Ma i lettori forti sono snob, presuntuosi e non fanno il bene della letteratura (e della lettura)?

C’è chi i libri li ama, la sua è una passione che brucia, la sua vita è scandita in modo quasi decisivo dai libri che legge. Poi c’è chi semplicemente gli piacciono i libri, qualche libro. Legge meno, difficilmente vi parlerà estasiato di un libro. A volte si definirà addirittura un lettore occasionale. Ecco, per…

C’è chi i libri li ama, la sua è una passione che brucia, la sua vita è scandita in modo quasi decisivo dai libri che legge.
Poi c’è chi semplicemente gli piacciono i libri, qualche libro. Legge meno, difficilmente vi parlerà estasiato di un libro. A volte si definirà addirittura un lettore occasionale.

Ecco, per la sopravvivenza della letteratura, questa seconda categoria – quelli che un libro ogni tanto – è probbailmente più importante della categoria degli amanti appassionati (o almeno quanto quest’ultima).

E’ un semplice ragionamento economico, che mi sembra sensato e che sto riassumendo da un articolo della scorsa settimana del Chicago Tribune. Negli ultimi due o tre secoli, insomma, il numero degli appassionati amanti dei libri non è praticamente mutato. C’è insomma poco da pescare lì dentro. Quelli che contano, che rappresentano il futuro del’industria dei libri, sono coloro che si fanno tentare da una moda, da un consiglio ben dato, dalle prime pagine del libro che capita in mano per caso e riesce ad attirarli.

 

The number of book likers can readily expand, depending on how solid a case we make for the merits of a particular book — and how well the book, once opened, does its job.

Ma se non fosse solo una questione economica? Se gli amanti dei libri fossero veramente snob e antipatici e presuntuosi e quindi, spesso, allontanassero i potenziali lettori? E quindi non fossero loro a fare il bene della lettura?

FOTO Flickr originally uploaded by matsukawa1971.

 

Commenti

17 risposte a “Ma i lettori forti sono snob, presuntuosi e non fanno il bene della letteratura (e della lettura)?”

  1. Avatar stefania

    Oh be’! Questa sì che (almeno) è originale. :)))

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  2. Avatar Fabio
    Fabio

    Diciamo che esiste uno “zoccolo duro” di lettori che non bada e spese e per il quali il libro è linfa vitale per lo spirito.
    Poi ci sono i “saltuari” colori per i quali leggere è un passatempo occasionale e per loro il costo di un libro è un piccolo freno.
    Per gli altri, gli “occasionali”, comprare un libro che non sia di moda è una spesa spesso insostenibile.
    Se comunque qualcuno vuol leggere qualcosa di gratuito io ho iniziato a scaricarmi dei testi da http://www.rampadilancio.it
    sono di nuovi autori in cerca di popolarità.
    Non è come comprarsi un libro, ma alternare non fa male.

    Fabio

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  3. Avatar Caino
    Caino

    penso che in un certo senso sì, c’è un fondo di verità, e forse il “lettore da una volta ogni tanto” può essere una forma più onesta di pubblico.

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  4. Avatar lucia
    lucia

    Secondo me è vero: gli amanti dei libri sono un po’ antipatici e presuntuosi. Sono, come tutti gli amanti, possessivi.
    I veri appassionati lettori non sono disposti a condividere il loro piacere con chicchessia, e non possono essere divulgatori di libri.

    Bisognerebbe invece essere un po’ più umili , cercare di non rinchiudersi in stretti spazi per soli lettori, esprimere a chiunque e ovunque il piacere immenso che la lettura ti può dare. Ci sentiremo appagati se, attraverso la nostra passione, vedremo allargata la schiera degli “amanti dei libri”.

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  5. Avatar pepeneropepebianco
    pepeneropepebianco

    Esiste anche la via di mezzo tra le due categorie?
    Soggetti che saltuariamente sono saltuari e che poi periodicamente si trasformano in appassionati quasi maniaci?
    Se esiste io sono lì. Forse più per questione di tempo che altro. No, non è vero: anche per carattere 😉

    Beh, in ogni caso, interessante il ragionamento, peraltro mi trova d’accordo. Siamo alle solite: chi tira la carretta è sempre la banale (ufff…) “classe media”…

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  6. Avatar marinaforlani
    marinaforlani

    Ma forse i lettori forti non vogliono fare il bene della letteratura o della lettura, bensì solo di se stessi, leggendo libri che piacciono. E il piacere sarà influenzato dalle infinite variabili che tutti conosciamo, da quelle personali a quelle storico-sociali. Annoiata da me stessa, interrompo il mio presuntuosissimo post:-))))

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  7. Avatar theleeshore
    theleeshore

    Ecco, io sono d’accordo con Marina sul concetto di piacere (verso se stessi). Amos Oz ha detto in un’intervista a Repubblica (“Il dizionario di Amos Oz”) di circa un mese fa:

    “Per me il libro è un oggetto sensuale. Non solo mi piace leggerli. Mi piace sentirli tra le mie dita, mi piace annusarli, portarli a letto. E non leggerei mai un libro al computer. sarebbe come fare l’amore con una bambola di plastica. Io neanche scrivo al computer. Scrivo a mano, con una penna, per ragioni sensuali”.

    E sono anche, come diceva Lucia, possessiva. E forse anche presuntuosa e antipatica, ma senz’altro non sono snob, quello no. Non è importante se sto leggendo Agota Kristof o Thomas Mann, ma solo che quel libro sia con me, in quel momento.

    Ed è proprio quello che dice Umberto Eco (lui sì, il più snob e presuntuoso – ma anche il più brillante – dei lettori):

    Leggere un racconto vuole anche dire essere presi da una tensione, da uno spasimo. Scoprire alla fine che il fucile ha sparato o meno, non assume il semplice valore di una notizia. E’ la scoperta che lo cose sono andate, e per sempre, in un certo modo, al di là dei desideri del lettore. Il lettore deve accettare questa frustrazione, e attraverso di essa il brivido del Destino.

    Se si potesse decidere dei personaggi, sarebbe come andare al banco di una agenzia di viaggi: ‘Allora dove vuole trovare la Balena, Alle Samoa o alle Aleutine? E quando? E vuole ucciderla lei, o lascia fare a Quiqueg?’ La vera lezione di Moby Dick è che la Balena va dove vuole._ (pag. 21)

    E questo veniva detto esattamente in questo post:

    https://gruppodilettura.wordpress.com/2004/08/31/perch%ef%bf%bd-leggiamo-il-brivido-del-destino-2/

    Quindi, qualsiasi cosa siano i lettori, non ha nulla a che fare con il bene della lettura, né tantomeno della letteratura. Perché appunto, la balena va dove vuole.

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  8. Avatar egolector
    egolector

    Tutta la politica dei “grossi editori” (perché forse è ora di smetterla di chiamarli grandi) negli ultimi decenni è fondata sull’idea che i lettori forti siano, come diceva Lichtenberg, dei “cacalibri”: gente noiosa, spocchiosa, che comunque leggerà sempre, per cui è superfluo fare qualcosa per loro, che ne so, permettergli di trovare un libro degno di questo nome in libreria dopo sei mesi dall’uscita. Invece i lettori occasionali (ossia: i non lettori) vanno sedotti a colpi di bestseller, di libri plastificati, fatti a macchina (ossia: di non libri). La mia idea è esattamente il contrario: per me sono i lettori forti che contagiano i lettori occasionali e li trasformano un po’ alla volta in lettori, facendo circolare sottobanco libri e idee. Quindi l’editoria dovrebbe aver cara la sopravvivenza dei lettori forti come le proprie pupille. E’ un punto di vista snob? Può darsi. Sicuramente è un punto di vista di minoranza, come una minoranza sono (e forse saranno sempre) i lettori.

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  9. Avatar John Crish
    John Crish

    Snob, noioso e presuntuoso? Ma di quale lettore stiamo parlando? Il lettore intelligente e sensibile non si vede dal numero di libri che legge, e quindi la distinzione tra lettori forti e lettori occasionali non centra il problema.
    Nessuno può assumersi il compito di salvare la letteratura e leggere prima di ogni altra cosa deve essere un invito all’immaginazione ed alle emozioni.
    Certo, ci possono essere letture più o meno consapevoli ed approfondite, ed ognuno può essere in grado di trarre maggiore o minore profitto dalle letture che fa, ma la passione per la lettura viene prima, è un requisito che si acquisisce leggendo e non è un’abilità cognitiva.
    Il piacere della lettura è un vizio, diceva Gide: ecco, concedersi questo vizio è l’unica promessa che la letteratura può mantenere e la fondamentale conquista che possiamo ottenere. Per vivere meglio, si spera.

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  10. Avatar theleeshore
    theleeshore

    bella la metafora di Gide. Aggiungerei che è un vizio che, più che vivere meglio, ci consente di mantenere uno sguardo obliquo e disincantato che rende il mondo (e ci rende) più interessanti.

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  11. Avatar petula

    son d’accordo con egolector.
    i forti lettori son quelli che guidano il mercato più sottile e che fanno sì che non ci sia solo moccia o follet (senza levar nulla a entrambi) nel mercato librario.
    non solo ,determinano spesso la sopravvivenza delle piccole case editrici.

    i forti lettori son quelli che scrivono e parlano di libri, che influenzano le scelte dei propri figli o amici, magari lettori occasionali spaventati dalle librerie o dall’eccessiva scelta.

    quante volte vi è capitato che vi si chieda consigli? a me spessissimo. e proprio perché mi si vede spesso con un libro in mano (per chi non legge proprio nulla sono invece una fanatica ;-)).
    non mi limito a consigliare, accompagno in libreria e se posso presto i libri.
    da un lettore occasionale può nascere un forte lettore proprio grazie alla trasmissione di una passione.
    se un forte lettore riesce in questo tutto può essere tranne che snob o presuntuoso.

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  12. Avatar whitelight

    io non mi ritengo un forte lettore e quindi non saprei che dirti. ma forse se uno legge tanti libri più che snob diventa esigente dai futuri libri che vorrebbe leggere. la lettura dei libri, anche per me che ne leggo in media uno al mese (quando va bene), modifica le mie aspettative e gusti, infatti evito di comprare più di due o tre libri per volta proprio per paura che leggendo poi non mi interessino più i rimanenti acquisti (mi è capitato molto tempo fa quando non ci avevo ancora fatto caso). ma forse è solo una mia caratteristica non generalizzabile.

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  13. Avatar capaldi
    capaldi

    Il calcolo economico è azzeccato. Dipende dal fatto che i lettoori occasionali “che si fanno tentare da una moda, da un consiglio ben dato” leggono tutti (tanti) lo stesso libro. E “rappresentano il futuro del’industria dei libri” perché consentono a quel libro di diventare un best seller, ovvero UN libro in grado di mettere a posto L’INTERO bilancio di un anno di una casa editrice. Così l’editore può permettrsi di rischiare su qualcosa di nuovo (sì, lo so: nel migliore dei mondi possibili) grazie al fatto di avere solidità economica dai best seller.
    Lo scenario inquietante si aprirà quando questo ragionamento cominceranno a farlo anche gli scrittori. Gli artisti hanno già cominciato. Un esempio è il collettivo Altreazioni Video (gruppo di italiani in mostra alla Biennale di Venezia). Francesco Bonami, su questo numero di Vanity Fair, sintetizza il loro progetto così: “fare un 30 per cento di cose buone misto a un 70 per cento di cazzate”. Il loro calcolo è ben consapevole, tanto che loro si definiscono artisti-imprenditori. Il 70 per cento fa cash, e consente di realizzare il restante 30 di cose buone.

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  14. Avatar marinaforlani
    marinaforlani

    Mi sembra che la discussione proceda su piani diversi.

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  15. Avatar stefi
    stefi

    Un piacere è qualcosa che può essere solitario e condivisibile, a seconda del momento. La mia vita senza libri, senza idee, senza il loro fruscio, la loro gioia e il loro conforto non sarebbe la stessa…..presuntuosi snob…non credo, i lettori sono fortunati e coltivano una vita interiore che non tutti posseggono! ..sono un pò snob ?

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  16. Avatar marinaforlani
    marinaforlani

    Posso vivere serenamente, e lo faccio, senza scorte di cibo.
    Ma anche in periodi in cui leggo poco o nulla, devo poter vedere almeno un libro per casa o nel bagaglio o semplicemente nella borsa, che potrei leggere o iniziare a leggere o riprendere a leggere. Temo la penuria di libri, amo le pilette che mi porto a casa dalla biblioteca, salto da uno all’altro; talvolta c’è un libro della sera e uno da primo pomeriggio; potranno essere un saggio, una raccolta di racconti, un libro d’arte. La lettura, e concordo con *theeleshore*ci consente di mantenere uno sguardo obliquo e disincantato sulla vita. Ma, aggiungo, anche il suo esatto contrario e cioè di mantenere uno sguardo incantato e sensibile. E’ vero, come scrive *stefi* che i lettori sono fortunati…conosco lettori che parlandomi di periodi difficili della loro vita mi hanno detto”…mi ha salvato la lettura”.

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  17. Avatar theleeshore
    theleeshore

    Sì Marina anch’io non faccio che accumulare pile sul mio comodino e mi è piaciuta molto l’immagine di un libro per la sera e uno per il pomeriggio, è così. Almeno per questo periodo, io non riesco a essere fedele a uno solo e continuo a passare da uno all’altro, leggendo qui e là… Ieri sera ho finito un saggio d’arte e stasera comincio un libro nuovo… E mi sento felice come un bambino a cui hanno regalato un nuovo giocattolo, un nuovo inizio, una nuova atmosfera, una nuova storia… Io non so dire che periodo sia questo per me ma credo che la lettura mi salvi ogni giorno, perché ogni giorno mi regala qualcosa di nuovo. E senz’altro, come tu dici, una doppia visione del mondo.

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