I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar Dani

    @Edita. Di Carson mcCullers lessi La Ballata del Caffè Triste. Bella storia d’amore. Ora non ricordo i dettagli ma mi piacque molto e mi pare che qualcuno ne abbia tratto um film. Sono stata un po’ vaga ma è passato qualche anno e non riesco a dirti di più. Di lei si parla un pochino in un libro di Melania Mazzucco Lei così amata, dedicato ad Annemarie Schwaerzenbach con cui Carson ebbe una breve relazione. Ma questo è solo un pettegolezzo. Comunque La Ballata merita!! Ciaoo

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  2. Avatar camilla
    camilla

    @ mariange. Un Libro onesto e sincero .
    Un Opera letteraria deve essere mille cose ma onesto e sincero non mi sembra un pregio. Anzi mi chiedo Cosa abbia a che fare con l’arte . La fuga sublime dal “reale” ecco Cosa deve essere la letteratura.L’orribile pretesa di raccontare “agli altri” le sofferenze delle ” cure”, la disperazine della ammalata Che deve sopportare lo schiaffo dei propri pannoloni, della propria sopravvenuta impotenza, il dolore inenarrabile di essere diventati “oggetto”di manipolazioni ecc.
    e Che qualche figlio un bel giorno.sette o dieci Anni dopo, non ha importanza, si metta a spifferare tutte le misere sofferenze e impotenze

    Che Hanno afflitto indicibilmente gli ultimi periodi della mia esistenza mi appare orribile. Dei morti nostri cari si puo’ raccontare soltanto l’espressione della intelligenza, della eleganza, del senso dell’ umorismo del loro inno alla Vita, della gioia Che Hanno saputo Dare. Delle loro letture non dei loro pannoloni,delle loro. Puzzolenti umiliazioni, delle loro canzoni preferte delle risate…fatte assieme. Senno’ stiano zitti e. Basta.

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  3. Avatar camilla
    camilla

    Scusate errori vari ma scrivo col telef. e non si vede bene e mi fa pasticci. Inoltre e’ un argomento sensibile per me. Non tradirei mai chi ho curato raccontando la malattia. Spero i miei figli non facciano mai nulla di simile un giorno (capita a tutti prima o poi) . Chi non c’e’ piu’ non puo’ protestare per tanto abuso. La Vita e la morte esigono pudore.

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  4. Avatar cristina
    cristina

    Camilla!!
    ora ascoltami:
    a. io non ho fatto nessunissimo paragone fra Marco Peano e Juluan Barnes,. Ki ho accostati perchè entrambi, in modo diverso, parlano del loro dolore cosa che u sembravi rifiutare a priori come possibilità dentro un tessuto letterario.

    b. NOn parlare di un libro che non hai letto.Se io ti dico che è un buon libro e anche un libro buono, in certa misura, fermati e sospendi il giudizio. O santa pace, anche tu, a volte…..

    L’aggettivo onesto era per dire “non come Gramellini” furbino…eddai

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  5. Avatar camilla
    camilla

    @ cri. Mi dispiace tanto io non metto in discussione il tuo diritto di giudicare . Io trovo terribile descrivere le “tribulazioni ” del corpo materia di sporco pettegolezzo “commovente”.Come e’ umiliato il malato Che ogni giorno perde le forze, diventa oggetto , deve chiedere aiuto per ogni minima funzione. Ho esperienza di simili , purtroppo inevitabili, sofferenze quando il male ci ruba ogni autonomia, ci costringe al lamento, alla rapida mutazione della percezione di noi stessi , alla perdita del se’.Chi ti assiste deve volere che questo massacro rimanga segreto. Se ti ama. Senno’ raccontera’ la tua fine con dovizia di
    Di particolari traendone vantaggi che sono un tradimento.Roland Bartes ha scritto un lungo grido del suo dolore per la morte della madre senza mai tradire la sua ineffabile bellezza.Se non mi esprimo bene scusa non so fare di meglio.
    E non ti arrabbiare. Sono convinzioni profonde e ognuno ha diritto ad averle.Sia tu che io.

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  6. Avatar cristina
    cristina

    ho le stesse tue convinzioni, Camilla! qui c’è il dolore “dall’altra parte” e delicatamente.
    Se no non sarebbe un libro tanto letto e amato e stimato.
    Non ci sono sporchi pettegolezzi. Punto.
    O c’è qualcosa che in letteratura NOn si può raccontare?

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  7. Avatar wwayne

    Come sapete, in linea di principio sono contrario alla censura, e quindi ritengo che la letteratura non debba mettersi bavagli: non c’è niente in letteratura che non si possa raccontare.
    Tuttavia, ritengo che un buon letterato, anzi un buon artista in generale debba anche avere una profonda connessione emotiva con il pubblico, e capire ciò di cui ha bisogno.
    Ad esempio, in tempi di crisi la gente ha bisogno di sperare e di sognare. Non a caso dopo la crisi del ’29 in America spopolavano i film di Frank Capra, e quelli con Ginger e Fred: loro, evidentemente, la capacità di captare i gusti e le esigenze del pubblico ce l’avevano eccome.
    Facendo un esempio più attuale, adesso la gente ha bisogno che le opere di finzione (siano esse libri, film o qualsiasi altra cosa) ritraggano un mondo dove tutto è ben definito: questo è il bene, questo è il male, questa è la linea bella grossa che li separa. Questo è il personaggio cattivo, questo è il personaggio buono: il primo perde, il secondo vince. Di tutto questo la gente ora ha bisogno più che mai, perché vive in un mondo dove si è perso ogni punto di riferimento, dove anche l’ovvio non è più ovvio. La religione ridicolizzata e accantonata, la politica vista come nemica dei cittadini anziché al loro servizio, la famiglia vissuta come una sorta di laboratorio dove si può sperimentare ogni soluzione ché tanto qualsiasi combinazione andrà bene… tutto questo genera un senso di smarrimento decuplicato rispetto a quello di cent’anni fa, che Pirandello descrisse così bene nel fu Mattia Pascal e in molte altre opere.
    P.S.: Mi potreste chiedere: da cosa lo capisco che in questo periodo storico la gente ha bisogno di film dove il bene vince e il male perde? Beh, ci sarà un motivo se in tempi molto recenti John Wayne era in testa alla hit parade dei dvd… (fonte: http://www.mymovies.it/cinemanews/2008/3470/)

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  8. Avatar Polissena
    Polissena

    @ Falco, ti ringrazio per i tuoi suggerimenti decisamente molto interessanti. Qualcosa di quello che hai letto l’ho letto anche io e mi sembra che continuiamo a fare scelte molto simili.
    Probabilmente mi sto ripetendo, ma per me il libro più bello di questi ultimi anni è stato MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO di Jonathan Safran Foer, seguito a ruota dalle CORREZIONI di Franzen e dal nostro Frey in blocco.
    Finora niente mi ha colpito tanto.
    Un affettuoso saluto

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  9. Avatar claudio
    claudio

    Polissena io ci aggiungerei un pizzico di Murakami, Marias,Coe e Mcewan.Comunque anche a me sono piaciuti molto sia Foer che Franzen(oltre alle Correzioni anche Libertà e Purity).Ciao

    Claudio

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  10. Avatar giulio
    giulio

    Dopo un periodo di letture non proprio felicissime , non so se ero io o il periodo che attraversavo, un libro finalmente che mi sta dando grande piacere : LA DONNA CHE SCRIVEVA RACCONTI di Lucia Berlin.
    Qualcuno ne aveva scritto qua qualche settimana/mese fa e l’ottima impressione che ne avevo avuto ha trovato conferma. Si tratta di 43 racconti, alcuni anche molto brevi, ma sempre ricchi di “meravigliosi sommersi” come leggo in una recente recensione. Incredibile come questa scrittrice (una donna molto bella tra l’altro) in vita abbia avuto poche centinaia di lettori…..

    Tra le delusioni di cui all’inizio vi cito in ordine decrescente: E.Viola – L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ NON RISPONDE – U.Cornia BUCHI – D.Rizzati – LA PICCOLA ERBORISTERIA DI MONTMATRE –(mi accosto sempre agli autori italiani con molta speranza ma spesso non trovo quello che cerco) J.Carol Oates (gia’ anche lei) JACK DEVE MORIRE – P.Modiano (gia’ anche lui) – PEDIGREE- Olivier Bourdeaut – ASPETTANDO BOJANGLES – Daniele Del Giudice – RACCONTI –
    Si salvano: Dino Buzzati – UN AMORE – J Fante – LA CONFRATERNITA DELL’UVA – Marco Marsullo – IL TASSISTA DI MARADONA
    Ora sul comodino BUTCHER’S CROSSING Di J.Williams e CHIRU’di M.Murgia
    Buona lettura a tutti.

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  11. Avatar camilla
    camilla

    @giulio . Ho molto apprezzato l’ elenco dei tuoi Libri. In particolare ASPETTANDO BOJANGLES di Olivier Bordeaut. neri pozza . Mi piace molto l’eclettico elenco per date lingue autori tanto divrrsi tra loro. Se hai sul comodino BUTCHER’S CROSSING di Williams mi auguro che tu abbia gia’ letto STONER. Il breve romanzo di Bordeaut e’ stata per me una lieta sorpresa. Cam

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  12. Avatar Giulio
    Giulio

    E invece aspettando bojangles non è riuscito a catturarmi e l’ho abbandonato dopo 15/20 pagine…però se tu lo consigli ci riproverò…..

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  13. Avatar carloesse
    carloesse

    @Cristina una risposta ad una domanda fatta già diversi giorni fa, riguardo a Philipp Meyer, del quale hai detto esserti piaciuto “IL FIGLIO”, che ho trovato piuttosto buono anche io.
    Precedente ad esso era stato pubblicato RUGGINE AMERICANA (American Rust), il libro che gli ha donato fama.
    Giace da qualche tempo sul mio comodino, ma non ho avuto ancora tempo di leggerlo.

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  14. Avatar cristina
    cristina

    Grazie Carloesse, ce l’ho anch’io in effetti ( in francese, l’ho comprato in Corsica…).

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  15. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Sono qui, piena di libri (è il solito ingolfamento di fine luglio quando mi assale l’ansia, sopravvissuta anche nell’era digitale, di rimanere senza materiale nel mese di agosto) e vorrei parlarvi di tante letture, ma nessuna ha superato la fase dell’abbozzo e tutte sono lontane dalla compiutezza; per adesso solo un titolo che qui avete già citato: “Una cosa divertente che non farò mai più” di E.F.Wallace.

    Lo dico subito prima di qualsiasi commento sul testo: io sono di parte perché la sola idea di trascorrere anche solo qualche giorno su una nave da crociera mi fa venire l’orticaria.

    Saluti,
    Mari

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  16. Avatar carloesse
    carloesse

    Anche a me. E mi fanno orrore queste nuove navi che mi sembrano enormi obbrobriosi condomini multipiano di periferia galleggianti sul mare.
    Fra i vari “riti di bordo” ci sarà anche l’assemblea di condominio?

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  17. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Carloesse @tutti
    si spera che almeno facciano la raccolta differenziata.
    Io in terra natia. Finito SABATO di Mc Ewan che mi è piaciuto un sacco sono passata a CHIRù della Murgia. Per adesso lo trovo “modernamente scritto” ovvero raccontato a sprazzi, pieno di emotività con frasi che sembrano prese dalla pittura espressionista. Ma vi saprò dire.
    Buona notte

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  18. Avatar lauragi

    Ciao a tutti.
    Della Murgia, volata pochi giorni fa a Istanbul, segnalo le interviste alle donne postate sul profilo facebook.

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  19. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti @Carloesse @Jezabel @Stefano1
    Del resoconto di DFW sulla settimana che ha trascorso in crociera finora (sono a metà libro) ho apprezzato la sua ironia a proposito del “sorriso professionale”, quello stampato sul volto del personale di bordo, un sorriso tirato “che non riesce ad arrivare agli occhi”. Sono addetti ai lavori – secondo la Pr della compagnia di navigazione intervistata dall’autore – molto professionali e sinceramente preoccupati della soddisfazione del cliente; in realtà, ci dice DFW, questo stuolo di ragazzi “del terzo mondo in tuta blu navy” sembra molto temere il controllo occhiuto e costante dei propri superiori e la filosofia di questo tipo di intrattenimento li costringe ad un atteggiamento servile e sottomesso (quando DFW si impossessa della sua borsa e la porta in cabina senza l’aiuto dello striminzito facchino, senza volerlo, scatena senza volerlo un putiferio perché il suo gesto è in contrasto con questa logica).

    Questa lettura conferma quello che ci eravamo già detti anche con Stefano1, D.F. Wallace è un autore diseguale: alcuni suoi racconti non riesco a leggerli, altri mi hanno incantato, questo resoconto di viaggio mi sta proprio piacendo.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  20. Avatar camilla
    camilla

    Ho cercato di leggere il libro l’invenzione della madre.Ho saltato moltissimo, incredula e indignata e addolorata.
    Qui c’e’ il solito maschietto padrone assoluto della madre. Tutti i bambini e le bambine si sentono i padroni assoluti della madre ma non oltre l’adolescenza.Chi resta attaccato alla madre in maniera assoluta e dipendente nonpuo neppure crescere. E infatti racconta i dettagli di una grave malattia che gli fa male .A lui naturalmente e racconta i dettagli piu intimi di una povera donna che sta morendo sotto gli occhi increduli e delusi di un figlio, adulto
    ma infantile.Ancora nella fase di chi la mamma se la deve mangiare. Certo soffre poverino il suo immeritato dolore di fronte a lei che sta morendo tra umilianti sofferenze. E non la perde di vista . So quanto sia atroce essere “esaminati” ora dopo ora da occhi che ormai dovrebbero essere pacificanti, tranquillizzanti, incoraggianti.Il figlio invece sofre, lui soffre e lei , se mai in quel rapporto e stata una donna con
    una immagine di se stessa donna e non madre, e’ costretta a caricarsi anche lo strazio del figlio fragile e accudente che la fa sentire un peso ingombrante che causa alla famiglia un sacco di guai. Insomma il peggio e’ che il dolore usurpato del figlio le fa da specchio costante di quanto il male la sta distruggendo, di quanto di lei non resti che una specie di cadavere ancora in vita. Lei non c’e’ piu’ al suo posto c’e’ una malattia non piu una donna.Ho seguito persone morenti , nei reparti per chi e’ alla fine e ti assicuro che uno dei crucci maggiori era proprio la totale perdita di Se’ tra la sofferenza dei parenti sani.Una sofferenza palese verso il vero moribondo e’ crudele.Si colpevolizzano, specialmente le donne, di “essersi” ridotte a continuo oggetto di
    cure del povero corpo , dimentichi di lei persona.
    Scriverci un libro su queste dolorose cure prestate mostrando tutto il proprio

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  21. Avatar camilla
    camilla

    Continua : “calvario” raccontando quanto disagio,quanta fatica, quanto dolore, vero dolore, gli e’ costata la malattia di mamma. Quanto strsse povero figlio. Ma chi era questa donna? Era allegra? Cosa le piaceva del mondo? Non si dice, importa solo la tristissima avventura del povero figlio.E naturalmente il libro lenira’ le ferite che mamma gli ha provocato.E stato lodato da mimima et moralia a cui non piace mai nrssuno ma qualcuno si’ E si vince magari un premio letterario.

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  22. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @Tutti

    Camilla, mi spiace che la lettura de“L’invenzione della madre” di Marco Peano ti abbia tanto sconvolta, secondo me, il libro non merita questa stroncatura, ma è tuo diritto esternare la tua indignazione se è questo il sentimento che ha provocato.

    Ciao, cambia libro!
    Mariangela

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  23. Avatar camilla
    camilla

    @marian. hai ragione .Mi sento abbastanza scema per aver scritto su un blog qualcosa che ha profonde motivazioni.. evidentemente inadatte a comunicazioni di questo genere.A volte mi capita di pensare a voi come a persone “intime’ che possono capire qualsiasi cosa, qualsiasi punto di vista e conoscermi prifondamente.Naturalmente non pio’ essere cosi’ .E poi non si tratta di stroncature , figurati se io sono in grado di stroncare un libro.Qui per me c’e’ una questione morale legata assolutamente al genere, agli stereotipi sulla maternita’e al modo di considerare una donna .Il tutto legato a esperienze personali che e’ assurdo pensare di condividere.Ti ringrazio tanto per la tua comprensione e gentilezza d’animo. Mi dispiace di non essere riuscita a lasciar perdere. Si dice …per un libro tante storieIl libro pero’ le storie le racconta…Basta cosi’ grazie ancora a te.

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  24. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Cam @Mariangela
    forse se il libro crea indignazione non si può lasciare; evidentemente qualcosa dà.
    Credo che si lasci quando annoia.
    Per lo meno Cam si è identificata, nel patto narrativo lei è la madre stessa o un figlio totalmente diverso da quello descritto.
    Quando ti annoi, niente di tutto ciò.
    Una proposta, naturalmente, da lettrice.
    Come persona, essendo nel ruolo di chi dedica del tempo al genitore anziano, capisco perfettamente cosa vuol dire Cam.
    Ciuao.

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  25. Avatar camilla
    camilla

    @ jez. La mia sensazione di poter “dire” le mie sensazioni era giusta e tu hai capito tante cose che io sento , sono sentimenti complessi , percio’ difficili da semplificare in poche righe. Forse un piccolo esempio di un caso , non mio personale (che proprio non potrei mai raccontare,)recentemente accaduto alla giovanissima suocera della mia nipotina sposata: durante il periodo terminale e di brutale dolore fisico di una donna ancora piena di voglia di vivere, alla ragazza -nuora che la assistiva, a turno con tanti giovani amici , e’ venuto in mente di raccontare alla morente lievi piccoli episodi di pettegolezzi comici, di riempire di fiorellini di carta fatti da lei bellini e di tutti i colori i tubicini delle flebo .
    di mostrarsi serena, di cambiare colore dello smalto delle sue unghie piu volte insomma tutti i possibili gesti di speranza e di tranquillita’.Mai piangere nella stanza, da parte di nessuno, carezze e sorrisi e voglia di starle vicino con serenita’. E piu tardi il dolore del figlio, e del marito non si e inasprito con ricordi di terapie invasive e di ” propri sacrifici”. Lei e’ sempre ricordata per le sue caratteristiche piu’
    belle e non certo come la causa della loro stanchezza e dei loro sacrifici. Si sopporta meglio il dolore purificato . Grazie molte Jez.

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  26. Avatar Jezabel
    Jezabel

    di niente, @Cam

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  27. Avatar wwayne

    @Camilla: Mi ha colpito molto un passo di un tuo recente commento: “Chi resta attaccato alla madre in maniera assoluta e dipendente non può neppure crescere.” Mi ha fatto tornare in mente una mia amica (forse la mia amicizia più datata in assoluto), alla quale ho rimproverato spesso proprio il fatto di non aver mai tagliato il cordone ombelicale con la madre. Anche adesso che va per i 30 questa mia amica non solo racconta tutto alla madre dalla A alla Z (infischiandosene bellamente se così facendo viola la privacy di chiunque le stia intorno), ma si fa anche manovrare da lei come un burattino: se la madre le dicesse di saltare da un ponte, lei lo farebbe.
    E purtroppo la madre non è il suo unico burattinaio: questo rapporto di dipendenza assoluta l’ha sviluppato anche con un’altra sua amica, che è consapevole dell’ascendente che esercita su di lei e di conseguenza interviene nelle sue scelte quanto e più della madre.
    Quanto la mia amica sia dipendente da queste persone è visibile anche da come parla: dice di continuo “Mia mamma mi ha detto di fare questo”, “La mia amica mi ha consigliato di fare quest’altro”, eccetera. Mai una volta che emergesse un suo parere personale, una decisione maturata senza influenze esterne.
    Naturalmente ho fatto presente alla mia amica che questi sono rapporti malati e antietici. Sapevo prima ancora di dirlo che lei avrebbe riferito la cosa alle due burattinaie, e che questo avrebbe scatenato su di me la loro ira funesta: tuttavia io l’ho fatto lo stesso, perché tengo a questa persona e non potevo sopportare di vederla così succube.
    Ovviamente non ho ottenuto alcun risultato: ormai la mia amica è intrappolata in questa duplice dipendenza, e il bello è che a lei va benissimo così.

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  28. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Pungolata dalla scelta del Gdl di leggere per settembre un autore giapponese, e anche spinta dalla preoccupazione di non incappare in un rifiuto come con Murakami, ho studiato una strategia d’attacco che mi ha condotta a questo meritevolissimo libro:

    • Luisa Bienati, Paola Scrovalezza, “La narrativa giapponese moderna e contemporanea”, Marsilio, 2009

    È un testo ricchissimo che vale veramente la pena procurarsi se si è interessati alla storia, e non solo letteraria, del Giappone. È approfondito e conciso, tra l’altro offre molti spunti di lettura per chi voglia avvicinarsi alla narrativa del Sol Levante andando oltre ai soliti Murakami e Yoshimoto (mi perdoneranno Claudio e Carlo che di Murakami sono estimatori, ma io proprio non l’ho saputo apprezzare, oppure ho scelto i libri sbagliati).

    Saluti,
    Mari

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  29. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @WWayne
    Anch’io ho un’amica così. A 44 anni non fa che incartarsi sempre di più in un rapporto “guinzaglio” per cui i genitori sindacano persino il programma che propone ai suoi alunni.
    La tua (e la mia) è una battaglia persa, ahimè.

    @Mariangela
    quindi cosa proponi di bello ?
    Io ho letto Soseki Natsume IL CUORE DELLE COSE, interessante presenza dell’inetto nella letteratura giapponese. Me lo regalò un’amica giapponese dicendomi che era il loro “Promessi sposi”.
    Vuoi provare?

    @tutti
    Io ho lasciato CHIRù. Mi è impossibile qualunque coinvolgimento… 😦
    Sto leggendo C. Levy Strauss, IL MIELE E LA CENERE.

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  30. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Jezabel
    Jez, forse non è proprio una combinazione perché “Il cuore delle cose” di Soseki Natsume, pubblicato in Italia anche come “Anima”, è segnalato sul libro che ho eletto a guida come il testo giapponese più letto in occidente, sta di fatto che ieri anch’io ho scelto proprio questo libro (devo iniziarlo). L’autore, se ho capito bene, è uno dei più importanti del periodo Meiji (1868/1912), l’ho scelto perché ho deciso di partire dall’inizio (della storia del Giappone moderno, intendo dire).

    Mi ha stupita apprendere che nella letteratura giapponese il romanzo come genere letterario non esiste che dal 1895 quando venne teorizzato in un saggio di Tsubouchi Shōyō intitolato “L’essenza del romanzo” (l’influenza delle opere occidentali si stava facendo sentire). Leggo inoltre che “Nuvole fluttuanti” di Futabatei Shimei, del 1885/87, è considerato il primo romanzo giapponese moderno.

    Un libro che ho invece già iniziato, per mia decisione personale, ma sempre sulla scorta della scelta fatta dal Gdl, è “Il lago” di Kawabata che ho appreso essere il primo premio Nobel giapponese per la letteratura nel 1968 (mai sentito, vi giuro, fino a una settimana fa). Mi direte che il suo libro più bello è “L’albergo delle belle addormentate”, ma io ho deciso di iniziare con “Il lago”.

    Se qualcuno ha voglia di raccontarmi qualcosa delle sue letture giapponesi, è il benvenuto; se al proposito vi foste già espressi, qui, in passato, vale il solito argomento: abbiate pazienza, io sono indietro un carro di filo!

    Ciao,
    Mari

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  31. Avatar wwayne

    Barattare un libro con un calzone o un pugno di patatine… no comment…

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  32. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Wwayne
    Me lo aveva segnalato un mio amico lettore, nonché patito di educazione all’alimentazione sana!!!!!!
    Il messaggio sotteso sarebbe “cibo spazzatura in cambio di spazzatura pura e inservibile”??? Non so nemmeno io.
    Umberto Eco ci avrebbe scritto sopra un bel saggio. Io mi fermo qui.

    @ Mariangela
    Preparati per inquadrare il protagonista de IL CUORE DELLE COSE ad un condensato di LA NOIA di Moravia, Ashley di VIA COL VENTO e il povero Emilio Brentani. A tratti mi veniva un nervoso pazzesco!
    Per il resto, direi che anche da noi si è dovuto attendere il pieno – per non dire tardo – Ottocento per avere dei signori romanzi.
    Bye.

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  33. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Jez @Tutti

    Cosa intendi dire? Che devo aspettarmi un mattone noiosissimo? Perché ti è venuto il nervoso leggendo “Il cuore delle cose” di Soseki Natsume? Scusami, ma non ho capito.

    Per quello che sto capendo io leggendo Bienati/Scrovalezza, nella letteratura giapponese il genere romanzo era quasi del tutto inesistente ancora alla metà dell’800, al di là della qualità, voglio dire; la forma narrativa era episodica e non strutturata, senza una trama o un intreccio, si trattava per lo più di pensieri legati assieme nell’intento pedagogico di fare da guida al lettore, i personaggi, inoltre, non erano psicologicamente caratterizzati. Scrive Tsubouchi Shōyō, il teorizzatore di cui vi dicevo, che il romanzo non deve necessariamente elevare l’individuo, ma deve saper esprimere i sentimenti dell’essere umano.

    (Luisa Bienati, Paola Scrovalezza, “La narrativa giapponese moderna e contemporanea”, Marsilio, 2009, pp. 30/31)

    @Cristina
    Dove sei?

    Ciao,
    Mariangela

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  34. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    un po’ troppo lungo, per i miei gusti.
    Il protagonista è un uomo mooooooolto corrispondente all’inetto del romanzo novecentesco italiano. A me Zeno, Emilio, etc, pur avendo amato i romanzi, mi hanno fatto venire il nervoso.
    In generale, ho trovato Soseki interessante.
    Buona notte.

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  35. Avatar cristina
    cristina

    ero al mare, in Liguria. Rieccomi.
    Là ho letto un libro di Carlotto – giallista trascurabile secondo me, trame aggrovigliatissime, personaggi messi giù con la scure scritura tirata via che di più difficile (oh ma si può leggere, capiamoci) –
    e uno di Francesco Piccolo – Piccoli momenti di trascurabile felicità mi pare sia il titolo – che mi ha fatta scompisciare dalle risate, divertente, inverecondo, balzano,buffo, lettura che mette di buon umore, leggera sia chiaro, ma leggera del peso giusto, pungente, arruffosa, squinternata, pensieri proibiti – che più o meno facciamo tutti – in libertà.
    Che tipetto questo Piccolo….

    Cam sono desolata. Quella è una storia. la sua. Non è una persona che devi conoscere, o valutare umanamente. Non so, secondo me confondi i piani. Ma basta.

    Mari…si anche per me Chiru’ è stato, diciamo, deludente. E mi dispiace proprio

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  36. Avatar camilla
    camilla

    @ cristina si in effetti il libro non esisteva per me.E stato qualcosa di irrefrenabile confo.dere piani e identificazioni …da star male, troppo coivolgenti e dolorose e …vicine .Bastava ignorare . ciao

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  37. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti
    Cristina, non sono io che ha letto Chiru, ma Jazabel! Io sono qui con la mia guida alla letteratura del Sol Levante che, in realtà, ben potrebbe venir letta come storia culturale del Giappone, tanti sono i campi che abbraccia e che illustra.

    @Camilla @Tutti
    Camilla, so che le elencazioni le trovi sterili, ma non ho altro modo per comunicarvi tutti gli autori di cui sto leggendo (non in ordine cronologico) in questo bellissimo libro di critica letteraria (perché io approdi ai loro libri ho bisogno di più tempo).

    Nel capitolo “La letteratura impegnata”, per esempio, ho scoperto anche l’altro premio Nobel giapponese per la letteratura (per me un altro Carneade fino ad una settimana fa); qui mi limito a riportare i titoli che magari voi conoscete:

    • “Il figlio dell’imperatore”, 1961
    • “Un’esperienza personale”, 1964
    • “Il figlio dell’imperatore”, 1961
    • “Note su Hiroshima”, 1965
    • “Il grido del silenzio”, 1967
    • “Gli anni della nostalgia”, 1961

    (Luisa Bienati, Paola Scrovalezza, “La narrativa giapponese moderna e contemporanea”, Marsilio, 2009, pp. 180/87)

    Saluti,
    Mari

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  38. Avatar camilla
    camilla

    @marian a parte il grande Ishiguro , nato in giappone ma vissuto in Inghilterra e la bravissima Otsuka giapponese ma nata in California ( di cui mi e’ assai caro il bellissimo romanzo VENIVAMO TUTTE PER MARE , che avrai sicuramente letto ma se per caso non fosse cosi’ e’ da leggere d’un fiato, e’ breve e dolcemente terribile (davvero),ecco un piccolo elenco dei miei giapponesi preferiti:
    1.Natsuo Kirino grande giallista e grande femminista. Tutti belli i suoi libri in particolare il bellissimo GROTESQUE.
    2.RIU’Murakami ( non il solito Aruki) grande studioso e intrerprete della societa’ giapponese, artista completo ( pittore, scultore e altro)per nulla occidentalizzato. libro bellissimo TOKYO DECADENCE.
    3.KENZABURO OE’ nlbel ’94. Libri da me letti con piacere IL BAMBINO SCAMBIATO. e UNA ESPERIENXA PERSONALE dove, se mi ricordo bene , parla della sua personale esperienza di un suo bambino nato con handicap.
    Fine delle mie conoscenze nipponiche in letteratura. Libri belli. Ciao carissima

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  39. Avatar wwayne

    Oggi ho finito di leggere un libro bellissimo: “Lascia che accada” di Amber L. Johnson. E’ la storia vera di una ragazza che si innamora di un coetaneo con la sindrome di Asperger: la protagonista tenta di portare avanti il loro fidanzamento ad ogni costo, nonostante l’immenso stress psicologico che comporta lo stare accanto ad una persona con una sindrome che condiziona così profondamente le relazioni interpersonali. Mi ha davvero toccato.

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  40. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @tutti
    Cam, sono d’accordo sulla tua definizione de “Venivamo tutte per mare“: breve e dolcemente terribile; l’ho letto anch’io e penso sia un libro consigliabile. Ti ringrazio per i tuoi titoli nipponici.

    @tutti
    Ho finito oggi un libro che ho piuttosto maltrattato e di cui, proprio per averlo inserito in malo modo tra un giapponese e un indiano, non so parlare con obiettività (di solito non soffrono, i mie titoli, ma questa volta ero proprio vicina al punto di saturazione). Ho letto “Vita di Pi” di Yann Martel, libro che parla di un ragazzo sopravvissuto ad un naufragio su una scialuppa di salvataggio assieme a una tigre reale del Bengala. Devo assolutamente rileggere almeno l’inizio, così a caldo direi che mi è piaciuto, salvo qualche particolare veramente troppo realistico (dovevo aspettarmelo: su una scialuppa di salvataggio in mezzo all’Oceano Pacifico, per di più in compagnia di un gattone di duecento chili, è anche normale che le buone maniere vadano a farsi friggere!). Rimane il fatto che, se siete impressionabili, a mio parere, non fa per voi.

    Ciao,
    Mariangela

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  41. Avatar camilla
    camilla

    Ciao.sono in vacanza . Tra lago boschi vecchi amici.Sono arrivati dal nord 4 nipoti .Il tempo e un continuo mulinello tra temporali furibondi e vampate di sole caldo e luce e lago azzurro e boschi verdissimi alla Garcia Lorca. Si sta col maglione e col bikini., ogni giorno. Io cerco di essere la nonna piu’ simpatica del mondo percio’ leggo poco.Intanto tengo d’occhio succulente novita’ editoriali e non vedo l’ora di tornara sul mio divano arca di Noe’. E non vi risparmiero’. Buone letture a tutti. cam

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  42. Avatar Dani

    @Camilla dai dicci almeno dove sei

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  43. Avatar camilla
    camilla

    @ dani Sono sul lago di Caldonazzo,il lago piu’ grande TUTTO in Trentino.( il Garda e’ solo in parte trentino con la bellissima RIVA DEL GARDA)lungo 4 km e largo poco meno di tre. Un paesino di poveri contadini fino a qualche decennio fa’, oggi zona di vacanza estiva, alto circa 600m. Pieno di antiche radici per noi. I miei genitori avevano qui una casetta e la famiglia di mio marito e’ proprio nativa di questo paese.Qualche anno fa’ mia figlia ha comprato una bellissima vecchia enorme soffitta che oggi e’ uno appartamento molto grande e pieno di fascino. Io e D. veniamo un paio di settimane d’estate prendendo in affitto un piccolo appartamento molto carino, e’ l’occasione per rivedere le nostre splendide ragazze .Una di nome Valeria vive ormai a Dublino dove ha trovato un ottimo lavoro. L’altra vive a Londra e fa la BALLERINA di danza classica e moderna. Due belle bionde intelligenti e affettuose.Ho un altro nipotone , figlio di mio figlio che si chiama Aronne .E’ ancora un ragazzino e ha un bel cane e due gatti. Va molto bene a cavallo. Insomma tra loro 3 nipoti e le decine di loro amiche e amici inseparabili ho un nipotamento imponente.
    Sono stata esauriente ? Ciao carissima Cam

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  44. Avatar camilla
    camilla

    post scriptum ho parlato di 4 nipoti dato che le ragazze hanno il proprio ragazzo. Quello di Vale ha i capelli rossi ed un gran bel tipo. Quello di Laura e’ un biondino inglese dolce e gentile.

    Piace a 1 persona

  45. Avatar Dani

    @Camilla esauriente è dire poco. La tua è una saga familiare. Divertiti e riposati. A presto con nuove letture. Io ne ho in corso una strepitosa… ma vi dirò.

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  46. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Jez @Tutti

    Sto procedendo con “Il cuore delle cose” di Soseki Natsume e temo di cominciare a capire cosa intendessi quando mi spiegavi che a te “ha fatto venire il nervoso”. Non è un brutto libro, ma anche a mio parere è piuttosto lunghetto per quello che ha da dire. L’autore rilascia anticipazioni che vorrebbero fare scattare la curiosità del lettore, ma io non lo trovo così avvincente, anzi, mi sembra che sia un po’ presuntuoso in questo tentativo di incuriosire. Però, staremo a vedere.

    Ciao,
    Mariangela

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  47. Avatar wwayne

    @Mariangela: Come ricorderai, anche a me di recente è capitato di leggere un libro che in pratica era un brodo allungato che più allungato non si può. Anzi, non era neanche un brodo, perché chiamarlo brodo già implica che ci sia un minimo di sostanza: era semplicemente un piatto vuoto. Il libro era “Quattro sberle benedette” di Andrea Vitali.
    Adesso invece sto leggendo “Due o tre cose che avrei dovuto dirti…” di Joyce Carol Oates. La protagonista è lo stesso identico personaggio di quasi tutti i libri della Oates: una ragazza che va benissimo a scuola ma è comunque terribilmente infelice, soprattutto a causa dei suoi problemi in famiglia. Solito rapporto di amore – odio con il padre, eccetera eccetera. Ma la prosa della Oates è un tale incanto che le perdoni tutto: la ripetitività, l’atmosfera depressa e qualsiasi altro difetto.

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  48. Avatar wwayne

    P.S.: E’ chiaro come il sole che il personaggio – tipo della Oates è profondamente autobiografico, e che la scrittrice ha dentro degli spaventosi traumi irrisolti. Probabilmente usa il suo mestiere come psicoterapia.

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  49. Avatar camilla
    camilla

    @ww. non credo proprio che Joi Carol Oates abbia uno stile e ina tematica simili tra loro in ogni romanzo.La Oates grande scrittrice di lungo corso e tra le piu’ grandi e prolifiche romanziere /i americani. E imparagonabile ai soliti mostri sacri statunitensi per grandi qualita’ letterarie e tematiche trattate. Tutti i tipi di societa’ americani sono stati da lei indagati e rrstituiti in grandi libri unici a eccezionale testimonianza di usi e costumi tra zone e livelli sociali. Lei e’ un vero Balzac a stelle e strisce anche peril numero (oltre 250 ) di libri scritti. Se ti capita caro ww di leggere SORELLA MIO UNICO AMORE oppure BLONDIE ti accorgerai della incredibile gamma di conoscenza e di pietas di Oates, irraggiungibile da chiunque altro contemporaneo anche per diversita’ e ricchezza di percezioni e di tipi sociali.Mi picerebbe per es. conoscere il tuo parere su Marylin Monroe (BLONDIE)e sui farmaci che vengono somministrati ai bambini per ogni minimo comportamento che non sia conforme agli stereotipi del “modello ” vigente. ciaociao

    Piace a 1 persona

  50. Avatar wwayne

    @Camilla: Della Oates ho letto nell’ordine:

    Bestie
    Una brava ragazza
    Sexy
    Un giorno ti porterò laggiù
    Uccellino del paradiso
    Doppio nodo
    La ragazza tatuata
    Occhi di tempesta
    La donna del fango
    Ragazza nera ragazza bianca
    Ragazze cattive

    E adesso Due o tre cose che avrei dovuto dirti. Lo schema narrativo che citavo prima è presente nei romanzi:

    Un giorno ti porterò laggiù
    Uccellino del paradiso
    Occhi di tempesta

    Più quello che sto leggendo adesso. Insomma, che la Oates sia talvolta ripetitiva è innegabile perfino per me, che sono un suo fan sfegatato.
    L’unico suo libro che ho mollato è stato Il maledetto: un romanzo in cui lei crea mille fili narrativi diversi, saltando dall’uno all’altro in modo molto caotico e senza svilupparne nemmeno uno in modo scorrevole. Di conseguenza, leggere Il maledetto era doppiamente faticoso: per la difficoltà di tenere a mente tutte le sottotrame, e per il ritmo lentissimo con cui esse procedevano. Dopo un po’, con mio grande stupore e dispiacere, ho dovuto alzare bandiera bianca.

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