I libri più belli, letti nel 2019

Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919
Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919

Eccoci anche quest’anno al post dedicato ai libri più belli, letti nei dodici mesi. L’appuntamento è diventato quasi un caso di studio: un vero gruppo di lettura esteso, un fiume di idee e consigli; a volte anche di schermaglie, quasi sempre confronti ricchi di stimoli e argomenti.
Ricordo le regole per chi non avesse mai partecipato:
1) scriviamo nei commenti i libri che ci sono piaciuti (ma anche quelli che vogliamo stroncare) e che abbiamo letto nel corso del 2019. Ovviamente è possibile mettere anche considerazioni, recensioni, fare domande.
2) Importante che ci si occupi di libri e cultura; evitiamo per favore, digressioni fuori luogo e tema, soprattutto digressioni di propaganda politica che ogni tanto si sono manifestate e che hanno generato un certo disagio.

Per leggere i commenti del 2018 (sono 28 pagine in tutto):
https://gruppodilettura.com/2018/03/25/i-libri-piu-belli-letti-nel-2018/comment-page-1/#comment-74568

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743 risposte a “I libri più belli, letti nel 2019”

  1. @tutti@Cristina
    Cristina, non mi sembrano cose per cui valga la pena farsi il sangue amaro, può essere che io non sia stata chiara nello scrivere, ma non fa niente. Le cose gravi sono altre, come quelle cui accennavi tu il 12 aprile scorso, sono spesso fatti o situazioni più grandi di noi, ma sono pur sempre eventi della vita con cui, tutti, prima o poi, dobbiamo saper fare i conti. Non possiamo che augurarci che i libri che abbiamo fatto nostri ci aiutino a comprenderli e a superarli.

    “Quando la mano s’allunga per distaccare un fiore, il ramo rabbrividisce, e sembra che sfugga e si offra insieme. Il corpo umano ha un trasalimento simile, quando arriva l’istante in cui le misteriose dita della morte stanno per coglierne l’anima.”

    ►Victor Hugo, “I miserabili”, versione integrale in cinque Tomi. Lettura di Moro Silo, a cura di Maurizio Falghera, il Narratore audiolibri, 2009, 5 compact disc (MP3), “Testo”, p.163

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  2. Per Cristina: sono sempre io lo stesso Claudio solo che a volte appaio con cla055 altre con Claudio a secondo da dove scrivo sa dal lavoro o da casa.

    Ciao e buona Liberazione (speriamo presto!) a tutti.

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  3. mi piace pensare di avere due Claudio.

    Sto leggendo con una certa noia Marie Ndiaie LAdivine.
    L’altro suo libro mi era parso assai interessante, questo ha una scrittura faticosamente disordinata.
    O forse sono io che – provata da fatti personali pesanti – non riesco a connettere.

    Si è vero ho confuso Carofiglio con De cataldo, per me pari sono…ahah i giallisti, un po’ li confondo a parte Vargas e Camilleri

    La liberazione da questi ceffi da forca (metafora eh, metafora!) al potere non avverrrà presto, ma avverrà.
    E’ che poi le rovine saranno sociali e economiche . e ci vorranno decenni a rimettersi. Io non ci sarò- ma fre le cose orribili imputo loro l’avermi avvelenato l’anima . Mai odiato così tanto alcune persone che ora comandano e a cui auguro proprio di cuore il peggiore dei mali.
    Mi hanno lordata col loro lerciume. E di questo gli farò perpetua colpa, malnati

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  4. @Jez e Camilla grazie. È che mi hanno regalato un suo romanzo (no giallo) che staziona in attesa da un anno e non mi decidevo.. Mo ci provo e vi dirò la mia. Ho appena finito un meraviglioso libro di Stefano Malatesta: IL GRANDE MARE DI SABBIA, comprato all’usato. Storie di deserti, viaggiatori coraggiosi, esploratori, personaggi indimenticabili. Io che amo amo amo il deserto me lo sono gustato. Bella scrittura, un pizzico di ironia qua e là, ben dosata, e tanti stimoli per curiosare su Google altre storie. Un libro matrioska insomma. Naturalmente si parla anche di Annemarie Schwarzenbach e di Ella Maillart, grande viaggiatrice. Mi è così piaciuto che lo incomincerei di nuovo, subito

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  5. Off topic intelligente di una giornalista brava e intelligente. Penso che sarete contenti/e di poterla leggere e capire cosa sta succedendo in Spagna OGGI. (Luigi scusa, ma quando ce vo’…)

    Donne di Spagna ( La repubblica 28.4.2019)
    Famiglia contro emancipazione il voto è una battaglia al femminile
    CONCITA DE GREGORIO,
    Alla dittatura femminista restano meno di 48 ore», dice sussurrando al microfono Rocío Monasterio, la piazza di Vox la acclama, scandisce Ro-Cío, sventola bandiere legionarie. Un van coi vetri oscurati la aspetta nel retropalco, prima di salire si annoda con le mani i capelli.
    continua a pagina 11
    Rocío Monasterio, 45 anni, star di Vox, il partito della destra radicale, in piazza Colón a Madrid FLICKR/ VOX
    segue dalla prima pagina
    MADRID
    “Si sente odore di panico, a sinistra.
    Le femminazi hanno finito di dettare legge e lo sanno», sorride, saluta con la mano come le principesse, le ragazzine strillano “per favore una foto” ma niente, il semiblindato è già partito. I quattro figli l’aspettano per cena nell’attico in cui la famiglia compare in posa sui rotocalchi. Ciao, Rocio.
    La dittatura femminista. Le femminazi. È una battaglia che si combatte fra donne, queste delle elezioni spagnole. Ed è la battaglia decisiva: o la sinistra di Pedro Sánchez regge e trova le alleanze per governare, o la destra tripartito torna al potere — la Reconquista — e cambia la storia.
    Ma a dispetto della scialba foto di gruppo dei quattro leader uomini, la partita è tutta nel retropalco e la giocano le donne: più della metà dell’elettorato, due eserciti che sono due opposte idee di mondo.
    Se le torneranno a votare le anziane madri dei borghi rurali, le mogli devote che “tu non serve che venga, la politica è cosa da uomini, prepara il pranzo”, se ci andranno le nonne e le nipoti della piccola borghesia cittadina per cui il matrimonio torna a essere un “bene rifugio” — in assenza di una prospettiva di lavoro, cosa deve fare una ventenne con le unghie e i capelli ben curati se non frequentare i posti giusti e trovare marito? Ecco. Se la destra mette in campo l’esercito di madri e figlie che ha sinora tenuto a casa allora lo scenario cambia: è qui che i sondaggi non arrivano ed questo ciò che non sanno prevedere.
    L’astensione femminile, se rientra, dove va. Due idee di mondo. Da una parte il modello Podemos, diciamo così per semplicità: unico caso al mondo di segreteria coniugale condivisa. Pablo Iglesias e la sua compagna Irene Montero hanno guidato il partito a semestri alternati, chi resta a casa sta coi figli. Podemos che fa parte della coalizione che ora si chiama “Unidas Podemos”, unite, femminile plurale, e pretende che per risarcire millenni di dittatura del maschile come genere neutro adesso si debba usare il femminile per indicare anche gli uomini. Col risultato che i leader maschi sul palco parlano di sé dicendo, “siamo state capaci di essere compatte in questa lotta”, e tu sei pregata — anche se sei uomo, sei pregata — di rivolgerti a loro come a un esercito di amazzoni. Non sempre viene facile. A parte il marketing delle lavatrici che non si azionano se è la stessa impronta digitale che preme il pulsante tre volte, perché nei lavori di casa ci si deve dare il turno, a parte le lodevoli pubblicità progresso della municipalità di Madrid che dicono “c’era una volta una scienziata” con una bambina che sogna fumetti di algoritmi, la sinistra spagnola ha fatto del femminismo — negli anni — un vero movimento politico. Fu Zapatero l’apripista, Podemos è arrivato dopo. Ed è stato moltitudinario e sinceramente politico l’ultimo 8 marzo di piazza, il femminismo in Spagna è una cosa seria: è una cultura diffusa e condivisa. In un recente sondaggio ( novembre 2018) il 45 per cento degli uomini si è dichiarato, disciplinato e convinto, “ femminista”.
    È a questa cultura che le donne della nuova destra si oppongono con un modello figlio — anche questo — della paura del futuro.
    Se il progresso non progredisce, se il lavoro manca, se le bambine non diventano scienziate ma possono al massimo trovare un contratto di due settimane alla cassa del supermercato allora conviene che trovino marito, almeno. Poi magari da mogli si emancipano, se hanno il permesso. Difatti Rocio Monasterio, la star di Vox, ha avuto il permesso del marito Iván Espinosa de los Monteros, ci vuole un quarto d’ora a declinare la somma dei cognomi coniugali, a capitanare la riscossa delle ragazzine che a centinaia erano in Plaza de Colón, venerdì sera, ad applaudirla. Rocio, la Barbie cubana, suo paese di nascita. Così simile alle influencer che nei tutorial insegnano come fare il boccolo alla fine dei lunghi capelli — le ragazze al comizio hanno capelli lunghissimi, come una donna secondo tradizione deve avere, e mani ben curate.
    Il Partito Popolare inalbera in lista Cayetana Álvarez de Toledo, marchesa de Casa Fuerte, numero uno a Barcellona. Tre nazionalità, argentina francese e spagnola, non parla catalano — che per una che vive a Barcellona è un programma politico — boccoli biondi e magrezza diafana: spiega che «quando una donna dice no non è detto che intenda proprio no: a volte vuole solo che l’uomo insista». Allo stesso modello etico-estetico rispondono Inés Arrimadas, già artefice del successo elettorale di Ciudadanos a Barcellona e Isabel Díaz Ayuso, Ppe, in corsa per le amministrative del 26 maggio a Madrid. La donna che torna al suo posto, che tiene i figli per mano, che si trucca sobriamente.
    Sul fronte opposto la sindaca di Barcellona Ada Colau, quella di Madrid Manuela Carmena, la potentissima Carmen Calvo del Psoe, la promessa del PdeCat Elsa Artadi, ragazza di ottimi tecnocratici studi.
    Dipenderà da loro: da chi mobilitano e da quanto mobilitano. Perché la partita politica, alla fine, è semplice: o si va avanti verso una prospettiva egualitaria e progressista o si torna al “discorso del Re”, che proprio Rocio Monasterio citava venerdì dicendo: siamo noi, l’esercito del Re. Il discorso di Felipe il 3 di ottobre, giorno del referendum catalano, è lo spartiacque di questa storia. Un discorso alla nazione durissimo, il primo intervento politico del giovane sovrano: dito puntato contro gli indipendentisti catalani, una sorta di chiamata alle armi. Gli analisti più attenti vedono in quel giorno, in quel discorso la vera rampa di lancio di Vox: l’unità di Spagna, la hispanidad.
    L’anticatalanismo è stato del resto la benzina di tutta la campagna elettorale, e sarà il nodo che Sánchez avrà di fronte lunedì. Lo scenario è difatti questo. Il Psoe sarà il primo partito, dicono le previsioni, ma da solo non potrà governare. Se arriva sopra il 30 per cento, poco probabile, sarebbe sufficiente un’alleanza con Unidas Podemos, infragilito (ma dovrei dire infragilita: il partito infragilita…) da recenti scissioni. Se andrà sotto il 30 il Psoe avrà bisogno dei baschi del Pnv e dei catalani di Esquerra repubblicana. Il capolista di Esquerra, Oriol Junqueras, è però al momento in carcere — ormai da un anno e mezzo — insieme a otto suoi compagni di coalizione per aver indetto il referendum catalano. Il processo nei tribunali è in corso.
    Sarebbe, per Sánchez, una foto di gruppo complicata: da farsi in galera, si sposta chi può. Si parla allora di indulto, ma è pericoloso dirlo oggi.
    L’esercito del Re incalza. Un’ipotesi concreta è che non si formi nessun governo prima delle europee, che qui coincidono con le amministrative in città come Madrid e Barcellona. Un mese di tempo per fare patti e tessere insolite alleanze. A giugno vedremo, ma l’estate fa caldo e se ne potrebbe riparlare a settembre. D’altra parte la Spagna è già stata sei mesi senza governo, nel 2016. L’altra possibilità — data quasi alla pari dai bookmaker — è un governo di destra. Il quaranta per cento degli elettori è tuttora indeciso. Fuori dagli uffici postali dove si vota per corrispondenza fino a venerdì c’erano capannelli di persone che, sulla soglia, finivano la sigaretta decidendo chi votare: “O Podemos o Ciudadanos”, ha detto una ragazza ai microfoni. È molto diverso, da cosa dipende? «Bisogna dare un cambio e questi sono i partiti più nuovi: ma non sono nuovi abbastanza». Di nuovo davvero ce n’è uno. È passato da 47mila voti reali a due milioni e mezzo nelle intenzioni di voto, ha appena vinto nell’Andalusia socialista. Se Vox porta le donne a votare, se le donne di sinistra che hanno smesso — sfiduciate — tornano. Duchesse, disoccupate, femministe, femminazi. Anche per gli anonimi gemelli Casado e Rivera, seducenti come due commessi del super, anche per l’ambizioso Sánchez vale la regola di Podemos: femminile, plurale. È questa, oggi, la coniugazione che decide la storia.

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  6. @tutti
    Di Péter Esterházy, autore ungherese che non conoscevo, ho voluto leggere “I verbi ausiliari del cuore”, libro scritto dall’autore dopo la morte della madre.

    Le pagine sono listate a lutto appunto per ricordare l’evento che ha strappato la donna al figlio; nella prima parte è lui che parla di lei, poi si scambiano i ruoli ed è la defunta a raccontarci la sua vita rivolgendosi al figlio.

    Le immagini che si ricavano sono abbastanza confuse, evanescenti, ma questo potrebbe addirittura essere una cifra stilistica positiva, il motivo per cui non mi è piaciuto è che la pesantezza di lettura non è stata per me compensata dai contenuti, diciamo che mi è parso un po artificioso. Mi ha dato poco questo libro tutto concentrato sulla morte: né catartico, né poetico.

    Ciao,
    Mari

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  7. Sto leggendo, ungherese, la meravigliosa prosa di Sandor Marai- Le braci. Può anche darsi che l’avessi già letto, in ogni caso è un libro di nitido splendore e malinconia e profondità. Un autentico capolavoro!

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  8. @tutti@Cristina
    Cristina le “Le braci” di Sandor Marai è forse il libro che più mi ha impressionata tra quelli che ho condiviso con altri lettori: un regalo del gruppo di lettura! Mi aveva riportato alle letture dell’adolescenza di Roth, di Schnitzler, nella Mitteleuropa, diciamo. Ricordo che tu, dello stesso autore, non avevi apprezzato appieno “La donna giusta”. Mi sbaglio?

    Ciao,
    Mari

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  9. boh, non me ne ricordo. sono in un periodo di difficoltà estrema…

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  10. @tutti@Cristina

    Mi spiace molto per il periodo di difficoltà estrema.Che tu l’abbia già letto o meno, dico “Le braci” di Marai, non ha nessuna importanza, l’importante è che si tratti di una lettura che ti piaccia, che sia “sicura”, come dire, non sperimentale (non più di quanto siano un po’ sperimentali tutte le letture). Di Marai ci avevi parlato circa due anni fa: di primo acchito ti era piaciuto l’autore, ma poi sul libro avevi espresso riserve.

    Anch’io, che avevo già in ballo un paio di libri di autori mai incontrati prima, libri belli ma quanto mai tormentati, sono dovuta ricorrere a un genere e a un autore già consolidati nei miei gusti: il libro può rientrare con qualche schematizzazione nella prosa da viaggio (mia vecchia passione) e lo scrittore mi ha già regalato tanto con una sua precedente opera. Mi sta facendo bene leggerlo ora, in questo momento poco allegro. Vi saprò dire.

    Ciao,
    Mariangela

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  11. mah, io di principio non ho nulla contro le letture sperimentali… anzi. E nemmeno mi ricordo di aver letto , e criticato, La donna giusta, sono scordarella più che mai. ho la memoria che si sfalda. sob

    Ho finito – prima de Le braci – Ladivine di Marie Ndjae. Lo aveva segnalato anni fa Camilla. ù
    L’altro suo libro Tre donne forti mi era piaciuto ( anche se solo in parte). Questo devo dire …no.
    Fino all’ultimo non ho capito cosa voleva dirmi l’autrice, perchè ha inventato questa storia in parte assurda, in parte onirica.
    E poi la sua scrittura non scivola, è faticosa, interrotta, boh, alla fine mi ha infastidita più che altro anche se non l’ho mai mollato perchè volevo vedere dove andava a parare.
    L’autrice ha stoffa, a mio parere, ma questo libro non spiega mai nulla dei fatti clamorosi che vi accadpno nei sentimenti delle persone – e questo risulta oer me intollerabile.
    Un libro che lo chiudi, e io mi sono detta: e mo’? Bohhhhh

    Ora mi leggo uno dei Wu Ming d’annata. si dai

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  12. @tutti
    Uno dei libri tormentati di cui vi dicevo l’ho finito ieri. Avete presente quei libri che dite: “bello, però a piccole dosi e solo al momento giusto”? Ecco, non trovo altro modo per introdurre “Travesti”, di Mircea Cărtărescu.

    Libro particolarissimo, scritto in una lingua fantasmagorica, propone un continuo sovrapporsi di sogno e realtà in un atmosfera decisamente inquietante. Uno scrittore trentaquattrenne rivede se stesso a diciassette anni: la sensibilità morbosa, ma creativa, dei giovani anni gli sembra oramai irrimediabilmente perduta. L’adolescente che è stato, in vacanza con i compagni di scuola, coltiva la propria solitudine con orgoglio come condizione di elezione per raggiungere lo scopo della sua vita: scrivere un libro. Nella storia gioca un ruolo importante il tema dell’ermafroditismo e del travestimento, ma la trama in un llbro così non dice assolutamente niente perché la particolarità è data dalle descrizioni: oniriche, spaventose, ricche fino al limite del barocco.

    Gli incubi si impongono con i loro esseri mostruosi (ragni giganteschi sono spesso al lavoro, lo sappia chi soffre di aracnofobia!) e per le descrizioni dello stato d’animo del protagonista, l’autore ricorre spesso ai colori, ora sgargianti, ora sfumati. Solo nella quiete della foresta il nostro protagonista trova lenimento ai suoi tormenti, ma sono solo momenti, l’angoscia riprende quasi subito il sopravvento.

    È una scrittura impegnativa, ripeto, bisogna essere nella luna giusta, però a mio parere, il libro regge fino alla fine pur nella sua esasperazione. Difficile, ma meritevole.

    Non avevo mai sentito nominare Mircea Cărtărescu, leggo che è il più famoso scrittore romeno contemporaneo. Magari lo conoscete.

    Ciao
    Mariangela

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  13. da uelle parti il nome Mircea va forte.
    Mi hai convinta Mari. NON leggero’ MAI questo libro è proprio quello che NON mi piace in letteratura.

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  14. camilleri carofiglio de Cataldo, carlotto….i giallisti italiani hanno spesso cognomi con la Ca… che strano,no??

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  15. sulla questione Salone di Torino e libri mi permetto di copiare qui un intervento – a mio parere dirimente – di Adrianio Sofri.

    Qual era il problema, a Torino
    di Adriano Sofri

    C’è qualcosa che sfugge nella discussione sui fascismi, sfugge a me, o ad altri. Si raccomanda di non impiegare alla leggera la nozione, fuori dal suo contesto storico: giusto, troppo giusto. Si ricorda – lo fa uno storico autorevole come Emilio Gentile – che il neofascismo nell’Italia del dopoguerra è sempre esistito, in particolare con un partito come l’MSI, dalla rilevante presenza parlamentare, la cui esistenza si concluse, o si mutò, con l’ingresso nel governo nazionale. Esistettero anche, altroché, formazioni extraparlamentari fasciste o francamente naziste il cui rapporto con membri e apparati del potere statale fu strettissimo, nel cui conto stanno le stragi e i colpi di stato tentati, fra ridicolo (i colpi di stato mancati sono sempre ridicoli) e istruttivo: istruttivo fu per esempio l’ingresso notturno al Viminale. Si dirà che la minaccia oggi non viene dal fascismo né da quelle sue appendici patologiche che la durata endemica fa apparire fisiologiche. Qualcuno dirà che deve preoccupare di più l’ingresso diurno al Viminale. In tutto questo discernere, la cosa che (mi) sfugge è questa: la novità, per chiamarla così, e comunque il tratto distintivo della condizione attuale non sta nella casa editrice Altaforte e nel suo titolare fieramente fascista, bensì nel fatto che l’uomo forte del governo italiano abbia pubblicato il suo libro-intervista a una giornalista da quella casa editrice. Il libro ha avuto la sorte di uscire, ad abbondanza, all’indomani del 25 aprile negato, rinnegato, da Salvini. Anche questo è “sempre successo”? Un uomo forte democristiano avrebbe tranquillamente pubblicato la propria biografia presso una casa editrice di Ordine Nuovo o di Avanguardia Nazionale o di Franco Freda? Hanno fatto anche di peggio, gli uomini forti democristiani, lo so: ma di nascosto. Successe che uno di loro, Tambroni, provasse la via clamorosa di un governo coi neofascisti, ma fu spazzato via, lui e loro, da certi genovesi che si ricordavano e altri genovesi che impararono subito. La discussione sul Salone di Torino è una mera distrazione se si incentra sullo stand di un gruppo fascista: al suo centro sta la combinazione fra il gruppo fascista e un vicepresidente del governo e titolare diurno e notturno del Viminale. Questa, mi pare, è la cosa che sfugge, e andrebbe riacciuffata in tempo.
    Ho una postilla. La stimolante riscoperta del concetto di percezione si è presto e spesso evoluta in un alibi all’opportunismo politico, in tutti i campi. I rom percepiti eccetera. C’è un unico argomento sul quale la percezione viene metodicamente ignorata: il fascismo percepito. Ai suoi percettori si raccomanda di stare sereni e leggere tutto De Felice, e poi se ne riparla. Penso che bisogni lavorarci ancora, alla distanza fra i fatti e la loro percezione. Salvini – lo nomino troppo? Ma no, non lo sopravvaluto, Andrea Camilleri ha detto la cosa definitiva, avrebbe potuto essere un Federale – ha appena offerto due esempi smaglianti del riaggiustamento delle percezioni. Siccome non rimpatria i 500 o 600 mila stranieri irregolari che aveva contato prima delle elezioni, li ha ricontati ed è venuto un totale di 90 mila. Siccome si spara per le strade e non aveva fatto altro che allarmare la gente sulla sicurezza e promettere una scorta a ciascun italiano qualunque (bastava toglierla a Saviano) ora ha ricontato i crimini ed è venuto un totale rassicurante: violenze sessuali un terzo in meno, i furti il 21 per cento in meno, e così via. Morale: affidiamoci alle percezioni di Salvini, e saremo fuori dalla crisi. Da tutto. Saremo fuori.

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  16. @ Cristina vedo che hai letto Ladivine, certo e’ un libro molto impegnativo, complesso, dove la protagonista assoluta e’. la nostra psiche che governa ognuno di noi . Nulla però. che una lettrice come te possa ignorare i banalizzare.

    NDiaie lavora moltissimo. sulla psiche, che governa la nostra esistenza al di sopra della nostra volontà. Se hai ancora il libro potresti partire da pag. 323 a pag.379, dove Richard. Riviere ” rivela” , i misteri di questa storia di verita’ negate , da parte di TUTTI i personaggi. Dalla nonna Ladivine alla nipote Ladivine e soprattutto della maggior vittima, la bellissima Clarissa, falso anche questo nome. Ti ricordo anche che la religione Animista ( ricordi i primi romanzi di Kimamanda) rende chiari molti punti che che a noi possono apparire apparire oscuri ( il cane nero p. es.) e senso di perdersi nella foresta. Ciao carissima. Un abbraccio Cam

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  17. Condanno con la massima fermezza qualsiasi forma di fascismo. Non potrei fare altrimenti, da professore di Storia e da educatore. E mi dispiace immensamente che a causa di una casa editrice che ad esso si richiama il salone del libro ha perso tanti ospiti di eccellenza, Settis su tutti.
    Dell’articolo sopra citato condivido quindi tutto, tranne l’accostamento di S^^^^^i al fascismo. La ritengo una voluta esagerazione, voluta nel senso che è funzionale a spaventare i moderati che lo sostengono (un po’ come quando per lo stesso motivo destra e sinistra tratteggiavano i grillini come i nuovi barbari).
    Se vuoi cancella pure questo commento Luigi, l’ho salvato su un documento Word e posso ripostarlo all’infinito.

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  18. Camilla, e che devo fare? quel libro non l’ho capito o lui non si è fatto capire da me. pace. Di psichico ci ho trovato quasi nulla, pensa tu. solo comportamenti NOn spiegati.
    ah la lettura… a quanti occhi diversi dà visioni diverse.
    mannaggia, un abbraccio affaticato

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  19. Sto leggendo un librone: Amanda Craig Le circostanze
    lei è sudafricana ma vive in Inghilterra. Una bella storiona famigliare e sociale sull’Inghiulterra di oggi e le sue sfaccettature, Londra contro la campagna vera, il lavoro malpagato,gli intellettuali radival snob, l’odio per l’europa, le pecore, il pianoforte, una famiglia che si sfascia ma sta insieme per i soldi che mancano. Nulla di molto profondo, ma ben confezionato e intelligente e acuto qb. E con una bella dose fi giallo.
    . Mi sto divertendo Parecchio.

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  20. @ Cristina il libro di Amanda Craig e’. piaciuto molto. anche a me. Personaggi disparati dentro comunque nel cerchio affettuoso di una famigliona che non discrimina ne bambini ne vecchi. Una madre simpatica, e piena di affetto versi tutti quanti. Tante seccature, tante rogne e fastidi vissuti con un senso della misura delizioso. E alla fine anche la campagna più. desolata acquista un suo fascino, nel mistero della ….testa sepolta.Mi sono divertita. Ciao. cri. bacioni. Cam

    @ Luigi Gavazzi Volevo chiederti se conosci la nuova Casa Editrice ATLANTIDE. Nata per chi ama la lettura ma anche il libro, come oggetto quasi prezioso, da tenere con cura , da maneggiare con soddisfazione estetica per la sua veste oltre che per i. contenuti. Tutte le informazioni in rete. Grazie molte. Camilla Pacher

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  21. @ Cristina ho letto alcuni libri pubblicati. da ATLANTIDE cin molto piacere.Sto finendo. L’ ESTATE CHE SCIOGLIE OGNI COSA di Tiffany McDaniel, una. americana nata nel 1985.
    Ci sono echi di Shirley Jackson e Carson Mccullers, ma anche di Balzac nei suoi ” neri”,Seraphita o Pelle di zigrino, di Il maestro e Margherita e La Rivolta degli Angeli. Insomma un romanzo. gotico di ina scrittrice giovane. Strano e luminoso e straziante. Mi sta piacendo. molto. Ciaociao Cam

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  22. @Camilla: no, non conosco Atlantide. Vado a dare un’occhiata, al più presto.
    grazie della segnalazione
    ciao

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  23. @cristina e @ Camilla
    Sto leggendo anche io le circostanze, carino.
    Sullo stesso genere pero avevo letto, prima, Middle england di Jonathan Coe, secondo me imperdibile!
    Ve lo posso “consigliare”?
    Anna

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  24. Lulu’ l’avevo consigliato io appena uscito ma non mi sembra che nessuno abbia raccolto l’invito.
    Comunque hai mille ragioni: imperdibile mi sembra azzeccato.

    Ciao, Claudio

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  25. @ Lulù Per me tra Craig e lo scrittore di lungo corso J. Coe non c’ e’ alcuna affinità. Coe e’ sempre lo stesso, sempre molto prevedibile nei suoi tanti romanzi. Più che mai in questo ultimo , sulla Inghilterra del momento.
    Amanda Craig e’ capace di una freschezza , di una leggerezza piene di sottile comprensione, in qualsiasi ” clima” politico e culturale, la sua capacità di comprendere e non giudicare le più segrete pieghe dei cuori, di chiunque : dagli amati figli, speciale qualcuno di essi, ai vecchi genitori o suoceri e persino del vanesio marito, sciocco e traditore e tuttavia padre affettuoso e tenero con i piccoli e i grandi figli e figliastri. E capace di affetto verso i vecchi del clan, che aiuta volentieri. Insomma la Craig e’ autrice originale e piena di energie letterariamente feconde e originali.Ciaociao Cam

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  26. Scusate ho sbagliato la forma del post: una doppia negazione ha valore affermativo cosa che non volevo.

    Ciao, Claudio

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  27. Ho appena saputo del decreto – sicurezza bis, in base al quale chiunque salvi qualcuno che sta affogando in mare riceverà una multa da 5.000 euro. E’ un paradosso gigantesco: lo stato italiano, anziché dare una medaglia a chi salva delle vite, punisce il suo gesto eroico togliendogli anche le mutande.
    Inoltre, se questo decreto andasse in porto, d’ora in poi ogni volta che qualcuno vede un migrante a un passo dalla morte dovrà fare la scelta terribile tra lasciarlo affogare o salvargli la vita, condannando però se stesso e la propria famiglia a vivere nei debiti fino al collo. E’ la classica situazione “mors tua, vita mea”, e sappiamo bene come agisce la maggioranza delle persone in questi casi.
    Chiariamoci: questo decreto è destinato a venire spazzato via con assoluta certezza. E’ troppo palesemente incompatibile con la Costituzione e con i più elementari diritti umani. Ma prima che la Corte Costituzionale intervenga ci vorrà un’eternità, e nel frattempo questo decreto potrà mietere più vittime della spagnola. Soltanto una reazione della società civile può farlo stracciare in tempi rapidi, ma non sta succedendo, questa notizia clamorosa sembra sconvolgere soltanto me.
    Anche se sui migranti non c’è mai stata totale sintonia tra me e S^^^^^i, per un certo periodo sono stato un suo convinto sostenitore. Non ho mai ritenuto esagerati i suoi provvedimenti e le sue sparate, al massimo ho trovato esagerato chi lo criticava (ad esempio tirando fuori lo stantio ritornello “E’ tornato il fascismo! E’ tornato il fascismo!”). Ma adesso, pur essendo un elettore molto indulgente, sto seriamente meditando di spostare altrove il mio voto. Anzi, sto perfino ringraziando Dio di essermi fermato in tempo, di non aver mai sporcato di sangue la mia mano mettendo la X sopra il simbolo della Lega. Magari domani cambierò idea e tornerò ad essere un super fan del C^^^^^^o, ma allo stato attuale sono un elettore molto deluso e profondamente scioccato.

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  28. Claudio, accidenti, sei diventato sensibilissimo! io mi annoto tutto, navigo fra i titoli e le circostanze, non cerco seguaci delle mie letture ( anche se so che fa piacere e come no), Jonathan Coe a me aveva detto poco ne La famiglia Winshaw per cui mmmh, non mi attira tanto, ma non escludo mai nulla.
    Forse abbiamo anche gusti diversi a te piace Murakami se non ricordo male, a me mica tanto, ma va bene lo stesso no? su
    ognuno parla di ciò che le/gli piace, e va bene così, poi se ci sono gusti coincidenti meglio ancora. Ma non si può chiedere troppo alla vita.
    Baci a te e alla Camilla

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  29. @tutti

    L’ultima volta vi ho parlato di un libro tormentato, bello ma difficile, questa volta invece volevo dirvi di un romanzo breve, lontano dalle tortuosità di “Travesti”, è un volumetto di 164 pagine, edito da Keller: “L’ultimo amore di Baba Dunja” di Alina Bronsky.

    Un’anziana signora decide di tornare al suo paese, non lontano da Černobyl’, conduce una vita molto semplice e spartana basata in parte sull’autoproduzione Nella sua decisione di vivere nell’area ancora contaminata dalle radiazioni è stata emulata da altre persone, tutte non giovanissime (sullo sfondo troviamo uno stuolo di ricercatori scafandrati che devono monitorare la salute di questi arditi). È una piccola comunità che improvvisamente deve fare i conti con un fatto inaspettato …

    A me nella sua semplicità questo libro è piaciuto molto: nel ricordo affiora la figura di un marito e storie di vita durante l’URSS, la nostra ha anche una figlia, dottore in Germania, e una nipote che si strugge di non poter conoscere.

    Consigliabile, secondo me, per la fluidità di scrittura e per la profondità di analisi

    Ciao,
    Mari

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  30. No Cristina non cercavo assolutamente seguaci alle mie letture, rimarcavo solo con Lulu’ che avevo già proposto la lettura e non mi sembrava avesse interessato. Sono appena tornato da un viaggio in Africa e sono esausto fisicamente e intellettualmente, senza nessuno spazio per la lettura. E’ stato un viaggio molto intenso e bello. Ora ho cominciato Vilas ‘In tutto c’è stata bellezza’.
    Riguardo a Wwayne voglio solo rimarcare che per il tipo di legge che vogliono fare una persona che si ritrova in mare aperto con persone in difficoltà dovrà decidere: 1 Pagare € 5000 a pesona salvata 2 se non la salva se la vedrà con la Giustizia perchè per legge va comunque aiutata una persona che sta affogando o in difficoltà. Quindi Salvini se vorrà questa legge dovrà in qualche modo trovare una soluzione al punto 2.

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  31. @Claudio: Hai ragione, non salvando chi affoga si commette un altro reato, ovvero l’omissione di soccorso. Probabilmente lo stesso S^^^^^i non ci aveva pensato. A questo punto è ancora più improbabile che il decreto vada in porto, perché è impossibile mettere i cittadini in una condizione per cui commettono un reato qualsiasi cosa facciano. Mi sa che a sto punto torno da Giorgia, ma non ho ancora deciso.

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  32. @ ww. Giorgia e capitan uncino sono come Zuppa e Pan bagnato. In coscienza vedi tu. Cam

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  33. @ tutte/i

    Avrete sentito delle follia feroce che vieta il diritto di aborto in assoluto, anche nei casi di stupro e di gravissime malattie del feto e della madre. Nello Stato di Alabama, anche per chi lo procura pene di 99 anni di carcere .
    Ho ricordato il bellissimo romanzo di John Irving , scritto parecchi anni fa : LE REGOLE DELLA CASA DEL SIDRO , ancora tutto da rileggere per il suo straordinario approccio a questa problematica dolorosamente. ineluttabile sulla difficile esistenza delle donne. Chi non lo conosce lo legga, c’ e’ l’ edizione economica ancora in vendita in tutte l librerie o nelle biblio. Cam

    Piace a 2 people

  34. @Camilla: Gli americani sono sempre stati molto flessibili in merito alle loro posizioni. Per noi questo è difficile da capire, perché tendiamo ad essere molto più rigidi. Ad esempio, un’ampia fetta di italiani è politicamente schierata a destra o a sinistra, e voterà così fino alla morte: l’italiano medio magari può fare un piccolo slittamento (dal PD a Grillo, oppure da Berlusconi alla Lega), ma non prende nemmeno in considerazione l’idea di saltare proprio dall’altra parte della barricata, si sentirebbe un traditore. Gli americani invece non si fanno questi problemi: l’americano medio può votare oggi democratico, domani repubblicano, dopodomani di nuovo democratico. Sì, anche lì c’è qualche roccaforte, ma sono casi rari.
    Questa volubilità la manifestano anche riguardo ai diritti civili: ieri l’aborto ci piaceva, oggi non ci piace più, domani chi lo sa.
    Non sto giustificando l’Alabama: anche un ultrà del cattolicesimo come me riconosce che in certi casi l’aborto è la soluzione migliore. Sto solo dicendo che questo provvedimento non mi stupisce affatto.

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  35. ww. non è. affatto vero. Ci sono i repubblicani. storici , e i democratici storici. In tutta la Storia americana: da Abramo Lincoln ( ecco il vero ” Capitano mio Capitano,” una bella poesia).Che le elezioni americane siano complicatissime e le masse grige si spostino di qua o di la’ per motivi di volta in volta molto vari e’. arcinoto. Ma che gli onesti democratici e gli onesti repubblicani siano convinti delle loro motivazioni e’ ovvio. Cam

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  36. @tutti
    Vi ricordate “Vado a vedere se di là è meglio” di Francesco Cataluccio, da me letto su consiglio di questo blog e vivamente apprezzato? Ecco, quando dicevo che nei momenti critici devo rivolgermi, almeno in parte, ad autori “sicuri”, volevo dire questo: devo essere certa che una delle letture che porto avanti non mi deluda e il libro che mi sono regalata non mi ha delusa, è stato anzi all’altezza delle aspettative:

    ►Francesco Cataluccio, “Chernobyl” Sellerio, 2011, 159 p.

    Il metodo di indagine è il medesimo di “Vado a vedere se di là è meglio”: l’argomento principale è il disastro nucleare del 1986, ma già dopo poche pagine capiamo che l’intenzione dell’autore è quella di offrirci un’analisi a vasto raggio sull’Ucraina e dintorni, quindi non solo informazioni sul presente e sul passato di questi luoghi, ma anche divagazioni intelligenti e forbite sulla letteratura, le arti, la cinematografia e non ultima, la storia dell’ebraismo orientale. Anche questo libro di Cataluccio è ricchissimo, documentato e scritto con passione: l’amore per questa cultura si percepisce ad ogni riga.

    Non può che incontrare il mio gusto il fatto che questo è anche un libro di viaggio e, come ormai sapete, questo è un genere che amo da vecchia data. Oltre che per le motivazioni spiegate sopra, ho deciso di leggerlo anche come proseguimento del romanzo “L’ultimo amore di Baba Dunja”, ambientato proprio nell’area contaminata (l’effetto domino, e anche questo già lo sapete, determina tante mie scelte di lettura).

    Ciao
    Mari

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  37. @Mari bene, mi annoto il libro di Castelluccio. Io avevo letto e consigliato “Vado a vedere se di là è meglio”, diciamo che ora mi ricambi il favore? 😀
    È un genere di lettura attiva, perché stimola la curiosità, la ricerca, invita ad altre letture e approfondimenti. Decisamente uno di quelli che prediligo.

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  38. Cataluccio! non Castelluccio Dani
    Ciao, sono assente per seri motivi, ma ci sono in spirito

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  39. @Cristina ti penso tanto e ti auguro di poter stare meglio. Mi dispiace . Cam

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  40. @Cristina
    Cristina, ti siamo tutti vicini!

    @Tutti @Dani@Jezabel
    Certo, Dani, la conoscenza di Francesco Cataluccio la devo a te e a Luigi; dopo la vostra segnalazione ho cominciato ad ascoltarlo anche a Radio Popolare: bravo! Forse anche Jezabel potrebbe essere interessata (se non ricordo male, anche lei è attratta dai paesi dell’Est europeo). “Chernobyl” è proprio il tipo di libro che apre un mondo, e infatti qualche indicazione tratta dalle sue pagine l’ho già colta…

    Quando ho elencato i temi del libro ne ho omesso uno che invece va ricordato: lo sterminio per fame dei contadini ucraini negli anni ‘30! Che orrore!

    Per limitarmi alle sole citazioni letterarie, volevo dirvi che nel libro sono ricordati, tra gli altri, “L’armata a cavallo”, “Vita e destino” di Grossman (qui spesso elogiato) e tanta altra letteratura russa che prende in considerazione il diavolo, “I demoni”, “Il maestro e margherita”, solo per citare quelli più famosi.

    @Tutti @Camilla
    Camilla, tu l’hai letta “L’armata a cavallo”?

    Ciao
    Mariangela

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  41. @Cris forza!! Mannaggia il correttore…

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  42. @ Mariangela Ho letto L’ARMATA A CAVALLO,parecchi anni fa’. Sono tanti racconti , relativi a quell’ intricato e terribile periodo arcaico e crudele della lotta tra Russia e Polonia . Non lo rileggerei .
    Ciaociao. Cam

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  43. @ Cristina. Dani. Editalara jezabel cla50 e tutti i lettori curiosi
    E’ appena uscito il nuovo romanzo di Richard Powers , dopo almeno sei anni dal suo ultimo Sono 700 pagine ma con questo grande autore e grande uomo ( e conta essere un uomo Giusto, conta moltissimo per la sincerità e la nobiltà dei suoi scritti) 700 pagine non mi spaventano. E’. come essere trasportati su un altro pianeta vicino e guardare la Terra . Una visione binoculare, come minimo.Il titolo. IL SUSSURRO DEL MONDO.editrice La nave di Teseo. A presto 😊. Cam

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  44. @Tutti @Camilla
    Cam, sapevo di andare sul sicuro, sono pochi i classici e i classici moderni del ‘900 che tu non conosci! Su quella sanguinosa guerra Cataluccio si ferma a lungo.

    Vengono citati anche alcuni racconti di Bruno Schultz, anch’egli massimamente lodato qui, ambientati in Ucraina. A proposito di massacri, non poteva mancare un riferimento a “Vita e destino” di V.S. Grossman.

    In pratica in “Chernobyl”di Francesco Cataluccio ho ritrovato tantissimi autori scoperti su questo blog grazie ai vostri commenti.

    Ciao,
    Mariangela

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  45. @Mariangela
    grazie ma … 😉 avevo già annotato sull’agenda della superprofessoressa.
    Ebbene sì, la novità di quest’anno è l’uso dell’agenda. Mi sono arresa alla smemoratezza che avanza (per lasciare spazio ad altro) e devo segnare tutto. Verso gennaio mi sono accorta che i ragazzi cominciavano a tentare di fregarmi…
    Mi piacciono sì i Paesi dell’Est Europa e organizzo (mentalmente) continui viaggi, soprattutto quando la domenica mattina riesco a vedere quegli stupendi servizi su Rai tre che parlano di Mediterraneo, Europa etc.

    @ tutti
    sto studiando storia delle religioni, in particolare in questi giorni l’induismo e il buddismo : una bella botta di misticismo e poi il vedico e il sanscrito. Studierei tutto il giorno queste lingue che sono già religiose e filosofiche e UMANE! Ad avere tempo.
    Stasera mi schiodo dal paesello e vado ad un concerto a tema De Andrè.

    @Cri
    Mi raccomando…

    Buona giornata a tutti voi.

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  46. ecco raccomandati Jez che c’è bisogno.

    Temo domenica 26 ma sono anche fiduciosa. La gente prima o poi sarà stufa di vedersi sfilare pensioni lavoro e diritti , 80 euri etc in nome del daje al migrante …o no?
    andassero a farsi benedire dove dico io ( ho pensieri che nemmeno ve lo immaginate, di una virulenza volgare che non pensavo di albergare in me,)

    Si, lo dico: sto leggendo il secondo (per me) libro di Stephen King. Revival.
    Bè questo signore, preso a dosi piccole per me – mi piace! ( se ci fosse meno droga mi piacerebbe di più)

    ciao fate le breve e i bravi, mi raccomando

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  47. le brave no le breve, ma che scrivo? ahah

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  48. @Cristina Ho letto sul Corriere di mercoledì scorso ( o forse di martedì o di giovedì , ero in biblio e avevo arretrati dopo due giorni di raffreddore potente con conseguente salto della lettura di alcuni quotidiani) una bella intervista sulle Europee ad alcuni scrittori. José Marias dice che l’unica possibilità e’ l’ Europa e così altri scrittori europei.Con vivo disappunto e arrabbiatura e disprezzo e …non ci posso credere, l’ autore di PATRIA e altro, Aramburu , dice che se non si vota sovranisti si verrà. inevitabilmnte “invasi” dai barbari. Lo stesso dice Houellebec , da tempo. Di Aramburu però non avrei mai pensato. Amico del Capitan Salvini.Mi e’ tanto dispiaciuto.Accidenti. Cam

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  49. Aramburu è basco, e prudente. In spagna i localismi hanno storie profonde e tu lo sai bene Camilla. Comunque non ho letto l’intervista e mi tengo Aramburu lo scrittore magnifico, senza prendere le sue opinioni politiche se quelle sono.

    Del resto se non ricordo male tu Patria non lo volevi leggere e non ci hai mai detto di averlo letto. o sbaglio?

    Per il resto sti sovranisti, ma che andassero a catafottersi, scimuniti guerrafondai e fifoni.
    chi si chiude ha sempre fifa e complessi di inferiorità, e sentendoli ciò è evidentissimo, in salvibullobimbominkia ancora di più (posso fare molto di più credetemi, ma per rispetto di Luigi che ci ospita non vado oltre due paroolette scherzose)

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  50. @cri ho cercato tempo fa’ di leggere fino in fondo PATRIA ma non mi ha mai presa.Qualcosa nei toni viscerali me lo vietava. Ciò non toglie che l’intervista dove si paventa l’ invasione dei barbari !!!! mi abbia sbalordita. Non tanto per la paura dello scrittore di “essere. invasi” ma per la pochezza intellettuale di un simile pensiero arcaico e selvaggio inepoca di armi di distruzione totale in mano a chi possiede la tecnologia. Insomma una semplificazione molto fascista dettata dal terrore più istintivo e acefalo : tipica e spaventevole. Penso questo dei sovranisti e ogni vero intellettuale che pensa come solevano fare i popoli molti anni fa’ mi sembra un non senso. Cam

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