Torno ancora su Marisha Pessl e sul suo *Teoria e pratica di ogni cosa* (in lingua originale: *Special topics in calamity phisics*: che titolo!), dopo due settimane di silenzio, dedicate alla lettura di questo bel libro.
Che dire? Si è rivelato un’ottima lettura. Spiritoso, arguto, cinico, colto, avvincente, originale.
Blue Van Meer, la protagonista, è una ragazzina americana geniale e sopra la righe, degna figlia di un coltissimo padre, orfana di madre, che dalla sua infanzia ha girato per gli Stati Uniti per le varie università in cui il genitore ha insegnato. Si stabilisce poi a Stockton, dove la sua vita subisce una forte scossa: amicizie, ribellioni, addirittura un omicidio.
Come si legge un po’ in ogni recensione, Marisha Pessl ha unito generi e suggestioni: prima romanzo di formazione, seguiamo Blue nella sua crescita, nei suoi rapporti con quel pazzo del padre, nel suo confronto con l’esterno. Verso la metà il romanzo prende la svolta del giallo, Blue si improvvia investigatrice e risolve un originalissimo mistero in cui rimane coinvolta.
Cosa mi è piaciuto di questo libro? Blue, innanzitutto; mi sono fatta delle grandi risate sull’autobus mentre lo leggevo. E la cultura della scrittrice: come dicevo, l’indice è costruito con i titoli di libri, è pieno di citazioni, di richiami, di suggestioni. Mi dispiace solo che, nella mia ignoranza, non capisco se siano inventate di sana pianta, o reali.
Lo consiglio, e forse lo candido anche a miglior libro che ho letto quest’anno.
*giuliaduepuntozero
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