I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar camilla
    camilla

    Perche i maschi dotti di questo blog (e non solo) non conoscono le donne che scrivono???Troppo facile rispondere. E terribile visto quanto sia radicata l’idea della superiorita’ maschile in questo arcaico Paese.Cam

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  2. Avatar wwayne

    @Camilla: Ricordo che avevamo già affrontato l’argomento in passato, ed eravamo giunti a conclusioni meno drastiche: noi uomini tendiamo a leggere scrittori uomini per una sorta di naturale affinità che si crea tra autori e lettori dello stesso sesso, e lo stesso tendete a fare voi donne. Nessun maschilismo, insomma.
    Tra l’altro, viste le sciagure a cui ci sta portando la modernità, essere arcaici lo considero molto positivo, e un gran bel complimento. A patto, naturalmente, che del passato si conservi il buono e non il marcio: la disparità di genere, ovviamente, fa parte del marcio.

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  3. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Camilla, non so se faccio parte dei dotti (credo di no) =D ma sulle donne che scrivono mi prodigo ogni giorno in commenti e impressioni per il semplice fatto che i libri più interessanti che ho letto negli ultimi tempi spesso sono scritti da donne. Alice Munro è il mio scrittore/scrittrice prediletto tra i viventi, i racconti di Lucia Berlin pubblicati per la prima volta da noi quest’anno, e di cui ho parlato anche qui, sono una meraviglia. Sto leggendo anche i racconti di Edna O’Brien, stessa cosa; il racconto che dà il titolo alla raccolta (“Oggetto d’amore) è un piccolo capolavoro.

    Ho appena finito un libro di Rita Indiana, I gatti non hanno nome, pubblicato da NN editore (la migliore, a mio parere, tra le nuove case editrici italiane).
    “Lui sorrise e lì dentro c’era tanto spazio che mi venne voglia di traslocare nella sua bocca, mi avvicinai e lo abbracciai come avevo visto abbracciarsi gli uomini, stringendosi il collo, colpendosi le scapole”.
    Santo Domingo. Una 14enne racconta di come vede il mondo. Rita Indiana nata nel 1977, è dotata di notevole talento espressivo. Stralunato con brio, direi. Ha fondato anche un gruppo musicale. Le foto sulle rete ritraggono una ragazza alta e ossuta dallo sguardo irrequieto, che si batte per i diritti di gay e lesbiche.

    Tra le italiane elogio spesso di Letizia Muratori, che ha uno stile originale, ultimamente ho parlato anche qui, dello splendido libro di Caterina Venturini, L’anno breve. Rosa Matteucci, dalla lingua desueta e vagamente comica. Elizabeth Strout, bravissima soprattutto in Amy e Isabelle e in Olive Kitteridge. Yasmina Reza con Felici i felici. E mi fermo qui perché sarebbe troppo lungo.

    Su Rushdie ho letto poco, I figli della mezzanotte sarà tra le mie prossime letture 🙂 Ciao

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  4. Avatar cristina
    cristina

    E’ vero ciò che dici, Domenico Fina.
    Ma Camilla ha parecchia ragione nella sostanza,mi pare.

    Le GRANDISSIME scrittrici – per citarne alcune Virginia Woolf, Christa Wolf, Szymborska, Mercè Rodoreda,Elsa Morante,Doris Lessing, Szabo’,Elena Ferrante, ora anche Annie Ernaux,- quelle che dovrebbero essere considerate delle “classiche”, alla stregua di Conrad, Rushdie, Dickens,Faulkner non sono nè ricorrenti nei post, nè altrettanto amate e, soprattutto, non mentalmente presenti.

    Chi di voi uomini le conosce bene e le rilegge come si fa con alcuni scrittori uomini ?
    Trattano storie sentimentali, si dice. Storie piccole, emotive, affettive,di vita e di morte, di figli e genitori,e fratelli e sorelle, di bambini e domestiche, di pranzi e compere, di amiche adolescenti, di fame e di fatica a tirare avanti.
    Parlano cioè dell’enormità del quotidiano – cosa da cui gli uomini, analfabeti affettivi come sono ben stati definiti ( mi scuso con i presenti, ovvio) in genere rifuggono nella vita reale, immaginarsi in letteratura.

    Non mi pare un caso che una delle poche scrittrici ricorrenti fra i lettori maschi sia Marguerite Yourcenar, lei così fredda, ma epica, solenne, venata di tragico.

    Cioè , la differenza – perchè è la differenza che ci costituisce e ci connota – è che noi donne leggiamo Rushdie, Faulkner,Marquez e compagnia bella ma anche le scrittrici sopra citate, mentre voi no o, comunque, enormemente meno. Mi sbaglio?

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  5. Avatar cristina
    cristina

    Nel nostro passato: le donne non votavano. morivano di aborti clandestini, il marito era il pater familias unico decisore, non si poteva divorziare…E le buscavamo come oggi, oggi ci continuano ad ammazzare anche solo perchè li vogliamo lasciare, gli ex fidanzati, i mariti, quelli che si credono padroni del nostro corpo.
    Si forse i treni arrivavano in orario e c’erano meno “zingari” in giro…

    C’è una vignetta che dice:
    “Il 2 giugno abbiamo conquistato il diritto di voto. Quando avremo il diritto di lasciare un fidanzato senza essere uccise ?”

    C’entra con il sesso degli scrittori? con il genere della letteratura? ebbene, secondo me c’entra, c’entra

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  6. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Secondo me non sbagli ma le cose stanno cambiando, più consistentemente di quanto possiamo credere. Io non penso d’essere un’eccezione, Paolo Di Stefano (che conosci) e che cura il Forum “Leggere e scrivere” afferma di leggere in percentuale più libri scritti da donne, per me vale la stessa cosa. Ma lo ripeto: per il semplice fatto che in percentuale mi capitano più libri belli scritti da donne. È un fatto. Aggiungo all’elenco i racconti “Innovazioni americane” di Rivka Galchen, uscito di recente da Einaudi. Un’altra scrittrice molto interessante.
    Poi, nello specifico, dipende ovviamente dai gusti, a me Ernaux che ho letto con “Gli anni” non mi è sembrata un’autrice particolarmente originale, mi sembra una di quelle anzitutto rivendicatrici che vogliono a tutti i costi tratteggiare una generazione, sociologizzare insomma, a me questo tipo di scrittura non mi è congeniale, la ritengo una tipo di letteratura a scadenza stretta a differenza che so, di Alice Munro, che suppongo verrà letta anche fra cento anni, non a caso non mi piacciono particolarmente né Pasolini, né Christa Wolf, ma è opinione personale, naturalmente; lo stesso effetto, per dire, che mi ha fatto il recente “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati, librone di 1300 pagine abbandonato sebbene avesse stile e ritmo di scrittura accurati. Una scrittrice dal talento straordinario e poco citata è per me Christina Stead, che ha scritto un capolavoro, L’uomo che amava i bambini (1940), ancora oggi e forse più di allora, spiazzante per forza espressiva e aspra comicità. Magda Szabò mi piace molto, ho letto tutto di lei. Janet Frame anch’essa grandissima, “Gridano i gufi” è un libro bellissimo. Tra le italiane una delle mie predilette di sempre è Lalla Romano. Tra le poetesse Dickinson sopra tutte, Szymborska e la splendida Marianne Moore. Yourcenar, confesso non mi ha mai particolarmente attirato, ho letto “L’opera al nero” e “Il colpo di grazia” ma mi hanno lasciato poco in termini di coinvolgimento generale.

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  7. Avatar cristina
    cristina

    caro Domenico Fina: una rondine non fa primavera e l’eccezione conferma la regola….

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  8. Avatar wwayne

    @Cristina: Non è soltanto un fatto di treni in orario. E’ una questione di avere dei valori, di crescere con le certezze che questi valori ti trasmettono, e di pensare e agire nel modo corretto proprio perché ti basi su queste certezze. Poi ha preso piede il relativismo, e questo circolo virtuoso si è spezzato. Ringrazio nostro Signore di avermi preservato da questa deriva morale, e di aver costantemente guidato le mie scelte con il Suo insegnamento.
    Quello di prima non era un mondo perfetto, come dicevo anche a Camilla, ma era infinitamente migliore. So che tu non la pensi così, e ho il massimo rispetto per il tuo parere contrario.

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  9. Avatar cristina
    cristina

    Dio patria e famiglia – motto eterno di tutti i fascismi. Gott mit uns c’era scritto sulle cintole dei nazisti.
    alleluja

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  10. Avatar wwayne

    @Cristina: Questo tuo continuo associarmi al fascismo non l’ho mai capito. Anche perché ho ripetutamente preso le distanze da questa pagina così nefasta della storia italiana e mondiale. Comunque, la strumentalizzazione della religione a fini autogiustificatori e autoassolutori non appartiene soltanto ai regimi totalitari: se hai letto Gomorra, saprai che anche i camorristi utilizzano questa tattica.
    Per fortuna nel cuore dei credenti più savi queste strumentalizzazioni non sviliscono il senso profondo della religione: infatti qualsiasi fedele con un minimo di capacità di discernimento riesce facilmente a distinguere la validità del messaggio cristiano dalle distorsioni opportunistiche che se ne fanno.

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  11. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    Non so come si possa dire che i tempi precedenti siano migliori…
    Lo dice mio papà. Lui è nato nel 1930 e mi dice quanta fame aveva eppure “come era bella la vita e semplice: la cameriera era cameriera e la padrona era padrona, chi si sposava restava sposato e far nascere un figlio fuori dal matrimonio era una disgrazia etc etc”
    Sento amenità di questo genere da quando sono nata; gli voglio bene, comunque; è chiaro! Riesco inoltre a comprendere il suo punto di vista sorto da una nostalgia della PROPRIA età giovanile. Ma trovo che siano idee becere, maschiliste, fasciste e glielo dico anche!
    Non posso comprendere chi inneggia ad un passato moralmente “migliore” e non ho voglia di dilungarmi sulla questione, assolutamente priva di senso.
    Esiodo, uno degli autori più antichi della civiltà greca, sentiva di vivere in un’epoca di decadenza… e non è andato oltre il VII secolo a. C!
    Odiava la campagna e voleva vivere in città. Insomma, l’umanità è stata sempre la stessa.

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  12. Avatar wwayne

    @Jezabel: L’accusa di fascismo più o meno velata è balzata in cima alla hit parade dei luoghi comuni più utilizzati in questo blog. Lo vedo anche sui gruppi Facebook: quando un membro tira fuori un’accusa, un’argomentazione o una frase ad effetto, subito la cosa viene rilanciata e riciclata da tanti altri utenti. Ad esempio, quando due docenti litigano tra loro su Facebook, è matematico che prima o poi uno dei due tirerà fuori la stucchevolissima (e molto retorica) frase “Non è così che dovrebbe comportarsi un bravo insegnante.”
    Ma passiamo al nocciolo della questione. Può darsi che l’uomo abbia per sua natura la tendenza a idealizzare il passato, ma nel mio caso non è soltanto questo: le mie convinzioni poggiano su basi razionali, non consistono in una superficiale e puramente emotiva fascinazione per i bei tempi andati. Che erano belli per davvero, te lo dice uno che ha avuto la fortuna di passarci l’infanzia. Son nato giusto in tempo per godermi le ultime giornate di sole, prima che la società smarrisse anche le sue più fondamentali certezze e iniziasse la deriva morale di cui parlavo prima.

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  13. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Wwayne @Tutti

    Wwayne, di’ la verità che tu non sei così tradizionalista come vuoi dare ad intendere e che ogni tanto calchi un po’ la mano su questi aspetti, di proposito, voglio dire, con l’intento predeterminato di fare arrabbiare qualcuno(a), di farlo(a) uscire dai gangheri; dilla la verità, che ti diverti a stuzzicare ma non credi davvero a tutto quello che scrivi. Non pensare di darla a bere a tua zia (da parte di madre), nipotastro.

    Non fare il furbacchione!

    Mariangela

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  14. Avatar wwayne

    @Mariangela: Ti confesso, zia, che il tuo commento mi ha fatto un po’ sorridere. Ma come, sono uno dei pochi che non dà di fascista a destra e a manca quando emerge un dissidio, e poi quello che calca la mano sono io?
    Comunque, la mia difficoltà a riconoscermi nella società attuale è assolutamente genuino. Potrei cercare di adattarmici, ma verrei meno a me stesso e a tutto ciò in cui credo. Preferisco quindi fare il fossile, e andare controcorrente. Perché è a questo paradosso che siamo arrivati: il conservatore è il più grande rivoluzionario.

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  15. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Wwayne
    Non attacca, caro nipote, con me non attacca.

    @DomenicoFina
    Domenico, ti ringrazio per i nomi delle autrici che hai citato, quelli che non conoscevo li ho segnati.

    Ciao
    Mariangela

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  16. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @WWayne
    Togli “fascista” e metti che riguarda mio papà, che apertamente ci tiene ad essere considerato tale. Ho forse mescolato un po’ di cose, mi correggo. Non volevo assolutamente dare a te del fascista, ma dire che lo comprendo sebbene le sue idee siano diverse dalle mie, perché si è arroccato nostalgicamente all’idea del “come era bello”.
    Non credo di essere nata in un’epoca migliore di questa: era il 1971 e non credo che la gente fosse migliore così come non credo che tu sia fascista.
    Credo anche che l’esempio che hai fatto sui due che litigano e si dicono “da un bravo insegnante etc” non c’entri nulla con quello che ho detto.
    Noi insegnanti siamo persone come tutte le altre; ridiamo, piangiamo, scherziamo, sbagliamo.
    Ricordo invece di aver letto su un tuo post che un radicale non può diventare Presidente della Repubblica.
    Sono rimasta indignata e ne approfitto per dirtelo adesso.
    Ma non direi mai
    – un insegnante che ha studiato Lettere non può pensarla così
    – un giovane come te non può pensarla così
    – uno che proviene dalla tal città (non ricordo più) non può pensarla così.
    Sarebbe semplicemente senza senso rispondere con un luogo comune o un’etichetta a quello che io stessa ritengo un’etichetta.
    Chiaramente da quello che scriviamo si evince qualcosa di noi e non posso negare di avere un’idea personale di tutti quelli che incontro qui. Ma non mi piace andare a dire alla gente TU SEI …

    Con simpatia
    Jez

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  17. Avatar carloesse
    carloesse

    @Editalara
    Sulla grandezza di Faulkner ti ha già risposto Domenico Fina, con argomentazioni che condivido pienamente. Se vuoi approfondire, l’articolo di Lagioia linkato da Cristina pochi giorni fa è un’ottima occasione, e ti consiglio caldamente di andarlo a vedere.

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  18. Avatar wwayne

    @Jezabel: Hai detto una cosa giustissima: noi insegnanti siamo persone come tutte le altre. Di conseguenza, proprio non capisco perché si metta sempre in mezzo la nostra professione quando si vuole stigmatizzare un nostro comportamento. Ad esempio, ricordo che tempo fa feci qualche battuta sui miei alunni in difficoltà, e apriti cielo: le accuse di essere inadatto ad insegnare si sprecarono. Bastava dire “Non mi sono piaciute le tue battute”, senza andare ad attaccare la mia persona e la mia professionalità. Avviso ai leggenti: sono tornato brevemente su questo capitolo, ma non intendo riaprirlo.
    Riguardo alla faccenda dei radicali, ritengo che indignazione sia una parola un po’ eccessiva. Ma nei miei 8 anni di frequentazione della realtà virtuale ho capito che la gente quando scrive su Internet non pesa molto le parole, e quindi sul web è quasi superfluo far notare all’altro che ci è andato giù un po’ troppo duro.
    Mi fa molto piacere, comunque, che tu non mi annoveri tra i fascisti. Per la stima che ho di te, mi sarebbe dispiaciuto molto se tu mi avessi identificato come un sostenitore dei regimi totalitari. Perché io sarò pure un nostalgico, ma le camicie nere non le rimpiango affatto.

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  19. Avatar camilla
    camilla

    Ieri sera ero indignata per aver ascoltato in tv commenti atroci sul femminicidio e ho scritto di getto un commento su questo blog.Non e’ apparso. Un altro subito dopo con lo stesso strano risultato.
    Oggi leggo domenico fina e gli sono grata per aver citato tra molte ottime anche il nome di Cristina Stead col L’UOMO CHE AMAVA I BAMBINI. Vorrei tanto che le donne del blog lo leggessero anche se e’ un romanzo degli anni ’40 e pensavo che nessuno lo conoscesse.Invece domenico fina mi ha fatto questa Bella sorpresa. @domenico fina. mi hai rialzato il morale .Voglio solo dirti che la Arneaux non puo essere compresa da GLI ANNI.Sarebbe come giudicare un romanzo dall’indice. Se potrai leggere IL POSTO e L’ALTRA FIGLIA ti renderai conto dell’eccezionalita’ di questa grande scrittrice adorata in Francia.Grazie comunque.
    Sono stata felice di leggere jez e marian e Cristina e ho pensato che questo blog e’ pieno di gente/che legge. , magnifica.@ wwaine. C’ e’ un cadavere in biblioteca: liberatene che sei vivo e sveglio. A tutte/i GRAZIE. Cam

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  20. Avatar wwayne

    @Camilla: Anch’io ieri ho avuto lo stesso problema: scrivevo i commenti, li inviavo, ma poi WordPress non li pubblicava. Mi era già successo in passato, e in quel caso l’embargo era stato ben più lungo: un mese e mezzo.

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  21. Avatar carloesse
    carloesse

    Riguardo alla letteratura al femminile (non so se devo includermi fra i maschi “dotti” di questo sito: a me la parola fa un po’ sorridere e richiama alla mente in particolare uno dei 7 nani. e poi, chi sarebbero i non-dotti ?) riconosco pienamente che sia stata largamente e ingiustamente ignorata o sottovalutata per tanto tempo. Ma vi sono anche ragioni storiche ad averlo causato. Ricordiamoci che fino all’ottocento tutto il mondo dell’arte e della cultura (scienze incluse) è stato predominio dei maschi, figure di genere femminile si sono sempre contate sulle dita di una mano, spesso sono state avversate (fin dai tempi della povera Ipazia, e pensiamo alla triste fine che ha fatto) o trattate come rare mosche bianche, delle eccezioni, in pratica dei mostri anomali nel tranquillo mondo fallocratico (brutto termine, ma tanto per capirci…), tuttalpiù da tollerarsi con spocchioso sussiego.
    Oggi le cose graziaddio stanno cambiando. Forse lentamente, ma inesorabilmente, e con un moto che ha subìto negli ultimi decenni una portentosa accelerazione. Per esempio, ancora quando frequentavo l’università io (una quarantina d’anni fa) erano ancora rarissime le donne iscritte a ingegneria, oggi ce ne sono quasi quanto i maschi. Quanto al mondo delle lettere (qui le facoltà sono state da molto prima considerate la collocazione di studi ideale per una donna, anche se per destinarle prevalentemente ai ruoli di insegnante delle scuole, e molto raramente per giungere alla conquista di un ruolo primario in ambito accademico) oggi nessuno si sogna di considerare scrittrici del calibro di Virginia Woolf, di Alice Munro, di Doris Lessing, di Toni Morrison (che non ho ancora affrontato, ma vorrei leggere presto) inferiori ai loro contemporanei maschi.
    I titoli che vediamo proporci nelle librerie ormai sono di scrittrici al pari di quelli di scrittori. C’è anche un rovescio della medaglia: sembra che gli uomini leggano sempre meno e che quelli che ancora lo fanno siano sempre meno dediti alla narrativa, e prevalentemente coltivino la saggistica. Come se stessero abbandonando un campo che è stato loro indiscusso predominio in previsione di una vicina sconfitta.
    Forse l’editoria si adegua anche a questo: a un mercato prevalentemente infoltito di lettrici pare vantaggioso proporre sempre più titoli di scrittrici. Ma al di là di tutto ben venga anche questo, se facilita una cultura che badi sempre meno a distinzioni di sesso.
    Quanto a me, personalmente, al di là dei nomi già fatti tengo a sottolineare quanto io consideri ai vertici assoluti della letteratura del ‘900 nomi quali quelli di Anna Maria Ortese e di Ingeborg Bachmann, e di quanto abbia amato in passato Jane Austen e le sue eroine, Harper Lee e il suo indiscusso piccolo caposaldo della letteratura statunitense (una vera pietra miliare), quanto mi sia interessato in anni recenti a nuove leve quali Ornela Vorpsi, Simona Rondolini, Viola Di Grado (anche quando non sempre hanno confermato le mie aspettative), alla scoperta di Lucia Berlin, a quanto mi abbiano impressionato favorevolmente Aimee Bender o Sarah Shun-Lien Bynum, a quanto mi siano apparse sopravvalutate (a mio parere) Elizabeth Strout o Agotha Christof (forse semplicemente non è nelle mie corde, così come Thomas Bernhard).
    Poi, se la mia libreria è ancora popolata di autori prevalentemente maschili ciò è in larga parte dovuto al fatto che ancora oggi tra i classici sono considerati tali per la stragrande maggioranza titoli fuoriusciti dalle loro penne. Ma sono ben felice quando riesco a includervi scoperte riguardanti scrittrici che non conoscevo o che non avevo affrontato con il dovuto merito.

    Saluti da Nano-carlo (un po’ Dotto, un po’ Brontolo, e un po’ancora candidamente Cucciolo)

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  22. Avatar cristina
    cristina

    Le biancanevi ti danno la loro benedizione di sicuro…Carloesse, eheh

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  23. Avatar camilla
    camilla

    @ carlo esse. Ci sono le africane, le asiatiche, le canadesi, le neozelandesi.le americane , e le supernordiche, le russe, le baltiche appunto,le tedesche, le inglesi, le irlandesi, le spagnole, le francesi, le albanesi, ecc.mi impegno un poco alla volta, di segnalare scrittrici “classiche” Che riempiono i miei scaffali e dall’800in poi sono moltissime e grandissime. Penso di averne lette dall’800 in poi tante quanto classici masculi.E’ che siete uomini e dovete per forza dare lezioni, spiegare, avere sempre il comando.Il primo passo verso la civilta’ contemporanea e’. di ammetterlo.Per esempio il célèbre e sopravvalutato romanzo Il buio oltre la siepe e’ “buono” con i poveri negri accusati ingiustamente che restano pero’ “poveri negri”.stessa storia con noi donne: ci sono tanti bravi nanetti Dotti, brontoli, pisoli,e soprattutto cuccioli ma la biancaneve resta addormentata finio all’arrivo del bel Principe che la “sveglia” bonta’ sua. Scherzavo.con affetto cam

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  24. Avatar cristina
    cristina

    Secondo me c’è la letteratura e basta. Non la letteratura al femminile.
    O c’è forse una letteratura al maschile ???
    c’è sempre un deragliamento, uno scarto, un dettaglio che denota una minorità. E questa va ben al di fuori di qui dove, tutto sommato, non ci si può nemeno lamentare troppo….

    c’è un’altra vignetta carina ch dice:
    (principe alla ragazza) ti sposero’ e sarai la regina del mio regno.
    (ragazza in risposta) Grazie, ma sono anarchica.

    Ora metto le pantofoline di vetro e vado a nanna, domani devo far uscire la fata dalla zucca e poi piantarla. la zucca, nell’orto, a fare frutti. Se no, niente trippa per gatti

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  25. Avatar carloesse
    carloesse

    @cam
    Io non aspiro a nessun comando. Che il mondo sia stato dominato dai maschi arrecandogli gran danno per secula et seculorum l’ho già ammesso ampiamente, così come vedrei con grandissima soddisfazione salire al ruolo di Presidente (in Italia, in America, ovunque non vi sia ancora mai stata) una donna, e lo sostengo da molto prima che si ventilasse da noi il nome di Emma Bonino: molti anni fa avrei sostenuto con tutte le mie forze quello di Tina Anselmi, di cui pure si ventilò timidamente una possibile candidatura (sostenuta più dal solito Pannella che dalla DC in cui militava), e che forse potrei ritrovare un qualche rispetto anche per la chiesa come istituzione quando potrà accedere al soglio anche una Papessa (pura fantascienza).
    Il mondo ideale naturalmente sarà raggiunto solo quando sarà indifferente collegare ruoli e sesso, e nessuno ci baderà più, puntando solo alle reali capacità.
    Forse si potrà finalmente ridere di un passato che istituiva le insulse “quote rosa”.

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  26. Avatar wwayne

    @Camilla: Perché ritieni sopravvalutato Il buio oltre la siepe? A me è piaciuto molto!

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  27. Avatar camilla
    camilla

    @wwayne. Il buio oltre la siepe, a suo tempo fu un libro di successo seguito da un film di grande successo. Fu un simbolo contro il razzismo féroce degli Stati Uniti .Oggi capiamo (spero) che non si possa piu scambiare carita’ con diritto tanto piu’ che il razzismo féroce c’e’ ancora , ovunque.Percio’ Il buio oltre la siepe non ha piu’ alcun segno rivoluzionario.Come romanzo percio’ non vale di
    piu’ del superato “zio Tom”. Perche’ non leggere mai libri di autentico antirazzismo.Anche di autori americani.Un esempio di grande romanzo
    américano veramente imperdibile e’ IL TEMPO DI UNA CANZONE di Richard Powers.ed.mondadori ,6 o 7 anni fa’.Leggilo se ne sei capace e imparerai. cosa puo’ essere un romanzo contemporaneo américano . Cam

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  28. Avatar wwayne

    @Camilla: Perché non dovrei essere capace di leggere un romanzo?

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  29. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @WWayne
    Ero indignata, purtroppo. E ti assicuro che sono sempre molto misurata, sia nella vita reale sia in quella virtuale.
    Ri – bacione.

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  30. Avatar cristina
    cristina

    Jezabel! buongiorno cara. Secondo me l’indignazione è uno dei sentimenti più elevati dell’umanità.
    Significa essere capaci di avere dei principi, degli ideali, e di essere più larghi del proprio piccolo io. E’ una delle molle del progresso sociale nelle società più consapvoli. E’ vero che poi è l’economia che decide tutto, sempre.

    Stamane ho sentito un’ottima trasmissione a Radio3. Uno psicanalista molto interessante- di cui non ho captato il nome – a un certo punto ha detto: la nostra civiltà occidentale – che poi vuol dire civiltà “al tramonto”…
    mi ha dato molto da pensare.

    Ai gentili amici di qui ricordo che quando si parla in generale di leture e di generi, si va oltre le poche presenze che circolano qui, Guardatevi attorno, guardate i vostri amici…cosa leggono? e i giovani…cosa leggono?

    A Domenico Fina consiglio davvero di cuore un libro secondo me strepitoso di Christa Wolf: LA CITTA’ DEGLI ANGELI, E’ un memoir – profondo, intelligente, dialettico, delizioso, commovente. L’ultimo libro pubblicato di Wolf prima della sua morte, una sintesi di vita, quasi, di un’onesta’ intellettuale sconvolgente

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  31. Avatar wwayne

    @Cristina: Le letture dei giovani variano a seconda della fascia d’età. Più precisamente:

    – I bambini leggono Geronimo Stilton e Diario di una schiappa;
    – I pre – adolescenti leggono Harry Potter;
    – Gli adolescenti leggono John Green, Moccia, Alessandro D’Avenia più alcune saghe come Twilight e After.

    Può darsi che mi sia scordato qualcuno, ma nel microcosmo della mia scuola queste sono le letture che vanno per la maggiore. Ovviamente all’interno della risicata percentuale dei giovani che leggono.

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  32. Avatar cristina
    cristina

    Il buio oltre alla siepe è stato all’epoca, un libro importante. Ma è vero, i bianchi che si impietosiscono e che “capiscono” i neri erano – nel libro – su un piano superiore. e concedevano generosamente la loro comprensione. Parità di diritti è un’altra cosa.

    Devo dire che a me è sempre parso più rilevante come libro su una fanciullezza, sui suoi tremendi misteri, su come si cresce, su chi è tuo padre e come si vincono le ombre al di là dell’angolo di casa…

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  33. Avatar wwayne

    Roma non è stata costruita in un giorno. Per quei tempi scrivere un libro sui bianchi che hanno una posizione aperta nei confronti dei neri era una mossa già ultra – progressista: non possiamo pretendere che Harper Lee fosse ancora più avanti del suo tempo, e farle una colpa del fatto che non propugnasse la parità di diritti. Sarebbe come dire che l’inventore della macchina era un coglione perché nel suo prototipo mancavano il lettore cd, l’aria condizionata e tutti i comfort che abbiamo oggi. L’inventore della macchina per quei tempi ha fatto anche troppo, e lo stesso vale per Harper Lee.
    Tutto questo lo dico da fiero avversario del razzismo: è soprattutto la mia indole antirazzista, tra l’altro, che mi fa vedere i regimi totalitari come il fumo negli occhi.

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  34. Avatar cristina
    cristina

    a volte, ma proprio a volte, mi vien un attacco di noia ma di noia ma di noia

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  35. Avatar cristina
    cristina
  36. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Va beh, quand’è così ve lo dico: nonostante le restanti duecento pagine di “Figli della mezzanotte” e a dispetto di altre cose già iniziate, anche per colpa vostra che ieri avete elencato una sfilza di libri e di scrittrici, non ho resistito alla tentazione di procurarmi un titolo suggerito da Domenico: ho preso “Gridano i gufi” di Jane Frame.

    Finora ho letto troppo poco per dare un giudizio sul libro, però sembra proprio bello. Per adesso solo un’annotazione rivelatrice: nonostante le coordinate geografiche già fornite dall’autrice (aveva già spiegato che il luogo della sua storia si trova a metà strada tra l’Equatore e il Polo Sud), a un certo punto, poche pagine dopo, ho provato un momento di disorientamento perché il nord viene indicato come un luogo dove fa più caldo e dove i fiori sbocciano prima, ci ho messo un po’ a raccapezzarmi: il romanzo è ambientato in Nuova Zelanda (in un altro emisfero rispetto al mio), e, lo leggo ora, Janet Frame è una delle più importanti autrici neozelandesi! Quanti scherzi può fare l’eurocentrismo!

    Ciao,
    Mari

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  37. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Mariangela. Grazie per la fiducia 🙂 Gridano i gufi è un libro che mi sta molto a cuore, scritto con incantevole e doloroso brio, rispecchia la personalità dell’autrice che si rifugia talvolta in un mondo Shakesperiano, “il mio rifugio quando gridano i gufi”. Titolo e copertina bellissimi. I ragazzi della famiglia narrata sono tutti tratteggiati con maestria e i loro destini avranno esiti differenti, Toby e Dafne – la più piccola (alter ego dell’autrice) – sono due personaggi struggenti. Il capitolo finale, l’epilogo perfetto, fatto di sole tre paginette, assegna un senso a tutto il libro.

    @Camilla. “Il tempo di una canzone” è un romanzo corposo e complesso, forse troppo lungo, ma indubbiamente notevole. L’ho letto a più riprese, anni fa.

    Di Christina Stead, oltre a L’uomo che amava i bambini, è notevole anche Letty Fox. L’uomo che amava i bambini è un libro anomalo, quando venne pubblicato non ebbe alcun successo, è intenzionalmente estenuante, scritto con linguaggio ricco, stupefacente, fatto di verbosità a volte faticose per il lettore. E allo stesso tempo composto da pagine di comicità unica. Quasi a voler riprodurre nelle strampalate liti della famiglia Pollit, un’atmosfera da famiglia americana moderna. In realtà la famiglia Pollit è anzitutto una creazione letteraria di una grande scrittrice. Come lo fu “Auto da fé” per Elias Canetti, per fare un accostamento con un libro per certi aspetti affine.

    Dagli anni ’60 e fino ad oggi ha avuto sempre più estimatori. Franzen arriva a considerarlo il più grande romanzo americano di sempre. Alcuni lettori lo descrivono come il capolavoro più noioso di sempre 🙂 Ad ogni buon conto questo romanzo è da leggere per più ragioni, per la lingua prodigiosa di Christina Stead, che vuole riprodurre in modo comico le assurdità della famiglia Pollit, per la critica implicita alla retorica pedagogica, suo marito un campione di retorica dei buoni sentimenti e buone azioni, da impartire ai suoi figli come fossero giovani marmotte, racconta aneddoti edificanti, inventa neologismi buffi, filastrocche bizzarre, li intrattiene in modo bislacco ma trasmette un mondo falso, inesistente, che non c’è. Sua moglie Henny, viceversa, è un campione di scetticismo verso gli uomini e più in generale verso l’intero genere umano: è un personaggio grandioso, memorabile davvero. I 5 figli si trovano in mezzo, ma non è un libro cupo, è un libro spesso molto comico. La bambina più grande (figlia del primo matrimonio del marito) osserva tutto e si rifugia in Shakespeare, scrive commedie in cui riproduce tutto ciò che vede e vive, lei è l’occhio che incombe su questo gran libro.

    @Carloesse. D’accordo su Anna Maria Ortese. Prose di viaggio e prose varie in cui descrive i suoi autori, Cechov è autore che Anna Maria Ortese ha capito alla perfezione. Intimamente.
    Tra i romanzi ammiro in particolare Il cardillo innamorato. Simona Rondolini con il suo esordio “Dovunque, eternamente” ha scritto un libro di autentico valore, purtroppo passato inosservato. Speriamo che il suo prossimo sia più fortunato.
    Anche il piglio comico di Natalia Ginzburg è sempre da rileggere e sottolineare, per me. Le sue prose critiche scritte come spontanee lettere al mondo.

    @Cristina. Ci proverò a leggere La città degli angeli di Christa Wolf, ma non garantisco 😉

    Ciao

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  38. Avatar cristina
    cristina

    vedi com siamo soggettivi e diversi?
    A me Annamaria Ortese e Il Cardillo , no, ma proprio no. Non mi piacciono le prose onirico-fantasiose-viaggianti, tutte arricciolate e etereee, senza agganci reali. Lo stesso vale per gesualdo Bufalino.
    Non sono autori che mi prendono, con le loro prose svolazzanti e sognanti. Altro che realismo magico, qua…mi annoio e sbadiglio.
    ma tot capita, tot sententia…

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  39. Avatar wwayne

    Condivido l’avversione di Cristina per lo stile onirico, e più in generale per le trame in bilico tra sogno e realtà. Ad esempio, Murakami lo digerisco solo quando riesce a “contenere” la sua tendenza a galoppare nelle praterie della fantasia: quando invece il paranormale prende il sopravvento sul reale, come in “La fine del mondo e il paese delle meraviglie”, allora non arrivo a pagina 10.

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  40. Avatar wwayne

    Oggi ho finito di leggere il mio ultimo libro di Lewis B. Patten. Lo stesso titolo del libro, ironicamente, ha il sapore di un addio: “Ultima notte a Cottonwood.” Questo autore mi ha tenuto compagnia infinite volte negli ultimi 5 anni: ho rintracciato tutti i suoi libri su ebay, e li ho divorati uno dietro l’altro con la voracità di un bambino che addenta un cocomero in pieno Agosto.
    Ho letto i suoi libri nel giardino d’Estate, sul mio letto in Inverno, negli infiniti viaggi in treno che mi portavano prima da casa all’università, e poi da casa alla scuola in cui lavoro. Sono cresciuto con lui, anzi in un certo senso lui mi ha cresciuto, perché ha accompagnato gli anni finali della mia maturazione con i preziosi insegnamenti morali che trasparivano da ogni suo libro.
    Adesso che ho finito anche l’ultimo che mi mancava, come immaginavo, provo una sensazione di grande vuoto. Posso colmarlo rileggendo alcuni suoi libri, guardando i film che ne hanno tratto (uno dei quali proprio da “Ultima notte a Cottonwood”), ma non è la stessa cosa.
    Mi consolo pensando che ogni cosa bella deve finire, e che ho avuto comunque una grande fortuna a trovarlo sulla mia strada.

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  41. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    In generale anch’io non amo le prose troppo magiche quando sono SOLO magiche, ma c’è magico e magico c’è libro e libro e anche all’interno dello stesso autore c’è clima e clima. Tunstrom, autore svedese che amo ha una prosa trasognata bellissima, sempre vicina all’uomo e alle relazioni umane, insomma non evanescente, Anna Maria Ortese nel Cardillo l’ho ammirata per un discorso anzitutto di ariosità, è un libro scritto in stato di grazia, non mi è importato molto se le vicende narrate tendevano al fiabesco, in alcuni casi. E poi non è un libro, in fondo, affato lieve. Di Bufalino e ancor più di Consolo non mi è congeniale il manierismo, che in alcuni autori siciliani caratteristica fondamentale, Argo il cieco di Bufalino tuttavia mi è piaciuto, è un libro intimo e allegro scritto in modo diverso da altri suoi libri portati all’estremo con le volute linguistiche (Menzogne della notte, che viceversa, ho abbandonato).

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  42. Avatar camilla
    camilla

    @mari. Janet Frame con katherin Mansfield sono due scrittrici neozelandesi molto note e tradotte in italiano da oltre 30anni.Janet Frame scrisse DENTRO AL MURO e UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA da Cui Jane Campion trasse due bei film di successo anche qui.Come la nostra Alda Merini fu internata in manicomio dove subi’ terribili esperienze. I suoi libri sono bellissimi. Katherine Manfield fu intima amica di Virginia Wolf e fece parte del famoso gruppo di Blonsbury .Da leggere i racconti di Manfield. Baci Cam
    Post scriptum. Due scrittrici classiche del ‘900.
    Sulla Lettura de corsera di oggi c’e’ Una Bella recensione di Franco Cordelli su Colm Toibin. Grande scrittore omosessuale irlandese. Ciao

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  43. Avatar camilla
    camilla

    @ domenico fina io trovo Che L’UOMO CHE AMAVA I BAMBINO dia un quadro allucinante di un uomo spaventoso. Quando lessi CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO di David Grossmann , dopo molti anni, pensai che il mostruoso Yair fosse un tipo di padre e di uomo altrettanto orrendo della grande Stead. Incubi.ciao. Sei un pozzo di conoscenze letterarie.Cam
    Io sono Una lettrice molto casinista e impressionista.Leggo solo per puro piacere. Ma vivo di letture.

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  44. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Domenico Fina @Camilla @Cristina
    Sul libro di Janet Frame, come scrivevo, non posso dire molto, ancora, ho già visto però che la vena onirica in certe pagine si sente molto: è il modo che hanno i bambini protagonisti di inventarsi una realtà tutta loro, in piena contrapposizione a quella vera, loro ostile. Le vicende psichiatriche di cui mi racconti tu, Camilla, devono avere lasciato una traccia nell’opera della scrittrice: in questo romanzo, per esempio, uno dei fratelli è epilettico e qui la malattia, sentita come diversità, è probabilmente un tema autobiografico. Per riprendere, invece, un aggettivo del commento di Domenico, dalle poche pagine che ho letto concordo che la storia è veramente struggente (non melensa, voglio dire, proprio dolorosa).

    @Tutti @Domenico Fina @Cristina
    La scrittura barocca di Bufalino, che io non ero riuscita a leggere, a mio parere, con il realismo magico non c’entra. Sono d’accordo con Domenico quando afferma che c’è magico e magico: il realismo magico di Rushdie, che è sicuramente sui generis, continua a piacermi anche perché è colorato di ironia e umorismo, elementi che rendono il libro, tra le altre cose, anche divertente. È vero che anche per quanto riguarda la scrittura di Rushdie qualcuno ha usato l’espressione di “barocco rushdiano”, ma qui la forma linguistica non è un ornamento o un ricciolo è funzionale all’esito paradossale ed esagerato che l’autore intende conferire alle vicende.

    Ciao,
    Mariangela

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  45. Avatar cristina
    cristina

    Bè insomma, I figli della mezzanotte è un po’ ….come Il barone rampante, favolistico, divertente, infantile, ridondante ma puro. Mica si parla di realismo magico qua, non vi pare? Non trovo nemmeno nessun barocchismo, mi sembra che si debbano usare bene i termini se no diventa tutto un paté.

    O Cam!! Un angelo alla mia tavola – che non ho letto – è un film me ra vi glio so, che è impresso nella mia carne. L’ho presente come l’avessi visto ora, e saranno decenni.
    Anche perchè la protagonista ha i capelli rossissimi, e si sa che ….

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  46. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @tutti
    A me “I figli della mezzanotte” non sembra né ridondante né infantile; il linguaggio è proprio usato come arma efficace per arrivare dove vuole arrivare l’autore, non cresce niente, a mio parere, non c’è niente di superfluo, rimane il fatto che non è certo una lingua asciutta e stringata, per quello che posso capire io che purtroppo lo devo leggere in traduzione, e secondo me l’etichetta di barocco potrebbe anche starci.

    Devo poi dire che non lo trovo infantile nel senso di “spontaneo”, come possono sembrare spontanei, per fare un paragone con un libro che a Rushdie deve molto, i bambini de “Il Dio delle piccole cose”: lì i bambini sono reali, con le ingenuità e la freschezza tipica dell’infanzia, questo sì, ma pur sempre bambini realisticamente descritti, nel libro di Rushdie i bambini hanno poteri sovrannaturali e lo sconcerto dell’io narrante – Saleem è ormai trentenne quando scrive la sua storia – è quello di un adulto, non quello di un bambino. Se, nel libro di Roy si prova dolore per le sventure dei due bambini protagonisti, nel libro di Rushdie, a mio parere, l’autore non vuole creare empatia per la vita del singolo, mira a focalizzare l’attenzione del lettore sulla vicenda collettiva. Commuoverci per le sorti di Saleem, secondo me, non entra negli obiettivi di Rushdie (altrimenti non mi spiegherei il continuo buttare quasi in burla le disavventure del protagonista).

    Saluti,
    Mari

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  47. Avatar camilla
    camilla

    @ cri. I begli interventi di domenico fina mi hanno riportata a grandi emozioni legate ad alcuni libri.Sono andata a prendere libri Che non toccavo da anni e le emozioni sono intatte
    La Stead ! Ti piacerebbe un sacco.Ma ora torno ai miei freschi di stampa.Se ci riesco.
    @ wwayne. Non credo proprio Che tu possa. leggere IL TEMPO DI UNA CANZONE di Richard Powers.Domenicofina dice Che e’ molto lungo ma e un veto grande affresco della storia americana ripulita da ogni luogo comune e.E’ anche pieno di musica.E di affetti. E si puo’ leggere solo se si dimenticano i pregiudizi e le certezze assolute. Ciao cam.

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  48. Avatar wwayne

    @Camilla: I libri pieni di musica non mi dispiacciono affatto. E ti dirò che non mi è dispiaciuto affatto nemmeno “Che tu sia per me il coltello”.
    Ho apprezzato molto soprattutto il modo particolarissimo in cui questo romanzo epistolare è strutturato: all’inizio tu leggi soltanto le lettere dell’ uomo, poi ad un certo punto lui smette di scriverle e a quel punto iniziano le lettere della donna, che lo supplica di ricominciare la loro relazione epistolare. E poi alla fine si esce dallo schema epistolare per passare ad un altro tipo di contatto non diretto, quello telefonico… geniale!
    Le lettere di lei sono molto più carine. Non solo come stile, ma anche come contenuti: infatti lei quando scrive a Yair gli racconta dei fatti concreti, del tipo “A mio figlio è successo questo, a mio marito è successo quest’altro”; lui invece scrive soprattutto della sua ossessione per lei, praticamente rimestando sempre la stessa zuppa, dicendo sempre la stessa cosa con parole diverse. Ma alla fine anche le lettere di lui in qualche punto sono gradevoli, quindi nel complesso concordo nel dire che è davvero un romanzo degno di nota.

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  49. Avatar cristina
    cristina

    Cam quando ci siamo conosciute stavi giusto leggenfo o su per giù IL TEMPO DI UNA CANZONE. ne sono passati di annetti eh cara la mia cam??

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  50. Avatar wwayne

    A proposito di canzoni, ve ne segnalo una che sto ascoltando spesso in questi giorni (un po’ per scelta mia, un po’ per scelta delle radio):

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