo dirti: il fatto che sia irlandese e che in USA non trovi un editore hanno fatto la differenza per la mia decisione! ahahaha ( ma è cos’)

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  18. Avatar carloesse
    carloesse

    @Cam
    … mea culpa,

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  19. Avatar Dani

    @Cri non è Powers che non trova un editore, ma l’ultimo scrittore intervistato di cui ora mi sfugge il nome..

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  20. Avatar Cristina
    Cristina

    ah cavolo, mi sono sbagliata, sorry, anyway, che faccetta quelk Powers

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  21. Avatar Elena
    Elena

    @Dani
    Michael Connelly?

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  22. Avatar Elena
    Elena

    Forse Collins

    Bella la puntata con la doppia intervista a Richatd Ford ( il giorno dell’indipendenza bellissimo) e Kent Haruf ( ho sul comodino la trilogia della pianura ma non mi decido ad affrontarla)

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  23. Avatar Dani

    @Elena, mi pare di si. Io quella puntata l’ho persa sigh. Ma ho in mano il mio Powers, domani lo inizio (o stanotte, chissà)

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  24. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    In biblioteca ho preso, senza molta convinzione per la verità, un libro che ho poi ritrovato anche su un sito di germanistica http://www.germanistica.net/tag/il-romanzo-tedesco-del-novecento/. Probabilmente voi lo conoscete e forse ne abbiamo già parlato qui, molto tempo fa, ma immersa come sono nella lettura di Musil, adesso sono particolarmente sensibile all’argomento della letteratura tedesca (se fosse una ripetizione, ignoratemi):

    ►“ll romanzo tedesco del Novecento. Dai Buddenbrook alle nuove forme sperimentali”, a cura di Baioni, Bevilacqua, Cases e Magris, Einaudi, 1973

    Nel libro gli esperti germanisti curatori del volume commentano una quarantina di romanzi scritti in tedesco ritenuti tra i migliori del ‘900. Il sito, partendo dal libro, lancia un sondaggio e chiede ai lettori di allungare la lista e di segnalare i grandi romanzi tedeschi scritti successivamente alla pubblicazione del libro.

    Prima di elencare le new entry proposte dai lettori, volevo mettere qui i titoli commentati nel libro e chiedervi una cosa:

    1. Th. Mann, I Buddenbrook (1901)
    2. R. Musil, I turbamenti del giovane Törless (1906)
    3. R. Walser, L’assistente (1907)
    4. Schnitzler, Verso la liberazione (1908)
    5. Kubin, L’altra parte (1909)
    6. R.M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge (1910)
    7. Hauptmann, Il folle in Cristo (1910)
    8. v. Hofmannsthal, Andrea o I ricongiunti (1912-13)
    9. Meyrink, Il Golem (1915)
    10. Mann, Il suddito (1918)
    11. F. Kafka, Il castello (1922)
    12. Zweig, La questione del sergente Grischa (1927)
    13. H. Hesse, Il lupo della steppa (1927)
    14. Seghers, La rivolta dei pescatori di Santa Barbara (1928)
    15. H.H. Jahnn, Perrudja (1929)
    16. Musil, L’uomo senza qualità (1930-42)
    17. F.C. Weiskopf, Il canto degli slavi (1931)
    18. H. Broch, I sonnambuli (1931)
    19. P. Kornfeld, Blanche o L’atelier nel giardino (1932)
    20. Roth, La marcia di Radetzky (1932)
    21. F. Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh (1933)
    22. Th. Mann, Giuseppe e i suoi fratelli (1933-43)
    23. Brecht, Il romanzo da tre soldi (1934)
    24. Canetti, Auto da fé (1935)
    25. Barlach, La luna rubata (1936-37)
    26. Weiss, Io – Il testimone oculare (1939)
    27. E. Jünger, Sulle scogliere di marmo (1939)
    28. Th. Mann, Doktor Faustus (1947)
    29. Broch, La morte di Virgilio (1947)
    30. Benn, Romanzo del fenotipo (1947)
    31. M. Frisch, Stiller (1954)
    32. v. Doderer, I demoni (1956)
    33. F. Dürrenmatt, La promessa (1958)
    34. G. Grass, Il tamburo di latta (1959)
    35. U. Johnson, Congetture su Jakob (1959)
    36. P. Weiss, L’ombra del corpo del cocchiere (1960)
    37. M. Walser, Dopo l’intervallo (1960)
    38. A.P. Gütersloh, Sole e luna (1962)
    39. H. Böll, Opinioni di un clown (1963)
    40. Bayer, La testa di Vitus Bering (1965)
    41. O. Wiener, Il miglioramento della Mitteleuropa (1967)
    42. Th. Bernhard, Perturbamento (1967)
    43. S. Lenz, Lezione di tedesco (1968)

    Secondo voi, tolti i libri dei mostri sacri proposti talvolta anche dalla scuola (Brecht, Kafka, Mann, Musil, Boll, Grass e pochi altri), questi romanzi sono conosciuti e letti oggi giorno? Mi è venuta questa domanda anche in reazione al discorso che faceva Cristina qualche giorno fa, parlando di libri e autrici poco conosciute: è ignoranza mia, oppure avete anche voi l’impressione che molti di questi titoli siano poco noti e ancor meno frequentati dal lettore italiano?

    Ciao,
    Mariangela

    PS Camilla, c’è anche “Perturbamento” di Bernhard, da te consigliatomi qualche settimana fa!

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  25. Avatar camilla
    camilla

    @ marian . ce ne sono a decine di scrittori in ligua tedesca notissimo e bellissimi.
    B. Bretch , H. Hesse, gli spledidi libri di Schnitzler tutti,di Werfel, tutti, di Zweig tutti,di christa Wolf tutti oltre a Cassandra splendido, il dolcissimo Lenz (mancato da poco) tutti, Herta Muller p. Nobel, Ute Tellkamp autore de bellissimo LA TORRE e tanti altri . Che se ci penso mi vengono in mente.Canetti p.es. e altri. ciao carissima Cam

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  26. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @Tutti
    Camilla, grazie, tu stai già allungando la lista (e infatti sul sito che ho linkato quello è lo scopo del sondaggio), ma io mi sono fermata prima e mi domandavo se quella quarantina di romanzi, pur ritenuti meritevoli, sia conosciuta dai lettori italiani al di là dei nomi dei celeberrimi Kafka, Mann e pochi altri. Da una brevissima ricerca sugli OPAC e in rete sono indotta a pensare che non siano libri molto richiesti, qualcuno è addirittura fuori stampa; mi riallacciavo a quanto diceva Cristina (lei forse ne faceva una questione legata al genere): non è un peccato che oltre ai soliti titoli, molti libri rimangano poco frequentati? Non escludo che in realtà sia io ad avere conoscenze limitate, ma, vi dico, certi titoli e anche taluni nomi degli autori della quarantina non li avevo proprio mai sentiti.

    Per essere sincera fino in ultimo, metto qui solo alcuni dei libri che non conosco proprio (eppure sono tra i 40 romanzi considerati i migliori scritti in tedesco nel ‘900!):

    • Kubin, L’altra parte (1909)
    • Hauptmann, Il folle in Cristo (1910)
    • Meyrink, Il Golem (1915)
    • H.H. Jahnn, Perrudja (1929)
    • F.C. Weiskopf, Il canto degli slavi (1931)
    • H. Broch, I sonnambuli (1931)
    • P. Kornfeld, Blanche o L’atelier nel giardino (1932)
    • Barlach, La luna rubata (1936-37)
    • Weiss, Io – Il testimone oculare (1939)
    • E. Jünger, Sulle scogliere di marmo (1939)
    • Broch, La morte di Virgilio (1947)
    • Benn, Romanzo del fenotipo (1947)
    • M. Frisch, Stiller (1954)
    • v. Doderer, I demoni (1956)
    • A.P. Gütersloh, Sole e luna (1962)
    • Bayer, La testa di Vitus Bering (1965)
    • O. Wiener, Il miglioramento della Mitteleuropa (1967)

    Ciao,
    Mariangela

    PS: Sul sito che ho linkato, nel prosieguo dell’inchiesta, è menzionata anche “La torre”, consigliatami sempre da Camilla lo scorso anno quando ho parlato di “Tempi di luce declinante” di Ruge

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  27. Avatar Cristina
    Cristina

    Mari, sarò veloce perchè devo partire domattina e devo ancora finire la valigia.

    Sono sicura che Grass, Schnitzler, Boell, Duerrenmatt e Kafka siano (stati) molto letti. Anche Werfel.
    Ma si sa che in Italia si legge poco. La mia generazione li ha letti di sicuro, i più giovani non so ma tendo a dubitarne. Mettete a confronto gli autori made in USA editi in Italia con gli autori germanofili e si vedrà.

    Ma ho una forte opposizione a questo elenco:
    mettere insieme scrittori svizzeri, austriaci e tedeschi è come mettere insieme libri spagnoli, argentini e cileni e colombiani. Per dire, si, lo so, che le biblioteche fanno così, ma gli universi sono molto diversi.
    D’accordo che c’è stato Cecco Beppe, ma è passato da un pezzo, sia gloria a Musil che ci dice anche quello.

    Poi se metti accanto scrittori e scrittrici italiani come Moravia, Pasolini, Deledda, Pavese, Buzzati, Vittorini, Morante et similia, e ti chiedi se oggi li si legge forse avrai la stessa risposta,almeno io così credo.

    E poi santa pace, un elenco di un tale maschilismo!!
    Ma vogliamo almeno metterci la grandissima Ingeborg Bachmann (amante di Max Frisch en passant) e, come ben dice Camilla, Christa Wolf, solo per citarne due di livello stratosferico?? ( o forse sono successive?)

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  28. Avatar camilla
    camilla

    @ marian e @ cristina io leggo SOLO PER PIACERE e non altro. Eppure ho letto e riletto autori come Schnitzler ( a cui si rivolgeva persino Freud ),Werfel, Zweig , e non potri fsrne a meno.Piccola Adelphi ha ripubblicato molti capolavori, poche pagine , gioie infinite. Mi piace molto anche Lenz e la editrice Keller pubblica molto di scrittrici splendide di lingua tedesca . Ora devo andare e non mi ricordo piu’ i nomi. Per non parlare dei FRANCESI CONTEMPORANEI che leggo con grandissimo piacere. ciao devi scappare. Tu che sei brava proponi qualche nome che trovi nelle tue ricerche . Ieri ho riletto pagine sfolgoranti del “maledetto” Jean Genet in nuova ed. ritradotta . Insomma scappo. ciaociao cam

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  29. Avatar EditaLara
    EditaLara

    Ciao a @tutti, sono purtroppo manchevole di molti titoli indicati e di cui Camilla,Cristina, e altri di voi molto sapete.
    Apporto un mio piccolo contributo con un autore polacco Bruno Schulz che con il suo “Le botteghe color cannella” anni fa mi stregò, vorrei tanto rileggere quello strano bellissimo libro..

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  30. Avatar carloesse
    carloesse

    Concordo con Cristina. L’assenza dalla lista (per me in particolare) di Ingeborg Bachman è a mio parere imperdonabile.
    E poi manca Sebald, per me uno tra i massimi vertici della letteratura mondiale a cavallo tra il ‘900 e il 2000 (forse è assente per questo?)

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  31. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina @Camilla @Editalara Carloesse
    Mi sono espressa male, la lista dei romanzi non è stata redatta dal sito di germanistica che ho linkato, ma è stata tratta da un libro edito nel 1973 che avevo trovato quasi per caso in biblio e che ho
    qui senza averlo potuto leggere:

    ►“ll romanzo tedesco del Novecento. Dai Buddenbrook alle nuove forme sperimentali”, a cura di Baioni, Bevilacqua, Cases e Magris, Einaudi, 1973

    L’elenco non può contenere autori nostri contemporanei per motivi anagrafici (è stato edito nel 1973) e penso che ad essere maschilista, tra le scrittrici è in effetti menzionata la sola Seghers, non siano i redattori della lista, ma il secolo, il novecento, oggetto dell’analisi letteraria. Che metta assieme autori tedeschi e autori austriaci mi sembra un merito, se devo essere sincera, semmai è il titolo a non suonarmi bene: “il romanzo in lingua tedesca del Novecento”, avrebbe dovuto recitare proprio per evocare subito un’area culturale che va ben oltre i confini della Germania.

    Edit, io sono manchevolissima, per usare il tuo aggettivo, visto che mi dicevo amante della letteratura tedesca (Boll, Zweig, Schnitler, Roth un po’ li avevo letti anch’io), ma non conosco nessuno degli autori dell’elenco puntato che ho messo qui ieri sera alle 23.20 (qualche titolo mi incuriosisce veramente, però). Mi stupiva vedere quanto irreperibili fossero questi libri e quindi mi era venuta la curiosità di chiedere a voi. È vero che in Italia si legge poco, ma così a naso mi viene da dire che questi autori siano sconosciuti anche tra i lettori meno giovani.

    Wolf, Bachmann e Sebald appartengono alla contemporaneità e infatti sono citati, assieme ad altri autori, dai lettori chiamati dal blog di germanistica ad aggiornare l’elenco dei romanzi tedeschi più belli.

    http://www.germanistica.net/tag/il-romanzo-tedesco-del-novecento/.

    Ciao,
    Mari

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  32. Avatar wwayne

    Quando si stila una lista, che sia un best of (come in questo caso) o un elenco di candidati ad un premio, è inevitabile che ci siano delle esclusioni eccellenti. In questi casi, ciò che fa la differenza tra una scelta difficile e un errore imperdonabile è il criterio di selezione: se dietro all’esclusione c’è una logica ferrea o almeno condivisibile ci si può passare sopra, se invece si è deciso di includere o escludere a casaccio a quel punto la lista perde qualsiasi credibilità. Insomma, per valutare la qualità di questa selezione bisognerebbe capire il criterio con cui è stata partorita.
    Poi certo, quando ti accorgi che un escluso è cento volte meglio di un nominato a quel punto non c’è criterio che tenga: è stato certamente commesso un errore. Pensiamo per esempio alle nomination all’Oscar di quest’anno: come miglior film hanno candidato Hell or high water ed escluso Silence, ed è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Il film di Scorsese è un’opera d’arte, Hell or high water un thriller qualunque, di cui tra un anno ci saremo già scordati.
    Rimanendo in tema di cinema, ricordo che qui dentro ci sono diversi fan di Anthony Hopkins e Ben Kingsley: vi informo che ieri è uscito un film in cui recitano assieme, Autobahn, e che è davvero ben fatto.

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  33. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Sebald, scrittore importantissimo, uno dei grandi tra i contemporanei, nell’elenco manca poiché i testi a cui fa riferimento Mariangela, sono precedenti. Io direi che di quell’elenco oggi è ancora letto e significativo Robert Walser, scrittore straordinario. Letto lo è Canetti, forse meno Hermann Broch, che è un autore ammirato da Kundera, in particolare ne
    I sonnambuli. Bernhard viene letto molto. Boll molto meno. Ingeborg Bachmann sì andava inserita. Un autore importante che manca nell’elenco è Rezzori. (Memorie di un antisemita e Un ermellino a Cernopol, sono due grandi libri, molto amati peraltro da Magris). La letteratura tedesca recente tuttavia non ha più quell’incisività e carica che avrebbe potuto avere nella prima metà del Novecento quando era capace di esprime Kafka, Musil, Walser, Mann eccetera. La torre l’ho letto e abbandonato, a suo tempo. Si sarà capito abbandono troppi libri 🙂 mi sembrò interessante per la tematica ma insostenibilmente noioso e lento.

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  34. Avatar camilla
    camilla

    @tutte/i la letteratura di lingua tedesca e francese non e’ praticata negli ambienti ” intellettuali” tra molte virgolette che hanno messo radici solamente in rete o quasi.Ed ecco che o ci sono i libri da primi in classifica , ch quasi, sempre sono prodotti commerciali o libri che vengono sostenuti da un passaparola elitario ( la rete e la stampa) dove la critica e’ affidata ai soliti noti che dicono le solite cose. Percio’moltissimi libri originali e bellissimi vengono ignorati e , magari solo dopo un Pulitzer o un film di successo o trenta anni di oblio diventano “imperdibili” bruttissima definizione . Lo stesso succede ancora piu’ sfacciatamente con i libri scritti da donne. E quando penso ‘ e’ solo un esempio tra tantissimi, alle grandissime canadesi , sconosciute negli ambienti che contano e vedo che tutti si innamorano , dopo 60 o 70 anni che scrive, della Alice Munro che e’ cominciata a esistere a piu’ di 90 nni e dopo il Nobel…mi innervosisco un tantino.
    Cam

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  35. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina @Camilla @Editalara @Carloesse @DomenicoFina

    Camilla, hai ragione! Anche per questo sono intenzionata a leggermi qualcuno di questi titoli, di quelli poco noti, voglio dire (ne ho segnati tre, e ho anche individuato dove reperirli, ma adesso ho in ballo “L’Usq”, naturalmente).

    Anche se registro quello che hai detto tu, Domenico, sulla perdita di incisività dell’attuale letteratura tedesca rispetto alla prima metà del XX secolo, è come se avessi trovato un regalo di Natale non ancora aperto: questo ritorno alla letteratura tedesca per me ha un significato particolare, sto quadrando il cerchio: approdo nuovamente, ora, a quel tipo di lettura che prediligevo quando ho smesso di leggere narrativa, molti anni fa (evito l’introspezione “on line”, è una storia lunga che ha a che fare con l’agendina).

    Ciao,
    Mariangela

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  36. Avatar camilla
    camilla

    @ marian mi sto procurando (hai fatto scuola) l’elenco completo della casa editrice KELLER con i libri tradotti dal tedesco , ovviamente contemporanei. Ne letto alcuni veramente bellissimi , pari ai bei libri anglofoni. Mi piace molto la tua similitudine co regalo di Natale non ancora aperto. Cerchiamo di leggere roba di grande qualita’ proveniente da qualsiasi parte del mondo. Ciao bella

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  37. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Camilla, il discorso uomini che scrivono/donne che scrivono è un discorso che riaffiora di continuo, leggevo Il mestiere dello scrittore di Murakami in cui in un capitolo si fa notare come nelle vetrine giapponesi, ancora oggi, i libri siano divisi per sesso (?!) uomini e donne separati. Come nei gabinetti.
    Su Alice Munro, l’ho scritto mille volte e non ci ritornerei, (fra l’altro in queti giorni sto rileggendo alcuni suoi racconti capolavoro contenuti in “Nemico, amico, amante…” ad esempio il meraviglioso”Quello che si ricorda”) per me è lo scrittore più grande tra i contemporanei. Il più originale, quello che ha spinto le regole del racconto verso nuovi ambiti. Ho trovato un giudizio sulla rete che rende bene l’idea su Munro: “È una scrittrice paragonabile a tutti i più grandi ma in realtà a nessuno” perché le variazioni interne di Alice Munro non le si trova in nessun autore contemporaneo. Alice Munro come dice perfettamente lei stessa ha come intento primario e pressante quello di acciuffare qualcosa nell’aria ancor prima della costruzione di storie. Se Cechov vivrà fintanto che si saranno le betulle (diceva Nabokov) Alice Munro vivrà fino a quando ci saranno gli aceri.

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  38. Avatar Dani

    @Mari da quella lista lunga lunga, la prima che hai postato (molti non li ho mai letti, altri non li conosco..mi devo rassegnare) ti consiglio di non perderti Boll, Opinioni di un clown e Werfel I 40 giorni del Mussa Dagh, oltre a Mann tutto. Poi mi aggiungo a Carlo e Domenico nel sostenere Sebald, immenso davvero. Io nei suoi libri amo perdermi come Alice dietro lo specchio, sono dei labirinti pieni di meraviglie.
    @Edita quindi Bruno Schulz lo consigli? Il suo Le botteghe mi incuriosisce. Ne sentii parlare da Francesco Cataluccio che ne tesseva le lodi, parlando bene di Schulz e Gombrowicz, altro scrittore polacco

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  39. Avatar camilla
    camilla

    @ editalara conosci di certo la storia tragica di Bruno Schulz. Oltre a LE BOTTEGHE COLOR CANNELLA occorre leggersi L’EPOCA GENIALE con un saggio di David Grossman commovente e magnifico. Sembra di essere vicini alla tragica e splendida figura di Bruno Schulz, un grande artista per la scrittura e i disegni straordinari. Grossman ce lo rende con un affetto e una ammirazione coinvolgenti. E Bruno Schulz diventa anche ” nostro” : un nostro lutto , un nostro fratello. Cam

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  40. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina @Camilla @Editalara @Carloesse @DomenicoFina

    Mi sono divertita a raggruppare le new entry e le aggiunte proposte dai lettori del blog di germanistica: hanno integrato e aggiornato l’elenco dei 40 romanzi tedeschi ritenuti i più significativi del ‘900, fermo al libro del 1973. Incollo qui i titoli più o meno in ordine alfabetico; l’edizione e l’anno di pubblicazione in tanti casi mancano, ma ci intendiamo lo stesso:

    1. Bachmann I, Il caso Franza, Requiem per Fanny Goldmann, 1988
    2. Bachmann, Malina
    3. Bernhard, Estinzione
    4. De Bruyn G, L’asino di Buridan
    5. Fallada Hans, Ognuno muore solo,Sellerio, 2010
    6. Haushofer Marlen, La parete , E/O, 1992
    7. Hein Christoph, L’amico estraneo, E/O, 2003.
    8. Jelinek Elfriede, La pianista, ES, 2002
    9. Kastner Erich, Fabian: storia di un moralista, ovvero l’andata a puttane, Marsilio, 2010
    10. Loetscher, Hugo, L’ispettore delle fogne
    11. Mora T, Tutti i giorni
    12. Morgner, Nozze a Costantinopoli
    13. Nadolny Sten, La scoperta della lentezza, Garzanti, 1988
    14. Reimann Brigitte, Franziska Linkerhand, 2005
    15. Schulze Ingo, Semplici storie, Feltrinelli, 2008
    16. Sebald, Gli anelli di saturno
    17. Tellkamp Uwe, La torre: storia di una moderna atlantide, Bompiani, 2010
    18. Weiss Ernst, Il testimone oculare
    19. Weiss Peter, L’ombra del corpo del cocchiere
    20. Wolf Christa, La città degli angeli, 2011
    21. Wolf Christa, Riflessioni su Christa
    22. Wolf Christa, Trama d’infanzia
    23. Wolf Christa, Premesse a Cassandra
    24. Wolf Christa, Il cielo diviso
    25. Wolf Christa, Cassandra

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  41. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Dani
    Mi sono dimenticata di mettere il tuo nome in apertura del precedente commento, ma è solo un errore materiale!

    Ciao,
    Mariangela

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  42. Avatar Dani

    Mari premurosa, ma figurati.. Un po’ di donne ci sono ora, bene!!

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  43. Avatar camilla
    camilla

    @ ww cosa ci fa selvaggia al tuo posto ? E’ uno salto involontario o cosa altro ???

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  44. Avatar carloesse
    carloesse

    Lo so. Me lo avete già detto. Non è questo il libro più rappresentativo di Mercé Rodoreda, ma a me QUANTA, QUANTA GUERRA è parso un gran bel libro. Sarà poi così “minore”?
    Fatto di tante brevi storie raccontate da altrettanti narratori incontrati da un piccolo e ingenuo ragazzino che va in cerca della guerra, non per combattere, ma per girare il mondo, per vedere e per incontrare l’altro da lui, e soprattutto, come in un percorso iniziatico la donna che non sia sua madre. Incontrerà Eva (la prima donna), giovanissima e bellissima e come lui desiderosa di libertà. Anche questo incontro, come molti altri, ha il tono della fiaba ma si sa, anche la fiaba a volte assume la forma di un incubo: boschi da affrontare, castelli dalle molte stanze buie e disabitate, paesi e piazze vuote nel buio della notte, come in un quadro surreale, inaspettati incontri con la strega o con l’orco, o con la banda di briganti ed assassini.
    La guerra del titolo rimane sullo sfondo, non la si incontra che di rado , e di striscio, per quasi tutto il breve romanzo. Solo alla fine, e proprio quando la guerra è finita, il giovane Adrià si imbatte nell’orrore della vera catastrofe che la guerra ha lasciato come la bava di una lumaca: rovine e morti, cadaveri straziati e mutilati di soldati e di civili. E scoprirà anche l’amara verità su Eva.
    Un finale che ci immerge pienamente nel gigantesco “Guernica” di Picasso, che indubbiamente Rodoreda ha nei suoi occhi quando scrive, e a cui si ispira. Ne è un esempio lampante il fare da protagonista di uno di questi incontri finali la donna con il bambino morto in braccio che nel quadro è all’estrema sinistra della tela.
    Se Picasso però sceglie per descrivere tanta disperazione e tanto orrore il formato del grande affresco, Rodoreda lo riduce a una miniatura, e trasforma l’urlo di Guernica in una sofferenza muta, tutta interiorizzata, ma non per questo stupisce di meno, lasciandoci ugualmente attoniti di fronte a tanta follia del mondo. E mi ha colpito ancora la sua capacità, la sua maestria, di mescolare con tanta naturalezza sogni e realtà, la fiaba e l’incubo, e di farli sfociare in un affresco dalle dimensioni così strette ma così essenziali. E soprattutto quella di porci di fronte alla tragedia e al suo orrore in tutta la sua pienezza senza il bisogno di descriverlo nei suoi minimi dettagli.
    Bene. Ora passerò presto anche alla Piazza del Diamante

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  45. Avatar camilla
    camilla

    @carlos sei un grande lettore, Rodoreda e’ una grande scrittrice e in tutti i suoi romanzi C’ quel senso di catastrofe che tu descrivi cosi’ bene. Pur nella soavita’ di descrizioni di ambienti, di bellezza della natura , del fascino delle sue donne la parte oscura, l’ ombra e’ protagonista. . QQ GUERRA non era il piu’ semplice per ” comprendere” questa artista sublime e sconosciuta o misconosciuta in Italia. IL GIARDINO SUL MARE , LO SPECCHIO INFRANTO ( che mi e’ sempre sembrato una summa della lettrratura di R.) ALOMA , LA PIAZZA DEL DIAMANTE sulla terribile storia della guerra franchista, e tutti gli altri romanzi , pochi tradotti, e pochissimi conosciuti, sono una grande esperienza di grande letteratura e io , e
    Cristina di certo, io temevo tanto che non fosse compresa e venisse snobbata perche’ “sconosciuta” . Ma tu sei uno che capisce
    eccome. QQ.guerra ti e’ piaciuto e ne hai parlato
    con acutezza e sensibilita’ … insomma sono proprio contenta e ti ringrazio.

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  46. Avatar wwayne

    @Camilla: Adesso al posto del link che avevo messo c’è uno spazio bianco: probabilmente Luigi l’avrà bannato (scelta legittima e con la quale non polemizzo). Comunque Selvaggia Lucarelli non mi sta granché simpatica, ma la sua analisi dei difetti di La La Land era molto lucida, e quindi ho pensato di girarla a quanti qui dentro avevano condiviso le mie critiche sul film. Era un modo per dire “Visto? Non siamo soli!” 🙂

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  47. Avatar wwayne

    @Luigi: Scusami per aver pensato ad una tua censura: il link è ancora vivo e vegeto, era il mio computer che non lo visualizzava. 🙂

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  48. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Dani ciao! sì lo consiglio , anche se l’ho letto quasi dieci anni fa e ammetto che di esso ricordo più l’atmosfera che le parole, ricordo una specie di onirica nebbia ammaliatrice più che la trama, ricordo questo bambino solitario , una stravagante casa e una sorta di scrittura che mi catturava..
    Vorrei rileggerlo proprio per questo, perché quasi mai un libro mi ha, come dire, stregata e condotta tra le sue pagine in uno stato di incantata arrendevolezza, forse Requiem di Tabucchi e Le città invisibili di Calvino.. ma c’è di più e vorrei riappropriarmene.
    Scusa se non mi sono ben spiegata 🙂 incollo due opinioni più chiare e autorevoli della mia .
    Ciao a tutti !

    « Piú leggo Schulz – forse non dovrei dirlo – ma in alcuni dei racconti […] direi che sia meglio di Kafka. Vi è un vigore piú grande in alcune delle sue storie».
    Isaac Bashevis Singer

    «Ricordo come fosse oggi che, letta mezza pagina de Le botteghe color cannella di Bruno Schulz, riposi il libro e me ne andai a passeggiare; mi si era fatto buio davanti agli occhi, e ancor oggi è lo stesso, mi sento mancare per quanto insolito è quel libro, per quanto prezioso e penetrante è quel testo, un testo che entra nella sfera della genialità…»
    Bohumil Hrabal

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  49. Avatar EditaLara
    EditaLara

    riguardo Schulz aggiungo questo bel post di Safran Foer ..
    http://www.ilpost.it/2010/11/13/il-libro-ritagliato-di-jonathan-safran-foer/

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