I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar Cristina
    Cristina

    https://www.youtube.com/watch?v=oTenx7RBQZs

    buona domenica, guardate le foto

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  2. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Dani @Tutti
    Dani mi sono procurata il breve saggio da te menzionato nel tuo commento di ieri:

    • Amos Oz, “Contro il fanatismo”, Feltrinelli, 2004

    È un saggio che si potrebbe leggere d’un fiato concedendogli l’esclusiva di poche ore di lettura, ma io l’ho iniziato senza avere finito il libro di Grossman, e per quanto non fosse previsto, non è detto che leggerli assieme non sia proficuo (per me in questa contingenza, intendo dire) visto che anche il breve scritto di Amos Oz inizia disquisendo proprio di scrittura. Non è d’accordo con i colleghi scrittori che della scrittura sembrano voler evidenziare solo il lato doloroso (che ci sia un velato riferimento proprio a Grossman?), gli ricordano – e lo racconta con squisita ironia – quell’infermiera che in collegio ai tempi della sua adolescenza spiegava i misteri del sesso riconducendolo solo alle gravidanze indesiderate e alle malattie veneree.

    Devo ancora arrivare all’argomento che dà il titolo al saggio, il fanatismo, perché l’autore parte dalla sua infanzia e ripercorre la sua vita che si intreccia con la storia dello stato di Israele. La scrittura è fluida e, nonostante la tragicità del contesto mediorientale, disincantata e velata i umorismo.

    È un buon suggerimento, secondo me, veramente.

    Ciao,
    Mariangela

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  3. Avatar Dani

    @Mari io l’ho letto da qualche anno, ma se non ricordo male direi che l’ironia è protagonista, in quanto inconciliabile con il fanatismo che, aimè, si prende sempre terribilmente sul serio.
    Comunque mi permetto, se apprezzi l’autore, di suggerirti Storia d’amore e di tenebra. Un libro solo, diversi temi: grande lamento sulla nostalgia per le radici europee di ebrei fuggiti in Palestina, struggente autobiografia, e storia della formazione di uno scrittore. Io ho voluto leggerlo due volte per cogliere la grande ricchezza di argomenti trattata. Poi Oz è un maestro di scrittura e pochi sanno sfaccettare i personaggi come lui, nella loro complessità. Non tutti i suoi libri sono riusciti ma basta quel capolavoro per dargli un posto tra i grandi scrittori israeliani. È un imperdibile affresco di un popolo e il ritratto sincero di un uomo, della sua storia non facile e di una vocazione.
    Io sono di nuovo alle prese col mio sempre più amato Merton che parla di Zen. Ciao a tutti

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  4. Avatar camilla
    camilla

    @ a chi non ha apprezzato CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO perché troppo emozionante (se non si sta bene,e’ una storia terribile altro che ” belle letterine”e a chi non ci ha capito una cippa( cri e’ così. che dici) o come diciamo qui , una gotta.@ ww e alla tipa del link.
    All’inizio del romanzo sembra tutto come racconta il link di ww . Ben presto però Yair rivela la sua schizofrenia e la sua ” pericolosità”. Anche lui è. un reduce di guerra e, come mi spiegò PERSONALMENTE David G. in quel martoriato Paese tutti prestano servizio militar e molti ne escono feriti per sempre nella mente se non nel corpo. L’ idillio epistolare si rivela una orribile illusione per Myriam chescopre , non vista , la marea di bugie e lo squallore umano di Yair. La relazione amorosa platonica si interrompe. Myriam torna alla sua vita triste. Il marito Amos e’ stanco come lei e il loro piccolo figlio e’ handicappato . Lo amano teneramente ma vorrebbero un altro figlio che non arriva mai.
    E non potendo raccontare tutto lo svolgimento passo al finale del romanzo( mi chiedo a questo
    punto COSA diavolo abbiano letto i recensori del l. di ww).Yair e’ nella sua casa e deve badare al proprio piccolo bambino perché la sua dolcissima moglie e’ costretta lontana da casa per un lavoro.E’ molto freddo in quei giorni, Miryam e’ a casa sua anche lei con le solite faccende.
    Yair solo col suo bimbo ingaggia con lui una lotta folle . Vuole che il bimbo dia una dimostrazione di…forza. Il piccolino non ci sta e il padre in un crescendo di follia gli impone di stare fuori al freddo e spalamca tutte le finestre in casa per dire al bimbo che anche lui ha freddo (ma va letto questo dialogo infernale tra Y e il piccolo. A un certo punto Y. folle di rabbia si attacca al telefono e chiama Myriam che tenta invano di convincerlo a portare il piccolo che lui ha rinchiuso fuori casa. M. capisce il pericolo e la follia di Y. e cerca di rabbonirlo come può. Poi il suo sguardo va casualmente al calendario appeso in cucina accanto al telefono. Immediatamente una forza sovrumana la coglie e riesce a saltare nella sua auto scassatissima e a guidare verso la
    casa , raggiungibile con qualche difficoltà logistica fino alla casa di Yair. Almeno salverà il piccolo. Li trova tutti e due semiassiderati appena in tempo .Nonproseguo col racconto ma svelo il mistero calendario : cosa ha visto la bella e brava M. che le ha dato la forza sovrumana di precipitarsi a salvare il bimbo di Y. ??? La data le rivela di essere incinta e questa gioia infinita …Il resto chi vorrà leggera’. Ma non ho mai letto recensioni più melense e Parziali di quella offerta da ww. E uno dei romanzi più belli e mi ha lasciato un segno indelebile. L’ho letto almeno sette o più. anni fa ma non me lo sono mai dimenticato.cam

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  5. Avatar Dani

    @Mari scusa aggiungo che il romanzo di Oz non manca di sofferenza, il dolore aleggia su ogni pagina, ma lui sembra saperlo raccontare con il sorriso e le armi che fin da piccolo ha saputo affilare per combatterlo hanno fatto di lui l’uomo che è, un bell’uomo e un bravo scrittore. Non credo quindi che si riferisca a Grossman, ma dovrei rileggere il saggio

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  6. Avatar Cristina
    Cristina

    Camilla,
    non posso parlare del libro perchè io mi ero incavolata come una lupa a leggere di quella storia. Ben scritta, ma ferocissima e vigliacca. MA non è di questo che voglio dire, o discutere ( non posso davvero) e so perchè mi aveva fatta inalberare ( non posso spiegare è una cosa davvero troppo personale).
    MA quindi tu non solo hai visto David,ma gli hai pure…parlato? ohhhhhhhh che invidia, che invidia enorme, dimmi dai

    Tutti/e
    Grossman, Oz, Yehoshua sono i tre grandi scrittori israeliani, così diversi tra loro peraltro.
    Poi certo ci saranno voci nuove, ma loro tre sono davvero importanti, così acuti, così analizzanti, così umani e anche ironici, si sa, gli ebrei usano l’ironia come nessuno al mondo.

    Oggi ho sentito parlare del suo libro NON MI CHIAMO MIRIAM l’autrice svedese Majgull Axelsson introdotta da Bjorn Larsson. Sarà stata per la necessaria traduzione , ma non è che la presentazione mi abbia diciamo, folgorata.
    Però Murgia ne ha parlato benissimo ( vi avevo messo il link, no?) quindi questo libro certo lo leggerò. Penso che sia un libro importante da quanto ho capito.

    Intanto sto arrancando con un libro che si chiama MADRE PICCOLA di Cristina Ali Farah italo-somala. Brutto non è ma ha uno stile, fatto proprio per disorientare un po’ chi legge. Vabbè sono a meno di metà, devo ancora capire…

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  7. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Dani @Tutti
    Dani, ho guardato l’OPAC per vedere qualche titolo di Merton che tu stai leggendo e vedo che uno dei suoi libri è intitolato “Nessuno è un’isola”, non so se sia una coincidenza, ma anche la seconda lezione di Amos Oz contro il fanatismo si conclude con la ripresa dei versi di John Donne; qui posso copiarne solo un pezzettino:

    “Nessun uomo è un’isola, dice Johm Donne, in questa meravigliosa frase cui umilmente oso aggiungere: nessun uomo e nessuna donna è un’isola, siamo invece tutti penisole, per metà attaccate alla terra ferma e per metà di fronte all’oceano, per metà legati alla famiglia e agli amici e alla cultura e alla tradizione e al paese e alla nazione e al sesso e alla lingua e a molte altre cose. Mentre l’altra metà chiede di essere lasciata sola di fronte all’oceano. Credo ci si debba lasciare il diritto di restare penisole.”

    (“Come guarire un fanatico. L’oltranzista è un punto esclamativo ambulante”, in Amos Oz, “Contro il fanatismo”, Feltrinelli, 2004)

    Grazie del consiglio (“Una storia di amore e di tenebra”). Io di A. Oz avevo letto “Non dire notte” e mi era piaciuto.

    Ciao,
    Mari

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  8. Avatar Dani

    @Mari che meravigliose corrispondenze.. Quel libro che citi di Merton non l’ho ancora letto. Quello con cui sono alle prese è un breve saggio “Lo zen e gli uccelli rapaci”, un po’ difficile come lettura ma interessante. Cerca punti di contatto tra il misticismo cristiano e la pratica del vuoto delli zen. Merton era uomo che gettava ponti, poco amato da una parte della Chiesa, ma pienamente sdoganato da questo Papa
    @Cristina tre grandi davvero si, ma su Grossman io sono “lacunosa”. Gli altri due moooolto amabili

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  9. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Dani @tutti concordo su Oz, Contro il fanatismo è piccolo agile ma imprescindibile. Di Grossman ho letto molti anni fa ” Ci sono bambini a zig zag” che ho trovato bellissimo, avventuroso, profondo con leggerezza. Non più letto nulla di suo perché aspetto sempre il momento giusto, ma non sono mai pronta per letture troppo troppo dolorose…
    Buona serata 🙂

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  10. Avatar Cristina
    Cristina

    A UN CERBIATTO…. è pieno di vita, di allegria, di pensiero, di amore e di amori, di buffi ebrei estremisti ridicoli, di cani, anche di un po’ di dolore, certo si anche quello, ma anche di sesso bello e pieno e di mangiate. Vai sul liscio Edita, fidati, è un libro ECCEZIONALE.

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  11. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti@Dani@Editalara@Cristina
    Secondo Amos Oz la letteratura è un antidoto al fanatismo perché stimola la fantasia (anche se riconosce che poesie e romanzi sono stati spesso usati per instillare odio), in questo senso fa anche dei nomi precisi, Shakespeare, Gogol, Kafka, Faulkner possono contribuire a tenerci lontani dal fanatismo: in Shakespeare il fanatico finisce sempre male: o muore o diviene una burla; Gogol ci fa capire che siamo buffi quando pensiamo di sapere tutto e di avere ragione; Kafka ci insegna che c’è buio, c’è mistero e c’è scherno anche quando siamo convinti di non avere fatto nulla di male. Di Faulkner non spiega il perché, io non lo conosco, ma so che voi ve ne intendete.

    C’è però una citazione che, in termini generali, fuori dal terribile contesto arabo israeliano, mi lascia perplessa: a un certo punto Oz riporta una frase del poeta israeliano Yehuda Amichai: “dove siamo integerrimi non nasce nessun fiore”. Salvo errori di traduzione sempre possibili, io non concordo: integerrimo non sta per intransigente o intollerante: integerrimo, come superlativo di integro, è sinonimo di persona moralmente retta e, per quanto a questo mondo si appaia ingenui a sostenerlo, la rettitudine morale come sinonimo di onestà è per me una qualità rara.

    Ciao,
    Mariangela

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  12. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Mari mi ha talmente colpita questa frase di Amichai che ho cercato qualcosa di lui e ho trovato il link che copio incollo , la poesia è molto bella e fa molto pensare..link interessante per approfondire credo. Nottehttps://bibliotecadisraele.wordpress.com/2010/09/09/yehuda-amichai-dove-siamo-nel-giusto/

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  13. Avatar EditaLara
    EditaLara

    Yehuda Amichai, Dove siamo nel giusto

    Forse non era giusto il link

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  14. Avatar EditaLara
    EditaLara

    Riporto un pezzo della spiegazione che ho trovato illuminante, Oz ha citato Amichai con perfetta pertinenza al suo messaggio contro il fanatismo.
    “Una lettura della poesia alla luce delle parole ” casa” e ”fede” permette, quindi, di comprendere ancora meglio la densità del componimento di Amichai che afferma come solo scappando dal proprio luogo sicuro, dalla certezza, dalla casa e, quindi, dalla fede assoluta, sia possibile crescere. L’amore vive, dunque, in questo vespertino luogo di mezzo, in questa zona incerta che non conosce né urla né silanzio, ma suoni sussurrati.
    L’ amore è quindi il frutto che cresce in questo luogo mezzo vuoto, così come anche il pensiero, la creatività, la capacità di essere scettici. In questo luogo Dio non si rivela nelle sue manifestazioni piu’ drammatiche e definitive, e l’uomo, dunque, puo’ tentare con molta cautela di amare, pensare, parlare e, forse, persino di credere in qualche modo, ma senza la definitività dell’assolutezza.”

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  15. Avatar Cristina
    Cristina

    Grazie Edita,
    il link spiega non solo che la traduziuone integerrimi è inadeguata, ma anche ,nella nota della traduttrice ( l’altro è Bruno Osimo, un mio amico) il significato della poesia che – a prima vista -potrebbe apparire contraddittorio.
    Vi assicuro che – per la mia piccola esperienza – con i testi poetici ebraici NOn è mai facile nè diretta la comprensione, soprattutto se ci sono riferimenti biblici, come pare che sia qua.

    Poi credo che per i cristiani ( come in fondo siamo pur sempre, anche non volendolo)il concetto di onestà sia diverso che per il mondo ebraico, che è più…. tortuoso.
    E non mi spingo oltre per non sparare cavolate…

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  16. Avatar Cristina
    Cristina

    comunque s econdo me è un appello alla tolleranza e all’accoglienza dell’altro, del dubbio, del chiaroscuro, al non essere integralisti, che va sempre male…

    Edita non avevo visto che avevi riportato parte della spiegazione, scusa

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  17. Avatar carloesse
    carloesse

    Sì, anche io credo che “integerrimo” in questo caso possa sottintendere anche la “rigidità” dell’assoluta incorruttibilità: e quindi anche “ben saldo”, “monolitico”, “tutto d’un pezzo”.
    In fondo anche Robespierre era soprannominato “l’incorruttibile”. Così voleva apparire l’Ayatollah Khomeini, e se ci pensi tutti grandi tiranni (compreso il califfo dell’isis Al-Baghdadi o come-diavolo-si-chiama).
    Tutti “integerrimi” (in apparenza: apparire non vuole dire essere), eppure tutti si sono macchiati di crimini contro l’umanità.

    L’umanità, appunto.
    Se ci pensi tutto ciò che è assoluto e puro, in fondo (credo) in tutte le religioni (sicuramente in quella cristiana che credo di conoscere un po’meglio), può appartenere solo al divino, a ciò che non è nel nostro mondo. Ciò che è umano è macchiato dalla colpa di un peccato originale. Che è proprio ciò che ci rende umani.
    L’umanità si distingue per possedere luci e ombre, incertezze, fragilità, e solo il saperle riconoscere anche dentro di noi ci fa prendere coscienza della nostra natura (per l’appunto “umana”), e solo ciò rende possibile “far nascere i fiori”.
    Non sono certamente un uomo di fede, ma non posso non ammirare profondamente quel detto di Cristo “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

    Non so se la mia interpretazione di ciò che voleva intendere Amichai (che non conosco bene certamente, e ringrazio EditaLara per il prezioso link) sia corretta. Ma almeno così mi piace pensare.

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  18. Avatar carloesse
    carloesse

    Quanto a Grossman (o “ai” Grossman), confesso di non avere mai letto l’israeliano. Che mi ha sempre incuriosito e ho sempre profondamente ammirato in TV nelle diverse volte in cui è stato ospite di Fabio Fazio. Ma sono sempre stato incerto su “da quale libro cominciare”.
    Per questo vi ringrazio per tutti gli interessanti commenti qui su questo autore e sui romanzi da voi segnalati.

    Ho invece letto l’altro, Vasilij, quello russo , e soprattutto quel capolavoro immenso che è “VITA E DESTINO” , un vero e proprio “Guerra e Pace” del 900 (come ha già detto Dani), che ruota intorno alle vicende di una famiglia ebrea-ucraina nell’Unione Sovietica ai tempi di Stalin, dell’invasione nazista con tutti i suoi orrori, ma soprattutto della battaglia di Stalingrado (raccontata epicamente da chi vi prese parte), che è il principale teatro dei fatti narrati.
    Ma anche di una lenta introduzione del dubbio riguardo alle certezze di un comunismo bolscevico del quale lo stesso Grossman era stato un fervente seguace. Da qui gli ostacoli che il libro (il manoscritto fu terminato nel 1960) incontrò per essere pubblicato, cosa che avvenne clandestinamente in Svizzera, e solo nel 1980. E ragione per cui lo stesso Grossman, pur riuscendo a scampare alla deportazione, condusse fino alla fine una vita dolorosissima di “esiliato in patria”.

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  19. Avatar Dani

    @Carlo bravo per aver argomentato un po’ Vita e destino. Romanzo imperdibile, grandioso. Le molte pagine dedicate a Leningrado sono grande Letteratura, ma anche lo smarrimento dei singoli stritolati da meccanismi corruttivi di un comunismo degenerato, e la delicatezza e purezza di sentimenti in contrasto, per non parlare delle pagine sui lager su cui ho pianto proprio. Il libro è stato “salvato” su microfilm perché persino i nastri della macchina da scrivere di Grossman erano stati distrutti.
    Vorrei solo aggiungere, se qualcuno decidesse di leggerlo, di non scoraggiarsi alle prime 100 pagine. Grossman accende i riflettori in contemporanea su vicende apparentemente scollegate e ciò può suscitare iniziale perplessità. Poi il puzzle si compone e l’affresco epico che ne viene fuori è impressionante. Leggetelo leggetelo leggetelo

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  20. Avatar Dani

    Postilla: lui entrò ad Auschwitz al seguito dell’esercito sovietico come giornalista, quindi vide senza intermediazioni ciò che ben sapete

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  21. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Edit @Cristina@Carloesse

    Su “Vita e destino” avevo letto l’articolo su questo blog
    https://gruppodilettura.wordpress.com/?s=vita+e+destinob , ma il libro non ho ancora avuto modo di leggerlo, purtroppo, così come non avevo potuto terminare “Le benevole”.

    Come tutti i superlativi, “integerrimo” può forse spaventare e prestarsi a fungere da sinonimo di “rigido” o essere assimilato a “tutto d’un pezzo” (in certe situazioni, forse). L’aggettivo qualificativo semplice “integro” mi mette meno in difficoltà, e secondo me non esclude la fragilità, i dubbi e le incertezze e la necessaria adattabilità che le tante difficili situazioni della vita richiedono.

    Se, nel caso in esame del saggio di Amos Oz, si tratta, come dice Cristina e come ho capito io grazie al link di Editalara, di una traduzione non adeguata, avrebbe dovuto essere segnalata nell’edizione Feltrinelli che ho sottomano (che invece non riporta nota alcuna, anzi, non indica neppure l’anno e l’occasione in cui la lezione è stata partorita: male).

    Ciao,
    Mariangela

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  22. Avatar carloesse
    carloesse

    Riguardo alle prime cento pagine di VITA E DESTINO cui accennava Dani, vorrei precisare che il senso di probabile spaesamento del lettore è motivato dal fatto che si riallacciano a un precedente romanzo di Grossman, “PER UNA GIUSTA CAUSA”, purtroppo ancora mai tradotto in italiano (ma cosa aspetta Adelphi?), ed esistente oltre che in russo nella versione in francese pubblicata dalla solita svizzera “Editions L’Age d’Homme”, quella che aveva per prima diffuso il capolavoro seguente.
    A V. Grossman, e ad entrambi i romanzi, ha dedicato approfonditi e bellissimi post Gabrilù nel suo Blog “Nonsoloproust”:

    VITA E DESTINO – VASILIJ GROSSMAN

    PER UNA GIUSTA CAUSA – VASILIJ GROSSMAN [Prima Parte]

    PER UNA GIUSTA CAUSA – VASILIJ GROSSMAN [Seconda Parte]

    PER UNA GIUSTA CAUSA – VASILIJ GROSSMAN [Terza Parte]

    PER UNA GIUSTA CAUSA

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  23. Avatar carloesse
    carloesse

    Riguardo alle prime cento pagine di VITA E DESTINO cui accennava Dani, vorrei precisare che il senso di probabile spaesamento del lettore è motivato dal fatto che si riallacciano a un precedente romanzo di Grossman, “PER UNA GIUSTA CAUSA”, purtroppo ancora mai tradotto in italiano (ma cosa aspetta Adelphi?), ed esistente oltre che in russo nella versione in francese pubblicata dalla solita svizzera “Editions L’Age d’Homme”, quella che aveva per prima diffuso il capolavoro successivo.

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  24. Avatar Dani

    Grazie per la precisazione Carlo. Non lo sapevo

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  25. Avatar EditaLara
    EditaLara

    Guardo, sposto, cerco nella mia libreria, e finalmente li trovo, due libri di Leonard Cohen, le sue foto in bianco e nero pensoso e vivissimo nell’ edizione minimum fax che ha sempre belle copertine. Leggo alcune poesie, com’è carnale e allo stesso tempo così spirituale. Non posso spiegarlo.
    Tra le pagine delle Spezie della terra trovo un foglietto che avevo lasciato, qualche anno fa, chissà perché. È una poesia di Billy Collins, fa per me, forse fa per tutti noi qui nel blog..

    Dimenticanza
    Il primo ad andarsene è il nome dell’autore
    diligentemente seguito dal titolo,dalla trama,
    dal finale mozzafiato, dall’intero romanzo
    che all’improvviso diventa come non l’avessi mai letto,
    nemmeno mai sentito,
    come se, uno per uno, i ricordi che eri solito ospitare
    avessero deciso accasarsi nell’emisfero meridionale del cervello,
    in un piccolo villaggio di pescatori dove non ci sono telefoni.
    …..

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  26. Avatar camilla
    camilla

    @ tutte/i. @ mari@cri@ edit@ dani@ Carlo L’idea di
    scrivere nei blog di se’ stessi per offrireagli altri uno specchio in cui riconoscere. la propria umanita’ non esiste da sempre l’ha dovuta inventare qualcuno ed è il frutto della mente di una sola persona. Michel de Montagne 1533-1592.
    Reagì alla miseria di una generazione defraudata dell’idealismo fiducioso dei padri concentrando l’attenzione sulla sua vita privata. E nacquero. così. i famosissimi e meravigliosi “essay” o saggi che ancora oggi continuano a stupire il mondo . Trattò ogni argomento con una semplicità assoluta .Cosa vuol dire sentirsi pigri, coraggiosi o indecisi, concedersi un momento di vanità o cercare di scrollarsi di dosso una paura eccessiva. A volte riesce perfino a descrivere la semplice estasi : ma sono io di sentirsi vivi(III, 13). Chi legge si chiede : ma sono io come fa a sapere tante cose di me? la risposta è ovvia : perché conosce tutto di se’.Insomma leggere i saggi di Montaigne e’ ancora oggi una esperienza senza pari.Conoscete gli essay ? ( una piccola citazione: l’unica cosa che so e’ di non sapere e non ne sono neanche tanto sicuro.)Michel de Montaigne. ciao a tutti. cam

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  27. Avatar camilla
    camilla

    Oddio volevo parlare di David Grossman e mi sono persa con Montaigne!!!

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  28. Avatar Cristina
    Cristina

    hai finito l’inchiostro? Camilla!

    certo che conosco gli Essais, sono meravigliosi, grazie di averli ricordati, me li rimetto vicino al comodino stasera stessa, ci sono delle cose….. Ma la letteratuira francese non se la fila nessuno in Italia, che peccato

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  29. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina @Camilla
    Può essere che la letteratura francese sia meno conosciuta di quella inglese, ma direi anche di quella tedesca per quello che vedo io, perché pochi in Italia studiano il francese come lingua straniera?

    Se chiedeste a me di citare qualche autore francese, oltre ai classicissimi di tutti i tempi (che conosco purtroppo solo di nome), saprei nominare Carrère, Pennac, Ernaux, Romain Gary e chi altri? Mi sa che sarei proprio a corto di nomi.

    Cristina, Camilla, visto che avete buttato il sasso, adesso non nascondete la mano: subito qualche titolo!

    Ciao,
    Mariangela

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  30. Avatar carloesse
    carloesse

    Gli Essais sono una delle mie letture predilette. Scritti in un’epoca di grandi lacerazioni in Europa, all’epoca in cui cattolici e ugonotti si sgozzavano e si sbudellavano in Francia come polli in’allevamento industriale, sono un grandissimo esempio di moderazione e di tolleranza veramente rari e moderni (con gli occhi odierni) per quei tempi.
    Montaigne è ancora oggi un personaggio che possiamo considerare al pari di Erasmo o di uno Spinoza uno dei cardini del pensiero moderno, scevro da ogni pensiero ottusamente fideistico, da ogni atteggiamento fanatico e portatore di quella violenta intolleranza che avvelenava i suoi giorni. E leggibilissimi senza grandi difficoltà, da tutti, ancora oggi.
    Ne consiglio la bellissima (e piuttosto recente) edizione Bompiani con testo originale in francese a fronte, 2.500 pagine stampate su una carta sottile e pregiata, da aprire e leggere qua e là, dove capita, anche a casaccio. Costa una quarantina di Euro, ma vi assicuro che sono veramente ben spesi!

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  31. Avatar Dani

    @Camilla sul mio comodino ci sono da anni, sempre, la Bibbia e i saggi di Montaigne (e sul como’ i sonetti di Shakespeare).Nei momenti critici ne leggo qualcuno e mi sono di aiuto. Lui è stato davvero un faro in anni bui di tensioni e scontri religiosi, un uomo così avanti rispetto al tempo in cui visse, una mente superiore. Amore puro x me. Come mi fa piacere che tu ne abbia parlato. Nei saggi parla di tutto, dai grandi temi ad aspetti semplici della quotidianità dimostrando una grande apertura mentale (lui e il suo mal della pietra poveretto). Brava Cam!

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  32. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Conosco anche Modiano e Houellebecq (solo di nome: ho mollato “Sottomissione”), ma sto giusto leggendo che è stato un caso letterario quello di Jean Louis Fournier, con “Dove andiamo papà?” (Rizzoli 2009). Voi lo conoscete?
    Grazie,

    Ciao,
    Mari

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  33. Avatar Dani

    @Mari butto lì due nomi: Yourcenar (L’opera nero, Memorie di Adriano, La moneta del sogno) e Simenon che scriveva con la facilità con cui si beve un bicchier d’acqua. Mai letto Maigret, ma il resto mi piace. Un po’ noir, ma non sempre, belle atmosfere, personaggi dannati. Uno su tutti che mi è rimasto impresso più di altri La Marie del Porto, ma con lui vai sul sicuro sempre. Poi i classici ma mi fermo o non finirei più. Sentiamo gli altri…. Ah c’è la Ernaux

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  34. Avatar camilla
    camilla

    @ cris. @ Carlo. mi avete rimessa al mondo questa sera. Montaigne e’ per me una grande risorsa . Anche la spiegazione del perché. scrivo nel blog , in questo particolare e semplice blog , senza darmi pensiero di “scrivere bene” solo per il bisogno di riconoscermi negli altri…insomma è. un’ idea bella. Grazie di avermi risposto, non me l’aspettavo.
    A tutte\ io leggo tanto di francese (tradotto) e ci sono scrittori specialissimo ma ogni volta che ne ho parlato non c’è mai stato nessuno interessato. Tranne Adour, naturalmente.Peccato che non ci sia più. Grazie a tutti e bonne nuit.cam

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  35. Avatar Dani

    @Carlo abbiamo scritto contemporaneamente la stessa cosa (tu articolando meglio, come sempre, io di fretta :))

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  36. Avatar Cristina
    Cristina

    Francesi?
    Maupassant, Balzac ( qualunque cosa è meraviglia) Stendhal, Camus, Sartre, Simone de Beauvoir, Boris Vian, Colette , Modiano, Villon, ERnaux.
    ah bè… questa è proprio casa mia.

    E Montaigne ovviamente, concordo anche su Simenon ( NON tutto , ha scritto anche boiate), Yourcenar anche se io non ne vado matta, poi ci sono Sagan, Alain Fournier Marguerite Duras, Cèline, sAINT Exupéry, Cocteau, Gide, Nèmiroski, e lui, Marcel Proust…..

    Poi, per dovere di riconoscenza e sorellanza, devo citare Marie Cardinal il cui LE PAROLE PER DIRLO è stato ai tempi testo di rivelazione e condivisione e che io rifilo obbligatoriamente a tutte le ragazze che mi capita di conoscere, e che stimo.

    E non dimentichiamo Victor Hugo…. Credo che I miserabili ti piacerebbero, Mari

    Bè direi che c’è da leggere per qualche anno, e che leggere!

    (abbiate pazienza, sono laureata in francese, ho abitato a Parigi… lì sta il mio cuore)

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  37. Avatar Dani

    Buondì. Devo assolutamente aggiungere un titolo: Il grande Meaulnes di Alain Fournier

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  38. Avatar EditaLara
    EditaLara

    buongiorno a tutti!
    che dire? avete detto tutto e condivido l’amore per Motaigne, Yourcenar, Duras.
    Aggiungo solo che oggi forse si studia poco il francese ma 30anni fa ( OMG !!!) a scuola media e al liceo da me metà classi studiavano inglese, l’altra metà francese, io studiai francese e in effetti fu una ricchezza, l’inglese bene o male lo si può imparare anche dopo ma il francese…non credo. solo che i brani che leggevamo erano di una noia mortale ahimè .

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  39. Avatar carloesse
    carloesse

    …e ci siamo dimenticati di Flaubert? e Queneau, Artaud, Cocteau, … mica lallere…!
    😉

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  40. Avatar Cristina
    Cristina

    e infatti, riapriamo queste finestre che guardano oltralpe…… ( dani l’avevo messo Fournier! è tassativo), e certo Flaubert, ma sicuro…

    Però mi chiedevo: oggi sarebbe possibile che uno/a ragazzo/a leggesse tutto ( o quasi) Sartre e Gide e Cocteau ( e pure Paul Valéry) sui 18/20 anni come ho fatto io ai tempi ( amandoli) ? (ma si’, ero normale, si usava così, eravamo un’altra generazione)

    Intendo esiste ancora una loro legittimazione “letteraria” ?

    Su tutti gli altri non ho dubbi, ecco, ma qui, boh… non è che c’era anche un bel po’ di “ideologia” nelle storie delle letterature ? erano gli intellettuali post guerra, i dissidenti, i maitre à penser…e oggi si sa che nessuno/a ne vuole più.. la domanda non è intesa in modo provocatorio, sia chiaro

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  41. Avatar camilla
    camilla

    @ chi vuole leggere francese ecco il magico Jean Echenoz ha scritto piccoli grandi libri.Con quello spirito e quella grazia che sono francesi e di nessun altro. Da RAVEL a LAMPI e molti altri.
    Laurent Mauvigner DEGLI UOMINI (e molti altri) e’ davvero un gran libro e naturalmente Enard col suo ultimo BUSSOLA.devo andare ciao

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  42. Avatar Cristina
    Cristina

    Camilla sei come il…bianconiglio!

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  43. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cam ! Ho regalato Lampi di Echenoz a mio marito qualche anno fa e gli è piaciuto moltissimo!!

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  44. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @tutti
    Non so rispondere né alla prima né alla seconda domanda: ci chiedi se secondo noi esistano ancora ragazzi che a 18, 19 anni leggano l’opera omnia di Sartre, Cocteau e Gide. Ci chiedi poi se a nostro parere tutti questi famosissimi autori venissero letti (anche) perché portatori di un’ideologia, o forse anche perché di tendenza. Io non li conosco, purtroppo, ma ridurre i loro libri solo ad una moda, penso che sia eccessivo. Di Sartre ho letto incidentalmente in un libro che parlava di cultura postcoloniale: non ricordo nello specifico, ma avevo capito che anche in quel campo ha segnato un momento di rottura con la cultura precedente. Non penso che questi intellettuali possano essere valutati in termini di legittimazione letteraria, forse bisognerebbe valutarli per come hanno saputo scardinare tanti capisaldi ritenuti inossidabili fino ad allora.

    Spiegati tu, Cristina, perché io proprio di cultura francese niente.
    Ciao,

    Mari

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  45. Avatar camilla
    camilla

    @ tutti buona notte con Jacques Prevert ( anni 60/70) un accenno di Barbara’
    Rappelle-toi Barbara
    Il pleuvait sans cesse sue Brest ce jour-la
    Et tu marchais souriant
    E’panouie ravie ruisselant
    Sous la pluie
    Rappelle-toi Barbara

    ciao. cam

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  46. Avatar Cristina
    Cristina

    bè allora metterò un grande classico IL disertore , qui cantata da Ivano Fossati ( parole di Boris Vian)

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  47. Avatar Cristina
    Cristina

    mari ,
    non parlavo certo di mode, roba effimera.
    Era un tempo storico, quello sul finire degli anni 60, impegnati, ribelli, anticonformisti, pieno di arte, pensieri, audacie e …parecchio di sinistra.
    Dove certo c’erano anche dei maestri, e Sartre lo è stato sempre, fino all’ultimo ( una famosa foto di lui sulle barricate coi ragazzi nel 68 parigino… altri tempi altri tempi), un po’ come da noi forse solo Pasolini o Pavese, o…Guttuso ( ma in altro modo), molti di quegli intellettuali erano o erano usciti dal PCF, c’era una connessione intellettuali-politica strettissima, ciò forse rendeva le loro opere così intense e apparentemente così obbligatorie?

    Io ricordo di aver letto tutto ( di insomma quasi) Sartre prima dei vent’anni. Me lo scolavo, e non so come sia stato possibile. perchè dai, alcune cose credo che siano proprio indigeribili.
    Certo la maggior parte del tempo la si passava a leggere, discutere, vedere films, discutere…,innamorarsi anche ma discutere comunque…un altro mondo.

    Chi potrebbero avere oggi come maitre a penser dei ragazze o delle ragazze? Fedez? I Wu ming? Moccia? dei fumetti splatter??

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  48. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina
    Sono ignorante per risponderti, Cristina, posso solo dire che l’aumento delle vendite per quanto riguarda la saggistica (e tutte quelle letture un po’ di confine cui fai cenno tu) negli anni ‘60 è anche una conseguenza dell’accresciuto livello di alfabetizzazione. Strati sociali che in precedenza non avevano avuto la possibilità di farlo adesso cominciavano a leggere e le collane economiche avevano l’intento di soddisfare questa nuova esigenza. Dopodiché, senza voler sminuire né la tua personale esperienza, né l’importanza che questi autori hanno avuto per il movimento di contestazione giovanile, che tutti andassero in giro con Sartre sottobraccio è mangiassero Gide mattina e sera corrisponde secondo me forse più ad uno stereotipo che non alla realtà storica.

    Penso che oggi i punti di riferimento siano molteplici e che discendano dalla rete, con tutte le opportunità, ma anche con i tanti pericoli di cui abbiamo già parlato.

    Ciao,
    Mariangela

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