Messaggio di Adele S.
Caro Luca,
e’ piu’ forte di me… non riesco non rispondere ai vostri messaggi, sia tuoi sia di Luigi, che toccano punti della mia esperienza per me molto “attivati” in questo momento poiche’ anch’io faccio parte di un gruppo di lettura anche se di diversa impostazione rispetto alla vostra.
Ma la tua domanda e’stata in qualche modo presa in esame anche da un articolo di George Steiner che ho trovato in una non meglio identificata rassegna stampa e che dice cosi’:
“Il lettore attento “lavora insieme” allo scrittore. Capire un testo “illustrarlo” nei termini della nostra immaginazione, della nostra memoria, della nostra rappresentazione associativa e’, nell’ambito delle nostre capacita’ individuali, equivalente a “ricrearlo”. ……Nel corso di una “lecture bien faite” (Pèguy) il lettore si tramuta in qualcosa di paradossale, un’eco che non solo riflette il testo, ma anche vi risponde con le proprie percezioni, bisogni e sfide.
..I testi che ci trasformano possono essere dal punto di vista sia formali sia storico”banali”. Così come attraverso una canzonetta della musica leggera, un giallo, un romanzetto, l’effimero puo’ balzare alla nostra coscienza e scavarci nel profondo. Il criterio di cio’che e’ essenziale varia da individuo a individuo, da cultura a cultura da una stagione dell’esistenza all’altra. Ci sono testi fondamentali nell’addolescenza che divengono successivamente illeggibili……La chimica del gusto, dell’ossessione e del rifiuto e’ altrettanto inusuale ed elusiva quanto l’estetica stessa della creazione…..Le complicita’ tra lo scrittore ed il lettore tra il libro e la lettura sono altrettanto imprevedibili misteriose e suscettibili di mutamento quanto quelle dell’eros. O forse dell’odio.”
Un saluto e grazie anche per la bella testimonianza che ci hai dato della atomosfera vissuta da te durante la lettura di quel testo che peraltro non ho letto.
Adele
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