I libri più belli, letti nel 2016

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti). La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016. Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno. Anche nel…

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L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del New York Times, pagine opinioni, del 16 marzo 2014

Ecco, come ogni anno, l’invito a condividere le letture migliori (ma anche le letture deludenti).
La regola è semplicissima: si parla dei libri più belli letti nel corso del 2016.

Non importa quindi quando il libro sia stato scritto, pubblicato, ripubblicato. Quel che conta è che sia stato letto nel corso di quest’anno.

Anche nel 2015 questo post è stato di gran lunga il più frequentato e il più fecondo: un flusso quotidiano di pensieri da parte di decine di lettori. Una valanga preziosa di idee e consigli e sconsigli.

Ribadisco infine che fra le regole -fondamentali- di questo gioco c’è il rispetto per gli altri.

Quindi, il confronto civile viene molto apprezzato, l’insulto invece no.

Ringrazio da ora chi continuerà a donarci questo tesoro di letture con tanto affetto, partecipazione, precisione e ricchezza culturale.

Abbracci

 

Commenti

3.202 risposte a “I libri più belli, letti nel 2016”

  1. Avatar wwayne

    @Camilla: Effettivamente questo gruppo di lettura sta attraversando una nuova fase di immobilismo, e siamo rimasti in pochi a portare avanti la baracca. Ma anche in passato sono capitati periodi così, e sono convinto che ne usciremo.
    P.S.: Sono convinto che anche qualcun altro risponderà al tuo commento dicendo per l’ennesima volta che, se siamo in questa situazione, è a causa di alcuni membri acidi e dall’insulto facile. A mio giudizio non è così: quei membri ci sono sempre stati, anche nei momenti di massima attività di questo blog. E’ soltanto un periodo un po’ così: capita nei rapporti tra le persone, capita anche con i blog. Compreso il mio.

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  2. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Il capitolo del manualetto di Bertinetti sulle letterature in inglese mi ha spinta a ripescare un libro che avevo in parte già letto e apprezzato non più di due anni or sono:

    • Silvia Albertazzi, “La letteratura postcoloniale. Dall’impero alla World Literature”, Carocci, 2013.

    Ho pensato a voi, partecipanti di questo blog, e mi sono detta, se piace a me che non conosco molti dei nomi citati dall’autrice e che non ho una cultura letteraria molto vasta, chissà cosa riuscirebbero a trarne loro, che gli autori trattati li hanno letti e che con la letteratura contemporanea hanno più confidenza!

    Questo libro si può definire in tanti modi ma, per me, è innanzitutto uno studio di letteratura comparata, si va da Coetzee a Munro, da Fanon a Cortazar, da Marquez a Rushdie; la ricchezza dell’analisi, la conoscenza letteraria approfondita dell’autrice, la trattazione multidisciplinare ne fanno a mio parere un testo da tenere ben presente se si vuole approfondire qualche tema di letteratura contemporanea (e non solo di quella postcoloniale). Vi dico, ogni pagina offre una miriade di spunti e di rimandi e moltissimi motivi di riflessione!

    Ho visto proprio adesso prima di cliccare, dal catalogo Einaudi, che Albertazzi e Bertinetti sono accomunati tra gli autori di una nuova edizione di “Breve storia delle letteratura inglese”. Tutto torna: come sono contenta quando arrivo al medesimo obiettivo per strade diverse! (La felicità della lettrice!).

    Ciao,
    Mariangela

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  3. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @tutti
    ieri mi sono concessa una bella passeggiata con annessa lunga permanenza in una libreria storica lombarda (con tanto di commessa attempata e di buona conversazione).
    Il loro reparto storia e filosofia era ben fornito e così con la signora al mio fianco prendevo sfogliavo chiacchieravo e commentavo le scelte degli editori.
    Le edizioni economiche di certi testi hanno raggiunto veramente livelli estremi.
    Volevo acquistare IL SECOLO BREVE per un mio amico vecchietto che non lo ha mai letto: la veste non mi piaceva molto e così ne discutevo con la signora, che era d’accordo con me sulla “sostanza” che certi libri da consultare e rileggere devono necessariamente avere (aggiungo anche la leggibilità, visto che le edizioni ultraeconomiche spesso fai fatica a tenerle aperte e le leggi con difficoltà).
    Insomma, la signora con fare ammiccante mi porta in un angolo della libreria, ovvero CLASSICI FRANCESI, e mi mostra una spaventosa edizione della RECHERCHE di Proust che in un unico tomo comprende TUTTI i romanzi…
    Ma che scelte sono?
    Credono di avvicinare così l’uomo comune alla lettura? Pensano che, pur di avere a casa l’opera, rinforziamo le mensole?
    Non si può mettere facilmente mettere in una borsa, non lo puoi tenere in mano, sei consapevole che i fogli si staccheranno e . . . se vai al mare con quel coso, ti arrestano per avere maltrattato una decina di alberi!!
    Insomma, leggere leggero è bello!

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  4. Avatar wwayne

    @Jezabel: Anch’io ho la fortuna di avere a disposizione un ottimo reparto di Storia in una biblioteca a me vicina. Non hai idea di quanto sia utile questo per un professore: ad esempio, nel manuale di Storia dei miei alunni la guerra del Peloponneso era spiegata da cani, e soltanto grazie ai libri che ho trovato in quella biblioteca sono riuscito a colmare tutte le lacune e correggere tutti gli errori.
    Lo so che, in quanto professore di Storia, dovrei essere in grado di compiere queste operazioni anche senza appoggiarmi ai libri della biblioteca: tuttavia, ammetto senza reticenze che su alcuni ambiti della mia materia (anche molto importanti, come appunto la guerra del Peloponneso) non mi fido della mia memoria, e quindi preferisco rimettermi sui libri.
    Potrei risparmiarmi questa fatica e cercare su Google, ma di Internet mi fido ancora meno: spesso chi parla di Storia su Internet lo fa senza citare le fonti, e quindi per quel che ne sappiamo potrebbe anche essersi inventato tutto di sana pianta.

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  5. Avatar camilla
    camilla

    @marian. A proposito di Carrere : ecco un ottimo scrittore, uno stile e un “ambientazione” brillanti e talentuose. Penso io(!?) che Emmanuel Carrere sia con una specie di metafora, come una “rafflesia. arnoldii”, un rarissimo tipo di orchidea dai magnifici lussureggianti fiori, parassita. Che si nutre di vita altrui per esistere.Solo cosi
    capisco come sia riuscito a far sembrare “fascinoso” un verme come Limonov.Solo il suo rapporto con Brodskij , di Limonov intendo, descritto da B. nel saggio “FUGA DA BISANZIO” ma non sono affatto sicura che sia questo il saggio, dove Limonov va a chirdere a B. favori ricattatori quando B. stesso era in esilio in america.Limonov insomma e’ un individuo assolutamente spregevole che la penna magica di Carrere ha sdoganato dal girone dei traditori e dei violenti.
    Tengo a pregarti di leggere qualcosa su D’Annunzio , anche solo sui brevi recenti saggi magari quello di giordano b. Guerri o altri recenti per farti un’idea che mai Dannunzio somiglio’ a un Limonov.La guerra di D. fu un brevissimo episodio di tipo futurista. Limonov e ancor oggi un tremendo figlio da KGB.

    Abbracci. Cam

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  6. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @tutti
    L’ho finito, il libro di Carrère e, in effetti, pur avendolo apprezzato, ho come avuto la sensazione che il biografo alla fine provi una qualche simpatia per il suo personaggio e che cerchi di comunicarla anche al lettore, per usare le tue parole, che tenti di “sdoganarlo”. Non so, devo ancora rimuginarlo, questo libro, forse è importante notare che alla fine, nell’epilogo, l’autore fa un parallelo tra Limonov e Putin e conclude che per certi versi hanno avuto una vita simile, solo che al secondo è andata meglio che al primo. Che volesse farci riflettere su Putin? Non sono però d’accordo che Carrère sia un parassita, secondo me scrive molto bene e penso che il libro sia anche ben documentato.

    @Jezabel @tutti
    Superfluo dirti che sono d’accordo su tutto quello che hai scritto: sui libri illeggibili a causa del formato non dico altro solo per non ripetermi; alla tua condivisibile lamentela aggiungo solo che, in Italia, sono scarse anche le edizioni audio, voglio dire, i titoli reperibili in audiolibro sono di più che in passato ma ancora pochi rispetto che negli altri paesi.

    Sto sentendo un classicone che non vi dico!

    Ciao a tutti.
    Mariangela

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  7. Avatar camilla
    camilla

    @marian. Certo e’ Che a me piace molto Carrere.Da IL REGNO au primi romanzi VITE CHE NON SONO LA MIA fino al bellissimo LA VACANZA Che he scritto senza raccontare vite Che non sono la sua.LA VACANZA e’ splendido.
    Saluti.cam

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  8. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Camilla
    “Vite che non sono la mia” era piaciuto molto anche a me. Hai letto anche “La vita come in un romanzo russo”?

    @Tutti @Jezabel
    Jez, a proposito di librerie, ho letto che la libreria sul Corso a Taormina, come molte librerie di questi tempi, è costretta a chiudere; ha ragione Aldo Bonomi: quando chiude una libreria tutti perdiamo qualcosa. Metto qui l’articolo del CdS:

    http://www.corriere.it/cultura/16_maggio_30/quando-chiude-libreria-tutti-perdiamo-qualcosa-c79de9aa-25cb-11e6-8b7b-cc77e9e204b3.shtml

    Ciao!
    Mari

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  9. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Scusate: l’articolo è di Aldo Cazzullo, ho sbagliato cognome!
    Mariangela

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  10. Avatar cristina
    cristina

    Cam, Mari, Carrère confonde. Questo è certo.
    Scrive benissimissimo. Ma è vero che ha un atteggiamento strano e a volte equivoco che perturba. Vite che non sono la mia è un gran bel libro.
    Sugli altri non saprei, ma in fondo, mi pare un autore scivoloso, ne avevo letto un altro forse la Vacanza che mi aveva lasciata più che perplessa. Mi pare abbia un ego propositato che filtra tutto ciò che descrive velandolo.

    Mi sono rifugiata in Dickens – ah che goduria!!!

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  11. Avatar camilla
    camilla

    @ cri. O si, Dickens! Hai letto NICOLAS NIKLEBY?? e GRANDI SPERANZE?
    .Grandezza e bellezza .indiscutibili e semplici.
    Carrére. borghese viziato e sofferente.Pieno di talento e di paura? tossico ma non troppo. Come certi funghi o come certe orchidee parassite e magnifiche? Boooh a volte so i numeri.

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  12. Avatar camilla
    camilla

    Sto leggendo L’ALTRA FIGLIA. diAnnie Ernaux, appena uscito.Ed. Orma.ciao

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  13. Avatar cristina
    cristina

    Annie Ernaux è una scrittrice sobria, discreta, proprio il contrario di Carrère. Cam, sto leggendo Tempi difficili, fantastico

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  14. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Dickens 🙂 @tutti
    che bello TEMPI DIFFICILI!
    GRANDI SPERANZE non l’ho mai voluto rileggere per paura di non trovare le grandissime emozioni che mi ha suscitato a sedici anni…
    Chissà cosa leggeva Dickens???

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  15. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela
    MALA TEMPORA CURRUNT
    già quando io stessa lavoravo in una libreria alla fine degli anni ’90 (sto diventando vecchietta, neh?) le librerie chiudevano e/o si tentavano soluzioni nuove : caffè letterario, pizza & libro etc.
    Taormina è una località con un fascino tutto suo, assalita ovviamente dalle attività globalizzate e globalizzanti (per cui trovi la stessa canottiera a Torino a Bombay e appunto a Taormina) che naturalmente non fanno nulla di male, se non ci facessero rimpiangere librerie e negozi d’arte e di antiquariato che davano quel tocco in più alla ridente cittadina con quel mare e quei colori…mmmmmh, la nostalgia!!!
    Tornando al marketing, credo che nelle epoche di crisi la prima cosa che salta è il libro.

    @WWayne
    Nel nostro lavoro, si sa, l’aggiornamento continuo è necessario. Mi capita spesso di pensare di essere preparatissima su un argomento e poi accorgermi che non mi ricordo più un piffero! 😉

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  16. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Voi con Dickens io con un altro superclassico: sto sentendo “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad.

    Non avrei mai immaginato un autore di una tale forza descrittiva: lo conoscevo di fama, l’avevo trovato in una lunga digressione di Sebald, l’ho spesso rinvenuto, qui, citato da voi, ma proprio non pensavo di imbattermi in un artista di tale statura! L’audiolibro ero andata a prenderlo perché il titolo rientra appieno nel filone della letteratura postcoloniale, diciamo che ero più interessata al tema che non all’autore, e invece, ti trovo uno che, solo per come scrive, ti inchioda alla pagina. Ormai lo sapete, sono sempre quella che fa le scoperte in ritardo!

    @Jezabel
    Per l’artigianato Taormina è troppo cara: senza spostarsi troppo, Giarre offre tanta scelta a prezzi più competitivi. Tra lo stile di Santo Sftefano di Camastra e quello di Caltagirone io preferisco il primo: ha colori più tenui, forse meno “mediterranei”, ma lo trovo più vicino al mio gusto per i cromatismi smorzati. Come vedi, non c’entra nulla con le librerie!

    Ciao
    Mari

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  17. Avatar wwayne

    @Mariangela: Allora non potresti mai guardare un film di Wes Anderson: le scenografie e i costumi dai colori “sparati” sono un suo marchio di fabbrica.

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  18. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Wwayne!

    Stavo parlando di ceramiche, di vasi, vasetti, suppellettili domestiche destinate ad adornare pareti, tavolini e mensole oppure di oggetti che, anche quando hanno una funzione pratica, tipo piatti, tazze, brocche, hanno in sé un elemento decorativo, ornamentale, diciamo, non parlavo di film! È però vero che anche nelle descrizioni paesaggistiche, sia pittoriche che letterarie, sono più ammaliata se il cielo non è troppo terso, se non è troppo blu, se c’è anche qualche nuvoletta per me è meglio (i nuvoloni di Constable varrebbero il viaggio a Londra e l’umidità dei libri di Banville, una rilettura).

    Ciao,
    Mari

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  19. Avatar wwayne

    @Mariangela: Il mio commento era riferito al punto in cui dici di amare i cromatismi smorzati. 🙂

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti @Wwayne
    Hai ragione, ero io che pensavo ancora alle ceramiche, all’Isola d’ora, al Gattopardo, al viaggio fino a Donnafugata, sotto il caldo torrido (descrizione memorabile, lì nuvolette proprio non se ne vedono).

    Ho letto proprio oggi un passo di Conrad, dove però l’elemento meteorologico non è da intendersi solo in senso fisico: è presago di violenze e foriero di morte:

    • “L’aria era calda, densa, stagnante. Nessuna gioia nella magnificenza del sole. I lunghi tratti navigabili si perdevano innanzi, deserti, nell’oscurità di lontananze avvolte dall’ombra.”

    Joseph Conrad, “Cuore di tenebra”, BUR, prima edizione digitale
    2010, p. 53

    Ciao,
    Mariangela

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  21. Avatar cristina
    cristina

    alla fine della mia edizione di Tempi difficili c’è una lunga postfazione di Orwell su Dickens. non vedo l’ora di leggerla.
    Mari sul muro della mia cucina ci sono molti piatti appesi, diversi vengono dalla Sicilia, sul blu e giallo soprattutto

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  22. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti @Jezabel @Wwayne
    Quei colori, se non erro, sono quelli tipici dello stile di Caltagirone (che scalinata che hanno a Caltagirone!), non sono brutti, ma è più difficile ambientarli rispetto a quelli meno sgargianti di Santo Stefano (secondo il mio gusto). Il mio marchio preferito, di cui non faccio il nome, è quello di un’impresa artigianale che contrappone il cotto, sui bordi e all’interno (per esempio, di un vaso), alla ceramica maiolicata bianca arricchita di decorazioni in color azzurro vivo, all’esterno del contenitore. È uno stile giocato sul contrasto, con qualche arricchimento liberty, che a me piace molto; direbbe poco, anzi forse verrebbe proprio aborrito da chi preferisce invece forme geometriche ed essenziali: “Ornamento è delitto!”, griderebbero; è quasi come in lettura: ognuno ha i suoi gusti.

    Preferenze a parte, e tornando al discorso di Jezabel, l’importante è che l’artigianato riesca a sopravvivere respingendo le omologazioni! Non so se per le imprese artigiane la vita sia tanto più facile che per le librerie. Libri e ceramica siciliana contro la globalizzazione?

    Ciao,
    Mari

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  23. Avatar cristina
    cristina

    Ci vorrebbe pietà, contro la globalizzazione, prima di tutto. No?

    Mari, compro ceramiche in ogni posto che visito. E’ impressionante come alcune culture – diciamo così – si tocchino cromaticamente e graficamente. Alcune cose francesi e spagnole sono gemelle, altre sicule e tunisine pure… ma c’è sempre uno stacco, una divergenza, una particolarità.
    Il mondo arabo ha ceramiche fulgide . Siamo tutti debitori a questa cultura della sua magnificenza illustrativa…noi, gli spagnoli, i portoghesi…. i turchi, insomma un’inventiva pazzesca che ha largamente influenzato le nostre arti “minori”
    A Ischia invece e nel napoletano ci sono le De ruta, bellissime pure quelle, tutto un fiore e un giallo e un rosso, in casa ne ho alcune ereditate da un servizio di mia nonna, piccoli capolavori…

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  24. Avatar editalara
    editalara

    @Mari, ho letto Cuore di tenebra alle superiori ma all’epoca, presa da altri interessi e “dolori”, non l’ho apprezzato come forse meritava..mi hai fatto venire il pallino di rileggerlo!
    In questo momento ho tra le mani Vonnegut, “quando siete felici fateci caso”, lo scopro per la prima volta e lo trovo sorprendentemente attualissimo, semplice e profondo, divertente e dissacrante a tratti! andrò a cercare in biblio anche il più classico “Mattatoio n.5” .
    ciao a tutti!

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  25. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Editalara
    Anch’io ho qui il libro di Vonnegut da te menzionato; visto che nel paragrafo finale “Svincolato dal tempo. Citazioni su cui riflettere” ci sono degli aforismi, e considerato che è da troppo tempo che non mi godo una bella raccolta aforismatica, non posso fare a meno di copiarne qualcuno qui sotto:

    • “Praticare un’arte, non importa a quale livello di consapevolezza tecnica, è un modo per far crescere la propria anima, accidenti. Cantate sotto la doccia. Ballate ascoltando la radio. Raccontate storie.”

    • “Dobbiamo costantemente buttarci giù dagli strapiombi e farci crescere le ali mentre precipitiamo.”

    • “Un’altra pecca nell’indole degli esseri umani è che tutti vogliono costruire e nessuno vuole fare manutenzione.”

    • “La disperazione è la madre dell’originalità.”

    (Kurt Vonnegut,“Quando siete felici, fateci caso”, minimun fax, 2015, pp. 93/100)

    @Cristina @Tutti
    In Sicilia l’eredità araba si sente, ma a mio parere, ancora più visibile è quella greca.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  26. Avatar cristina
    cristina

    Mari, e io che al solo sentirlo nominare, Vonnegut, mi viene l’orticaria cattiva? uno scrittore per me totalmente incompremsibile e fastidioso al massimo grado.

    Arabi, greci, un bel misciòt la Sicilia, come dicono a Milano

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  27. Avatar wwayne

    @Jezabel: Quanto hai ragione! Oltre alla gravosa necessità dell’aggiornamento permanente, un altro lato del mio lavoro che ho faticosamente imparato ad accettare è il fatto che ci sono delle classi in cui devi far studiare tutto sul libro. Questo perché se utilizzi anche altri materiali (appunti dettati in classe, fotocopie eccetera) tu magari hai svolto l’argomento in modo più completo, ma loro non riescono a studiare tutto: qualcuno non riesce a prendere appunti neanche se detti lento, qualcun altro perde le fotocopie perché non le incolla subito sul quaderno… insomma, non tutte le classi sono capaci di gestire anche altri materiali oltre al libro, anzi le classi che hanno questa maturità sono una minoranza.
    Tra l’altro della necessità di esonerare gli alunni dagli appunti ricordo che parlammo anche in questo blog, quando avevo appena iniziato a fare questo mestiere. E’ stato soltanto pochi mesi fa, ma nel frattempo ho vissuto così tante esperienze (lavorative e non) che mi sembra passato un secolo…

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  28. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Non volevo scriverlo perché stanca come sono i miei proponimenti (anche quelli di lettura!) sono sempre a rischio, oramai, però, ho superato la metà e penso proprio di dovervi ringraziare per l’ennesima dritta: sto leggendo “Figli della mezzanotte” di Rushdie, da voi definitivo in termini superlativi.

    Non era in programma di leggerlo in parallelo con il saggio critico di Silvia Albertazzi, che proprio a Rushdie dedica molto spazio, ma alla fine, mi sta venendo bene così, anzi, più che bene, come dice Cristina, da “goduria!” proprio. Avete ragione quando lo definite capolavoro imperdibile perché è proprio un bel libro e penso abbia meritato tutti i premi che ha vinto. Spero proprio di riuscire a finirlo.

    @Cristina @tutti @Editalara
    Infatti di Vonnegut, come avevo già scritto, non oso iniziare “Mattatoio n. 5”, ci dirà Editalara quando l’avrà letto, spero.

    Buona notte
    Mari

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  29. Avatar cristina
    cristina

    Mari, vedrai, non ti staccherai fino a che non l’avrai finito….

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  30. Avatar carloesse
    carloesse

    Dickens, Conrad,…mi pare per alcuni di noi un momento di felice ritorno ai classici, che non tradiscono (quasi) mai. Io ho finito da poco LUCE D’AGOSTO di Faulkner. Semplicemente grandissimo. Un romanzo corale senza veri protagonisti (o con più protagonisti), lirico senza grande poesia, tragico senza eccessivi drammatismi, epico senza grandi eroi o eroismi. Lo consiglio a tutti i reduci di letture poco soddisfacenti di contemporanei sopravvalutati.
    Quanto ai “Figli della mezzanotte” di Rushdie, se non lo è già diventerà presto un grande classico anch’esso. Sicuramente lo merita.

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  31. Avatar cristina
    cristina

    Finirà che riprendo in mano Gadda e così sia!|

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  32. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @TUTTI
    A me è piaciuto MATTATOIO n5 e rimpiango di averlo perso in uno dei miei traslochi (in questo caso fu più che un trasloco 😦 )
    Libro particolare, che scava dentro, e le macerie della guerra sono interiorizzate, emotive. Un libro di guerra per chi cerca la pace e il pacifismo.

    @Mariangela
    Conrad è un grande. Una cultura pazzesca e una capacità di suscitare immagini senza paragoni. Sarà perchè conosceva tante lingue …

    @Cristina
    C’è molto anche della Francia in Sicilia.
    La generazione di mio padre, ovvero gli ottantenni, hanno in testa il ciclo carolingio, filtrato attraverso l’opera dei pupi. Delle somiglianze tra i paesi del Mediterraneo parlavo a lezione proprio ieri mattina. Senza le immagini delle ceramiche e delle costruzioni sul mare coi balconi fioriti, senza far sentire la musica come avrei fatto a convincere i pupi dell Alpi che i paesi affacciati sul mare nostrum si somigliano tutti??? W Internet!

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  33. Avatar cristina
    cristina

    Jezz c’è anche il couscous che accomuna tutte le rive mediterranee..

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  34. Avatar camilla
    camilla

    @ tutte/i. Ho finito L’ALTRA FIGLIA di Annie Ernaux.Impossibile dire l’indicibile.Se qualcuno osasse dare il solito giudizio, prendendo la distanza, accomunando questo sublime rito a un altro racconto, sia pure il migliore , si sbaglierebbe. Si rimane coinvolti intimamente e totalmente.Non ci sono parole possibili.Ammirazione per un talento impareggiabile. Si rimane di fronte a se’ stessi, sapendo che questa esperienza e’ imdimenticabile e impossibile da spiegare.Magnifico e sconvolgente. Cam

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  35. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti @Cristina
    In merito a “I figli della mezzanotte” devo dire che mi sono convinta a leggerlo superando qualche resistenza perché, come noto, non sono proprio una fan del realismo magico,” (ricorderete i miei travagli con “Il maestro e Margherita) e quindi avevo subito alzato le antenne (Jez, tu sì che m i capisci). Ma qui è diverso, è vero, anche il procedere di Rushdie non è temporalmente lineare e non mancano anticipazioni e flash back, e vedo che anche la ripetizione è un artificio usato sovente, ciò nonostante, e a dispetto della molteplicità dei personaggi, il filo di questa storia, o meglio di queste storie, non lo si perde mai; anche quando il narratore finge di ingarbugliarsi nel racconto la sua ascoltatrice, Padma, è lì a pungolarlo e a porgli le domande che vorrebbe formulare il lettore.

    A me stupiscono in particolare due elementi: la lingua (nonostante lo stia leggendo in traduzione), sempre fantasiosa, mirabolante, colorata (WWayne, qui sì che i colori sgargianti bucano la pagina!) e l’attitudine dell’autore di risolvere il dolore nel paradossale, nell’esagerazione, quasi nel comico.

    Cristina, in merito al timore di non riuscire ad ultimare questo poderoso libro, quello che temo io sono i mille accidenti della vita quotidiana, la fretta, la stanchezza, gli imprevisti o altri impedimenti di ordine pratico che con il romanzo non c’entrano niente (so assumermi le mie responsabilità), sono gli insuccessi che talvolta dobbiamo registrare anche come lettori.

    Saluti,
    Mari

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  36. Avatar wwayne

    @Mariangela: Ti dirò che gli autori dalla prosa “sgargiante” non mi fanno impazzire. Mi piacciono gli autori che si dimostrano originali e brillanti nel costruire una trama, non un periodo.
    Forse l’unica autrice dalla prosa particolare che apprezzo è Isabella Santacroce. Il suo Destroy è un inno alla creatività stilistica. Ho provato a leggere anche altri suoi romanzi, ma non reggevano il confronto con quel libro e quindi ho preferito lasciarli perdere: non volevo sciupare il ricordo che avevo (e che ho) di quell’autrice.
    Hanno uno stile molto riconoscibile anche Joyce Carol Oates e Bret Easton Ellis, ma ho l’impressione che nel loro caso l’originalità stilistica sia meno voluta rispetto alla Santacroce.

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  37. Avatar cristina
    cristina

    Carlo e tutti.
    ho trovato su internet un lungo articolo di Nicola La Gioia su Faulkner che mi pare valga la pena di esser letto. Eccolo

    http://www.internazionale.it/opinione/nicola-lagioia/2014/12/28/viviamo-nel-mondo-inventato-da-william-faulkner

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  38. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Cristina
    non è “sentito” dalle mie parti come nostrum (non c’è nella tradizione culinaria etnea), ma lo cito spesso anch’io, anche perché lo mangio alle cene dei colleghi trapanesi.
    Buona notte piovosa.

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  39. Avatar cristina
    cristina

    mARI,
    CREDO CHE LA DEFINIZIONE REALISMO MAGICO CON L’iNDIA E COL LIBRO DI rUsHDIE NON C’ENTRI PER NIENTE.aiuto era partito il maiuscolo, scusate.
    Diciamo che lì tutto è magico e non lo è, insieme, ma è la potenza dell’afflato mistico e mirabolante della vita a farla scorrere, saltellare, perdersi e ritrovarsi.
    E’ una visione magmatica e vitalistica,molto fanciullesca, del tutto incantevole anche nella sua atrocità.
    Il realismo magico per me è fastidiosissimo – la letteratura latino americana a parte eccezioni mi annoia molto – qui siamo ,secondo me , da un’altra parte e con un altro registro.
    Mi ricordo di averlo letto in Sardegna in un agosto assolatissimo 18 anni fa e che non riuscivo a metterlo giù perchè non volevo mai staccarmi dalla storia, dalla sua meravigliosa capacità di coinvolgimento e dalla sua meravigliosa scrittura. quasi quasi lo rileggo…

    Jezz anni fa sono stata al Festival del cous cous a S.Vito Lo capo!…molto interessante….

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  40. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti @Cristina
    Per i suoi romanzi Rushdie rifiuta l’etichetta di “realismo magico”, in effetti, ma il suo modo di raccontare, così magmatico, multiforme, in certi punti quasi paradossale dipende dalla volontà di “rovesciare” la realtà per imparare a comprenderla e a cambiarla. È il suo modo di riscrivere la storia del suo paese: il sogno non è evasione, se non si ferma allo stupore, può essere strumento sovversivo.

    Leggo (Silvia Albertazzi docet, ma qui, visto che non conosco gli autori citati, relata refero) che questo tratto è comune ad alcuni scrittori sudamericani. “I figli della mezzanotte” è un libro che viene affiancato dalla critica a “Cent’anni di solitudine” proprio per la comune reinterpretazione della realtà (Silvia Albertazzi, “La letteratura postcoloniale. Dall’impero alla World Literature”, Carocci, 2013). Non so se voi concordiate su questo punto.

    Per far capire quanto io sia allergica all’etichetta “realismo magico”, vi dico solo che certi autori non li ho mai neppure messi in lista proprio per il timore di arrivare a un rifiuto di scrittori che sono ritenuti mostri sacri dell’empireo letterario (al tempo, prima o poi arriverò anche a Marquez!). Probabilmente l’etichetta, come ogni definizione, non dà conto delle molteplicità di stili che può ricomprendere.

    Ciao,
    Mari

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  41. Avatar cristina
    cristina

    mah, La critica dice e contraddice. Io me ne impippo abbastanza e tendo a pensare per conto mio…cara Mari

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  42. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti@Cristina
    Ci sono differenze, suppongo, tra i diversi tipi di realismo magico; io ad esempio non sono riuscita a leggere Borges (ci ho provato due volte), ma sto apprezzando molto questo libro di Rushdie. Le etichette possono non piacere, e non piacciono molto neppure a me (in questo caso, se avessi concesso loro credito, mi sarei negata il piacere di questo libro), ma per quanto generica possa essere, la definizione di realismo magico indiano per Rushdie si giustifica e si sente proprio leggendo il libro.

    Pensare e sentire il libro in modo personale, o “per contro proprio”, come scrivi tu, è il presupposto di qualsiasi lettura onesta e attenta, oltre che del piacere della lettura, naturalmente; secondo me questo non significa dover rinunciare a priori al regalo che ci fanno i critici letterari (non tutti!) quando ci parlano dei libri che hanno letto e amato (o non amato) prima di noi.

    Ciao,
    Mariangela

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  43. Avatar cristina
    cristina

    Camilla, ho comprato stamane e già finito di leggere il piccolo e intenso L’ALTRA FIGLIA. Annie Ernaux è così, brucia al fuoco bianco, potente e discreta nel trattenere l’indicibile, che pure dice. Una scrittura impareggiabile, davvero.

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  44. Avatar carloesse
    carloesse

    @Cri
    Grazie del link all’articolo di La Gioia su Faulkner. Interessante e prezioso. Ormai sto facendomi l’idea che probabilmente sia proprio lui il più grande autore americano in lingua inglese del 900. Alla faccia di tutti gli Hemingway, Fitzgerald, Salinger, Roth, … fino ai contemporanei che ne son seguiti.
    E per questo diversi altri suoi romanzi mi attendono sul comodino.

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  45. Avatar editalara
    editalara

    @Carloesse invidio questo amore dichiarato per Faulkner perché quando ho letto Luce d’agosto, due anni fa, l’ho trovato un romanzo molto faticoso. Non so spiegarmi meglio ma ho fatto tanta fatica a finirlo, eppure so che ha in sè qualcosa di unico e speciale , tanto che quando volevo abbandonarlo una vocina mi diceva di non farlo, che ne sarebbe valsa la pena, e così è stato! Eppure quel suo luccichio unico l’ho solo intuito, non sono riuscita a coglierlo appieno e un po’ mi spiace accidenti. Finirlo però è stato giusto ! Magari tu hai una chiave per carpirne il suo segreto di grandezza innegabile..non so se sono riuscita a spiegarmi .
    @Cristina perché l’avversione a Vonnegut? Premetto che non ho ancora letto altro, solo questo Quando siete felici fateci caso, che sono discorsi tenuti per i laureandi di alcune università americane. Eppure mi sembra un uomo davvero brillante, ironico ma anche umile, molto critico nei confronti dei “peccati” americani primo fra tutti lo schiavismo; un ateo convinto ma ammiratore di Gesù e dei suoi insegnamenti, pratico diretto e spiritoso.
    A tutti buon weekend e un grande sorriso!

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  46. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Se ci fossimo messi d’accordo, non avremmo potuto essere così in sintonia: Faulkner, Conrad, Dickens, Rushdie (che come pseudonimo si era scelto Joseph Anton, dai nomi propri dei suoi autori preferiti, Anton Chechov e Joseph Conrad, appunto). Salvo Camilla, che va sempre in avanscoperta per tutti noi con i libri nuovissimi, come osservava Carlo, molti di noi stanno leggendo dei classici della letteratura inglese. Io, tra i classici, ci ho già messo anche Rushdie, più leggo più mi sembra proprio un grande, questo scrittore, e pensare che io l’avevo sentito nominare alla televisione solo per la condanna a morte. Sicuramente c’era anche poca curiosità da parte mia, ma a me sembra di capire che non abbia avuto, almeno in Italia, la giusta risonanza, l’opera di questo autore.

    “Cuore di tenebra” continua a stupirmi per l’incisività della scrittura e per il senso di morte che riesce a trasmettere. Il libro nella versione audio è letto da Francesco De Gregori la cui lettura procede spedita, con le giuste pause e conferendo pathos al racconto. Avrei solo preferito capitoli di ascolto più brevi: si aggirano tutti, più o meno, attorno ai 15 minuti e io preferisco gli audiolibri con porzioni più brevi, ma non guardiamo tutto, l’importante è che l’audiolibro per un testo così importante ci sia e sia fruibile anche dai non vedenti. Mi mancano circa tre quarti d’ora di ascolto, giusto il tempo di una passeggiata con il mio “disco narrante”.

    Ciao,
    Mari

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  47. Avatar camilla
    camilla

    @ cri. Ancora piu’ essenziale di IL POSTO, L’ALTRA FIGLIA ci stringe contro il muro della consapevolezza.Chi ha figli si interroghera’ turbato su disastri ormai irrimediabili compiuti nell’animo
    infantile e ripensera’ a se stesso e alla propria infanzia ormai compiuta . Quanto tacciamo ai Bambini, per il “loro bene”.Ogni parola di questo eccezionale lavoro che Annie Ernaux condivide col lettore apre voragini di dubbi ma anche di infinita tenerezza.una lezione irripetibile anche per “specialisti” di psicologia infantile. Spero che anche i papa’ e i maschi che snobbano la scrittura femminile (e sono tutti figli di donna) leggano la Ernaux che li contiene tutti. Ciao cri. Cam

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  48. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Cristina
    non sono mai riuscita ad andare: è in periodo scolastico ed essendo lontano non si può fare in giornata. Sigh!

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  49. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Faulkner è l’autore americano più grande del Novecento, io non ho dubbi ma a parte me, che conto niente, larga parte della critica contemporanea lo sostiene; autore capace di scrivere capolavori in serie come L’urlo e il furore, Mentre morivo, Santuario, Luce d’agosto, Assalonne Assalonne!, Palme selvagge – tutto ciò dal 1929 al 1938. Forse solo Dostevskij è riuscito a scrivere capolavori uno dietro l’altro in meno di dieci anni. Faulkner è un autore formidabile nel senso stretto del termine, incute spavento misto a meraviglia, come il balzo di una trigre. È un autore dalla potenza espressiva Shakesperiana, molti suoi libri fanno riferimento a Shakespeare ma con una frammentazione delle voci modernissima, in “Assalonne Assalonne!” portata all’estremo. Peraltro tra i grandi del Novecento con Musil, Proust, Joyce è l’unico non identificabile con un solo libro. Ci sono coloro che hanno amato Assalonne, Assalonne!, altri L’urlo e il furore o Mentre morivo o Luce d’agosto, chi ha amato in particolare Il borgo, chi Santuario. Borges lo ammirava. Molti autori importanti del novecento hanno tratto ispirazione da Faulkner: Garcia Marquez, Vargas Llosa, Yehoshua, McCarthy, Antunes eccetera. Tra i contemporanei l’unico che può avvicinarsi a Faulkner è Antunes, per forza espressiva e frammentazioni di voci, voci in alcuni casi tese al delirio, vedi Arcipelago dell’insonnia (2007) che ricorda Mentre morivo. Antunes tuttavia per sua stessa ammissione non arriva quasi mai da nessuna parte, si avvoltola in una serie di spirali, Faulkner narrando a suo modo sapeva dirigersi verso un finale, Antunes meno, ma quando ci riesce scrive capolavori (come in Spiegazione degli uccelli). Molti libri di Antunes (pubblicato da Feltrinelli) ancora non sono stati tradotti da noi, forse perché viene letto poco, è un autore difficile ma uno dei pochi veramente grandi tra i contemporanei, lo scorso anno è uscito in Portogallo La natura degli dei, che sembra essere un capolavoro, accolto in Francia e in altri paesi con meraviglia ma da noi Antunes fatica, fino a quando gli assegneranno il Nobel (prima o poi) e inizieranno a tradurlo di più. Come sempre capita.

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  50. Avatar cristina
    cristina

    eppure, forse ho più voglia di ri-leggere Rushdie che Faulkner…ma sarà paura e biografia. Faulkner mi piaceva sui vent’anni… tornare sui popri passi e sui propri gusti a volte è rischioso.

    Edit: Vonnegut letto una volta, reazioni cutanee estreme. Sfotto’ ,paradosso, ferocia allo stato puro e inutile, not for me. con me ha chiuso. Ma è poprio il genere che mi disturba, l’assurdo per l’assurdo. Poi a ciascuno il suo gusto, per l’amor di dio.

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