Una piacevole lettura per un romanzo di grande successo soprattutto in Francia nel 2007: L’ELEGANZA DEL RICCIO. Autrice MURIEL BARBERY alla sua seconda esperienza letteraria. Docente di filosofia e si sente anche nel romanzo, dove non mancano digressioni su Marx, Kant o Husserl, ma non è noiosa teoria. Anzi, se si fanno accenni a questi filosofi, non viene meno quella vena di ironia e disincanto, che è una costante del romanzo, che fa spesso sorridere o ridere, pur trattando di questioni serie, ma sempre con leggerezza e pensosità.
E’ un romanzo a due voci – anzi cosa curiosa ho notato che le due voci hanno persino due diverse traduttrici dal francese.
Due voci per due personaggi ,diversi per età e per classe sociale e che hanno in comune la casa altoborghese” al numero 7 di Rue de Grenelle-naturalmente Paris. Ma Renée Michel (“54 anni, vedova, bassa, brutta, grassottella e con i calli ai piedi”) vive sola con il suo gatto nella portineria – anzi è proprio “il paradigma della PORTINAIA forgiato dal comune sentire”
Paloma invece, al quarto piano in uno degli otto appartamenti di gran lusso( 400mq di superficie), è una bambina di 12 anni, figlia di un deputato con un passato da ministro, madre con dottorato in lettere,ma dalla figlia definita “oca intellettuale di sinistra”, sorella aspirante filosofa. Bambina superdotata, ma che imita la seconda della classe e che si sforza di sembrare più stupida.
Per i due personaggi c’è una realtà di facciata e una realtà vera che gli altri non vedono, anche perchè loro fanno il possibile per mimetizzarsi e per non apparire per quello che veramente sono.
Non capita tutti i giorni una portinaia che ascolta Mahler o F. Pourcel, che conosce la pittura olandese, che preferisce Kant a Husserl e che ama tanto Tolstoij da chiamare Lev il suo gatto.
E che dire di Paloma che ha uno sguardo così disincantato verso la sua famiglia di una sinistra così radical chic, che ama la letteratura giapponese, i fumetti come gli Haiku ( o hokku). Anzi è in Haiku che traduce” i suoi pensieri profondi”: uno dei più significativi”Sogni le stelle /nella boccia dei pesci /rossi finisci”. E proprio per questa sua inadeguatezza pensa ripetutamente e con convinzione al suicidio, che vuole mettere in pratica il giorno del suo tredicesimo compleanno.
L’eleganza del riccio..non è un romanzo d’azione: in questo palazzo e a questi personaggi non accadono eventi straordinari, c’è la solita routine quotidiana, interrotta dalla morte di uno dei ricchi proprietari – in fondo indifferente come fatto in sè-ma importante perchè introduce un nuovo personaggio, un ricco giapponese, che acquista il suo appartamento. E sarà lui capace di cogliere ciò che sta dietro la codificazione dei ruoli (portinaia e bambina dodicenne ) a far emergere ciò che sta dietro gli aculei del riccio, perchè Renée e Paloma, a loro modo, sono due ricci che si autodifendono con i loro aculei.
Se cercate una storia accattivante con colpi di scena cambiate libro, ma se vi piace sentir parlare con ironia, profondità e originalità di arte, Bellezza, filosofia, grammatica, cinema, letteratura giapponese, psicanalisi, di civiltà “come via di accesso alla bellezza”…leggetelo, vi divertirete: vi farà pensare e vi commuoverà anche…nel finale.
Il romanzo con le sue 319 pagine ha una buona tenuta..delude un po’ nel finale..che si teme ad un certo punto troppo scontato con un happy end..sdolcinato..ma per fortuna poi non è così!
Naturalmente nel romanzo ci sono diversi personaggi interessanti e non mancano i gatti: oltre a Lev, ci sono anche Costitution, Parlament o Kitty..e tutti con nomi emblematici.
Pensavo che stranamente – oggi che viviamo in un mondo globalizzato senza confini – nel 2007 e inizio 2008 mi sono trovata a leggere tre piacevoli e interessanti romanzi ambientati dentro gli stretti confini di una casa.
Sto pensando a SCONTRO DI CIVILTA’ PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO, una commedia all’italiana, scritta in italiano da AMARA LAKHOUS, un autore algerino: satira di costume e romanzo giallo con una polifonia di gaddiana memoria che mette in primo piano una piccola folla multiculturale dentro e intorno ad un palazzo di Roma.
E mi viene in mente anche AMICHE PER LA PELLE, letto dopo avere incontrato alla Fiera del libro di Torino, l’autrice indiana LAILA WADIA che vive in Italia e scrive in italiano: anche qui una via immaginaria del centro storico di Trieste e quattro donne ( una cinese, un’indiana, un’albanese, una bosniaca ), tutte in una vecchia palazzina a costruire nelle difficoltà una bella storia di amicizia. E magari è anche un pretesto per parlare del valore della poesia.
Tre case, tre città diverse,Parigi, Roma, Trieste, ma tre case in cui c’è dentro il mondo!!!
Un’altra curiosità tutti e tre questi romanzi che ho letto volentieri sono pubblicati da una casa editrice che spesso suscita il mio interesse: E/O.
Se volete c’è anche un altro importante romanzo ambientato in un palazzo , ma questa volta in Egitto, al Cairo: PALAZZO YACOUBIAN di un autore egiziano ALA AL ASWANI ( FELTRINELLI ) E anche qui si raccontano tante piccole storie private per conoscere un Egitto al di là degli streotipi..ma questo romanzo non ho ancora avuto il piacere di leggerlo.
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