Dopo avere auspicato nuovi colori dell’arcobaleno, apro questo 2009 con un invito alla lettura di un romanzo con una storia così dura, così disperata da far pensare, per esempio alla PIOGGIA GIALLA di LLAMAZARES.
Angosciante è infatti la storia di LABAMBINA, romanzo di MARIELLA MEHR, scrittrice, poetessa, giornalista, svizzera di nascita, zingara per parte di madre, appartenente al ceppo JENISCHE.
LABAMBINA senza nome, senza storia, o meglio una storia si scoprirà nella sua tragica evidenza solo alla fine.
L’Accidentidiunabambina, lasudiciabambina, laputtanella, lapeccatrice, la bambinadinverno… non parla, non ha mai parlato. chiusa nel suo autismo tace cupa. Grida e si infuria invece di parlare. Ha solo UNAVOCEDARIA.
“E’ caduta dal carro del diavolo, in un villaggio senza nome della Marca, un luogo non identificabile, ma che fa pensare a quella Svizzera dove Mariella Mehr ha trascorso la sua dura infanzia e adolescenza.
Nel villaggio si identificano alcuni personaggi, ma di esso colpisce in particolare la CORALITA’, la capacità di sopraffare, di fare violenza sia fisica che psicologica su LABAMBINA.
Nel suo mondo sognare significa dimenticare per un istante che bisogna guardarsi alle spalle sempre e ovunque, perchè c’è sempre un pericolo che ci minaccia”
Il padre affidatario picchia spesso Labambina, “ma è come se ferisse se stesso”, poi magari piange nel farlo, mentre la bambina non piange. Labambina poi, a sua volta, picchia la bambola di pezza “lentamente..alla cieca..grida e picchia… C’è rabbia nellabambina. E se qualche volta piange di notte” non c’è altro che una luna indifferente sospesa in cielo, forse il grido di una civetta.”
E labambina caduta dal carro del demonio può diventare la causa di tutti i mali del villaggio, per cui ogni forma di superstizione, di bigottismo è possibile nei suoi confronti: pellegrinaggi, ingestione di di sterco fresco di vacca in una notte di luna” fino all’esorcismo.
E se vi è capitato leggere MAPPE DI AMANTI SMARRITI di NADEEM ASLAM e di innorridire per la descizione di esorcismi nel mondo mussulmano, quello che qui accade – in ambito cristiano – non è certamente da meno.
LABAMBINA DIGUERRA,LA BAMBINADELDISAMORE infligge violenza agli altri, subisce e restituisce violenza: se raccontassi qualche episodio del romanzo potrei darvi l’idea di un romanzo come catalogo degli orrori, ma tutto ciò è narrato da una Mehr che si sente che è anche poetessa. E come dice in appendice ANNA RUCHAT,
traduttrice dal tedesco del romanzo ” la scrittrice zingara e svizzera attua una vera rivoluzione del linguaggio, libera la parola nel cuore di se stessa, una parola che è trasgressiva non nel suo senso, non nella sua materia verbale, ma nel suo gioco..E’ un linguaggio DISSECCATO che non definisce persone e atti, ma il vuoto che ciascuno di queste esistenze mancate si lascia alle spalle, molto vicino al vuoto di senso prodotto dalla follia”
LABAMBINA- tra invenzione e realtà – è la proiezione della storia di Mariella Mehr, che, nata nel 1947 in Svizzera, bambina autistica, fu vittima del fenomeno di SEDENTARIZZAZIONE forzata del popolo zingaro. Anche lei, come altri 600 bambini, fu sottratta alla madre, consegnata a genitori affidatari o ad orfanatrofi, impedendo ogni contatto con i familiari
Questo” per estirpare il nomadismo, per estinguere genti nomadi per antonomasia e pericolose in una società ordinata come quella Svizzera.”
Nel 2004 fui molto colpita da fatti come questi, che riguardano oltre alla..civilissima Svizzera anche la Svezia, narrati in un breve romanzo pubblicato da Einaudi IL SEMINATORE di MARIO CAVATORE.
Interessante e sorprendente il romanzo, ma soprattutto la documentazione, riportata in appendice, di fatti fino ad allora per me del tutto sconosciuti.
MARIELLA MEHR, LABAMBINA , Effigie, 2006, pp 153
MARIO CAVATORE, IL SEMINATORE, Einaudi, 2004 pp.154
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