I russi non leggono piu’ i loro classici: Tolstoi, Dostoevskij, Puskin, Turgenev Checov e gli altri fantastici scrittori che hanno fatto la storia di questa bellissima letteratura. Nella russa sovietica (sia detto senza nessuna nostalgia per la società totalitaria, sia chiaro) gli indici di lettura della grande narrativa erano starodinariamente elevati. Oggi invece pare non sia più così.
Lo rivelato una indagine commissionata dalla Biblioteca Nazionale Russa, che indica come il 37% della popolazione non legga piu’ nemmeno un libro, che il 52% non ne compra mai uno (anche per motivi economici) e
che solo il 23% si definisce lettore attivo. E in questa situazione è difficile trovare ristampe degli autori classici dell’800, ma anche di scrittori piu’ recenti, come Solzhenitsin. Insomma a chi vuole leggere i classici sono rimaste solo le biblioteche
Si è affermata comunque una una nuova ondata di scrittori, vicini alla cultura occidentale e americana: Pelevin,
Kaminer e soprattutto il giallista Boris Akunin con il suo investigatore Erast Fandorin, diventato autore di culto.

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