I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar wwayne

    @Jezabel: Purtroppo il viaggio di lavoro di mio padre non si è più fatto. Ma prima o poi in Sicilia voglio andarci, perché mi serve per completare l’album delle figurine delle regioni italiane in cui non sono mai stato.
    Le figurine che mi mancano sono:
    Valle d’Aosta
    Friuli – Venezia Giulia
    Campania
    Molise
    Puglia
    Basilicata
    Sicilia
    Sardegna

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  2. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Wwayne
    Peccaaaaaato!
    Sardegna e Valdaosta mancano pure a me!
    Che lavoro avrebbe portato il papi così lontano? Sono curiosa.

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  3. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Rosamavi
    la serie cercherolla!
    Quell’attrice è veramente superba, anche se io avrei scelto una più sontuosa ragazzona 🙂
    Ciaoooooo!

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  4. Avatar wwayne

    @Jezabel: Perdonami, ma preferisco non divulgare dettagli della vita privata di chi mi sta vicino. Finché condivido i fatti miei è un conto, ma se metto in mezzo anche i fatti degli altri a quel punto violo la loro privacy, ed è un confine che non voglio oltrepassare.
    Agisco in questo modo perché a me è successo in passato che i fatti miei venissero divulgati a mia insaputa, e la cosa mi ha dato una noia bestiale.

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  5. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Vi dico, io tra giallo, detective story e noir non so proprio distinguere, ma, qualsiasi etichetta si voglia appiccicare al suo libro, “Il passato di Shoko”, questa Miyabe Miyuki mi sembra veramente spigliata e meritevole. Per contro, l’ascolto di “Kitchen” della ben più famosa Banana Yoshimoto conferma la prima impressione: un piagnisteo senza né capo né coda, tanto fumo e niente arrosto, giusto per rimanere in tema: solo una padella incrostata da lavare (l’aforisma non è mio).

    Saluti
    Mariangela

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  6. Avatar camilla
    camilla

    @ marian la scrittrice che nomini Miyabe Miyuki assieme a un illustratore o trice ha scritto molte storie per bambini. ( visti da i figli di una conoscente) .Vedo che e’ anche una buona “solista”. Vale la pena leggerla. ? Conosci le sue grafik novel illustrate per b.?
    @ ww sicche’ niente viaggio da poter dire ce l’ho.Hai mai visto le deliziose gags tv di Vittoria Cabello? Col gioco a volte esilarante del “celo-manca?”Credo che si possa trovare in rete.Era sulla 7 di due o tre anni fa. Il meglio del meglio della Tv.ciaociao

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  7. Avatar wwayne

    @Camilla: Ti confesso di non essere un grande fan della Cabello. Fa parte di quel genere di persone, a cui appartiene ad esempio anche Paola Cortellesi, che si reputano molto più simpatiche di quello che in realtà sono. Tuttavia, non escludo che qualche volta possa essere stata simpatica per davvero, e quindi mi metto alla ricerca del video da te consigliato. Grazie per la segnalazione! 🙂

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  8. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @WWayne
    Ci mancherebbe. Nessun problema.

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  9. Avatar camilla
    camilla

    @rosamavi L’ASSASSINO CIECO uscito nel 2000, 16 anni fa lo lessi con piacere come gli altri romanzi di Atwood Quelli di quel periodo erano particilarmente appassionanti. E’ un bel classico oggi e sei stata brava a trovarlo in una bancarella.Se ti capita di leggere OCCHI DI GATTO,stesso periodo, dovrebbe piacerti Io lo ricordo come uno dei piu’ belli di A.ciociao

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  10. Avatar carloesse
    carloesse

    E’ stata un’estate difficile la mia, da qui la mia scarsa partecipazione alle vostre discussioni. Iniziata con gravi interrogativi sul mio futuro lavorativo, è stata funestata il 1 Agosto dalla scomparsa di mio padre e benchè fossi da lungo tempo preparato a questo evento, quando arriva il momento è sempre una bella mazzata sulla testa.

    Grazie al cielo sono riuscito lo stesso a trascorrere qualche giorno sulle mie amate Dolomiti (quest’ anno in quel di Arabba) e diverse letture hanno contribuito a riacquistare quella serenità mentale che sentivo fortemente compromessa in un momento come questo.
    Innanzitutto “LA SINAGOGA DEGLI ICONOCLASTI” di Rodolfo Wilcock. La quarta di copertina, che riporta parole di Roberto Bolano (scrittore che io ammiro enormemente e reputo tra i più grandi della letteratura dei gli ultimi decenni) cita: “Così giunse nelle mie mani La sinagoga degli iconoclasti, in un inverno freddo e umido, e ricordo ancora il piacere enorme che le sue pagine mi diedero, e anche il conforto, in giorni nei quali tutto faceva presagire solo tristezza. Il libro di Wilcock mi restituì l’allegria, come riescono a farlo solo i capolavori della letteratura che sono al tempo stesso capolavori dello humour nero, come gli aforismi di Lichtenberg o il Tristram Shandy di Sterne ….”.
    Voglio anche io sottolineare quello stesso “piacere enorme” e “anche il conforto” di quelle stesse pagine capitate per una strana coincidenza anche a me tra le mani in un momento simile al suo, uno tra i più tristi e complicati della mia vita, come ho scritto in premessa.
    Una incredibile galleria di idee (scientifiche, filosofiche, artistiche, religiose …) sciocche, strampalate, assurde, attribuite a personaggi più o meno immaginari (ma alcuni sono veri), ai quali vengono dedicate singolarmente poche pagine, in qualche caso ancora meno di una, e nel più esteso (quello per me più esilarante, dedicato al regista teatrale spagnolo Llorenz Riber, che si credeva un coniglio) una trentina, che vengono illustrate con una comicità unica, di una sottigliezza ironica e ricchissima di un pungente e grottesco sarcasmo, resa ancora più efficace da una ricchezza e padronanza di un elegantissimo italiano (degna di un Manganelli, di un Flaiano, di un Morselli), lingua in cui è stato concepito e scritto questo libro, a dir poco sorprendente se si pensa che Wilcock era un argentino di lingua madre spagnola (frequentatore e amico di Silvina Ocampo, di Bioy Casares e perfino di Borges), anche se dal 1957 si era trasferito a Roma, e poi a Velletri, fino alla sua morte nel 1978 all’età di 57 anni.
    Un vero capolavoro di “humour nero, ma anche un capolavoro della letteratura in assoluto”, diceva Bolano.
    E io condivido

    “LA FURIA DEL MONDO” di Cesare De Marchi è un libro (diverso tempo fa qui già caldamente consigliato da Domenico Fina) scritto da un italiano che da anni vive e lavora in Germania, colto italianista e germanista che fonde in questa storia la sua profonda conoscenza (ed amore) di entrambe le culture, scrivendo in un italiano elegantissimo ma mai appesantito da compiacenti orpelli e ambientato efficacemente, come in un dipinto, nella società contadina di un piccolo principato tedesco sul finire del ‘700.
    La furia del mondo continua a imperversare ancora oggi. Non possiamo non accorgerci che proprio adesso stia nuovamente accendendosi un po’ovunque, anche sulle soglie di casa nostra in modo particolarmente acceso e brutale. Può offrirci difesa o rifugio un romanzo-capolavoro come questo, uno dei più belli della nostra letteratura degli ultimi venti o trent’anni? Forse è questa la vera domanda.

    Di Björn Larsson avevo parlato entusiasticamente diversi anni fa, quando lessi “La vera storia del pirata Long John Silver”. Ora questo “OTTO PERSONAGGI IN CERCA (CON AUTORE)” mi conferma la grandezza di questo scrittore svedese, forse uno tra i più interessanti del panorama contemporaneo e mi invoglia a leggere altre sue opere.
    Si tratta di nove brevi racconti nei quali gli otto personaggi, tutti appartenenti al mondo della cultura: un filologo, un’astronoma, una filosofa, un chimico, ecc., e poi l’autore stesso, si trovano di fronte al momento di dover affrontare la ricerca (ognuno nel suo campo specifico) che può dare un senso alla propria vita, anche di fronte all’eventuale fallimento.
    Alcuni sono autentiche piccole perle (“La cosmologa”, “Il virologo”, “Lo speleologo”,…), ma uno in particolare mi è parso un’autentica gemma: quello della filosofa atea che in qualche modo incontra la voce di Dio nella Cattedrale di Otranto.
    Ma non è per questo la storia di una conversione. Larsson riesce con una magnifica leggerezza ad affrontare un tema così profondo come quello della ricerca della verità, che nulla ha che fare con una fede, con i dogmi delle religioni, ma semmai solo con il nostro umanissimo bisogno di non sentirsi soli. Forse non è Dio ad avere creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma l’uomo ad avere creato Dio (a propria immagine e somiglianza). Ma alla fine non importa che Dio esista o non esista. Quello che importa è il sentirsi liberi e potersi mettere in discussione in qualsiasi momento, liberi di modificare le proprie opinioni, liberi da ogni fideismo, da ogni dogma, da ogni preconcetto scientifico o religioso che sia. Liberi di ascoltare la voce di Dio anche se non si crede in lui. Senza tale libertà non può esistere alcuna ricerca, alcuna verità, alcun Dio.
    Credetemi: alla fine di questo racconto mi sono realmente commosso.

    Ora sto leggendo Dickens: “IL NOSTRO COMUNE AMICO”. Era dai tempi della mia adolescenza che non leggevo questo classico dell’ottocento ed è con un piacere immenso che sto riscoprendo questo autore, uno dei pilastri della letteratura. Una scrittura scorrevole e piacevolissima, ricca di umorismo e di feroce ironia in ogni pagina, di descrizioni mai fuori luogo, mai sovrabbondanti, ricche ma essenziali. Di personaggi che sono spesso sì caricature, ma splendidamente funzionali alla narrazione di una storia. Che riesce sempre ad essere avvincente.
    Un vero grandissimo maestro di scrittura.
    Ineguagliabile.

    Scusate il lungo pilotto, forse causato dalla lunga astinenza. Spero però che a qualcuno le mie impressioni di lettura possano risultare interessanti.
    Un saluto a tutti, a chi è già tornato al lavoro e a chi è ancora in vacanza. Quanto a me non so ancora se sono in vacanza o è cominciata una nuova vita.
    Comunque sia sono tornato in città..

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  11. Avatar wwayne

    Il commento di Camilla mette in rilievo un punto importante: ci sono autori che si mantengono su un ottimo standard di qualità per tutta la loro carriera, e altri che invece sono molto discontinui.
    Un esempio classico di autore discontinuo è Stephen King, che per fortuna adesso è in buona: due delle sue opere più recenti (22/11/’63 e The Dome) sono entrambi dei romanzi straordinari. Non a caso la tv non ha perso tempo, e ha già tirato fuori un telefilm da ciascuno dei due.
    Un altro esempio di autore discontinuo è Clay Fisher. Tentava di creare un’atmosfera epica in ogni suo romanzo: quando ci riusciva scriveva dei capolavori assoluti, quando invece la ciambella non usciva con il buco il libro risultava di una pesantezza insostenibile.
    Era discontinuo anche Tony Hillerman: tutti i suoi gialli avevano una trama molto intricata, ma talvolta esagerava davvero troppo e il romanzo diventava illeggibile.
    Tra i continui invece cito il duo che si celava dietro gli pseudonimi Jonathan Stagge e Patrick Quentin: della loro bibliografia ho letto 22 romanzi, e sono tutti di altissimo livello.
    Era continuo anche Lewis B. Patten, che detiene un record ancor più invidiabile del duo sopra citato: 37 capolavori su 38. L’unico che non mi è piaciuto è proprio il 38esimo che ho letto, perché aveva un finale troppo amaro e assolutamente non necessario.
    E’ continuo anche James Lee Burke: ho letto 5 suoi romanzi, e facevano tutti schifo. Ho continuato a dargli una chance dietro l’altra perché un blogger mio amico ne parlava con parole gonfie di ammirazione, e quindi mi dicevo “Insisti, prima o poi troverai un suo libro che giustifichi tanto entusiasmo.” Alla fine, dopo 5 buchi nell’acqua, mi sono rassegnato: quel libro non esiste.

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  12. Avatar carloesse
    carloesse

    @wWayne
    Mi spiace deluderti, ma non sono l’avvocato di Cristina. A volte ho criticato anche lei. Spesso mi sembrate due gladiatori. Ma mi sembra un po’ infantile da parte tua proclamare vittorie e “asfaltature” in partite a cui lei palesemente rifiuta di giocare. La tua ricerca continua di un duello nel quale cerchi solo la vittoria, mi sembra vana e incostruttiva.
    Anche lei forse non è capace di ascoltare te, ma almeno lo ammette, e da tempo ha gettato la spugna per stanchezza. Mi sembra solo strano tu non l’abbia ancora capito. Tutto qui, e senza che Cristina mi paghi alcun onorario per la difesa.
    😉
    Ciao.

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  13. Avatar wwayne

    @Carloesse: Che tu sia l’avvocato di Cristina lo dicono i fatti, non è una mia opinione. E comunque fidati, lei partecipa eccome, anche se non nel modo più logico: invece di confrontarsi sui contenuti, si limita a sparare insulti. Per questo la asfalto: io smonto i suoi contenuti punto per punto, lei non riesce a controbattere né a fare lo stesso con i miei e quindi per frustrazione insulta. Stai spacciando per mie opinioni (se non addirittura per miei vaneggiamenti) quelle che invece sono REALTA’. Guarda caso, una tattica tipica degli avvocati… 😉
    Ti dirò di più: lei non solo partecipa (anche se in modo bislacco) ai confronti cui la invito, ma spesso è lei la prima a cercare lo scontro con me. E se c’è da mettere in mezzo i morti per soddisfare la sua sete di litigio (vedi strage di Orlando), lei ha già dimostrato che è disposta a ridursi anche a questo, senza alcun imbarazzo.
    Si è ridotta molto in basso anche quando ha cercato di mettermi contro gli altri commentatori di questo gruppo di lettura e quindi di isolarmi (COSA CHE IO NON HO MAI FATTO CON LEI): anche qua ha fallito miseramente, ed è stata una delle mie vittorie più belle.
    Comunque, riconosco che ultimamente è migliorata: è guarita dalla coprolalia, non strumentalizza più i fatti di cronaca nera per darmi contro ed è anche meno aggressiva. Forse nostro Signore ha portato un po’ di luce nel suo cuore.

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  14. Avatar Dani

    @carlo. Innanzitutto mi spiace per la perdita di tuo papà, sono lutti che richiedono lunghe elaborazioni, percorsi dell’anima a volte tortuosi, diversi per ognuno, ma alla fine anche il ricordo è presenza. E grazie poi dei tuoi commenti come sempre approfonditi e chiari. Larson e De Marchi li ho subito inseriti in lista d’attesa. Il primo lo tengo nel cassetto da aprire nel momento giusto. Per concludere, visto che mi pare un momento di svolta, ti mando in bocca al lupo?

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  15. Avatar camilla
    camilla

    @carloesse ho letto con grande empatia tuo generoso e complesso che tu chiami “pilotto”.Ti sono vicina per la tua attuale vicenda difficile e sono molto interessata alle tue letture “salvavita”.Condivido la tua simpatia per Bolano. Mi rallegro quando parli di Dikens , un vero amico del lettore dopo tanti anni.Dickens e’ sempre quel grande interprete della nostra comune condizione umana.Mi auguro tanto di leggert spesso. Mi hai sempre dato un senso di grande equilibrio . E ti auguro tantissimo di stare bene . un saluto affettuoso. cam
    @ ww. ho davvero una grande difficolta’ a capirti. Non pensi che anche tu potresti avere qualche dubbio sulle tue incrollabili certezze e sui tuoi assurdi giudizi dando dell’avvocato difensore a chi usa criteri molto chiari e facili da capire nel caso di Cristina? Questo linguaggio accettabile solo per scherzo, da un adolescente immaturo e non da un uomo fatto . Parlo delle “asfaltature e vittorie per Ko ” nei confronti di qualcuno che vola molto piu’ alto di queste idiozie? Io continuo a non capirti e non ti giudico come persona. Ma giudico spesso il tuo strano e contraddittorio modo di esprimerti. cam

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  16. Avatar wwayne

    @Camilla: Aridaglie con le critiche sulla forma… se invece di dire “asfaltare” dicessi “avere nettamente la meglio in una diatriba”, cambierebbe qualcosa? No. E allora chi se ne frega se uso un termine piuttosto che un altro, la sostanza resta quella! Quest’ossessione (tua e di molti altri) per il politicamente corretto, questa predilezione per i toni bassi, questo voler sempre sostituire il termine forte con l’eufemismo ha ampiamente rotto. E non solo a me, ma a tutti quelli che sono stufi marci di dover soppesare ogni parola perché non fosse mai che qualcuno si offende.
    Secondo te perché Sgarbi, la Maionchi e Aldo Busi sono delle star tv? Perché se ne fregano del politicamente corretto, quel che pensano lo dicono e quel che dicono lo pensano, senza farsi mettere la museruola da nessuno. E quindi lo spettatore medio li adora, perché vede in loro delle persone libere, e che hanno il coraggio di esprimersi senza reticenze.
    Vale lo stesso per Donald Trump: non a caso Clint Eastwood ha dichiarato di sostenerlo proprio perché stufo del politicamente corretto (http://www.corriere.it/esteri/16_agosto_05/stati-uniti-elezioni-clint-eastwood-si-schiera-trump-stufo-politicamente-corretto-c6d8ae88-5a78-11e6-bfed-33aa6b5e1635.shtml).
    Una precisazione: non sto esprimendo ammirazione e nemmeno simpatia per nessuno dei 4 personaggi da me elencati. Li ho solo presi ad esempio perché il loro successo prova in maniera chiara il totale fallimento dell’assurda convenzione comunicativa chiamata “politically correct.”

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  17. Avatar wwayne

    P.S.: Tra l’altro, io sparare insulti a tutto spiano non lo definirei esattamente volare alto…

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  18. Avatar wwayne

    Ma forse pensi che Cristina abbia volato alto quando ha strumentalizzato la strage di Orlando, oppure quando ha tentato di mettere zizzania tra me e gli altri… lì è stata davvero squisita, ne convengo.

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  19. Avatar carloesse
    carloesse

    @wW
    Continui a non voler capire: è questo tuo insistere nel pretendere di “avere nettamente la meglio in una diatriba” che io (ma non solo io, mi pare) continuo a trovare assolutamente infondato, pretestuoso e pure un tantinello infantile, se me lo permetti.
    La diatriba non c’è, perchè la tua avversaria ha rinunciato, ha abbandonato per sfinitezza nel non vedere assolutamente ascoltate le sue parole, nel vedere l’inutilità di un dialogo costituito da un “muro contro muro” (forse anche il suo lo è…). E quelli che tu chiami “insulti” a parer mio sono semplicemente degli sfottò di fronte al tuo continuo punzecchiarla.
    Insisto: non sono nè voglio essere il suo avvocato. Se volesse difendersi credo lo sappia fare anche da sola. Vorrei solo darti la possibilità di aprire gli occhi, una buona volta: sono io a volere cercare un dialogo con te, se ciò sarà mai possibile. Ma mi sembra non ci sia peggiore sordo di chi non vuol sentire…

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  20. Avatar carloesse
    carloesse

    @wW (2)
    Condivido in buona parte le tue osservazioni sul successo di personaggi che sfidano apertamente il “politically correct” e proprio grazie a questo incontrano maggiore successo.
    Ci aggiungerei anche Salvini, se è per questo.
    Che il politically correct sia una gabbia antipatica, spesso irritante specie se imposta per norma (scritta o convenzionale che sia) e molto più spesso adottata con spirito crociato più nella forma che nella sostanza, in questo mi trovi d’accordo.
    Che il cavalcare questa tigre solo perchè possa a portare al successo (personale o politico che sia), senza mai affrontare con vero spirito critico le questioni e suscitare i più bassi istinti delle folle lo trovo però triste e pericoloso: un chiaro segnale di imbarbarimento dei nostri tempi,

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  21. Avatar carloesse
    carloesse

    Scusate, il precedente messaggio mi è partito prima di concludere: con una osservazione forse banale, ma che ritengo tristemente vera: quella che in questi tempi grami ciò che mi sembra venire a mancare sempre di più è il caro e vecchio “buon senso”, e la volontà di spiegare e ascoltare liberi da pregiudizi di ogni sorta.
    (E con ciò riconsiglio la lettura di Larsson…)

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  22. Avatar wwayne

    @Carloesse: SEMPLICI SFOTTO’? Caro Carloesse, vatti a rileggere i commenti che ha scritto Cristina qualche mese fa, che la memoria ti sta ingannando alla stragrande. Ero tentato di andare a pescarli di persona uno per uno e fare un bel copia e incolla di ogni insulto (perché questi erano, insulti, nonostante i tuoi tentativi di sminuirli), ma poi mi sono reso conto che la cosa avrebbe portato via troppo tempo. Anche un’ora impiegata a guardare le televendite sul divano sarebbe spesa meglio.
    E poi, te lo ripeto almeno per la terza volta, nella stragrande maggioranza dei casi le punzecchiature partono da lei. Anche questo è un fatto, non un’opinione.
    Mi fa piacere invece che siamo sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda il politicamente corretto, e apprezzo l’onestà intellettuale che dimostri nel darmi ragione nonostante su altre cose ci troviamo in disaccordo. Io ti do ragione a mia volta quando scrivi che va bene fregarsene del politicamente corretto, ma bisogna vedere con che spirito scegli questo stile comunicativo: se lo fai perché non vuoi farti ingabbiare sei un grande, se lo fai per aizzare le folle decisamente no.

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  23. Avatar rosamavi
    rosamavi

    @carloesse: un abbraccio, e grazie per aver condiviso le tue letture con il tuo solito acume.
    @camilla, ricordo che (forse anni fa) scovai qui il nome della Atwood, in quel caso il libro citato era L’altra Grace, che non ho trovato né in biblioteca né sulle bancarelle! 🙂 Grazie per il consiglio, leggerò ancora qualcosa di suo, se mi viene l’impeto vorrei provarla in lingua originale.
    Buona serata.

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  24. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Carloesse
    ti trovo molto “abbracciabile” (termine mutuato dai Peanuts) sia per quello che ti sta capitando, sia per come ti esprimi e per quello che le tue espressioni contengono.

    Besos dal Norde, con grande nostalgia del Sudde (ma passerà…)

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  25. Avatar camilla
    camilla

    @cristina dai cris fatti sentire con la tua grinta meravigliosa.Mi manchi.Sei sempre al mare? A proposito tu sei politicamente corretta? Non mi sembra proprio.E io ? sono una femminista storica, scorrettissima politicamente e anticonformista . Dico anche molte parole scorrette.e non solo per gli svarioni che scrivo senza mai rileggere ecc. Ma non voglio che nessuno ti asfalti. Ti aspetto qui. baci . Sempre tua Cam

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  26. Avatar wwayne

    @Camilla: Sul fatto che Cristina abbia una grinta meravigliosa siamo completamente d’accordo. Io le sue qualità le ho sempre riconosciute. E i suoi difetti evito di sottolinearli insultandola: preferisco confrontarmi sulle idee, evitando gli attacchi alla persona.

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  27. Avatar cristina
    cristina

    Carloesse, ti abbraccio fortissimo, e ti soffio un alito caldo sul cuore,spero che ti arrivi e che serva un…pochino. E tengo le dita super incrociatissime per la tua vita, vecchia o nuova che sia. Gli altri non so, ma Dickens è veramne un grande consolatore.

    Cam, e perchè qualcuno dovrebbe asfaltarmi? sono di carne e ossa, mica un marciapiedi!
    lassa sta’ va’, più che al mare sto incasinata e sto facendo le pulizie di …pasqua! una faticaccia che mi tocca ogni estate, fra un bagno e l’altro. Io poi sono sempre al mare, ci metto 15 minuti….e via di crema da sole, lettino e parole crociate…in questi giorni tetribili, però, andare al mare mi da un senso di colpa sgradevole, a dire il vero,non faccio male a nessuno, ma mi sento a disagio lo stesso.
    Sto leggendo Perez Reverte Il tango della vecchia guardia, boh, bif, bah…non so se andrò avanti dopo 4 Modiano e una Ernaux sono caduta in basso!

    ps…Comunque non capisco perchè state tanto a parlare di me, c’è roba più seria sotto questo cielo fosco, mi pare

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  28. Avatar wwayne

    Ve l’avevo detto che era migliorata.

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  29. Avatar cristina
    cristina

    Cam, come sai, sono mooolto scorretta,come tutti i ribeli,e le ribelli , di buona pasta, ma mai verso i deboli, i perdenti, gli sconfitti e gli infelici.

    Come diceva un vecchio slogan de Il Manifesto, mi viene di stare sempre “dalla parte del torto” e lì, amica mia, sono sicura di trovare sempre anche te. Nel cuore, prima ancora che nelle letture.

    E anche Carloesse, che non mi serve proprio come avvocato , ma semmai come ami de plume.
    Buona notte ( il libro sta migliorando un po’..eh)

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  30. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Carloesse
    Mi spiace per il brutto momento, famigliare e professionale; io penso che se la lettura in qualche modo riesce a fungere da balsamo, è già un buon segno.

    @tuttiCamilla @
    Apprendo da te che Miyabe Miyuki si è dedicata, anche, alle storie illustrate per bambini e non conosco le sue graphic novel. Secondo me vale la pena leggerla, questa giapponese, anche se io con il suo giallo “Il passato di Shoko” sto procedo molto a rilento per motivi che non hanno niente a che vedere con il libro.

    @tutti @Cristina
    Di Pérez-Reverte non so nulla, l’avevo trovato in rete, accomunato ad altri quattro autori spagnoli e, non ricordo neppure il perché, di suo mi ero segnata “Il cecchino paziente”. Raccontaci qualcosa!

    Ciao,
    Mari

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  31. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Jezabel @tutti
    Jez, al posto di star lì, dilaniata dalla nostalgia, a pensare all’Isola d’oro, renditi utile e rispondi se hai voglia a questa domanda. Qualche settimana fa, se non erro, ci scrivesti che dei giapponesi conoscevi molti film. Io ho guardato l’OPAC e ho cercato, martello e piccone senza altre nozioni in materia, le pellicole tratte da opere letterarie giapponesi. Ti chiedo se tu conosca qualcuno dei film che elenco qui sotto:

    • “Rashomon” (Akira Kurosawa), tratto dal racconto omonimo di Akutagawa
    • “La chiave” (Tinto Bras), tratto dal romanzo omonimo di Junichiro Tanizaki
    • “La donna di sabbia” (Jiroshi Teshigahara), tratto dal romanzo omonimo di Abe Kobo
    • “Interno berlinese” (Liliana Cavani), tratto dal romanzo di Junichiro Tanizaki “La croce buddista”
    • “Miss Oyu” (Kenji Mizoguchi) tratto dal racconto di Junichiro Tanizaki “I canneti”

    Ce ne sono sicuramente altre di trasposizioni cinematografiche, di Tanizachi, per esempio, ho letto in rete che molti racconti sono diventati film. Io penso di aver visto, se non erro e molto tempo fa, “Interno berlinese” e “La chiave”.

    Grazie,
    Mariangela

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  32. Avatar camilla
    camilla

    @cris non ci sono moltissime cose piu’ importanti di te qui. In biblio ho trovato L’ONTA e DIARIO DELLA PERIFERIA.Una pacchia inattesa. Hi letto su “il venetdi ” di repubblica un articoletto sul grandissimo e coltissimo Mathias Enard e il suo ultimo libro che sara ‘ a Mantova e che si intitola BUSSOLA.Ricordi ZONA, il grandioso racconto della guerra nel mondo , dalla Bosnia alle Crociate dove combatte un giovane Cervantes perfino e dove Oriente e occidente , nei secoli e fino a ora brulicano di orrore e distruzioni e odio, ZONA dicevo , ora questo geniale scrittore grande conoscitore della Storia dei mondi , racconta i nostri legami con l’oriente.L’ articolo di Daria Galataria e’ intitolato
    L’ANTIDOTO A HOUELLEBECQ? ET VOILA. BUSSOLA ha vinto il Goncourt 2015 e penso che sia eccezionale come tutti i libri di Enard.Vorrei andare a Mantova , sia il giovedi per Enard che il sabato per ascoltare Julian Barnes col suo nuovo lavoro ( non ancora uscito).In fondo da Trento nonc’e’ molta strada e spero di andare in giornata
    tornando due volte.Stare a Mantova piu’ giorni e’ diventato un gran casino e non mi piace piu’.
    E costa troppo e fa un czldo boia e . Pero’ che bello ascoltare autori di gran calibro su opere magnifiche. Scusate le mie chiacchiere ma io mi gaso per queste cose.Ho ricordi stupendi di quel Festval con tanti grandi che ho ascoltato rapita.baci cam

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  33. Avatar cristina
    cristina

    Perez Reverte ,mahhhh
    sto leggendo un vero polpettone: ladri ballerini di tango impomatati e con pistola, gran società fra le due guerre, amore e piroscafi con cabine di prima classe duchesse e tornei di scacchi molto abbigliamento da dandy, sigarette bionde all’oppio, spie che svaligiano casseforti,ganduchesse russe in rovina…ischia sorrento buenos aires e montecarlo….sembra di leggere un harmony maggiore,un casablanca minore, un misciott di Fitzgerald e ladri gentiluomini.
    devo comunque vedere come va a finire.
    robetta comunque, etta etta.
    Cammm! mùchela

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  34. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    Grazie per l’incoraggiamento, ma sappi che ho due cuori. Oggi sono tornata a scuola ed ho ritrovato alcuni amici con cui ho pranzato in un piccolo bar. Delizioso. Gli alunni invece ti guardano di sbieco, intenti come sono a salvarsi dal debito estivo 😦

    Ricordo Kagemusha, Sonatine, Sogni, I sette samurai, Rapsodia in agosto e poi entro in crisi perché alcuni bei film che ho visto erano anche orientali, ma non giapponesi…
    Non saprei ricostruirli facilmente.
    Alcuni sono veramente impegnative, per esempio Sonatine l’ho visto nel periodo della laurea e ho dormito benissimo sulle confortevoli poltroncine di non so più quale cinema.
    Bacione.

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  35. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina
    Grazie per le info sull’autore che stai leggendo.

    @Jezbel @tutti
    Beh, almeno tu hai dormito, io oggi ci ho provato con “La donna di sabbia”, tratto dal romanzo di Abe Kobo e con la sua scenografia, e ho resistito meno di cinque minuti: metti assieme il fatto che lo scrittore è, diciamo così, un po’ surrealista e che il film mi è parso subito crudo, ti dico, ho già riposto il CD!

    Questi scrittori giapponesi saranno ben strani, dico io. Ammetto che in questo esperimento con i nipponici sto sacrificando una porzione di piacere della lettura a favore della necessità di capire, ma non di capire il paese, la cultura o la storia letteraria in sé (quello non è un sacrificio), ma proprio di capire perché mi risultino così stranianti, perché finisci di leggerli e ti senti come in un’atmosfera sottovuoto. D’altro canto penso che la lettura sia anche questo: un lavoro su stessi prima che sull’autore.

    Saluti,
    Mari

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  36. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    purché non si sfori nell’iperimpegno…
    Pensa a me che per lavoro devo continuamente leggere, per hobby sono iscritta all’università e per passione leggo. Se non mi piace il libro… via dalla finestra (metaforicamente parlando)
    Bye

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  37. Avatar wwayne

    @Jezabel: Anch’io ho poca pazienza con i libri che non mi piacciono. Se un romanzo non mi convince, non vedo il motivo di infliggermi masochisticamente la tortura di doverlo leggere (anzi, reggere) fino alla fine. Con tutti i libri belli che ci sono a giro, con tutte le belle cose che si possono fare invece di leggere un romanzo noioso…
    Certo, ci sono delle eccezioni. James Lee Burke non mi ha mai convinto, eppure di lui ho letto ben 5 libri, per il motivo che ho detto qui sopra. “Duma Key” di Stephen King è un altro cesso, ma l’ho retto fino alla fine perché mi piaceva l’autore e perché non avevo niente di meglio sottomano. Tuttavia, quel libro è un tale orrore (in tutti i sensi) che mi ha fatto disamorare del Re, e adesso sono più di due anni che non leggo niente di suo…

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  38. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Jezabel@WWayne

    Jezabel, WWayne, la questione è questa: se il libro ti annoia, come dite voi, giù dalla finestra (ho mollato Soseki), ma se il libro ti fa star male e lo trovi bello? Per farmi capire devo tornare ai miei giapponesi.

    Uno si aspetta scenari sadomasochistici quando decide di affrontare qualcosa di Tanizaki, che aveva le sue idee fisse in fatto di donne fatali e crudeli (ma sono all’inizio di un suo libro e ho constatato che in realtà c’è ben di più), vedo però che anche in Kawabata Yasunari quel filo di sottile perversione non manca ed è ben percepibile. Nel suo pur meritevole “Bellezza e tristezza” (Einaudi, 1993) l’amore non è un sentimento limpido, ma conduce al tentato suicidio e alla follia e porta con sé desiderio di vendetta di annichilimento. Scene esplicite di violenza fin ora non ne ho trovate, l’efferatezza è solo evocata, suggerita: inquietante la lama di rasoio usata dalla protagonista per le depilazione della sua giovane allieva (e compagna).

    Lo scrivo a venti pagine dalla fine qualsiasi possa essere la conclusione della storia: tutto in questo romanzo – questa la mia sensazione – è immerso in un’atmosfera triste, che non conosce riscatto, irrimediabilmente intrisa di morte. Eppure è un bel libro.

    Wwwayne, Jezabel, che fare in questi casi?

    Saluti
    Mariangela

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  39. Avatar wwayne

    @Mariangela: Nel caso specifico, mancando solo 20 pagine alla fine, ormai porta la lettura fino in fondo. Se invece mi chiedi un parere sul caso più generale “Cosa fare quando un libro ti fa star male ma lo trovi bello”… beh, che dire, di primo acchito mi è venuto da risponderti che non so dirti perché non mi è mai capitato, ma in realtà mi è successo eccome, ogni volta che ho letto qualcosa di Joyce Carol Oates.
    I suoi libri li ho sempre portati in fondo, tranne in un caso (“Il maledetto”): peraltro, anche quest’unica eccezione non fa testo, in quanto ho deciso di mollarlo per altri motivi (era troppo lento e caotico).
    Come ho fatto a non mollare quasi mai i suoi tristissimi libri? Beh, non l’ho fatto perché ero affascinato dalla qualità di scrittura dell’autrice: la Oates scrive così bene che riesce a farti leggere con piacere anche le trame più strazianti.
    Tuttavia, la stessa Oates è un’eccezione: in linea generale, davanti ad una trama funestata da toni troppo tragici non solo mollo, ma non inizio neanche a leggere.
    Tra l’altro adesso i toni tragici vanno alla stragrande. Basti pensare a tutti i romanzi che per commuovere pigiano sul facile tasto del tumore (da Colpa delle stelle a Braccialetti rossi), e a tutti i cloni di questi best – sellers. Mi riferisco ad esempio a quella copia spudorata di Colpa delle stelle che è “Svegliami quando tutto sarà finito” di Robyn Schneider: guarda caso anche lì ci sono due giovani gravemente malati che si innamorano, e per confondere le acque cambia giusto giusto la malattia (turbercolosi anziché tumore). La stessa Fabbri Editori ha di fatto confessato il plagio, scrivendo sulla quarta di copertina “Un libro che conquisterà i fan di Colpa delle stelle.”
    Ci vuole una gran bella faccia di bronzo a cavalcare un successo editoriale in modo così svergognato, a maggior ragione quando sono in gioco temi importanti come le malattie gravi in età giovanile.

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  40. Avatar cristina
    cristina

    Mari, è per quello ch non amo molto la lettratura giappomese…tristissima.quasi mortifera, una cultura sfuggente la cui nota chiara è questa pesantezza senza vitalità.anche se bellissima,not fot me.
    Il cinema giap invece – sempre triste pure quello,a volte tragico – mi strega.

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  41. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Wwayne @Tutti
    Se il libro punta su temi seri, anzi serissimi, per giustificare se stesso, è un’altra questione: siamo davanti a un caso di strumentalizzazione dell’argomento per motivi di mercato, quindi al cospetto di un libro furbetto che non dovremmo avere problemi a cassare.

    @Cristina @Tutti
    L’errore è stato di programmazione: dovevo accompagnare queste letture a qualcosa di rodato e sicuro, o, per lo meno, a un romanzo più esplicito, dall’atmosfera diversa, più concreta, meno sfuggente. Talvolta mi butto nelle cose con un po’ di fanatismo, me lo dicono e forse hanno ragione. Non è un errore a cui non si possa rimediare, anzi, ho rimediato cinque minuti fa scaricandomi un romanzo che penso molto diverso: ho bisogno, subito, di un antidoto! (Cristina, capisco quando scrivi che non fanno per te, queste letture; raccontaci però cosa hai in mente per il dopo Perez o come si chiama quello della “robetta”, “etta” , “etta” ).

    Saluti,
    Mariangela

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  42. Avatar cristina
    cristina

    Mah, saperlo Mariangela! vado con le vele al vento, devo lggere un libro peer la riapertura del GdL ma a parte quello, veleggio. Forse cercherò il libo di De Waal sulla ceramica, mi attira parecchio
    Non è che non fanno per me sai, quelle letture, magari una sometimes potrebbe pure fare pe me , certo tu fai delle fullimmersion determinate , la tua voglia di capire e sapere è…molto accanita e sistematica. Io non sono mai stata così. ma è la differenza il bello del mondo,
    comunque sono sicura che noi occidentali ,col Giappone, abbiamo solo interrogativi aperti, e fore pure loro con noi. Io ho capito forse qualcosina (ma ina ina) solo dai films.

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  43. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @tutti
    Per conto mio, anche per ignoranza personale, più che interrogativi aperti, penso proprio di dover ancora sondare in tutta la sua profondità la lontananza che ci divide dai Giaponesi, senza dimenticare che, finora, salvo Kawabata e l’autrice di cui dicevo con Camilla, ho letto autori operanti negli anni ’10 del XX secolo (Sozeki, Nagai Kafu, Mori Ogai), quindi, come dire, di un’altra era geologica, per come ha corso il mondo negli ultimi cent’anni. Penso che nei romanzi più recenti questa lontananza si senta molto meno, anzi, qualcuno paventa un’eccessiva occidentalizzazione del Giappone.

    Affrontando la letteratura per aree geografiche (autori indiani, autori caraibici, autori africani, ecc), può capitare di cadere nella tentazione di fare paragoni improponibili; anch’io qualche settimana fa azzardavo un confronto con la letteratura indiana che, ovviamente, non sta in piedi. Quando parliamo di romanzieri indiani ci riferiamo per lo più agli scrittori della diaspora, vale a dire ad autori che sono nati in India oppure che hanno sì origini indiane, ma che vivono da tutt’altra parte e che, per di più, scrivono in inglese. Che sia un inglese rimodellato e reinterpretato, non c’è dubbio, ma che la colonizzazione britannica e l’uso della lingua europea, pur addomesticata, non possano non aver contribuito ad accorciare le distanze culturali, secondo me, è altrettanto fuori di dubbio. Il discorso è ben diverso per una letteratura scritta in una lingua tanto ostica come il giapponese (ho fatto caso consultando l’OPAC che alcuni romanzi sono tutt’ora tradotti solo dall’inglese!) e in un paese che fino a centocinquanta anni fa era ancora basato su una società di tipo feudale e chiuso al resto del mondo.

    Resta inteso che il lettore, nel giudicare i libri che ha letto e nello stabilire quale lettura gli abbia regalato maggior piacere, rimane sovrano e può fare tutti i paragoni che vuole buttando alle ortiche presupposti storici e differenze socioculturali.

    Comunque, l’antidoto sta funzionando: il magone è rientrato.

    Saluti,
    Mariangela

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  44. Avatar cristina
    cristina

    Mari. è soprattuto l’ossessività che a me sta indigesta nell’universo giapponese, o ,almeno, quello che a me pare ossessività, cura ossessiva del particolare, della minuzia ,del gesto, la ripetizione insomma,il rituale…. ma è un difetto mio, di sicuro, visto che non la tollero da nessuna parte. Mi pare una gabbia di impotenza chiusa sull’espressività.Ma, ripeto, è personale.
    Conosco amici – uomini – che sono pazzi del Giappone, e mi chiedo come mai conosco solo uomini che hanno questa predilezione….non affretto conclusioni stupide, è un interrogativo che mi gira in testa.

    Ora vado su Flavio Soriga, scrittore sardo che mi era molto piaciuto anni fa in un Sardinia Blues- questo è un giallo, Metropolis.vedremo.

    di fior in fior va la lettrice felice….

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  45. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @tutti
    Soriga è uno dei nomi che mi suggeristi, su mia richiesta, nell’estate di due anni fa. Purtroppo è uno degli autori che non ho avuto il tempo di leggere, mi ricordo però che in quell’occasione avevo fatto un’autentica scorpacciata di italiani e che italiani: Bianciardi, Murgia, Pontiggia, Ferrante, ecc. Arriverò anche a Soriga!

    Cristina, se vuoi suggerire che molti uomini prediligono la cultura giapponese per quell’erotismo particolare che siamo soliti ascrivere ai nipponici, in pratica, se ti riferisci anche tu a quella vena sadomaso a cui faceva cenno Camilla, non so come risponderti, so che bisogna proprio sperimentare di persona l’autore, il testo, voglio dire.

    Posso fare un esempio per spiegarmi meglio. Sono a metà di “Diario di un vecchio pazzo” (Bompiani, 2000) di Tanizaki Janichiro che, appunto, è forse l’autore giapponese più famoso per la forte componente erotica dei suoi romanzi (dei film tratti dalle sue opere io ricordo molto vagamente “La chiave” e “Interno berlinese”). Per quello che sto trovando io, leggendolo, è lo scrittore meno intimista dei giapponesi che ho letto finora. Come dicevo in un precedente commento, nonostante la sua mania per la donna fatale, che umilia e tortura, nel suo diario c’è anche dell’altro; colpisce la sua capacità di descrivere la vecchiaia e i suoi acciacchi e per la puntualità con cui esamina le reazioni corporali, mi ricorda il Pennac di “Diario di un corpo”. Probabilmente sono proprio il disincanto e l’ironia con cui tratta la senilità a rendere il libro più sostenibile psicologicamente, a tratti anche spiritoso; la sua narrazione è spedita, calata nel quotidiano, non mancano i battibecchi con la moglie e con le altre donne di casa. Niente a che vedere con le atmosfere rarefatte – e tristi, per me molto tristi – di Kawabata o, andando ancora indietro nel tempo, di Nagai Kaku.

    Voglio dire, paradossalmente (ma forse neppure tanto) proprio l’autore che così a naso avrei spacciato per il più torbido di tutti e dalla sessualità alterata, a leggerlo è risultato invece quello più spiritoso, meno tetro e, soprattutto, per il realismo della sua scrittura, il meno “giapponese” di tutti quelli incontrati finora. Provare per credere!

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  46. Avatar cristina
    cristina

    No, Mari, io non suggerivo proprio un bel nulla

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  47. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti

    Scusa, ho allora frainteso il tuo commento delle 22.32 di ieri.

    Ciao,
    Mariangela

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  48. Avatar cristina
    cristina

    chiedersi non è avere dei suggerimenti in testa, Mari! Mi interrogo, hai presente? mumble mumble
    ho finito Metropolis bel gialletto di Flavio Soriga, divertente, ma lui può di più.

    So che Cam è stata su un lago e ha letto L’ONTA, vedremo cosa ne scrive

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  49. Avatar carloesse
    carloesse

    Non sono un grande esperto di cinema giapponese, o orientale in genere. Ma, cartoni di Miyazaki a parte, di cui sono un vero estimatore, ho visto quasi tutti i film di Kurosawa, (bellissimi i grandi classici “i 7 samurai”, gli shakesperiani, “Il trono di sngue” (Macbeth), “Ran” (Re Lear), e poi “Rashomon”,” Dersu Uzala”, “La sfida del Samurai” (che ispirò Sergio Leone per far nascere “Per un pugno di dollari” e con esso la stagione degli “spaghetti western).
    Ma ci son due film in particolare che mi hanno toccato profondamente: “L’Arpa Birmana” di Kon Ichikawa (1956) , che vidi da ragazzino e mi è rimasto impresso fin da allora , ed il più recente “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera” del coreano Kim Ki-duk: un capolavoro , una vera gemma: indimenticabile.

    Piace a 1 persona

  50. Avatar cristina
    cristina

    il cinema di Ozu -tutto – è di una bellezza e profondità strepitosa. Lui è il grandissimo secondo me. Mi ricodo Un rapimento come un film perfetto.
    Kin Ki duk fa film bellissimi e anche film tremendi (dolls è tremendo) , potentissimi in genere e anche criptici all’apparenza.L’ultimo – Pietà mi par si chiami- è un colpo nello stomaco, una vera tragedia greca..

    Io stravedo poi per un artista strano e multiforme, grande pittore di grandi fiori colorati, Takeshi Kitano. si quello di Sonatine, il cui Hana Bi è stato per me un film culto.
    Ma fra Giappone e Corea mi pare che corrano strade diverse.
    E naturalmente Rashomon è una pietra miliare di tutto il cinema.

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