Una piccola nota a margine dell’incontro di giovedì 18 gennaio di uno dei gruppi di lettura di Cologno, dedicato al libro di Javier Marías, Un cuore così bianco. A margine, perché quanto prima arriverà il resoconto dell’”inviato” alla riunione che si occuperà del dibattito, complessivamente.
La mia nota riguarda la forza e il coraggio delle lettrici (delle donne del gruppo, intendo) di affrontare veramente (a differenze degli uomini) e tagliare con il bisturi i temi forti del libro di Marías: le parole dette e non dette nelle relazioni coniugali, fra genitori e figli (che non sanno cosa accadde ai genitori); i segreti e le rivelazioni nel racconto della propria vita che ognuno fa a chi vuole bene; le parole false e quelle vere. Soprattutto il peso e la portata delle parole, anche quelle che sembrano o crediamo siano “vere”.
Dice Marías:
La verità non riluce. come si dice, perché l’unica verità è quella che non si conosce e non si trasmette, quella che non si traduce con parole né con immagini, quella celata e non controllata, forse per questo si racconta tanto o si racconta tutto, perché niente sia mai accaduto, una volta raccontato.
Gli uomini del gruppo, io prima di tutti, mi son parsi quasi annichiliti dalle parole forti, sincere e capaci di cogliere nel segno delle donne, che dimostrano una forza e un coraggio di analizzare e di nominare i sentimenti e di dubitare, che gli uomini – a parte alcuni grandi scrittori ovviamente – non hanno; quasi mai. (il che non significa che le loro analisi letterarie non siano meritevoli, ma, appunto, sono su un piano diverso).
Potrebbe anche essere che io sia influenzato troppo dalla citazione del Macbeth usata anche per il titolo del libro (Atto secondo, seconda scena: anche se, per la verità, l’edizione Einaudi che ho io dice: “Ho le mani colore delle tue: ma avrei vergogna, io, di avere un cuore così esangue” – non bianco, dunque, ma esangue; Shakespeare è un riferimento continuo nei libri di Marías): e quindi dal ruolo decisivo e imperioso di Lady Macbeth; oppure potrei anche essere influenzato dal ruolo di Luisa nel libro, anche lei decisiva, lei nel voler sapere.
Considerazione a margine che ovviamente non riguarda la qualità letteraria del libro, decisamente notevole, anche se, mi è sembrata, narrativamente meno compatta e più “dispersa” di Domani nella battaglia pensa e me (parere personale, non del gruppo, mi è sembrato).
Lascia un commento