Ciao Giacinto

Ci ho pensato un po’ di ore. Mi chiedevo: che c’entra con il blog del gruppo di lettura? In fondo un blog pubblico, mi pareva di forzare. Ma non posso resistere. Un piccolo omaggio al grandissimo Giacinto Facchetti deve arrivare anche da questo blog. In fondo ci occupiamo ogni giorno di cultura, di letteratura e…


Ci ho pensato un po’ di ore. Mi chiedevo: che c’entra con il blog del gruppo di lettura? In fondo un blog pubblico, mi pareva di forzare. Ma non posso resistere. Un piccolo omaggio al grandissimo Giacinto Facchetti deve arrivare anche da questo blog.
In fondo ci occupiamo ogni giorno di cultura, di letteratura e di storie, grandi e piccole. E la storia di Giacinto è una storia esemplare, come sapeva Giovanni Arpino che ne fece il personaggio centrale di Azzurro Tenebra.

Giacinto era unico. Ricordo ancora le prime partite che mio papà mi portò a vedere nel grande stadio, San Siro. Ricordo – chi può dimenticare – la litania degli undici nomi più ricordati e mitici del calcio italiano: Sarti, Burnich, Facchetti… Lui era il terzo, grande, alto, veloce, potente e soprattutto corretto: sempre, in campo e fuori. In queste ore quando leggo di lui o vedo le immagini in tv, piango. Lui era il cuore, l’immagine, la bandiera della mia (nostra) Inter. Un esempio per tutto lo sport. In queste ore lo ricordano in tutto il mondo.
Il calcio di Giacinto era arte.

Ciao Giacinto

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