Del perché proprio quello..

Il post sui 5 libri irrinunciabili ha visto larga partecipazione di lettori in corsa per piazzare le proprie liste (e uso il plurale, perchè qualcuno si è allargato, io tra questi…). Chiacchierandone proprio ieri mi sono tornate in mente passioni letterarie di tempo fa ora sopite, legate a momenti particolari della vita che poi passano…

Il post sui 5 libri irrinunciabili ha visto larga partecipazione di lettori in corsa per piazzare le proprie liste (e uso il plurale, perchè qualcuno si è allargato, io tra questi…).

Chiacchierandone proprio ieri mi sono tornate in mente passioni letterarie di tempo fa ora sopite, legate a momenti particolari della vita che poi passano portandosi via anche le pagine scritte che li raccontavano.

Mi chiedevo – e vi chiedo – quali sono i motivi che ci fanno scegliere proprio quel libro lì?

Si è parlato da queste parti di scelte legate alle mode, al libro del momento, che ci viene presentato in tivù, in radio, in libreria, su ogni rivista… Ma ci sono spesso molte altre molle che fanno scattare il potenziale lettore: alcune più nobili come il consiglio di amici, l’argomento del libro, lo stile dell’autore che già conosciamo. Altre invece più banali, come per esempio la copertina che può attirare sia per la grafica che anche per il materiale (quando sono uscite le prime “morbide” io ci andavo pazza). E infine ragioni forse più difficili da ammettere, come per esempio improvvise infatuazioni per autori o titoli che piacciono a qualcuno che ci interessa. E allora cerchiamo di entrare nel suo mondo, di colpirlo, anche attraverso l’arma delle parole di altri. Quale modo migliore per attaccare discorso e guadagnare dei punti se non quel libro lì?

E voi da che criteri vi lasciate guidare?

Commenti

7 risposte a “Del perché proprio quello..”

  1. Avatar Justine

    Periodicamente mi lancio alla ricerca di nuovi autori a me sconosciuti nella speranza di incappare in qualcosa di bello. I criteri che adotto sono i seguenti: pesco in case editrici di cui mi fido (Adelphi, Feltrinelli e Einaudi di solito, ma anche Minimum fax) e tra nazionalità di origine che so che amo (Giappone, Uk e America di solito). Guardo le copertine, leggo la 4a di copertina, guardo gli altri titoli dell’autore. Di solito ciondolo per ore in libreria e vedo cosa consiglia il personale – e lo evito perché in cima alle classifiche c’è sempre Vespa e Faletti e io non li leggerò MAI – poi chiedo consigli ai miei amici, ed evito i libri che mi consigliano (perché nessuno che conosco ha i miei gusti). Una volta su un miliardo becco un commesso che ha i miei stessi gusti e allora mi faccio consigliare qualcosa. Cmq alla fine mi esce una short list e mi lancio. A volte ho piacevoli sorprese e poi leggo tutto quello che trovo dello stesso autore (non senza delusioni, vedi Coe), altre volte prendo delle fregature. Capita.

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  2. Avatar fenice
    fenice

    Anch’io ho la tendenza quando scopro un autore che mi piace a leggere tutto. L’effetto delusione capita, con alcuni di più con altri di meno. Ma comunque ogni volta ci riprovo. Forse solo con De Carlo ho smesso di credere che possa ancora scrivere cose che valga la pena leggere. O forse evito i suoi libri perchè la presenza costante del suo faccione autocompiaciuto che ammicca dalla copertina mi irrita. Sì, devo ammettere che anche la copertina in qualche modo quando sono incerta gioca la sua parte.
    Bello anche quando si scopre una strada non ancora percorsa grazie ad un libro regalato. Se mi piace é una gioia vedere che quell’amico/a ha capito i miei gusti. Se non va giù invece ho qualcuno con cui prendermela per la scelta sbagliata…

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  3. Avatar luiginter

    Mah, questa dei criteri che ci guidano nella scelta dei libri è una domanda che altre volte ci siamo posti, in un modo o nell’altro. Arrivando ogni tanto a risposte parziali.
    Io direi che in alcuni momenti sono quasi i libri a sceglierti, a “decidere” che devi leggerli: lo chiamiamo caso, più o meno; o fortuna o che altro? Poi c’è il consiglio di altri lettori. O la recensione forte, intensa.
    Ma, soprattutto, sono i libri che leggiamo che, in varie forme, generano altri “consigli” di letture, altri stimoli, intuizioni: stesso autore, autore, citato, autore “contiguo”, autore che salta fuori da qualche imprevedibile associazione con il primo. Tema da seguire o approfondire o dimenticare.

    Insomma, mi sembra che la lettura di un libro dopo l’altro disegni un percorso, o tracci linee imprevedibili in anticipo, ma poi se ci si guarda indietro, il percorso appare appunto “sensato”, comprensibile.
    Forse

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  4. Avatar olga
    olga

    Passo ore in libreria per leggere qui e lì e per decidere l’acquisto, che può, alla fine, anche non esserci. Obbligatoriamente leggo la 4° di copertina, l’incipit, le notizie sull’autore, l’indice, più parti del libro. Quasi mai vengo convinta da recensioni, perchè sono una lettrice difficile: il libro per me deve avere una buona scrittura, un buon plot, un argomento per me interessante, ma soprattutto deve essere intelligente. Detesto i libri in cui gli autori (e le autrici) si parlano addosso, e si impegnano a fondo per descrivere le avventure del proprio ego ipertrofico e vacuo. Eppure, spesso questi libri sono successi editoriali…ma a me, che importa dei fatti loro? Non mi interessano nemmeno i libri come quelli di Moccia, De Carlo, Brown, Faletti, che pur ho letto, e che alcuni ho lasciato lì, non terminati…
    La scrittura è una forma d’arte che deve esprimere l’universalità dell’esistere umano, non gongolarsi su piccinerie quotidiane. Letto uno di questi libri, letti tutti: il resto è uguale. Se un autore non è un grande scrittore, almeno si sforzi di raccontare qualcosa di inconsueto, originale, nuovo.
    Mi piacciono molto i gialli, una mia passione, tra l’altro, oggi ben scritti, con il respiro del romanzo; quando scopro un un autore che mi avvince, tendo a leggerne tutte le opere.
    Sapete invece dove non rifletto molto per l’acquisto di un libro? Al supermercato. Lì, il libro diventa una merce simile ad un pacco di pasta, e se mi attira, tendenzialmente lo compro (dopo naturalmente aver letto la 4° di copertina, l’incipit, le notizie sull’autore). Nel carrello, si confonde con tutti gli altri acquisti e non mi appare più come una scelta intellettuale, ma come una azione consueta, una routine.
    I libri, distribuiti nei supermercati, sono più “facili da prendere”… e non solo per quel 15 percento di sconto che di solito propongono! Questi negozi sono luoghi famigliari, frequentati abitudinariamente, completamente diversi dalle librerie, templi della lettura, dove ti senti impegnato a compiere scelte pensose.
    Questa è ovviamente una mia opinione. Per un mio amico, ad esempio è esattamente il contrario: il supermercato svilisce il libro e lo fa diventare “paccottiglia”
    Parafrasando Marshall Mc Luhan ” il luogo è il maessaggio” o mi sbaglio?

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  5. Avatar fenice
    fenice

    Leggevo ieri questo episodio, raccontato da Giorgio Gallione, regista dello spettacolo teatrale di Bisio “Monsieur Malaussène”, che mi sembra calzi a pennello con quello che diceva *luiginter* che a volte sono i libri a sceglierti:

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  6. Avatar fenice
    fenice

    Scusate, ma per errore mi é scappata la citazione, rimedio subito:

    I volumi rimbalzano a terra, io cerco di aiutare, ne raccolgo un paio. Sulla quarta di copertina di un Canguro dolorante intravedo un commento a firma Stefano Benni, una garanzia oltre che una passione, leggo e intanto aiuto a riordinare. […] fotografo con gli occhi alcune parole: capro espiatorio, cane epilettico, esilarante, Babbo Natale assassino. Volto il libro e leggo il titolo: Il paradiso degli orchi. La copertina é molto bella. Torno alla quarta: Lit. 20.000; vado alla terza, leggo “figlio di Chandler e Queneau”. Molti indizi sono una prova, dice Philip Marlowe, e allora il libro é mio, lo compro, così impara a provocare.

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  7. Avatar whitelight

    io principalmente mi fido delle recensioni dei lettori, ma di quelle fatte bene, non frettolose o superficiali e non guardo le stroncature perchè quasi sempre sono causate dalla storia personale dello stroncatore, di quali libri ha letto e che io molto probabilmente non ho letto (a volte invece queste stroncature se ponderate bene sono indizi che mi indirizzano ad altre letture). Poi guardo le collane che conosco bene come Gli Adelphi, Gli Struzzi (Einaudi), Gli oscar Mondadori. Una cosa che mi attira molto della copertina sono i titoli: a volte ho comprato un libro solo perchè il titolo era interessante. Ma si sa: il titolo è una promessa e il libro non sempre la mantiene… Se il libro non è incartato lo sfoglio e leggo l’inizio e un po’ qua un po’ là e solo alla fine la quarta di copertina che ahimè quasi mai mi coinvolge… che altro…si come dice Luigi (luiginter) a volte sono i libri a sceglierti ed evito di comprare più di due o tre libri per volta perchè ho notato che i miei interessi di lettura dopo aver finito un libro a volte sono cambiati radicalmente e ho tenuto per anni libri non letti sullo scaffale, colpevoli solo di essere stati comprati in blocco e poi lasciati li per disinteresse. Ma poi per vie tortuose mi sono sempre in qualche modo tornati vicini e alla fine li ho letti (non tutti ancora). Insomma il mio è un procedimento molto caotico e difficilmente spiegabile, spero di aver dato uno spiraglio 🙂

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