I libri più belli, letti nel 2019

Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919
Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919

Eccoci anche quest’anno al post dedicato ai libri più belli, letti nei dodici mesi. L’appuntamento è diventato quasi un caso di studio: un vero gruppo di lettura esteso, un fiume di idee e consigli; a volte anche di schermaglie, quasi sempre confronti ricchi di stimoli e argomenti.
Ricordo le regole per chi non avesse mai partecipato:
1) scriviamo nei commenti i libri che ci sono piaciuti (ma anche quelli che vogliamo stroncare) e che abbiamo letto nel corso del 2019. Ovviamente è possibile mettere anche considerazioni, recensioni, fare domande.
2) Importante che ci si occupi di libri e cultura; evitiamo per favore, digressioni fuori luogo e tema, soprattutto digressioni di propaganda politica che ogni tanto si sono manifestate e che hanno generato un certo disagio.

Per leggere i commenti del 2018 (sono 28 pagine in tutto):
https://gruppodilettura.com/2018/03/25/i-libri-piu-belli-letti-nel-2018/comment-page-1/#comment-74568

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743 risposte a “I libri più belli, letti nel 2019”

  1. Camilla , certo che lo abbiamo letto. Bè c’è tutta la adolescenza ferita nel libro di Hoeg. Non posso dire di più per non rovinare la lettura ai prossimi lettori/lettrici ma i risvolti tragici sono lame crudeli e indimenticabili.
    GRande libro – in parte anche meditabondo e filosofico.
    Ora sto rileggenddo ( terza volta) Patrimonio di P. Roth. resto ogni volta stupefatta dalla grandiosità ariosa, agile, lucida e tenera di questo libro.

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  2. @ Cristina da anni non sentivo parlare di HOEG.Eppure ha scritto ( tradotti in italiano) tanti bei Romanzi. Quello più bello e curioso e’. LA DONNA E LA SCIMMIA. Una stupenda. storia d’ amore tra Erasmus e Madeleine. Davvero fantastico. ciaociao Cam

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  3. sos lettrici e lettori. Joan Didion…. nulla so. L’avete letta? che ne pensate? merita o è troppo ex hippie??
    In particolare penso a L’anno del pensiero magico

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  4. @Tutti
    Sempre per divertimento, sto continuando a spulciare il vecchio manuale trovato tra gli omaggi della mia biblioteca.

    ► Ugo M. Palanza, “Capolavori della letteratura straniera: per le scuole medie superiori”, Dante Alighieri, 1958, 858 p.

    Questa volta ho attinto dai paragrafi dedicati alle letterature svedese e norvegese. Allora, ho tolto i più famosi (Knut Hansun e Ibsen tra i norvegesi e Lagerlof Selma e Strinberg tra gli svedesi) e mi sono presa nota degli altri: giuro che per me erano perfetti sconosciuti fino a dieci minuti fa:

    Per la Norvegia:
    • Bjornson Bjornstjerne,”Le opere, Utet, 1967, 766 p
    • Undset Sigrid, “Kristin figlia di Lavrans”,

    Per la Svezia:
    • Verner von Heidenstam, “Le opere”, Utet, 1970, 746 p.
    • Rydberg Vittorio, “Singoalla”, Carabba, 1912, 191 p
    • Tegner Esaias, “La saga di Frithiof”, Ariete, 2001, 235 p.
    • Carl J. L. Almquist, “Novelle” (“L’eremo”, “La cappella”, “Il mulino di Ska¨llnora2, “Cosi` va bene”), Utet, 1981, 463 p.

    Vedo che in fatto di autori nordici la sapete lunga, quindi, anche qui, senza andare a vedere su Google (ma la bibliografia sopra già aiuta!), scoprirete che tra le mie “scoperte” questa volta di premi Nobel ce ne sono ben TRE!

    Quiz a parte, veramente, per me sono nomi nuovi, voi li conoscete?

    Ciao,
    Mariangela

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  5. Mari:

    Selma Lagerlof prima donna premio Nobel. Un libro solo: L’imperatore di Portugallia. Molto delizioso.

    Dopo un anno di viaggio fra gli scrittori e scrittrici nordici nel mio GDL ( sett 2018-giug 2019) NESSUNO dei nomi da te citati mi è noto. Abbiamo letto altro.
    Le saghe toccate per noi sono state di una noia mortalissima

    forse cercare autori che siano adatti ali ragazzi delle medie supoeriori è limitante, parecchio. o no?? ( per me si)

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  6. se vuoi leggere un libro delizioso e’ Fair Play di Tove Janssen – che è finlandese. Superlativo e irresistibile

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  7. @Tutti@Cristina
    Joan Didion non la conosco proprio.

    @Tutti@Cristina
    Con le saghe e le leggende avrei qualche problema anch’io.

    Non penso che sia limitante usare un manuale per le medie superiori, assolutamente, neppure quando è piuttosto datato come quello che per un caso fortuito ho sotto mano io e non tanto per i contenuti conoscitivi. Anzi, questo tipo di lettura (perché anche questa è lettura) a me aiuta moltissimo a pormi delle domande, del tipo: accipicchia, qui saltano fuori tre nobel e io questi autori neppure li avevo mai sentiti nominare; oppure: toh, mai sentiti nominare eppure qualcuno gli ha conferito questa onorificenza, che magari non vale niente, ma è comunque un Nobel, ma non è che magari vale la pena leggerli? E se mi perdessi qualcosa a continuare ad ignorarli? E, sempre su questa scia: scelgo bene le mie letture? Do abbastanza spazio agli autori di cui si parla di meno? E ancora, dopo avere consultato il catalogo on line: va là, questo titolo l’hanno appena riedito, qualcuno mi ha appena preceduto. E così via.

    Limitante è il pregiudizio che ci tiene lontano, a priori, da certi libri, leggere apre sempre orizzonti nuovi.

    “Fair Play” di Tove Janssen l’avevo già segnato (ma non ancora letto), a seguito di tuo consiglio.

    Mari

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  8. @ Marian brava segui il tuo metodo alla Sherlock Holmes ! Simpatico e divertente
    @ Cristina Odio la Didion . Una volta a fine lettura ho sentito il bisogno impellente di scaraventare il libro contro il muro e prenderlo a calci !!!??? Roba di dieci anni fa’ . Mi aveva esasperata. l’ avrei picchiata😊

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  9. @ Marian. @ Cristina
    Selma Lagerlof ha scritto molti libri belli. LA SAGA DI GOSTA BERLIN e’ il primo , credo, stupendo che le e’ valso il Nobel. Magnifico e imperdibile per chi ama la letteratura del grande nord.. Ed. IPERBOREA. Bellissimi i libri sul Natale. ciaociao Cam

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  10. La Saga di Gosta Berlin è un libro secondo me…e il mio Gdl insopportabile.Noi italiani siamo troppo diversi, penso. Appunto saga nordica, bevute, donne virago, pirati, poveracci,squartamenti, pecore, bevutone, mangiatone, il tutto in un caos narrativo inestricabile, una catasta narrativa che si accumula senza capo nè coda..
    A noi ha lasciati non freddi, ma piuttosto… gelati. su 11 persone solo una è riuscita finirlo e a fatica. Tutte le altre hanno desistito annoiate Decsrizionio della natura a parte, bellissime.

    Camilla: interessante questo tuo sentimento per la Didionm. ma mi spieghi in 2 parole perchè?

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  11. Sono stupita delle reazioni del gruppo di lettura su la Saga di Gosta Berlin. Io l’ ho letto qualche anno fa e mi e’. sembrato di fare un grande viaggio in una terra fredda e bollente, con un immaginario ricchissimo e fantastico. Come Bergman , con Fanny e Alexander e il patrigno malvagio, o nel paesino del pranzo di Babette e le luci dei fuochi e il gelo dell’ inverno. Come quando leggo libri sulla inestricabile e misteriosa e caldissima foresta sudafricana. Certi incredibili romanzi di Marie NDiaie, misteriosi, o i primissimi di Kimamanda. con il nonno Animista e le mangiate diverse. Paesi sconosciuti, culture diverse, ma grandi esperienze che nessun viaggio ammaestrato può dare. Del resto io con i gruppi di lettura non ho mai, mai legato. Della snobbissima Didion non ti dico niente. Tanto non vediamo le cose nello stesso modo. Anni fa’, a proposito di Nord, avevo espresso il mio entusiasmo. per il grande Bang e tu mi avevi chiaramente mostrato le nostre divergenze sul nostro profondo immaginario. Niente da fare.ciaociao Cam

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  12. grande Bang? nulla ricordo, zero assoluto Camilla, ma guarda, io ti credo sulla parola. Che abbiamo anche gusti diversi si sa. M;a anche coincidenti ( chimamanda, Rodoreda Ernaux) già è un miracolo, almeno per me, una piccol festa.
    Ciao tesoro mio comunque

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  13. @Cristina sei cara e condivido.Lasciami però dire e vorrei dirlo anche a Luigi ( che non ne ha certo bisogno) che troppo spesso persone comuni, non esperti in temi di letteratura. compresi i gruppi di lettura, non si limitano ad esprimere i propri pareri personali anche su ” grandi opere” ma giudicano con sicurezze improbabili opere che trascendono dalla loro personale “conoscenza” ed esperienza letteraria: meglio dire ” non ho capito quel premio Nobel ma non mi permetto di dare giudizi tranchant.” Sennò e’. come la storia dei vaccini e simili.Insomma ubi maior minor cessat. Libero sfogo ai pareri personali vietati i giudizi distruttivi. Ho sentito sputtanare Proust, come Ischiguro,o Joyce ecc., la grande Selma compresa. Certo che ti voglio un monte di bene ma ho sempre più esitazioni a raccontare dei miei libri che troppo spesso vengono …schifati senza ragione. baci Cam

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  14. @Mariangela @Cristina @tutti
    naturalmente, essendo presenti sulle antologie e letterature destinate alla scuola, autori di tutto rispetto (Joyce, Maupassant, Hugo, Dickens, Ferrante, Camilleri) perché non si dovrebbe attingere da lì…
    Io stessa mi sono trovata spesso a comprare, iniziare, prendere in prestito libri che avevo incontrato su testi scolastici.
    Il “metodo ragionato” di Mariangela poi a me piace un sacco. Io non potrei seguirlo, ma la discontinuità e asistematicità (!) fanno parte del mio mondo.
    Buona giornata.

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  15. Camilla! non è da te temere delle critiche e non confrontarti. E poi viva le differenze santiddio. Anche tu su certi libri che io ho amato meni certi fendenti, a volte aprioristici, che lèvati. Insomma è anche questione di t emperamento.

    La grande Selma ha scritto un libro bellissimo che ho amato ( l’impertaore di Portugallia) e uno che ci/mi ha lasciati in parte annoiati e in parte affaticati. (gli unici due che ho letto) Non vedo davvero qual è il problema

    Poi ci sono dei Nobel che lassamo perde, non è mica una garanzia assoluta un Nobel. E comunque io da lettrice navigata e accanita mi arrogo ogni diritto di critica soggettiva. sempre.
    Tu no? Dai Cam!

    Comunque Joan Didion già mi sta antipatica per quanto dici, vedi?

    Jezz, Mari
    I testi nordici sono spesso intrisi di sesso e di sesso e relazioni omosessuali senza tabu’ . Quindi suppongo che un testo scolastico italiano magari li censuri o li salti. Nessuno dei grandi libri da noi letti nel GDL è presente nell’elenco dei libri dato da Mariangela.( tutto qua e mica è poco)

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  16. Mah, Camilla, ero proprio io quella che aveva polemizzato col grande Bang? sicura sicura? io non mi ricordo nemmeno mai di averlo sentito nominare sto scrittore. Ma tutto può essere, sono molto smemorina, sempre di più perdutamente

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  17. @tutti @Cristina @Jezabel

    Ma certo che noi lettori possiamo arrogarci il diritto di critica soggettiva, nei confronti di tutti ovviamente anche dei premi Nobel, dopo averli letti, però, non prima! Ho poi fatto presente che non mi interessavano i grandi nomi di Strindberg, Ibsen, Hansun (che pure sono in attesa perché non li conosco!), ma che ero a caccia di autori, a me ignoti, magari meritevoli di venire letti. La circostanza che il tuo gruppo di lettura non abbia letto nessuno degli autori che ho trovato nel mio manuale prova solo che, legittimamente, si è attenuto a criteri di scelta in cui questi nomi non rientravano.

    Jez, è un metodo meno ragionato di quanto sembri, talvolta dalla ricerca pesco libri da leggere (e se il libro mi piace, come dice Camilla, mi sento “talent scout”), talvolta la ricerca rimane fine a se stessa, ma mai infruttuosa. È difficile anche da spiegare a chi non utilizza il catalogo on line quanto divertenti queste scorribande con l’OPAC possano essere: con un click, soprattutto se le codifiche sono state inserite in modo accurato dal sistema bibliotecario, questi strumenti ti restituiscono le varie traduzioni, le diverse edizioni, i nomi degli studiosi che si sono occupati del paratesto, in breve, ti fanno la storia della divulgazione e della ricezione di un opera nel corso del tempo. Discorso che può facilmente venire frainteso, quello che ho fatto, perché si potrebbe pensare che stia dicendo che essere in grado di smanettare su una tastiera equivalga ad avere una cultura: no, su questo voglio essere chiara, no, non è la mia posizione.

    E poi, scusate, è divertente anche perché mi dà l’opportunità di confrontarmi con voi!

    Ciao,

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  18. @ Cristina Herman Bang. fine ‘ 800\912 (?)
    I libri che tengo nello scaffale di Damasco sono solo 3 e solo di questi ti parlai con gioioso entusiasmo sono pubblicati da IPERBOREA, roba di anni fa’ . Sono LA CASA BIANCA. – LA CASA GRIGIA e L’ultimo. viaggio di un poeta, scritto assieme a Klaus Man. Forse a zjezz. piacerebbero, spec. La casa bianca.
    A Mariangela nel mare di letture che ti distingue per la passione e il metodo. originale della tua ricerca ti consiglio di leggere ( o ascoltare) Casa di bambola , del grande Ibsen. Una pietra miliare del più raffinato Femminismo.Un saluto affettuosissimo a tutte . Cam

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  19. Camilla
    mi cospargo il capo di cenere e chiedo venia.
    Ho camcellato tutto, non mi ricordo nulla di nulla di questa faccenda ( i colpi della vità e gli anni mi rendono smemorata che Collegno è niente al confronto).
    Quindi: poichè ti amo e stimo sempre i tuoi consigli ( salvo a posteriori essere in disaccordo… il che capita sia a me che a te), andrò a leggere questo Bang a me ignotissimo. Prima o poi, contaci.
    Ma la vita mi stringe.
    ho vaghi dolori e …no, basta, mi avvilisco e non voglio avvilire voi. Baci, buon autunno dorato.

    Mari, i criteri di scelta del mio Gdl sono le autonome ricerche che facciamo io e alcuni altri/e, di quanto c’è disponibile, di quello che sembra buono, interessante, valido. Segiuiamo il fiuto e le pubblicazioni, a volte ci dice bene altre meno, sono sempre territori poco esplorati e nulla vi è di sistematico nel nostro modo di procedere che apre una finestra dopo l’altra così un po’ a caso e un po’ perchè si è girato un angolo.

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  20. @Cristina lascia stare Bang, un danese romantico. In realtà. abbiamo decine e decine di libri che abbiamo amato. molto tu e io.

    Ti ricordi LA PORTA di Szabo, tutta la Ginzburg, Elsa Morante, Mr. Pip di LLOYD Jones, tutto Dickens, tutti i classici Tedeschi: Kafka, Thomas Man, Josef Roth, Musil e cento altri. Ce ne eravamo dimenticati? E Rodoreda ecc. ecc. E allora? Chiuso l’ argomento.E c’ e’ molto altri che ora non ricordo.Insomma due grandi lettrici amicone. ciaociao Cam

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  21. @tutti @Cristina @Camilla

    Guarda, Cristina, per me l’importante è condividere e non solo perché confrontarsi con altri lettori può farci assaporare aspetti che non avevamo colto, ma proprio perché da un brutto libro può scaturire una discussione interessante, che ci arricchisce dal punto di vista umano.

    Camilla, l’aspetto che evidenzi tu, la sicumera del lettore, talvolta può irritare, ma si sa, noi lettori sappiamo essere talvolta tracotanti, sarà capitato senz’altro anche a me e me ne scuso, ma per fortuna non c’è solo quello!

    Ciao,
    Mari

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  22. Camilla, che brava! certo, ce ne eravamo dimenticate!?

    Mariangela, ihih, ti ricordo che almeno tu sei una ..lettrice, diciamoci al femminile vi scongiuro,ve ne prego, almeno noi donne che leggiamo. pi ci sono i lettori e le letttrici ( che fra l’altro sono molte di più e leggono molto di più)
    uff sto mondo al maschile che scocciatura massima

    Tracotanti? urca un aggettivo che non ti si addice Mari.

    Terzo libro che apro di Toni Morrison e che richiudo dopo una decina di pagine, proprio il suo stile NON fa per me, che peccato

    donne scrittrici americane (Cioè scusate USA) contemporanee: ditemi per favore chi vi viene in mente di valore e di interessante (esclusa Morrison, Didion Strout- quelle già le so)

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  23. @tutti @Cristina

    Di scrittrice contemporanea americana mi viene in mente Annie Proulx, di cui avevo letto “I segreti di Brokeback Mountain” (bello sia il libro che il film), ma il Pulitzer lo ha vinto con “Avviso ai naviganti”, che vorrei leggere. Oppure Marilynne Robinson, di cui conosco “Lila” (forse già lo hai letto) e di cui voglio leggermi “Gilead”. Ricordo di avere molto apprezzato “La figlia dell’altra” di A. M. Homes, pure statunitense. Emma Cline, con il suo contestatissimo “Le ragazze”. Jenny Offill, consigliata qui da Domenico Fina qualche anno fa, con il suo “Sembrava una felicità”. Karen Joy Fowler, bravissima, secondo me, in “Siamo tutti completamente fuori di noi”.

    Sono più o meno tutti consigli trovati su articoli vari di questo blog in questi sei anni e passa di frequentazione. A proposito, ho in lista da tempo Krauss Nicole.

    Ciao,
    Mariangela

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  24. @tutti @Cristina

    Di scrittrice contemporanea americana mi viene in mente Annie Proulx, di cui avevo letto “I segreti di Brokeback Mountain” (bello sia il libro che il film)ma il Pulitzer lo ha vinto con “Avviso ai naviganti”. Oppure Marilynne Robinson, di cui conosco “Lila” (forse già lo hai letto) e di cui voglio leggermi “Gilead”. Ricordo di avere molto apprezzato “La figlia dell’altra” di A. M. Homes, pure statunitense. Emma Cline, con il suo contestatissimo “Le ragazze”. Jenny Offill, consigliata qui da Domenico Fina qualche anno fa, con il suo “Sembrava una felicità”. Karen Joy Fowler, bravissima, secondo me, in “Siamo tutti completamente fuori di noi”. Sono più o meno tutti consigli trovati su questo blog in questi sei anni e passa di frequentazione. A proposito, ho in lista da tempo Krauss Nicole.

    Ciao,
    Mariangela

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  25. Elisabeth Strout, non ci avete pensato?

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  26. @Dani
    sì, la cita appunto Cristina. Immancabile Strout che ho conosciuto e divulgato grazie a voi. Quanti bei libri ho scoperto grazie ai nostri confronti.

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  27. Joyce C.Oates aggiungo

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  28. @ Cristina Vedo che hai già. avuto molti buoni consigli. Aggiungo Jennifer Egan , molto interessante. baci. Cam

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  29. Ditemi uno o due titoli consigliatissimi per JC Oates da brave.

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  30. @ Cristina Per. me , per la mia sensibilità, BLONDE, dove si sente la dolcezza e la solitudine di Marilyn Monroe, e’. un capolavoro che rispecchia la vita difficile delle donne.
    Altro capolavoro è. SORELLA MIO UNICO AMORE, una provincia americana da accapponare la pelle. I libri di Carol Oates sono molto duri, la peggiore America , ma eccezionali. Da leggere sapendo che si entra in un inferno. Cam

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  31. Di JCO aggiungerei UNA FAMIGLIA AMERICANA. Molto rappresentativo della sintesi descrittiva di Camilla, che condivido

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  32. @Cristina Forse sarebbe una lettura piacevole un libro di Anne Marie Mc Donald. CHIEDI PERDONO per es. Anche Mc Donald fa parte del meraviglioso esercito ” delle canadesi”. Qui si trovano dalle classiche alle più. giovani e sicuramente sono un po’. le irlandesi europee. Vista la grande migrazione tra fine 800 e 900 degli irlandesi in Canada si capisce quanto ” i migranti” possano far bene a un Paese. Ovviamente anche la Nobel Alice Monroe e’ canadese.sarebbe bello fare una piccola ricerca e metterle tutte assieme queste fenomenali scrittrici.Forse Marian potrebbe fare questo piccolo miracolo.Ciaociao Cam

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  33. grazie mie carissime issime

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  34. @tutti

    Ho voluto soddisfare una curiosità e, a proposito di Nobel, mi sono procurata questa raccolta dello scrittore danese che avevo citato.:

    ► Johannes Vilhelm Jensen, “Le opere”, Utet, 1969, 765 p.

    Il volume propone un romanzo, una novella e alcune parti de “Il lungo viaggio”, l’opera più importante dell’aurore. Bella l’Introduzione di Picchio.

    Jensen è figlio di un biologo e lo stampo scientifico-positivistico gli rimane quando scrive. “Il lungo viaggio” è stato definito, con qualche esagerazione, “la Bibbia dell’evoluzionismo” e vuole essere la storia del mondo dalla preistoria fino a Cristoforo colombo. Abissi che si spalancano davanti a umani atterriti, terremoti che provocano boati, foreste di pini innevati, ghiacciai, vulcani che regalano il fuoco e l’alternarsi delle stagioni. Dalle poche pagine che ho letto, mi è parsa una prosa un po’ ingenua che però a suo modo può anche piacere (non a te Cristina, potrebbe forse piacere a me che non disdegno un po’ di magniloquenza, ma al momento giusto, però). Le novelle e il romanzo, sempre per l’assaggio che ne ho fatto, non mi sono sembrate accattivanti, a dir la verità.

    Nato nello Jutland, ha descritto la sua terra ed esaltato le caratteristiche dei popoli nordici, a cui va ascritta la scoperta dell’America (del Nord, si intende); verrebbe da pensare ai Vichinghi, invece no: secondo Jensen il legame tra il nuovo continente e il grande Nord discenderebbe da Cristoforo Colombo, cui l’autore riconosce ascendenze longobarde, quindi nordiche (!!!)

    Ho letto troppo poco, mi direte, è vero, ma in questo caso è stato sufficiente per farmi un’idea, giusto per capire di cosa stessi parlando quando ho citato il nome di Jensen. Arrivo a questa conclusione: questo Nobel è figlio del suo tempo ed è pure, diciamolo senza deferenza per le onorificenze, un razzista di prim’ordine!

    Ciao,
    Mari

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  35. @tutti

    Scusate, voi avete letto “L’anno delle lepre”? Io l’avevo iniziato con entusiasmo, pensando ad una lettura divertente e spigliata, un po’ come “Piccoli suicidi tra amici”, sempre di Paasilina, e invece ho trovato pagine un po’ lente. Ho letto circa un terzo del libro e sto abbandonando. La scelta dell’autore finlandese è causale, non legata agli autori di cui vi dicevo le ultime volte

    Peccato, che delusione!

    Ciao,
    mari

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  36. @Marian Arto Paasilina e’ un classico nel suo umorismo a volte irresistibile. Se si decide di leggere Paasilina non si può non essere preparati a quel genere né basta leggerne un paio di libri a caso . . Ci sono alcune descrizioni ( quelli che vivono nel bosco, quelli che trascinano nel fiume un grande mucca e altre incredibili situazioni ) che faranno parte per sempre del nostro immaginario arricchito comunque da uno stile , dell’estremo nord, profondamente diverso da quello mediterraneo, Perciò, come del resto ogni lettura di …pregio, e’ arricchente.
    Un piccolo esempio: i gialli di Fred Vargas se non si è amici di lunga data di Adamsberg e compagnia o dei 4 evangelisti non si apprezzano per il loro straordinario valore letterario. So che Cristina ama Vargas perciò mi può. capire. ciaociao cam

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  37. Ciao a tutte !
    @Cristina tra le molte letture degli ultimi mesi ( alcune fantastiche) c’è anche Annie Proulx , citata da Mariangela, Racconti del Wyoming1. Sono racconti che non ho amato particolarmente, tutti molto duri da digerire soprattutto perchè manca quasi sempre una sorta di speranza o di seppur minima “redenzione” , ma l’ultimo racconto “Brokeback Mountain” è un capolavoro, perfetto e commovente.
    Di certo hai letto Un albero cresce a Brooklyn romanzo di Betty Smith, ma se così non fosse , io penso sia imperdibile.
    Poi ci sono tante altre scrittrici stra-note, ma mi era piaciuta Jennifer Egan citata da Camilla, lessi IL tempo è un bastardo.
    Ancora da leggere ma molto interessante sarà Archivio dei bambini perduti di Valeria Luiselli che però è messicana.
    ciao

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  38. Ciao che piacere leggerti . Valeria Luiselli e’ certamente una scrittrice molto speciale. Ho letto due o tre anni fa’ La storia dei miei denti , un inusitato , bel romanzo con tutta la fantasia surreale di un Paese messicano. Luiselli e’. molto impegnata politicamente e leggerò. anch’io Archivio dei bambini perduti. Ne parleremo. Ciaociao cam

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  39. Camilla,per ora siamo sugli scrittori e scrittrici made in USA.
    Mi ricordi una volta ancora il titolo e l’autore di quel bel libro su quella coppia di mezza età che vive isolata, amandosi e avendo un rapporto ironico e molto simpatico, fino a che arriva una vicina che fugge dal marito di cui diventano amici e infine – disastro – la di lei figlia adolescente che manda a carte 48 tutta l’armonia della coppia dei vicini? so che lo sai, io invece chiedo e dimentico. così RI chiedo (lui fa il pittore se non ricordo male).

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  40. ah qui lo dico e con forza: NO, Toni Morrison NON fa per me. Mi sono costretta a finire Amatissima.
    La storia è terribile e sconvolgente, le sevizie e le violenze fatte ai neri nell’america della seconda metà dell’Ottocento ( stupri , castrazioni bruciature furti di bambini, fame, sevizie sessuali e ogni genere di castrazione reale o simbolica)
    ). Ma lo stile non fa per me: mezzo magico e mezzo onirico, mezzo in credenze di spiriti, streghe reincarnate, bambine morte che resuscitano a vendicarsi, case che tremano, natura che secca o si ribella, radici che si avviticchiano a stritolare….

    Insomma ho anche fatto fatica a capire bene tutto.
    Grazie, molto rispetto, ma per me basta così.

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  41. @tutti
    Stanno venendo a frutto le lunghe e bellissime letture estive, ieri ho avuto il piacere di discutere con alcune lettrici “Il ponte sulla Drina” di Ivo Andrić.

    Non è un romanzo storico anche se parla della storia del ponte sul fiume Drina presso Visegrad: nel romanzo storico dovrebbero confluire fatti di invenzione e fatti storicamente accaduti; qui alcune storie ci sono, e riguardano singoli personaggi, ma sono vicende che non vanno oltre alla misura dell’episodio e i personaggi, pur intensamente tratteggiati, sono comprimari, la vera e indiscussa protagonista del romanzo è la Storia, la grande Storia. Siamo a Visegrad, cittadina che dal sedicesimo secolo vede unite le due rive del fiume da un magnifico ponte voluto dal visir.

    Il ponte si fa testimone della storia: ora luogo di svago, ora funereo palcoscenico di teste mozzate, quanto vi accade è sempre specchio fedele ed esemplificativo della vita a Visegrad, punto di incontro tra Oriente e Occidente. L’esistenza dei visegradesi scorre lenta, tra litigi, baruffe, amori, bevute e il ponte è sempre presente ad accompagnare le loro esistenze.

    Il mio rapporto con questo libro importantissimo è stato poco lineare nel senso che non nego che a cento pagine dall’inizio ho rischiato l’abbandono perché la scrittura è molto lenta e inoltre, come dicevo, non c’è una vera e propria trama che permetta la doppia lettura (quella storica e quella romanzesca). L’ho poi ripreso partendo dagli ultimi capitoli e la lettura mi è risultata più facile perché dal Congresso di Berlino (1878) in poi la storia dei Balcani mi è un po’ meno estranea rispetto a quella della prima età moderna. Con l’occupazione austriaca arrivano le famiglie borghesi, boemi, cechi, viennesi si aggiungono al crogiolo locale e, sul ponte, cominciano a soffermarsi anche le donne.

    Le difficoltà di cui dicevo sono più che compensate dalla scrittura poetica di Andrić, intercalata da riflessioni molto vere sulla vita, sulla convivenza, sulla guerra e proprio in merito a questi ultimi aspetti, il libro non può non rimandare a quello che è accaduto da quelle parti meno di trent’anni fa: l’attualizzazione del libro in questo caso è quanto mai amara!

    Avevo preso appunti, leggendolo, e ieri, riprendendoli, ripercorrendo il libro nella sua scansione cronologica che non avevo rispettato durante la lettura, ho assaporato il romanzo in tutta la sua profondità e pregnanza; mi son detta: è valsa la pena fare un po’ di fatica (anche a causa dei caratteri di stampa piccolissimi!), resistere alla tentazione di qualcosa di più spigliato e rinunciare ad altro che avevo in programma: questo libro lo merita!

    Lo avete letto?

    Mariangela

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  42. @Mari non l’ho letto, ma me lo annoto. Ho avuto la stessa difficoltà con Vita e Destino di Grossman. Le prime 100 pagine impostano il romanzo, ma sembrano un crogiuolo di fatti scollegati. Bisogna assolutamente resistere. Le tessere pian piano si ricompongono e il risultato finale, nell’insieme, è grandioso. Terribile, vero, bello da piangere. Leggilo se ancora non lo conosci

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  43. Vi invidio, forse. Io so che non potrò mai leggere nè Andric nè questo grossman ( l’altro,il mio David si).

    Sono già immersa e stregata ne LA MACCHIA UMANA altro libro di Roth. Certo, che scrittore strepitoso ! di una profondità e bravura pazzesche.. altro non dico
    buona pioggia a tutte e tutti

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  44. della Oates consiglierei anche “L’età di mezzo”. E tra le scrittrici USA Non dimenticherei Anne Tyler.
    Vi leggo da tanti anni, ma non ho mai avuto il coraggio di intervenire, siete troppo brave!

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  45. @tutti @Dani @Cristina
    Grazie, Dani, prima o poi arriverà anche il turno di “Vita e destino”.

    Le difficoltà con “Il ponte sulla Drina” possono dipendere anche dal fatto che la grande Storia dell’area balcanica, vicina geograficamente ma a me lontana culturalmente, risulta non di rado ostica, complicata com’è dal susseguirsi di guerre e trattati internazionali (è spesso la “bestia nera” per gli studenti universitari agli esami di storia contemporanea e di relazioni internazionali!). Questo libro fa capire l’incidenza di questi fatti storici, studiati sui manuali, sulla vita quotidiana delle persone, però richiede pazienza e forse, per essere apprezzato appieno, anche qualche nozione di storia.

    Quello che invece risulta universalmente chiaro, immediatamente comprensibile e drammaticamente vero anche oggi sono alcune constatazioni sulla guerra di Ivo Andrić. Siamo all’indomani dell’attentato all’arciduca Ferdinando ad opera del serbo Gavrilo Princip, lo scrittore parte dalla caccia al serbo per lasciarci questa considerazione:

    “La gente si divise in perseguitati e persecutori. La famelica belva che vive nell’uomo, e che ha paura a manifestarsi fin che esistono gli ostacoli delle buone consuetudini e delle leggi, si era scatenata. Il segnale era stato dato e, le barbarie rimosse. Come accade spesso nella storia umana, la violenza e il furto, e anche lo stesso assassinio, erano tacitamente autorizzati, a condizione che venissero praticati nel nome di interessi superiori, sotto la maschera di parole d’ordine e contro un numero limitato di persone, di cui si conoscevano bene i nomi e le convinzioni.”

    [Ivo Andrić, “Il ponte sulla Drina”, San Paolo, 2004, p. 291]

    @Cristina,
    Perché dici che non leggerai Andrić? ammetterai che questo autore il suo Nobel se lo è ben meritato!

    Sono felice che “La macchia umana” di Philip Roth ti piaccia: maldicenza e menzogna non si fermano neppure davanti all’evidenza, soprattutto se sono funzionali a denigrare le persone e a nascondere le magagne vere!

    Ciao,
    Mari

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  46. @ Cristina mi dispiace ma se non mi dai un altro elemento per identificare il bel libro che cerchi, …tra le centinaia. e centinaia di libri che ho dappertutto non posso aiutarti. Mi ricordo anch’io. di quel romanzo, molto vagamente ma niente da fare.
    Il Ponte sulla Drina e’ un bel libro , molto più recente di Vita e destino anche se ricorda le terribili , lunghissime tragedie di quella ZONA ( citazione del grande libro di Enard)
    Resto sempre guardinga e l’odioso Coleman di Macchia umana fa parte del clima , per me, sgradevole dei libri della età matura di Roth.
    Comunque. se metto le zampe su quel romanzo che dici te lo faccio spere. Io sono sfinita dalle mie due ultime imprese ” impossibili”. I fratelli o meglio i nostri comuni antenati ALBERI ( Il sussurro del mondo di Richard Powers) e IL VOLONTARIO di Salvatore. Scibona .Difficile eppure … forse è. vero che la nostra vita è. una continua fuga dopo ogni Tappa dell’avventura umana. ma non lo consiglio. a nessuno almeno finché. non avrò capito tutto. Forse mia figlia psicologa mi darà una mano.Bacioni. Cam

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  47. Mari, ho poco tempo e non ho voglia di est ( anche se ho appena comprato Cataluccio Vado a vedere se di là è meglio), non so come dire, mi deprime sempre, direi.

    Camilla, tempo fa te ne eri ricordata, io mi ricordavo sbagliando il titolo con storia di un matrimonio ( che invece è di Eugenifdes)
    , forse è una coppia o un matrimonio o sa il cielo cosa.

    Silvia grazie,
    qui nessuno/a è brava, siamo e basta, quindi siii gentile, manifestati pgni volta che ti va. per favore

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  48. Camilla, su La macchia umana sto ragionando: Coleman è odioso, ma anche geniale e genialmente descritto. Libro diseguale, con troppi avvitamenti e punte di una bravuira pazzesca. Roth complica troppo e rimugina come un matto. però che scrittore, comunque, e che America descrive, un paesaccio

    Poi mi dicono Haruf: si. acquetta fresca al confronto, un teino allungato per bambini.

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  49. @Silvia ciao benvenuta. Non ci hai detto che stai leggendo ora ad esempio…
    Io ferma sulle ultime pagine di All’ombra delle fanciulle in fiore. Stravolgimenti vari mi prendono tanto tempo e ne resta poco per leggere. Questo secondo libro della Ricerca è una fatica immane. Volevo leggere esattamente quelle cose, ovvero descrizioni impeccabili con profusione di dettagli, metafore su metafore, tuffi nella psiche. Però le frasi lunghissime, piene di incisi, fanno veramente sudare e la lettura è una faticaccia, che tuttavia merita di essere fatta. Vi sono pagine talmente belle, perfette. Poi mi viene da pensare al lavoro che sta sotto. Quanta pena, quanta fatica cesellare la scrittura così, quanto impegno sarà costato a Proust un libro di quella portata. Ora non mi vengono in mente paragoni… boh, forse la Divina commedia. Comunione le frasi fiume sono sempre equilibrate, mai una sbavatura, mai una parola di troppo, tutto al posto giusto, immagini pittoriche. Percorrere il libro è come aggirarsi tra le sale del Louvre, come ascoltare un’opera di Bach ben architettata. Indubbiamente un grande.

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  50. Il correttore del mio telefono è molto creativo. È uscito un comunione che voleva essere un comunque 😂😂

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