Da alcuni mesi sono impigliato in _L’uomo sena qualità_ di Robert Musil (certo, nel frattempo leggo anche altro ;). Come già accenntato: bello, forte, intenso. Ma anche ostico, soprattutto la sensazione di stare in un labirinto, di non cogliere il disegno complessivo, ma solo le singole parti, e non sempre (il che è a sua volta uno dei temi del libro e del “saggismo” di Musil, in effetti).
E, lo confesso, sabato sono andato in biblioteca a cercare “aiuto”.
Tra gli altri ho trovato un libro del 1982 di Claudio Magris – Itaca e Oltre (Garzanti) che raccoglie interventi sul Corriere della Sera usciti negli anni Settanta e dedicati alla letteratura, agli scrittori, ai romanzi.
Fra questi, uno è per _L’uomo senza qualità_: poche pagine ma molto belle (come tutto quel che scrive Claudio Magris).
Queste pagine mi hanno un po’ aiutato a leggere Musil; il disegno globale dell’opera è un po’ meno enigmatico, così come lo spirito, minuzioso, delle singole parti. Non sto a citare i vari passaggi di Magris che meritano. Mi limito a questo:
L’Uomo senza qualità è il grandissimo libro, alato e preciso, il quale rappresenta la realtà che non abita più nel Tutto ordinato e anzi ne trabocca, non più arginata dal secolare concetto di limite e dal secolare divieto dell’illimitato, dilatandosi in tutte le direzioni come il romanzo che le diene dietro. Il capolavoro di Musil è l’enciclopedia, la summa totale di una realtà che non può essere più abbracciata per intero, perché essa stessa non si raccoglie più in un intero, e che non può essere più vissuta epicamente, nel suo spontaneo fluire, perché essa consiste nella riflessione su se stessa e sulla propria rappresentabilità. Se le grandi opere epiche danno l’illusione della vita che si racconta da sé, l’Uomo senza qualità è l’epopea della riflessione, della vita che indaga e ritrae la propria impossibilità a essere raccontata in una storia.
Dunque, il libro di Musil indica l’impossibilità di una story: da qui la difficoltà di lettura, per la vecchia nostra abitudine a cercare le trame, nei romanzi e nella vita stessa.
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