Siamo stati tutti concordi nell’approvare a pieni voti questo libro, Gomorra di Roberto Saviano, che è innovativo sia dal punto di vista dei contenuti che da quello stilistico. Ecco alcune delle riflessioni che sono uscite dal nostro incontro:
- Disvelamento, è questa la sensazione che si prova dopo aver letto questo libro. Le informazioni che ci fornisce Saviano nella sua narrazione sono cose che tutti noi sappiamo, anche se non in modo così approfondito e dettagliato. L’autore non fa altro che metterci di fronte alla realtà pura, elimina ogni senso di distacco e ci rende consapevoli della responsabilità che ognuno di noi ha o può avere su questa situazione.
- Abbiamo tutti sentito una forte compartecipazione dell’autore con le persone di cui racconta nel suo libro. Non c’è il freddo distacco dell’analisi, ma è molto forte il senso di appartenenza al proprio territorio e di “sim-patia” per le vittime, anche inconsapevoli, dei meccanismi che lo abitano.
- L’episodio che è risultato più poetico ed incisivo è stato quello del “pellegrinaggio” alla tomba di Pasolini e la successiva enunciazione del “io so” dello scrittore. In queste pagine è molto forte il senso di sdegno civile e del valore che ancora la parola può avere.
Pier Paolo Pasolini. Il nome uno e trino, come diceva Caproni, non è il mio santino laico, né un Cristo letterario. Mi andava di trovare un posto. Un posto dove fosse ancora possibile riflettere senza vergogna sulla possibilità della parola. La possibilità di scrivere dei meccanismi del potere, al di là delle storie, oltre i dettagli. Riflettere se era ancora possibile fare i nomi, a uno a uno, indicare i visi, spogliare i corpi dei reati e renderli elementi dell’architettura dell’autorità. Se era ancora possibile inseguire come porci da tartufo le dinamiche del reale, l’affermazione dei poteri, senza metafore, senza mediazioni, con la sola lama della scrittura.
(R. Saviano, Gomorra, Milano, Mondadori, 2006, p. 233) - I protagonisti delle vicende raccontate sentono il destino come qualcosa di ineluttabile (esempio Pasquale), da cui è impossibile sfuggire.
- Antonio ci ha fatto notare che solitamente si considera ci siano due economie: una legale e una illegale. Questo libro è una piena conferma che non sia così: c’è una sola economia che intreccia la legalità all’illegalità. Ormai l’intreccio è talmente stretto che è molto difficile distinguere l’una dall’altra…e poi una distinzione esiste davvero? La speranza che ci sia è messa molto in dubbio…
- Alla trasmissione di radiotre Fahreneit, in cui si è discusso del libro, si è detto che, con questo libro, è stato inaugurato un nuovo genere letterario: la “non fiction novel”. Abbiamo trovato tutti sia un’ottima definizione.
- Lo scrittore ripone ancora speranza nella comunicazione
- Ci siamo chiesti infine se esiste uno strumento per contrastare questa situazione disastrosa, e siamo giunti alla conclusione che una delle vie da intraprendere è quella della conoscenza, della cultura. Forse si tratta di un’utopia, ma la conoscenza rimane l’unico mezzo pensabile per innestare un processo di miglioramento, una inversione di tendenza
- E’ stato sottolineato come lo Stato, le istituzioni e la politica siano lontane mille miglia dall’interessarsi a questi problemi, quando non ne sono addirittura la causa. In questi territori lo stato non esiste, le uniche sacche di resistenza al degrado completo sono le associazioni a base volontaria che cercano di fare quello che possono per migliorare la situazione e cercano responsabilmente di sopperire alla totale assenza di servizi in cui versano queste zone. Le associazioni, come in molti altri paesi, si sono sostituite alle istituzioni, ma da sole non possono farcela.
- Un’ultima osservazione è stata fatta sullo stile di scrittura, il giudizio è stato unanime: pur essendo un libro dai contenuti molto forti e complessi, scorre veloce come fosse un romanzo. La compartecipazione dell’autore alle vicende aiuta a sentirsi più vicini a quello che si racconta e avviene un processo di immedesimazione che solitamente i saggi non innestano.
Insomma, leggetelo perché è bello e importante!!!!
Buona lettura!
-Ilaria-
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