Poche opere narrative mi sono entrate dentro come “Che tu sia per me il coltello” di D. Grossman. Il libro narra di un intenso rapporto epistolare tra due sconosciuti. Yair, dopo aver notato Myriam in un gruppo di persone, decide di scriverle in modo quasi ossessivo. Le racconta tutto ciò che non ha mai osato dire nemmeno a se stesso (Non far caso a quello stupido che da stamattina si aggira con un sorriso incontrollabile e che per la gioia vorrebbe ora, subito, spogliarsi, denudarsi completamente e rimanere di fronte a te così com’è, nudo,al punto da mostrare il nocciolo bianco dell’anima) proponendole una relazione fatta di parole (Niente corpo, nè carne. Non con te). La struttura narrativa è particolare tanto quanto la trama. Alle lettere di Yair non seguono le risposte di Myriam. Le lettere di quest’ultima si possono assaporare soltanto nella seconda parte e rappresentano la continuazione all’ultima “confessione” dell’uomo.
Un consiglio: iniziate il 2007 con questo libro tra le mani.
*Lapilli*
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