I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar Dani

    @Edita eh si anche Ward pas mal.
    Cristina Pedicuni gran doppiatore (ad esempio di Javier Bardem, hai presente?). Io sono rimasta folgorata quando dava la voce al personaggio di Jack Folla in un programma radiofonico di Diego Cugia, Alcatraz

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  2. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Mari scusa “Il drago come realtà” .

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  3. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Mari fidati del mio consiglio sul tema 😉

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  4. Avatar Cristina
    Cristina

    Certo questa Lucia Berlin, va letta a piccole dosi. Sono piccoli pugni duri che ti arrivano sul petto a ogni racconto. Mica si può passare facilmente da uno all’altro. Devi macinarli. Dentro. Senz’altro, per ora mi pare potente.

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  5. Avatar Cristina
    Cristina

    mmmh la voce, si mi piaceva quella di Gassman, padre dico. Mi piacciono poco le voci stridule e nemmeno quelle troppo baritonali e fonde mi piacciono.
    Una bella voce maschia dite? ma, basterebbe una bella voce, e basta.
    Ma a me, sarò scema, importa più cosa dice, una voce, che il suo timbro.

    La seduzione passa dal cervello e da uno sguardo intenso ( e anche da un corpo snello perchè no)

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  6. Avatar Dani

    @Cristina…. beh ovvio che conta quello che la voce dice

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  7. Avatar Cristina
    Cristina

    sarebbe interessante che questo dibattito leggero ( ma non troppo) lo facessero i signori uomini, credo che un po’ ci sarebbe da ridere. o no?

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  8. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Cam
    con mio papi il rapporto è controverso; forse per questo è bello, ma sono cose che si capiscono da grandi.
    @Mariangela
    la fiaba trascina verso l’infanzia, ma da grandi non possiamo non notare alcuni aspetti culturali e antropologi, anche senza rendersene conto.
    La prima distinzione da fare è quella tra la fiaba popolare, tradizionale e quella scritta da autori più o meno conosciuti (Andersen è un autore vero e proprio, i Grimm hanno raccolto le fiabe europee, per dirla in soldoni). Ma chi come te vuole documentarsi, può essere utile MORFOLOGIA DELLA FIABA di PROPP, per capire tutto quello che si nasconde dietro la fiaba.
    Io amo tanto le fiabe che mi raccontava mia nonna dove gli inserti dialettali erano numerosissimi e impossibili da evitare.
    Bacione.

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  9. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @CAM
    con mio papi il rapporto è controverso; forse per questo è bello, ma sono cose che si capiscono da grandi.
    @Mariangela
    la fiaba trascina verso l’infanzia, ma da grandi non possiamo non notare alcuni aspetti culturali e antropologi, anche senza rendersene conto.
    La prima distinzione da fare è quella tra la fiaba popolare, tradizionale e quella scritta da autori più o meno conosciuti (Andersen è un autore vero e proprio, i Grimm hanno raccolto le fiabe europee, per dirla in soldoni). Ma chi come te vuole documentarsi, può essere utile MORFOLOGIA DELLA FIABA di PROPP, per capire tutto quello che si nasconde dietro la fiaba.
    Io amo tanto le fiabe che mi raccontava mia nonna dove gli inserti dialettali erano numerosissimi e impossibili da evitare.
    Bacione.

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  10. Avatar EditaLara
    EditaLara

    Sembra OT ma non lo è, per rimarcare l’importanza delle voci non perdetevi questo:
    http://incredibile.guru/questa-versione-unica-di-hallelujah-conquista-il-mondo-ascoltate-bene-la-voce-della-ragazza/

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  11. Avatar EditaLara
    EditaLara

    Questo il link senza l’articolo , solo video, almeno credo!

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  12. Avatar Cristina
    Cristina

    Edita, c’è un uomo che canta da controtenore ( cioè con voce da soprano), si, ce ne sono molti al mondo,è una cosa frequente nel mondo lirico e non, era questo che volevi dire?

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  13. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cri, no, mi è semplicemente piaciuta tanto questa loro versione a cappella, volevo condividere il fatto di aver scoperto un gruppo per me nuovo di giovani talenti. È una canzone splendida, non solo nelle versioni più classiche e conosciute vero?

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  14. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cristina p.s. è vero che non amo la lirica , ma che esistano molti controtenori al mondo è cosa nota!

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  15. Avatar Cristina
    Cristina

    ah scusa, ma allora non ho capito una cippa

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  16. Avatar Cristina
    Cristina

    scusa Edita, ma io…canto in un coro a cappella, credevo che tu volessi indicare qualche altra cosa

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  17. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cristina, penso sia difficilissimo cantare a cappella e questo gruppo mi ha stupita, soprattutto perché questo brano di Leonard Cohen è così bello già di suo..insomma veramente bravi!
    Almeno per i miei gusti. Ciao

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  18. Avatar Cristina
    Cristina

    ma no quasi tutti i cori cantano a cappella, questi sono bravissimi di sicuro, ma non così ecccelsi alla fine, o forse si, dipende dai gusti.
    Vado piano con Lucia Berlin…. chi l’ha letta qua non si manifesta, perchè??

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  19. Avatar claudio
    claudio

    Partecipo poco alle discussioni ma vi leggo piacevolmente giornalmente.Intervengo normalmente quando leggo un libro che mi è piaciuto particolarmente per farvi partecipi dell’emozione che ha suscitato in me.Questa volta invece di un libro vi propongo un filmato dell’affabulatore Baricco nelle letture che ha proposto a Mantova e poi riproposte anche a Roma.Sono appena ritornato da un viaggio in Iran quindi mi ha particolarmente interessato la storia di Alessandro Magno conquistatore dell’Impero persiano nella battaglie con Dario Re dei Re.Contestualmente racconta dell’importanza dello storytelling.Veramente un ora e mezzo di grande cultura.
    http://video.repubblica.it/mantova-lectures/mantova-lectures-alessandro-magno-sulla-narrazione/256677/256925?ref=HRESS-2

    Ciao a tutti,

    Claudio

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  20. Avatar camilla
    camilla

    @ claudio ho letto Baricco che qui e’ nel settore che gli si addice. Un misto tra attore e studioso e raccontatore insuperabile. Una cosa cosi’ senza Baricco sarebbe persino noiosa invece sono rimasta onchiodata ad ascoltarlo. Mi e’ anche meno incomprrnsibile la quedtione dello storytelling su sarebbe bello che si espromessero tutte/i anche con esempi. Ti ringrazio molto deļ
    bellissimo video. Stupefacente il FATTO come elemento privo di identificazion e il potere di creare una Storia che ormai ha il nome americano ( sentono il bisogno della …concretezza della teoria e pratca divenute tutt’uno mah !) la storytelling narrata dal modo di rappresentarsi… interessantissimo. Grazie
    ancora. cam

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  21. Avatar cristina
    cristina

    Cam, stavolta ti boccio, scrivi TROPPO male, non si capisce un pif

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  22. Avatar carloesse
    carloesse

    Cri, io l’ho letta la Berlin, prima dell’estate scorsa ed ho già manifestato allora (insieme a qualcun altro se non ricordo male) forte entusiasmo di fronte a questi suoi racconti. Non potrei che ripetermi….

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  23. Avatar cristina
    cristina

    ah ecco, il Carlo, eri tu che avevo letto LA Berlin (uff ma sarai noioso co sta roba degli articoli…)!
    Comunque che racconti pazzescchi eh? vado avanti piano, perchè vanno digeriti…

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  24. Avatar carloesse
    carloesse

    Sono andato a rivedere: in effetti ne avevo parlato molto brevemente mentre ancora lo stavo leggendo per confermare le gran belle impressioni che prima di me aveva postato Domenico Fina. Metto qui allora un breve estratto dalla mia recensione fatta per un altro sito:
    ” … Da questi racconti, a volte brevissimi, in pochissimi casi eccedenti le 15-20 pagine, gronda una vita vera, vissuta con enorme passione anche quando è dolorosa e difficile, ed emerge un indiscutibile talento nel sapercela raccontare con stupefacente naturalezza, estrema sincerità e ricchezza di colori, di sfumature, di senso di umana comprensione del mondo, in modo secco, senza alcun orpello, senza falsi pudori, senza sentimentalismi, autocompiacimenti o autocommiserazioni, con una concisione e capacità di sintesi (Checov insegna) efficace e magistrale, che è quanto si deve pretendere dalla forma-racconto…”

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  25. Avatar cristina
    cristina

    sottoscrivo, e c’è sempre tanto dolore dentro, ma proprio tanto

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  26. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Non sono in grado di difendere “Piccolo mondo antico” dalle vostre accuse di essere un libro “vecchio” (i gusti sono gusti), lasciatemi almeno spezzare una lancia a favore del suo autore.

    Antonio Fogazzaro era rosminiano convinto e del filosofo roveretano condivideva alcune critiche mosse alla chiesa: era poco evangelica, formalista e autoritaria. Era cattolico liberale e progressista, come il Manzoni, e proprio come Don Lisander, sul rapporto tra stato e chiesa concordava con Cavour: “Libera Chiesa in libero Stato”; nella caduta del potere temporale vedeva un segno della provvidenza: solo disancorata da qualsiasi potere la chiesa avrebbe potuto rigenerarsi e purificarsi. Seppe esprimere queste idee, molto poco in linea con i dettami curiali di allora, e non è un caso che un paio dei suoi libri furono messi all’indice

    • “La vita di Antonio Fogazzaro. Dalle memorie e dai carteggi inediti”, Tommaso Gallarati Scotti, introduzione di Carlo A. Mandrignani, Mondadori, 1982

    Premetto che su Fogazzaro ho letto poco, per la verità solo due capitoli di questa biografia di Gallarati Scotti (anch’essa definita vecchia); per quanto poco informata, mi sbilancio a dire che a me sembra fosse un uomo onesto, coerente e anche coraggioso. Riprendo una citazione del biografo e concludo dicendo che era “cattolico penitente e impenitente liberale”. Da atea del XXI secolo mi viene da dire: ce ne fossero!

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  27. Avatar camilla
    camilla

    @marian cara marian ancora una volta mi sento di ringraziarti per la tua grande sincerita’ che mi fa molto bene. Infatti mi chiedo perche’ io mi sia sentita in dovere di assumere verso PICCOLO MONDO ANTICO un atteggiamento ” snobbante” . Cosa vuol dire che e’ vecchio. Certo non e’ un metro accettabile di giudizio. Forse perche’ in quel romanzo si parla di “patria e famiglia?”Forse perche ho letto quel romanzo tantissimi anni fa’ . insomma ti ammiro. Tu cerchi di capire , di saperne di piu’ su quello che ” incontri” nella lettura. Sei cosi’ attenta e gentile e sai di Fogazzaro tante cose che io se mai le ho sapute ora le avevo dimenticate, eppure ho dato un giudizio. Preziosa sei per me.Un elemento equīibratore. ciao bella☺💞b

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  28. Avatar Dani

    @Mari è impagabile, informata ed è persona cortese, virtù rara di questi tempi e io, come Camilla, l’apprezzo….ti apprezzo tanto. E grazie al tuo consiglio, e di Edita, leggerò a breve Gosh che ho finalmente trovato. Appena finisco il brutto libro su cui arranco. Chissà perché non lo mollo. Forse perché ho conosciuto l’autore che me l’ha pure autografato. Soldi spesi male. Ve ne parlerò

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  29. Avatar Cristina
    Cristina

    E’ vero, Mariangela è cosi’, approfondisce, scava, è curiosa ( ma non di films ehehe) e rasserenante spesso.
    Anch’io la stimo e le sono affezionata per queste sue qualità, di donna e di lettrice.
    Anche se , devo dire, la vita di Fogazzaro sarà pur interessante e fuori dagli schemi, ma con l’opera ci incastra poco….
    O sbaglio?

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  30. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Editalara
    Ho preso nota del libro sulla fiaba, grazie

    @Camilla @Dani @Cristina
    Scusatemi, mi sembrano lodi non meritate, io scrivo qui di quello che mi diverte, di ciò che mi colpisce: sono io che devo ringraziare voi e Luigi (su questo argomento mi piacerebbe approfondire sull’altro articolo, quello dedicato a questo blog, di qualche mese fa).

    Cristina non so spiegare ora come l’opera s’incastri con la vita, la difesa di Fogazzaro era anche un pretesto per dire che certe informazioni poterle trovare “on line” è più che comodo (benvenuta la rete quando aiuta, altro che), ma rintracciarle calate in una biografia (pur datata), raccordate in un contesto storico e, soprattutto, suffragate da quanto l’autore ha scritto nelle lettere ad amici e a conoscenti, è tutta un’altra soddisfazione!

    Prendete per esempio questo fatto della vita di Antonio Fogazzaro. A seguito del successo di “Piccolo mondo antico”, nel 1895, fu nominato senatore del Regno da Umberto I; la nomina non fu approvata perché il nostro non poteva dimostrare di pagare 3000 lire di tassa erariale: scriveva a questo proposito lo scrittore vicentino a monsignor Bonomelli: “è come un invitarmi a dimostrare che sono alto due metri invece di uno e settanta”.

    • “La vita di Antonio Fogazzaro. Dalle memorie e dai carteggi inediti”, Tommaso Gallarati Scotti, introduzione di Carlo A. Mandrignani, Mondadori, 1982, pp. 289/290

    Questo volevo dire io, sapevo che l’elettorato passivo ed attivo era allora legato al censo, ma non immaginavo che neppure una nomina regia potesse scavalcare la commissione senatoriale: è la lettura che cala tutto nel reale, che dà concretezza, come dire, che ci fa toccar con mano. Garantitemi cent’anni per i miei due occhi, cento mila euro di censo (annue nette e senza dover lavorare) e gli epistolari me li leggo tutti!

    Comunque, solo per raccontarvela fino alla fine, le porte di Palazzo Madama a Fogazzaro si sarebbero aperte solo nel 1900, dopo che le sue entrate (presumo proprio grazie a “Piccolo mondo antico”) avevano soddisfatto le condizioni reddituali poste dalla legislazione di allora.

    Ciao,
    Mariangela

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  31. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    Hai letto MORFOLOGIA DELLA FIABA di Propp?
    Te ne parlavo in un post giorni fa, ma non lo trovo più.
    Va distinta una fiaba popolare dalle origini remote da una fiaba d’autore, costruita sulla base delle tecniche narrative tipiche del racconto breve, ma non antropologicamente significativa come quella popolare.
    Ciao.

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  32. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Jezabel
    Deve essere successo qualcosa di strano con il post in cui segnalavi il lavoro di Propp (ti ringrazio): inizialmente non l’avevo visualizzato, ma ieri, usando la tavoletta, è apparso e l’ho letto

    @Cristina @tutti
    Cristina, mi chiedevi, anzi affermavi, che la vita dell’autore, pur interessante, “poco c’incastra” con la sua opera. A mio parere le parti di “Piccolo mondo antico” poco interessanti sono proprio quelle dove Fogazzaro ha riversato la sua preoccupazione di scrivere un libro moralmente utile: l’elogio del Risorgimento (vedi l’ultimo capitolo tutto amor patrio) e della fede (i dialoghi tra i coniugi sono a mio parere poco credibili) sono i due elementi che in certi passaggi possono renderlo oggi indigesto.

    Diciamo che forse l’autore doveva concedere qualcosa di più al bello e insistere di meno sulle lotte per l’unità d’Italia. Mi dirai, e qui torniamo alla vita, ma non era proprio quello il suo scopo? A questo proposito ci si potrebbe anche chiedere se sia lecito che uno scrittore cattolico esalti senza mezzi termini la guerra (nel libro la guerra è spesso invocata): dovremmo tirare in ballo un concetto che ha fatto molto discutere anche tra credenti, quello della guerra giusta.

    Ciao,
    Mariangela

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  33. Avatar Dani

    Dunque eccomi qui a parlarvi di CONFORME ALLA GLORIA di Demetrio Paolini. Quest’estate sono stata ad una presentazione del libro: lui è originario delle mie parti, pare uomo gentile e ha raccontato il lungo travaglio (8 anni) dell’opera. Sembrava interessante, comprato, autografato e messo in attesa. Ora l’ho letto. Amici che fatica. Mi spiace buttarlo giù, ma insomma, il parere è del tutto personale, come sempre del resto. L’ho trovato sconclusionato, un’accozzaglia di temi per renderlo appetibile, una sorta di Dan Brown d’élite. Ci si trovano i lager, la Thyssen Krupp, l’incendio del Duomo di Torino con la Sindone, l’anoressia, i desaparecidos, i transessuali, Abu Ghraib. Troppo!!! Mi sono chiesta quale fosse il collante e l’unico che vi ho trovato è un generico disagio esistenziale, forse più in dettaglio il senso di colpa di chi sopravvive più o meno fortuitamente (presente il tema trattato da Levi ne I Sommersi e i salvati?). Non dico non vi sia un disegno all’origine: l’azione si svolge tra la Germania e l’Italia balzellando tra il 45 e l’oggi e i due momenti sono collegati da un dipinto e dai fantasmi che lo stesso suscita in vari personaggi, ma l’azione, così frammentata, perde spesso tensione, cede. Le motivazioni che innescano le scelte non sono chiare: espiazione, colpe ereditate li rendono spettri che brancolano nella vita, come tra le mani di un invisibile burattinaio. Azzardo l’ipotesi che la lunga gestazione abbia portato l’autore a rivederlo troppo, appesantendolo, ma questo bisognerebbe chiederlo a lui. In effetti si dovrebbe andare agli incontri di questo tipo avendo già letto i libri, così ogni dubbio potrebbe essere chiarito.
    Comunque della trama vi ho detto poco, così se qualcuno lo legge, mi dice la sua. Sarebbe interessante davvero per me avere un altro parere in questo caso.

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  34. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    cose da pazzi, insomma!

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  35. Avatar Cristina
    Cristina

    Cara Dani, non è che mi sia venuta proprio una gran voglia di leggerlo sto libro eh…

    Invece io proseguo piano piano coi racconti – spesso di 2-3 pagine, a volte poche di più – di questa incredibile Lucia Berlin.
    Intanto qui – rispetto all’america perbene e borghesuccia di tanti altri libri – c’è un’america davvero scarruffata, sofferente, squinternata e spesso marginale ma viva, vera, con la carne esposta ma mai urlata, c’è sempre un tono di fondo vagamente scanzonato ma pietoso e non giudicante ( perchè di certo quasi tutto quel che racconta è esperienza personale appena trasfigurata).
    C’è l’alcol, la droga, le disintossicazioni, ma anche il dolore di due sorelle ( racconto bellissimo) appena ritrovatesi, c’è una settimana pazza in Texas con uno scrittore scorbutico (altro racconto bellissimo) , c’è anche tanto sesso disinvolto ( se mai lo è il sesso, realmente), una vecchiaia vista con rispetto e una sorta di tenera compassione, il tutto con un linguaggio scarno, asciutto, apparentemente colloquiale ma perfetto, perchè non è minimalista se non nel senso che sottraendo gli aggettivi ti lascia davanti ai fatti, alle persone scorticate, alla nudità delle creature ferite dalla vita e alle loro – a volte misteriose – risorse.

    Uno scandaglio di tanti piccoli racconti che però sono legati da una specie di circolarità, di fatto si sa/si capisce che è spesso l’autrice stessa la protagonista dei fatti o dei sogni, e il fatto che siano tanti racconti separati non li slega, anzi. E’ come un mosaico vagamente scosso, con delle tesserine spostate, scollate, ma che hanno tutto un senso comune. Come un quadro di Picasso a tre dimensioni.
    Sono davvero molto colpita da questa scrittrice e dalla sua visione della vita e dalla sua scrittura leggera ma acuminata.
    Non so se piacerebbe alla mia Cam, ma vorrei che la leggesse…

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  36. Avatar wwayne

    Ho appena letto su un sito molto affidabile (http://www.mymovies.it/cinemanews/2016/135383/) che gli incassi del nuovo film di Pif sono insoddisfacenti. Chi ha a cuore le sorti di questo regista vada a vedere il suo film, ché sembra averne un gran bisogno…

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  37. Avatar Dani

    @Cristina lo so lo so. Ma magari un masochista di passaggio haha
    Comunque perché, mi domando io, bisogna appesantire così certi libri. È un po’ come la cucina di mia nonna: buona perché ci metteva “tanta roba”. Ma vuoi mettere la bontà di un banale uovo sodo mangiato così? Toh, giusto un po’ di sale se proprio vuoi.
    Poi ci ho pensato su ancora. Certe tragedie sanno essere trasmesse SOLO da chi le ha vissute sulla pelle o comunque ne ha avuto esperienza diretta. Penso a Levi, Rigoni Stern, Grossman (Vassilj) e molti come loro

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  38. Avatar camilla
    camilla

    @ cristina Non ho letto Lucia Berlin e forse la leggero’ .Mi dispiace un tantino che di scrittrici americane, grandi maestre di romanzo ma anche di celebri magnifici racconti non si sia mai parlato qui.E il termine di paragone per la bellezza di un racconto sia il grande Checov.E allora Maupassant? Eppure c’e’Shirley Jackson (p.es LA LOTTERIA !!!) c’e’ Edith Pearlman co VISIONE BINOCULARE e decine di altre gra ndissime, che hanno scritto impareggiabili racconti.La Mariangela mi ha insegnato che parlare di cio’ che concerne un oggetto ( es. un racconto) e’ bellissimo. E allora dico anch’io che attorno alla Berlin ci sono mondi di racconti americani impareggiabili che servono per capire quello che ancora non si conosc. Non si capisce un pif dici tu cri, pazienza. ciao a tutti

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  39. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Dani
    Dani, guarda, proprio perché sono qui sommersa da tre libroni, uno in competizione con l’altro, ma molto belli e non interrompibili tutt’e tre, altrimenti “Conforme alla gloria” di Demetrio Paolini lo leggevo io: l’ho scaricato, ne ho lette dieci pagine e ho visto che parla del passato di una famiglia fortemente compromessa con il nazismo; c’è un nonno che muore, un figlio che da Amburgo deve recarsi a Ratisbona per la lettura del testamento e c’è anche un nipote che, visto così, sembra piuttosto indifferente. Ho letto anche un pezzo che riferisce della Berlino dell’immediato dopoguerra: forse un po’ stereotipato, ma con quello che c’è in giro, ad avere tempo, non deve essere neppure così illeggibile.

    Ti chiedo per il futuro: il romanzo è quindi incentrato sulla memoria famigliare a proposito del passato nazista? Voglio dire: l’argomento che nelle prime pagine sembra essere quello predominante (rapporto con le colpe dei genitori) viene poi mantenuto nel prosieguo?

    Ciao,
    Mariangela

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  40. Avatar Dani

    @Mari rispondi al volo perché vado a Torino (museo d’arte orientale). Si l’argomento è quello, aggiungo dolore anche per le proprie colpe. Ma con un inutile contorno. Leggilo, non è lunghissimo…poi mi dici. Ciao

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  41. Avatar Cristina
    Cristina

    Camilla,
    ma non ti devi inalberare , se uno/a parla bene dei racconto di Lucia Berlin non vuole dire che magari anche altri di altre scrittrici non siano belli. O no?
    Cechov passa per il maestro del racconto, è quasi un topos linguistico, quindi non è così strano citarlo come esempio .
    I francesi sono molto meno conosciuti, purtroppo, ma hai ragione, Maupassant è semplicemente geniale.
    Penso che la letteratura francese – meravigliosissima – sia poco conosciuta, e sempre meno, in Italia. Abbiamo delle impermeabiliotà, fra noi e i francesi, reciproche credo. che peccato.
    Perchè Maupassant, Balzac, Stendhal,Hugo, e pure un po’ Zola…quella si’ che è grande, grandissima letteratura! Leggetela amici e amiche se non li conoscete.

    Mariangela,
    per quale masochistica ragione vuoi leggere un libro che Dani ha stroncato in modo così ben argomentato? Hai così tanto tempo? MA leggi Berlin, o Maupassant ( lo conosci Guy de Maupassant??), piuttosto che perdere tempo a leggere un libro che … ecco.
    Ma cosa ti spinge mia cara ? io non riesco a capire.

    Vado avanti con Berlin: davvero toccante, acuta, asciutta, con tanto cuore ( e tanta ironia).

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  42. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti @Dani @Camilla
    Purtroppo non ho tanto tempo quanto ne vorrei da dedicare ai libri, è però vero che quando posso (ieri abbiamo guadagnato un’ora, oggi sono a casa e domani è festa!) mi piace seguirvi anche nelle stroncature. Ho avuto la possibilità di scaricare il libro citato da Dani e l’ho iniziato, in questo caso, essendo l’argomento della memoria storica un po’ un mio pallino, ci ha giocato il tema del libro (che ora non posso proprio leggere, ma di cui posso segnare il titolo per momenti migliori).

    Talvolta i libri si possono anche solo guardare, giusto per farsi un’idea, anche per capire quello che ha scritto un altro partecipante del blog. La libertà di scegliere una propria modalità di lettura rientra nelle libertà del lettore ed è quella più difficile da far accettare (mi ripeto, ma è un fatto).

    Vi dirò di più, visto che Camilla mi è sembrata piuttosto appassionata, nelle sue indicazioni di ieri, e considerato che “La lotteria” l’aveva già citata e a me non era piaciuto, non ho voluto arrendermi: mi sono procurata anche l’altra raccolta di racconti da lei segnalata: “Visione binoculare” di Edith Pearlman; ho già letto un racconto intitolato “Il cappotto” e posso dire: mi spiace di non avere spazio, subito, per continuare questi racconti perché mi sembrano proprio belli.

    Oggi però basta full immersion, bisogna fare come Dani che è andata a farsi un giro.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  43. Avatar Cristina
    Cristina

    a proposito di giri. ieri sono stata a un’oasi della Lipu ( garzette, aironi vari, gabbiani e molte altre speci) e poi al mare per due ore dove tutti erano in costume e alcuni in acqua. Caldissimo!!

    nonsolo libri, certo

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  44. Avatar wwayne

    Ho appena finito un altro libro di Joyce Carol Oates, “Jack deve morire.” Un remake di “La metà oscura”, e la scopiazzatura è dichiarata, perché l’autrice cita direttamente King almeno una cinquantina di volte in tutto il romanzo.
    Ma il problema non è la scopiazzatura. Come mi pare di aver già detto su questo gruppo di lettura, per me puoi infarcire la tua storia di cose viste e riviste, puoi perfino copiare un’idea da capo a piedi, e a me non importerà un fico secco: io ti giudicherò soltanto per la tua capacità di intrattenermi.
    Il problema è che la Oates ha preso un’ottima idea di base (anche se non sua), l’ha sfruttata ottimamente per 200 pagine, e poi è deragliata completamente nell’ultima parte del romanzo.
    E’ la terza volta di fila che mi delude: “Il maledetto” l’ho mollato prima della fine (non mi era mai successo con lei), “Due o tre cose che avrei dovuto dirti…” ci ho messo tantissimo a finirlo (altra brutta novità nel mio rapporto con quest’autrice), e adesso questo libro che al massimo della forma la Oates avrebbe gestito in tutt’altro modo. Anzi, al massimo della forma non l’avrebbe neanche scritto, perché la Oates che conosco io non ha bisogno di scopiazzare nessuno. Spero che si riprenda presto.

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  45. Avatar Dani

    Ciao. Ho gli occhi pieni di meraviglie orientali. Poi sono stata a una mostra con Reportage da zone di guerra. Le fotografe tutte donne, brave e coraggiose. Una di loro morta giovane nella Repubblica Centroafricana.

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  46. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    per la prima volta nella mia vita non ho con me un libro e sono in giro per la Val d’Aosta… Meraviglioso posticino.

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  47. Avatar wwayne

    @Jezabel: Anch’io qualche giorno fa ero quasi nella stessa situazione: avevo quasi finito “Jack non deve morire”, e non avevo un sostituto pronto. Mi è venuta incontro per puro caso una bancarella dell’usato, dove ho trovato un romanzo storico ambientato in epoca romana. Per un classicista come me, semplicemente il top! 🙂

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  48. Avatar wwayne

    P.S.: Ovviamente, buona vacanza! 🙂

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  49. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @WWayne
    VOLUTAMENTE non ho portato un libro…

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