Come ho già scritto, questa estate sono andata in Danimarca, e ovviamente ho visitato diverse librerie. L’impressione che ho avuto è stata quella di essere entrata in un mondo totalmente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati in Italia, impressione, del resto, che ho avuto per quasi tutto, dai supermercati ai benzinai ai ristoranti ai musei.
Innanzitutto, mi sono sembrate piccole. Tutte quelle in cui siamo entrati erano a Copenhagen, e saranno state una mezza dozzina, ma nessuna paragonabile ad esempio alla nostra Feltrinelli di Duomo.
Forse si spiega col fatto che ci è sembrato non abbiano così tante case editrici come da noi: mai, dello stesso titolo, due editori diversi, o quasi.
A sua volta questo si spiega col fatto che c’erano pochissimi classici, a parte qualche Dostoevskji e Jane Austen (chissà perché…). No francesi, inglesi, italiani non parliamone. Cercavamo *I tre moschettieri* (lo stiamo comprando in tutte le lingue), niente da fare, non ce l’hanno, neanche per bambini. Un po’ di classici solo in inglese.
E questa è un’altra caratteristica: molti libri in inglese, moltissimi, in alcune librerie quasi tanti quanti quelli in danese. Altre lingue, ovviamente, nulla.
C’è poi una grande differenza fra i libri rilegati e quelli tascabili: questi ultii costavano come da noi, più o meno, mentre abbiamo visto rilegati anche a 40 euro!
Per ultimo, fra i pochi titoli italiani andava molto Eco, e inaspettatamente il WuMing, con *54* presente in tutte le librerie (a proposito, la butto lì, leggete assolutamente *Q*, ed. Einaudi).
*giuliaduepuntozero
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