I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    Le proposte di sostituzione di Manzoni sono tante … anche molto “squilibrate”. Il problema è che Renzo e Lucia presentano riflessione sulla lingua, sistema dei personaggi, trama avvincente, ambientazione aderente al vero etc etc ineguagliabili!!!

    Naturalmente IL GATTOPARDO, Verga (I MALAVOGLIA e MASTRO DON GESUALDO), I VICERE per noi della Trinacria hanno un fascino in più. Tutti letti e riletti.

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  2. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    Dimenticavo di dirvi che stavolta non sono a scuola ma nel mio lettone, in mutua (come si dice da queste parti). Troppa moto nel week end, forse?
    Odio rimanere a casa…

    @Wwayne
    non mi ricordo la nostra discussione su Saviano. Probabilmente ho detto che nutro un certo fastidio quando appare in TV, pur apprezzando moltissimo il suo lavoro, Gomorra, in particolare, considerando a quale età l’ha scritto. Insomma, non riesco a seguirlo, con tutte quelle pause.

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  3. Avatar Cristina
    Cristina

    Robertino Saviano…è timido, Jezz,e ancora, dopo tanti anni, fa una vitaccia. Cerca di capirlo, lui nasce di penna, non di parola detta. Per me è mio figlio.

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  4. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Cristina
    ci mancherebbe. L’ho anche difeso a spada tratta proprio nella sua terra durante una paradossale discussione all’interno di un carro attrezzi che trasportava la mia auto (avventure di viaggio in stile Cohen). Però dopo un minuto che parla io comincio ad avere prurito ai piedi…

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  5. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cri ti credo! io al cinema litigo con tutti ogni volta praticamente, mi è capitato persino con centauri tutti piercing e frange di pelle! era un film d’azione in quell’occasione ma il pic-nic patatine e 12 lattine di birra mi è parso esagerato!! comunque ci sono una maleducazione e un menefreghismo in giro che non tollero più, così ormai vado quasi solo a vedere i cartoni con la mia bimba che allora si ride e si sta sereni, e per fortuna a casa ho un mega schermo da 65 pollici 😉

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  6. Avatar camilla
    camilla

    @ tutti. io penso che togliere il Manzoni dalla scuola sarebbe uno sbaglio senza ritorno. I PROMESSI SPOSI ( de resto come ogni lettura scolastica) dovrebbe essere trattato comemerita.
    Canto anni fa’ una prof. meravigliosa ( del liceo classico) decise di insegnarci i p.s. sceneggiandolo. Partecpammo tutti con entusiasmo. Vennero distribuite le “parti” e a ogni lezione ogni “attore/trice” recitava
    ovviamente a memoria la sua. Le parti descrittive vennero distribuite tra coloro che
    leggevano con maggiore chiarezza.,e piano
    piamo lo spettacolo di voci e personaggi prese
    una vita straordinaria. Ovviamente a turno tutti
    interpretavano i personaggi. Fu una magnificenza. Io ricordo spesso e nella mia memoria sono ora padre Cristoforo, il perfido don Rodrigo e Lucia e il cardinale Federigo e don Abbondio.E le invasioni barbariche, la monaca di Monza, e la peste che..scendeva da uno di
    quegli usci…E oggi amo Manzoni e spesso rileggo
    qualche pagina speciale con grande piacere.ciao
    . cam

    qualche pagina speciale. Naturalmente questa meraviglia di coinvolgimento totale( si rise anche moltissimo) venne interrotto brutalmente dal preside. ma oramai un folto numero di ragazze si era perdutamente innamorato del romanzo edella gioia della lettura.ciao a tutti.

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  7. Avatar camilla
    camilla

    E’ successo un casino con sto coso che mi sfugge tuttavia ma chi vuol esser lieto sia.

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  8. Avatar Cristina
    Cristina

    ahah Cammm, quindi hai un motivo PERSONALE e bello per amare I promessi sposi. Boh, io non li rileggo, credo che sia un bel libro ma non mi prende sta misericordia sparsa ovunque. Nonostante l’arguzia del buon Lisander.. Ma chi son io per dirlo?
    ehh non ci sono più i prof di una voltaaaa (ora si leveranno gli scudi ihihih)

    sto finendo il libro molto bello di cui vi parlerò e ho appena acquistato questo libro di cui tutti/e parlano Le Ragazze di Emma Cline di cui ha detto benissimo stamattina a Quante storie la mia adorata Michela ( con cui mica sempre concordo, sia chiaro). qualcuno/a lo ha già letto??

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  9. Avatar camilla
    camilla

    @cristina. ha un certo odore di speculazione questo “ballon” di Emma Cline. LA RAGAZZE. Oggi si esagera nel dividere in scaglioni di categoria ” gli adolescenti”. le adolescenti le ragazze appunto come se fossero una unica massa omogenea con comportamenti ” senza scampo”.Lo sballo, il sesso, i gusti, le idee.e chi più ne ha. Ma chi sono sti adolescenti se non individui tutti diversi tra loro accomunati per un
    tempo assai breve dall’ eta anagrafica e basta. E così. sono catalogati “i giovani” i vecchi dettianche “anziani” che si fanno sempre
    Uimbrogliare e derubare, o che sono troppo soli. E giu’ di luogo comune e di estrema speculazione di cui ifarcire i media per guadagnarsi l’interesse della “gente”
    e farci grossi affari. Le ragazze sno tutte diverse
    una dall’altra prrcio’ questo plurale mi lascia molto sospettosa Mi dette fastidio, pochi anni fa’
    anche il libretto di Serra GLI SDRAIATI che
    mando in visibīlio masse di insegnanti e genitori
    l’pinione Comune. Ecco ” i miei sono cosi’ “Io ho sempre conosciuto ragazzi Che vanno di corsa, Che giocano a calcio Che fanno un sacco di cose ridono e piangono e sono estremamente diversi tra loro.Be’ mi diceva un simpatico papa’ ” i miei sono sdraiati” e le “ragazze” ? Alla larga da certi
    romanzi lanciati sulle prime pagine per

    accarezzare gli intenditori di luoghi comuni.E per fare soldi.

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  10. Avatar camilla
    camilla

    RAGAZZE Che studiano danza o fanno scalate in montagna o fanno le attrici o le pulizie negli uffici o lavorano in um bar o studiano astronomia o fanno figli o vanno nello spazio .O studiano gli insetti o mille altre cose DIVERSEtra loro.RAGAZZE CHE SCRIBACCHIANO IN UN BLOG.Ragazze.Tutte diverse.

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  11. Avatar Cristina
    Cristina

    Cam, guarda ogni tanto parti per la tangente sbagliata!
    ma perchè cavolo parli solo di un titolo? che ne sai di questo libro? sai di cosa parla? parla di una strage, dei guro togli cervello americani e di tanta morte,o santapazienza!
    UFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF

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  12. Avatar Dani

    Ieri passo davanti a una libreria e vedo pannello pubblicitario gigante su Le Ragazze con scritta del tipo “il più grande caso letterario bla bla..”. Non lo comprerei solo per quello. Comunque Cri, bando ai preconcetti, leggilo e raccontaci. Aspettiamo notizie

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  13. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Cristina @tutti, proprio qualche giorno fa ho letto questo articolo di Baricco su “Le ragazze” scritto gìà due mesi fa mi pare; mi piace e mi sembra molto lucido, poi certo è pur sempre un’opinione.
    http://www.vanityfair.it/magazine/indias/16/07/22/alessandro-baricco-archivio-generale-de-indias-romanzi-americani

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  14. Avatar Laura
    Laura

    Buongiorno…
    Sulla “La Stampa” di ieri lungo articolo di Michela Murgia sul libro in questione…alla fine del quale lo associa a “piccole Donne”
    “Mi era familiare il tentativo tutto femminile di fare famiglia attorno a presenze maschili che si pesano in assenze, e d’improvviso e’ arrivata la memoria del classico adolescenziale Piccole Donne, insieme al sospetto che le ragazze di Cline siano apparentate contro ogni logica proprio con le quattro sorelle March….obbediscono al medesimo bisogno di raccontare un tempo fragile della vita in cui nessuna e’ come o dove vorrebbe essere, quel momento e’ un abisso da qualunque parte lo si guardi “..
    Buone letture a tutti.

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  15. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Laura, Baricco evidentemente è di tutt’altra opinione 😉

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  16. Avatar Laura
    Laura

    @EditaLara
    non ci rimane che aspettare il giudizio di Cristina..i libri tanto sponsorizzati mi lasciano sempre molto titubante..

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  17. Avatar carloesse
    carloesse

    Beh, io ho letto diverse recensioni di queste “Ragazze” caso editoriale americano largamente strombazzato in giro. Le ragioni di puro Marketing ci sono sempre in questi casi, e spesso rendono il libro antipatico ancora prima di leggerlo. Sicuramente generalmente non invogliano a comprarlo (almeno me), facendomi storcere il naso.
    Ma in questo caso do ragione a Cristina. Il libro è strettamente ispirato al “caso Manson” e alla setta hippy che all’epoca (guidata dal satanico guru) compì la strage in cui perì anche la bellissima Sharon Tate (moglie di Roman Polansky). Il gruppo che compì il crimine era composto principalmente di giovani ragazze (tre, più un solo uomo, di nome Charles Watts- mi pare), spinte e affascinate dal loro leader (Manson) che non vi partecipò materialmente.
    Il libro della Cline si ispira a questo fatto, che molto colpì la mia fantasia di adolescente all’epoca, che idealizzava gli hippies come “figli dei fiori , tutti “peace & love”, e le ragazze generalmente come anime innocenti, a volte traviate dalla perversa mente di perfidi maschi.
    Mi stupirono candidamente le interviste con le colpevoli, che ammisero di subire il fascino del sesso sfrenato, delle droghe, della violenza contro chi poteva essere considerato un nemico per ragioni idiote, e questo genere di cose.
    La strage dischiuse i miei occhi di candido ragazzino, e mi spinse a guardare il mondo sotto aspetti diversi: la realtà è molto più complicata di come uno se la immagina nell’infanzia e nella pre-adolescenza.
    Vedere quel mondo sotto gli occhi di una ragazza di quell’epoca mi incuriosisce ancora, e sembra che la Cline sia stata molto brava a ricrearlo.
    Fra l’altro uno dei soggetti principali (Manson) doveva essere il protagonista di un romanzo mai finito, e mai pubblicato, del mio amico triestino Idefix (Luciano Comida), giornalista e autore di diversi libri per ragazzi aventi per protagonista il giovane Michele Crismani (pubblicati da Einaudi) .
    La sua prematura scomparsa lasciò in sospeso il suo progetto, che doveva indagare i rapporti tra Charles Manson (musicista frustrato dagli insuccessi oltre che piccolo criminale fin da giovanissimo, già prima di inventarsi la setta di cui divenne il guru) ed il noto produttore discografico Phil Spector, oltre che dei suoi rapporti con i Beach Boys ed il loro batterista David Wilson.). Luciano- Idefix (“il ringhio di Idefix” era il suo magnifico Blog) era una splendida persona, e mi piace ricordarlo anche qui, a cinque anni dalla sua morte.
    Manson doveva essere rimasto una sua personale “ossessione giovanile” così come lo fu per me (eravamo coetanei).
    Per tutte queste ragioni comprerò il libro e lo leggerò avidamente, a prescindere da tutto ciò che si dice e che ancora sarà detto.

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  18. Avatar camilla
    camilla

    @ editalara. @ cris @ dani et laura.
    Grazie per l”articolo di Baricco . Mai un esteta della letteratura come Baricco avrebbe potuto ” confondere un grosso kitsc , soldi falsi Che fanno guadagnare soldi veri, con la letteratura. Ho trovato disgustosa la descrizione del padre Che Baricco riporta, virgolettato. Disgustosa e ovvia. Anche qui 50(erano 50?) sfumature di sanguinolente “tragedie” in scatola che copiano le cronache nere che livellano tutto.
    Pane quotidiano di un pubblico che si nutre di donne ammazzate e di reali delitti. Sai cris non e’ necessari mangiare una cosa che manda un pessimo odore. il gioco e’ fatto il grande successo assicurato.
    Ahh!les americains.

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  19. Avatar Cristina
    Cristina

    allora, io sono contraria ai pregiudizi, ma ne ho anch’io e parecchi. In questo caso, se non avessi sentito la recensione di Murgia, avrei pensato probabilmente quello che dice Camilla, e credo che avrei avuto torto.
    Poi magari il libro non mi piacerà. Dopo leggerò Baricco, di cui ho meno stima letterariamente di Michela Murgia ( mi piace su altri piani che ho già detto, inutile ripetersi).
    Ma scagliarsi a priori e con grande foga – senza sapere nemmeno di cosa parla un libro – mi pare proprio sbagliato.
    Ripeto, c’è motivo di essere sospettosi/e ,poi gli americani si sa… ma il beneficio del dubbio va dato.

    Manda cattivo odore Cam? bè, anche il gorgonzola manda cattivo odore epperò…. Dai, calmiamoci e vedremo.

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  20. Avatar Dani

    Finito La Resistenza perfetta. Sono un po’ delusa, devo ammetterlo. E’ un ibrido, non è un saggio, non è un romanzo, non si capisce bene lo scopo se non, forse, il desiderio di equilibrare panzanate sul post-resistenza (leggi Pansa). Non che io cerchi necessariamente letture che si inquadrano in canoni precisi, ma insomma, sono un po’ spiazzata. Vi sono dei dati, cifre di morti, eccidi, poi le vicende di alcuni personaggi, ma tutt’altro che definiti. Scrittura che non procede, si legge con un costante senso di attesa che “venga il bello”, che però non arriva mai. Insomma se si voleva scrivere un saggio forse occorreva un linguaggio diverso e maggiori approfondimenti, se si voleva raccontare una storia allora meglio fare prima un corso alla Holden.
    @Mari ti ho stoppata per leggere senza influenza alcuna, ma ora mi piacerebbe il tuo giudizio.
    @Mari e Edita. Alla biblio non c’era Il mare di papaveri. Che frustrazione, non trovo mai niente lì,troppo piccola e il mio budget ora non mi consente acquisti. Dovrò tesserarmi in biblio più grandi o cenvertirmi all’e reader, ma uffa, non mi piace.
    Così mi sono presa ZOLLE di Marco Drago. Lui è scrittore più o meno mio coetaneo e abita a pochi km da me, frequentava il mio liceo (mai letto, era ora che rimediassi). Vi dirò.

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  21. Avatar camilla
    camilla

    @ cri. Vabbe’ lo sai per amor di polemica mi faccio prendere dai furori. Non pensavo certo di contraddirti . Non vale la pena di agitarsi ci sono maniere di leggere e maniere di considerare la grande arte di scrivere.Comunque ma douce il gorgonzola profuma, eccome. 😍

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  22. Avatar Cristina
    Cristina

    si, certo, Cam, profuma…di piedi! ahahah

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  23. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Dani @tutti
    Avevo letto il libro “La Resistenza perfetta” e avevo scambiato al proposito qualche pensiero con un amico di lettura. Dani, mi limito a riproporli qui sotto più o meno invariati.

    Innanzitutto devo dire che con la tecnica di De Luna, che si avvale tanto di materiale documentario quanto di fonti autobiografiche, io non sono molto a mio agio perché il discorso rimane un po’ sfilacciato e questo non mi aiuta a tratteggiare il quadro complessivo. Non so dire se sia un gusto di lettura o un deficit di comprendonio, ma io trovo che la scrittura sia di più facile presa quando l’autore, dopo avere illustrato i casi concreti, propone la sua sintesi senza annegare il lettore in un mare di eventi. Temo che questo giudizio dipenda proprio dalla scelta di base dell’autore, infatti, io ho trovato piuttosto pesanti proprio i passaggi in cui l’autore fa parlare direttamente i suoi personaggi riportando ampi brani dei loro diari (belli, tragici, sicuramente meritevoli di rispetto, ma che avrei preferito leggere a parte).

    Per le parti più propriamente storiche, quando sono stata in grado di metterle a confronto con le trattazioni di autori che avevo già letto, l’ho trovato meno incisivo, meno didattico, come dire, meno illuminante di altri saggi e, anche qui, temo che il mio scarso entusiasmo dipenda proprio dal fatto che il libro di De Luna un saggio in senso propriamente detto non lo sia, e neppure voglia esserlo.

    Ho lasciato per ultimo il punto più difficile, quello che avrebbe addirittura la pretesa (!!!) di arrivare a un giudizio sull’opportunità di scrivere di Resistenza nei termini proposti da De Luna. Mi chiedo: parlare della “Resistenza perfetta” aiuta a controbattere quel filone storiografico (“sangue dei vinti”, per capirci) che mira alla denigrazione della lotta partigiana? Ha senso proporre come “Resistenza perfetta” il caso resistenziale di un maniero, pur esemplificativo di quello che è stata la lotta nei luoghi non urbani, quando, se ho capito bene, i capitoli più scabrosi della Resistenza, quelli per molti anni sottaciuti e poco studiati, sono stati scritti nelle grandi città? E ancora: può la rappresentazione della Resistenza che De Luna ci consegna contribuire a fornirci gli anticorpi necessari per difenderci da una certa pubblicistica, non priva di seduzioni e di aspetti accattivanti, che mira ad un impatto psicologico, ad una reazione emotiva che può deflagrare tanto più potentemente quanto meno quei fatti sono studiati e conosciuti?

    Dani, sul prosieguo mi sono già espressa in un altro articolo di questo blog

    https://gruppodilettura.wordpress.com/2004/02/05/da-leggere-o-rileggere-giorgio-bocca-partigiani-della-montagna/

    Sintetizzando: trovo più coraggiosi quegli studi che mettono in evidenza aspetti poco noti della Resistenza, magari molto dolorosi, ma alla cui conoscenza non possiamo rinunciare. Mi riferisco al gappismo cittadino solo recentemente oggetto di analisi da parte della storiografia.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  24. Avatar Cristina
    Cristina

    Mari
    il gappismo cittadino è stato – nella resistenza – molto più marginale che le campagne sui colli o in montagna, Per molte ragioni, prima di tutte quella che nascondersi in città e avere armi era assai più difficile e poi per il pericolo di danneggiare subito dei civili in un’azione.
    Quando facevo “politica” ( fine anni 60 in poi) avevo letto un libro molto interessante al proposito
    Giovanni Pesce – senza tregua – la guerra dei GAP,
    magari lo riesci a trovare

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  25. Avatar Dani

    @Mari allora il nostro è un giudizio concorde (poi tu articoli bene, io sono sempre frettolosa..). Aggiungo solo che apprezzo del libro di Deluna l’aver sottolineato lo scandalo dell’impunità di molti criminali fascisti la cui ferocia si esercitava su innocenti con violenza inaudita. Un po’ di carcere e di ritorno alla vita “normale”. Ricordarlo ancora e ancora.

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  26. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Dani.
    Dani, ho visto che il mio commento, di qualche mese fa, ha dei punti di contatto con quello che hai scritto tu ieri, non ci siamo influenzate reciprocamente è proprio che la forma ibrida usata dall’autore ha spiazzato tutt’e due. Mi sento però di dire che, al di là dei miei gusti ed interessi personali, il libro di De Luna è un lavoro onesto e documentato.

    @Cristina
    Cristina, quello che la storiografia più aggiornata vuole mettere in evidenza è che il gappismo, spesso sottaciuto, mirava proprio a sensibilizzare la popolazione cittadina rispetto all’occupazione nazifascista; i GAP, voluti e organizzati dal PCI, dovevano provocare una reazione proprio tra i civili e, per raggiungere questo scopo, gli attentati terroristici erano necessari.

    Quello che intendo dire io è questo: sono aspetti che noi oggi, seduti nelle nostre poltrone, facciamo fatica a comprendere e a giustificare, ma uno sforzo per capirli dobbiamo farlo se non vogliamo avere della Resistenza una visione oleografica, e sforzo ancor più grande devono fare gli storici, studiandoli ed evitando di lasciarli nell’ombra dove sarebbero facile preda di mistificazioni e strumentalizzazioni.

    Ciao
    Mariangela

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  27. Avatar camilla
    camilla

    @ carloesse. Ho letto ora il tuo post dove dichiari che leggerai avidamente il pulp di questa emma perche’ quell’episodio apri’i tuoi occhi innocenti . Insomma finalmente hai capito che razza di delinquenti fossero “le ragazze”.crudeli assassine altro che virginali vittime di maschi cattivi e i figli dei fiori, non piu’ idealisti pacifisti ma…capaci di tutto. . Certo era necessario che
    una brava emma rivelasse quel brandello di
    tragedia dove ad agire furono “le ragazze” e”
    Charles Manson non era presente.E da questo
    esce un capolavoro che racconta come sono le ragazze di quell’epoca. Quella che e’ identica a
    questa epoca.l’ennesimo libro su Charles Manson ci mancava e a qualcuno verra’ voglia di disseppellire quella infame storia , mon dieu sono stati scritti quintali di libri e libelli sull’ affaire Manson e suo seguace Marylin Manson
    ecc.per merito di questa Emma.Ma c’ era bisogno di un’ altra macabra storia ,vera
    purtroppo , ma voluttuosa, prr sfamare lettori …stravaganti? ciao cam

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  28. Avatar Cristina
    Cristina

    ma, Mari. Non so chi ha una visione oleografica della Resistenza. Molti dici? io non ne ho idea
    Credo che i giovani non ne sappiano niente. Ahimè.
    In ogni caso io non ne ho certo una visione oleografica.
    Queste cose le so , e da molto tempo. Del resto essendo da sempre iscritta all’ANPI un po’ di partigiani li ho conosciuti, e i canti partigiani li canto col mio coro da almeno 10 anni, e non solo il 25 aprile. E ti assicuro che sono una miniera, non solo musicalmente. Ma qui a qualcuno dava noia che io li mettessi, per cui mi astengo, ho molti altri luoghi dove sono amati e apprezzati come testimonianza della nostra storia e dellla nostra Liberazione.

    Forse sono cose nuove per te e mi piace che tu ti occupi di Resistenza con la stesssa passione e la stessa puntigliosità che metti quando ti appasiona un tema!
    I Gap non erano solo del PCI, believe me…

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  29. Avatar Cristina
    Cristina

    ah Mari,
    nel caso ti interessasse documentarti sui canti partigiani c’è una sezione apposita nel meraviglioso sito che fanno da anni due miei amici http://www.ILDEPOSITO.org che raccoglie canti popolari italiani e del mondo dando conto dei testi, se ci sono degli autori ( ma il canto popolare in genere non ha un autore) della musica e c’è pure una parte di registrazioni sonore.

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  30. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Mari
    Cristina ti ringrazio per il sito dei canti popolari, anch’io ne avevo scaricati in modo da poterli sentire dal cellulare (per la verità, visto che mi piacciono gli inni, avevo scaricato anche canzoni che avevo cura di sentire solo con l’auricolare, per il gusto della musica e per curiosità storica, non certo per l’ideologia (avevo scaricato canzoni come “Giovinezza”, “Faccetta nera”, l’inno tedesco con la terza strofa giustamente proibita). Sta di fatto che prima di tirare definitivamente le cuoia (ha conosciuto un’agonia lenta), il cellulare faceva partire, senza che io avessi fatto niente, qualche pezzo musicale, tu capisci che fin che era “I’ll survive”, faceva ridere e va bene, ma quando attaccava qualche inno o canzone di lotta, tipo “Io son la mondina son la sfruttata”, in qualche situazione poteva essere veramente imbarazzante. Devo comprare un cellulare nuovo.

    Non pensare parli con sicumera di questi argomenti solo perché ho letto due libri, perché so che l’argomento è serio e so che altri hanno vissuto certe passioni prima di me, quello che c’è di (relativamente) nuovo è la storiografia che solo recentemente ha scandagliato certi aspetti prima ignorati.

    A mio parere, la visione oleografica della Resistenza è quella che è sopravvissuta nella versione ufficiale almeno fino agli anni ’70, quella che voleva l’intero popolo italiano essersi schierato contro il fascismo, che non ammetteva che consenso al regime c’era stato, che la inquadrava come secondo risorgimento, che non voleva riconoscere che, e questo penso sia il punto, in parte era stata anche guerra civile.

    Quanto ai giovani, non so, posso dirti che lo scorso anno sono andata a sentire una conferenza destinata agli insegnanti, proprio sul tema dell’insegnamento della Resistenza alle nuove generazioni di studenti (sono un travet, ma riesco a comprendere che tutto parte dalla scuola e non invidio chi ha certe responsabilità). Anche gli esperti che ho sentito hanno riconosciuto le difficoltà di parlare, senza imbalsamarla, di Resistenza a giovani nati nel XXI secolo. In quell’occasione ho appreso che gli esperti dell’INSMI, su richiesta, offrono lezioni mirate per le scuole, confronti di poche ore dove ai ragazzi viene illustrato in modo a loro comprensibile il materiale disponibile nelle varie sedi dell’Istituto.

    Visto che qualcuno aveva da ridire:

    Saluti,
    Mari

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  31. Avatar Cristina
    Cristina

    Carloesse, dovresti stare accorto. E’ già tre o quattro volte che mi dai ragione… non vorrai mica lusingarmi, spero… (ahahahaha)

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  32. Avatar Cristina
    Cristina

    ah questo è il link alla recensione di Murgia su Le ragazze di Emma Cline.

    http://www.lastampa.it/2016/09/27/cultura/emma-cline-piccole-donne-che-non-cresceranno-mai-e49Rg5C4SJf0maE3uPinlL/pagina.html

    Ho letto quella di Baricco, spumeggiante, in parte forse avrà anche ragione. Ci ho intravisto un filo di rosicatura, ma di certo mi sono sbagliata.
    Il suo focus è molto diverso da quello di Murgia.
    Del resto Baric pensa della letteratura americana quello che in buonissima parte ne penso io. Prodotti ben confeziuonati, lisciati, lucidati, piccola provincia americana…mmmmh. Ma stavolta voglio andare a vedere.
    Quindi me ne impippo comunque e sto libro lo leggerò, e vedremo, sono disposta anche ad esserne delusa. Anzi, vi dirò che parto un cicin prevenuta…ma chi lo sa.

    Intanto segnatevi questo titolo che merita realmente
    REGINA DI FIORI E DI PERLE di Gabriella Ghermandi- Donzelli- un bellissimo libro africano ( italo-etiope)
    COnsiglio caldissimamente. Bello, ben scritto, intelligente, rapinoso, pieno di vita. Con tanta ma tanta roba (in genere assai brutta) sulla nostra presenza di colonizzatori piuttosto infami.
    Ma questo è solo una parte del libro, che vive di crescita, affetti, saggezza dei vecchi di casa, prove di maturità, incarichi di tramandare la memoria, coraggi e resistenze, colori, profumi, emigrazione, amori, e corpi.
    Nei libri dell’Africa centrale il corpo c’è, si sente, è presente, ingombra la pagina, ti viene addosso, morbido, sudato, tenero, pieno di rughe, è un corpo caldo, la gente si tocca, e si interroga sui propri pensieri e sulla propria anima anche col corpo. (nei libri del Maghreb questo NON succcede)
    Davvero aria fresca!! L’Etiopia è una scoperta, come lo fu la Nigeria con la meravigliosa Chimamanda.

    Cam almeno tu LEGGILO!!!
    ( si il titolo fa venire la pelle d’oca , lo so, ma io non posso farci niente…)

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  33. Avatar camilla
    camilla

    @ cri oggi stesso mi procuro REGINA DI FIORI E DI PERLE. I titoli non contano niente: fanno parte di alcuni piccoli crimini degli editori. Ho letto la stralunata recensione di Murgia.Mi e’ sembrata degna di una baruffa molto grossa inoltre mi rendo conto che questo libro ( una inaccettabile “asfaltatura” di tutte le adolescenti di ogni epoca oltre alla banalissima idiozia che la colpa e’ della madre : balocchi e profumi soltanto per te , mormora la bambina e inevitabilmente di padri che se ne sono andati e basta e avanza)
    di fiumi di sangue parlava Baricco nella sua recensione e di fiumi di sangue parla la Murgia.
    Il parallelo con le piccole donne…proprio demenziale.
    Insomma bella signora ( chi e’ questa bella signora? mi chiesto mia figlia mentre spippolava col mio cell.tra le foto. Una mia amica , ho risposto io , orgogliosa. Sembra una diva del cinema francese ha detto lei, somiglia alla(??) quando era giovane. Te l’avevo detto anche io. )

    ciao e non ti arrabbiare. Nel blog sono tutti per te. Anche io ma sui libri non sempre.
    Insomma dopo tutto cio’ le ragazze di cui si serve questa emma mi sembra sempre piu’ orrido.

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  34. Avatar cristina
    cristina

    ahahah nel blog sono tutti per me??? buona questa.
    ciao Cam.
    Io amo Murgia, tu no, appena c’è una sanguignità tu ti ritrai, oramai ci conosciamo!
    Io parlerò di Emma Cline SOLo dopo averla letta, il resto sono elucubrazioni e pre-giudizi, anche miei.
    Psst ringrazia tua figlia eh

    Il titolo è di Gabriella Chermandi, non dell’editore
    http://www.atsetewodros.org/gabriella-ghermandi/#

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  35. Avatar cristina
    cristina

    “Baricco…la Murgia, “ufffa Cam pure tu, e piantatela su. o l’articolo davanti a maschile e femminile o niente articolo davanti a nessun cognome, cavolo! non è difficile da capire

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  36. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Ho letto le prime 100 pagine (ossia un terzo del libro) de Le ragazze di Emma Cline. Anzitutto vorrei dire che nella recensione Michela Murgia attribuisce 13 anni a Evie Boyd, la protagonista, sebbene ne abbia 14, non è un particolare da poco, visto che viene ripetuto ben 7 volte che ha 14 anni; non capisco come si possa essere così disattenti, alle volte. Va be’. Al momento il libro mi è sembrato opera di una ragazza dal talento stupefacente, quello che dice Baricco è completamente sbagliato, non è un libro perfetto nel senso di una prosa che si regge solo sul balletto delle metafore (poiché a questo voleva alludere Baricco) ma è una storia sulla pressione dell’immaginazione nell’adolescenza, in cui tutto si esaspera e si vive di sguardi dati e ricevuti. Non è un mero esercizio di stile, come talvolta accade viceversa allo stesso Baricco, ma il personaggio è tratteggiato in modo memorabile, la storia finora è coinvolgente e ben delineata. Insomma per ora (a pagina 100) c’e poco da dire, Emma Cline è un vero talento. Il tema di fondo è molto attuale poiché la protagonista (una volta adulta) capiamo da quello che racconta, non è cresciuta, non evolve, non muta. È un tema pressante oggi. L’immaturità che accomuna ragazzini e adulti vita natural durante. L’ambientazione è una sfida in più. Cioè riuscire a dire cose vive e attuali ambientando la storia in un mondo che è stato narrato, filmato, mitizzato, cantato dai Beatles eccetera. Quindi divenuto per eccesso, ineffabile. Questo è un azzardo che espone Emma Cline alle critiche che mancano il bersaglio, lo scenario a lei è servito solo per ‘esasperare con precisione’ le ossessioni dell’adolescenza, inoltre l’autrice è californiana ed ha vissuto di racconti dell’epoca. A fine lettura potrò essere più preciso, al momento lo ripeto è un libro che stramerita, per la capapacità straordinaria di fissare e mettere in evidenza la volgarità degli atti, delle parole, dei comportamenti quando vengo ‘dopati’ da mille aspetti, giovinezza in sé compresa.

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  37. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Sono tornata al libro di Yukio Mishima, “Neve di primavera”, da cui tutto era cominciato lo scorso luglio, mi riferisco alle mie (dis)avventure con gli autori nipponici.

    Il libro non mi è piaciuto da subito, dopo venti pagine ho avuto la certezza di trovarmi al cospetto di un libro artefatto, che non avrebbe certo regalato emozioni. L’autore cerca di riprodurre l’atmosfera del bel tempo passato ricorrendo ad artifici che mi sono apparsi forzati (Camilla, qui sì che l’estetismo è fine a se stesso, come dicevi tu: il rosseggiare degli aceri che si riverbera nelle acque del lago è immagine ripetuta più volte e già dopo pochi minuti di lettura appare stantia). Del genuino struggimento che ho rinvenuto in seguito in altri autori giapponesi, per esempio in Nagai Kafu, qui ho trovato solo una copia mal riuscita, una sorta di scimmiottatura che enfatizza il rimpianto per una società che non esiste più, il mondo della tradizione giapponese.

    Mi direte che giudico l’opera dalla vita (Yukio Mishima era fervente nazionalista) o, ancora più sbagliato, dalla morte (si è suicidato con un rituale tradizionale), ma in realtà io la biografia dell’autore l’ho letta quando l’impressione sul libro si era già formata e già mi ero convinta che era un testo scritto bene, questo sì, ma distante dalla realtà, freddo e distaccato. Forse uno dei pochi sentimenti che fora la patina che ricopre tutto, anche se non è quasi mai esplicitato in modo diretto, è la tensione omoerotica tra il protagonista e il suo amico; con il precettore, invece, secondo me, il rapporto è sottilmente sadomasochistico.

    L’unico merito che ascrivo a questo libro: ha funto da sprone sollecitando il puntiglio (poteva mai essere che a me neppure un giapponese andasse a genio?) e spingendomi a sperimentare altri autori del Sol Levante.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  38. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Mari, non ricordo quali libri hai letto di Banana Yoshimoto, e che ti hanno deluso, anni fa a me era piaciuto Presagio triste anche se ora è un po’ sbiadito nella memoria.

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  39. Avatar mariangela
    mariangela

    @Tutti @Editalara

    Di Banana Yoshimoto ho provato con il suo libro forse più noto, “Kitchen”, e ti dico, nel rispetto dei gusti diversi dai miei, che proprio non ce l’ho fatta, ho piantato lì il libro a metà: l’ho trovata una sdolcinatura senza senso, veramente. “Presagio triste” che tu citi non l’ho mai sentito, ma mi sa che la Yoshimoto non mi becca più.

    Ho qui ancora un nipponico da finire, ma non so se ci riesco a finirlo!

    Ciao,
    Mariangela

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  40. Avatar EditaLara
    EditaLara

    @Mari è molto breve comunque e credo che potrebbe farti ricredere forse..
    ciao!

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  41. Avatar cristina
    cristina

    uffa la Yashimoto, e perchè no il Mishima? ma santa pazienza! Perchè diminuire le donne mettendo l’articolo davanti come se non meritassero di avere il loro cognome, e basta?? che barba della barba della barba …..
    Ciò ri-badito Mari : ha funto da sprone… Questa me la segno. non avevo mai inteso una frase così … buffa. ma non te la prendere eh

    Poi, i giapponesi secondo me hanno necessità di un registro di lettura diverso. Sono trattenuti, chiusi, riservati, freddini ai nostri occhi, incartocciati in rituali e ripetizioni, presi in un’estetica che a noi sfugge ed è lontana come marte. L’artefatto è la massima arte in Giappone. Ricordi il bonsai? ecco. Siamo su un’altra linea di esistenza e di estetica.
    Mishima è un grandissimo ( guarda, ma proprio un grandissimo). Certo non emoziona il cuore.
    Ma non è quella letteratura che lo farà. Quella letteratura è per sottrazioni e allusioni, dice ma non dice, è un universo trattenuto ( ma sotto la buccia, potenzialmente esplosivo). Almeno così penso e credo io.
    Yashimoto è tenera e leggera. Ma sempre da lì viene, da ragazzini stralunati naufraghi nel mare della scarsa affettività e che vogliono l’eterna adolescenza per paura di perdere l’eden – l’unico eden – loro permesso, quando mamma ancora li bacia e li accarezza. Perchè dopo, ecco dopo, per loro, diventa MOLTO più difficile.

    Domenico Fina – interessante quanto dici. Però vediamo come va a finire…la lettura.

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  42. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina
    Nel libro che ho letto io, Mishima a fare il giapponese ci gioca, ce fa, come direbbero a Roma; si sente che la sua scrittura è studiata, calligrafica. Prima del successo di Yoshimoto e Murakami era l’autore giapponese più tradotto in occidente, a giudicare da questo libro mi verrebbe da dire che ai lettori occidentali sapeva confezionare loro il Giappone che cercavano, quello che viveva più nelle loro teste che nella realtà (lo stereotipo, intendo).

    A mio parere, il rilievo di Oe Kenzaburo, che ad alcuni scrittori giapponesi contemporanei rimproverava di rinchiudersi in una presunta giapponesità anacronistica senza accettare le sfide della globalizzazione, ben si attaglia a Mishima, per lo meno a questo suo libro che ho letto io. Forse il suo migliore è “Confessioni di una maschera”, ma è un altro autore che non mi becca più.

    Comunque, il merito di avere funto da sprone (fungere da sprone = servire da sprone) devo riconoscerglielo: mi fossi fermata a Mishima avrei pensato che la letteratura giapponese fosse solo rosseggiare di aceri e fioritura di ciliegi (c’è di più).

    Saluti,
    Mariangela

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  43. Avatar camilla
    camilla

    @ domenico fina ho letto il post e il tuo entusias mo per la giovanissima e bellissima scrittrice californiana. Cento pagine sono davvero poche per dare un definitivo giudizio su un romanzo gia’ celebrato dai media. certo e’ ben vero quello che dici sull”adolescente e , ovviamente, su chi non diventera’ mai grande e sullo scenario mitizzato servito all’autrice “solo peresasperare
    con precisione le ossessioni dell’adolesenza”,certo e’ che gli adolescenti, tranne pochi casi patologici, diventano donne e uomini e acqistano fisilogicamente la capacita’
    di pensare. E e’ qui , in quel passaggio che si deve tenere presente ” la banalita’ del male” cosi’ come ci ha insegnato Hanna Harend. Se si pensa non si possono commettere delitti feroci
    come
    un orribile gioco.Conoscerai benissimo il tema
    filosofico sulla banalita’ del male e mi chiedo: lo conoscera’ anche la nostra talentuosa scrittrice o
    trattera’ fino in fondo la sua storia come un film per la tv? Buona lettura. Sappici dire.
    Cam

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  44. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    La protagonista non partecipa ai fatti, ripeto Emma Cline è una scrittrice straordinaria per maturità, per stile, non si infila in morbosità da quattro soldi; da quanto letto finora (sono a metà libro) è interessata unicamente ad analizzare una ragazzina di 14 anni che vive con la esasperata sensibilità di piacere e che pertanto si avvicina a una ragazza
    19enne facente parte del gruppo che poi si rivelerà un gruppo di folli che vorrebbero riaddrizzate il mondo. Ma il tema non sono i folli, il tema è lei, avrebbe potuto avvicinarsi a un’altra comitiva di sbandati, qualunque gruppo che a lei comunicasse libertà, amore, sessualità. Sarebbe potuta finire in comunità di esaltati alla Scientology o altri (lo scrive nel libro). Il romanzo è incentrato sul vivere di sguardi e farsi plagiare perché si vive solo attraverso la considerazione che gli altri hanno di noi. Quindi non si vive di vita propria ma di rimando. Per questo è attuale. Credo.

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  45. Avatar Dani

    @Domenico Fina molto “convincente” il tuo commento. Superò la ritrosia verso i best seller e prima o poi lo leggerò anch’io mi sa

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  46. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Dani, anch’io sono allergico ai best seller troppo pompati, ma ci sono le eccezioni, per fortuna, e questo mi pare esserlo. Ovviamente vi aggiornerò a lettura completata con un parere più completo. Ciao

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  47. Avatar Cristina
    Cristina

    Domenico, se capisco bene insomma è un libro sulla fragilità di giovani ragazze che – in mancanza di una figura paterna e di una madre attenta – si buttano fra le braccia di una setta restandone folgorate.
    é una patologia affettiva, quindi. Mi pare che siano ragazze da raccontare, ancora, oggi.
    Il caso specifico spero sia meno importante nel contesto del libro che non questo tema.

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  48. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Si`Cristina e`un libro sulla fragilita` emotiva di una 14enne che poi perdura parzialmente anche in eta`adulta. (Quindi e`un libro per tutte le eta` e attualissimo). Ma la cosa sorprendente e` la capacita` narrativa nell’isolare gli atti, la volgarita` delle voci, dei sentimenti, dei pensieri, in questo senso e`un libro che si puo` definire magistrale, come ha fatto Richard Ford (che e` uno che non si sbilancia quasi mai sulle novita`). Usa molte immagini e metafore originali ma quasi mai fuori luogo o supponenti.

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  49. Avatar carloesse
    carloesse

    Beh, intanto ho cominciato a leggerlo anche io.
    Chi avrà ragione?
    il Baricco? la Mugia? il Domenico Fina?

    Piace a 1 persona

  50. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    vi invio un saluto, spero che arrivi. Sono giorni che cerco di intervenire e il blog mi risputa. Comincio a stufarmi.

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