Perché i Gruppi di lettura devono essere ambiziosi

A proposito del raduno dei Gruppi di lettura, Mantova, 10-11 novembre 2017

gulliver
Un particolare di una litografia di Edward Bawden per l’edizione della Folio Society de I viaggi di Gulliver

Il libro bello e intenso di Richard Ford, Tra loro (Feltrinelli), nei giorni scorsi mi ha suggerito un esempio significativo di come funzioni l’attrazione della lettura condivisa e, quindi, del gruppo di lettura. Solo una conferma, dunque, ma forte.

Tra loro è composto di due brevi memorie, dedicate una al padre e una alla madre. Ford, in una pagina che per me è stata davvero importante, scrive un pensiero che, poche settimane prima di leggerlo nel suo libro, avevo in modo simile annotato su un quaderno che negli ultimi mesi sto riempiendo con i ricordi di mio padre, in particolare i ricordi sui mesi finali della sua vita.

Una cosa curiosa di questa esperienza però è che, nello specifico, la frase che Ford ha scritto è abbastanza banale. Non in un senso brutto, o per il quale ci sia da provare imbarazzo. Ma nel senso che esprime un pensiero consueto, comune di chi ricorda un genitore a distanza di anni dalla sua morte.

Ecco cosa scrive Ford a pagina 38 dell’edizione Feltrinelli del libro:

[mio padre] «Non avrebbe mai immaginato che settant’anni dopo non riesco a ricordare il suono della sua voce, anche se lo desidero ardentemente.»

Perché cito questo passo di Richard Ford, certamente non il più memorabile del libro? Perché, nella mia esperienza di lettore, ha messo in evidenza quasi esemplare l’incrocio fra:

  • l’interesse estetico per la qualità e forza della scrittura dell’autore (non espressa solo da quel paragrafo, ovviamente, ma dalla pagina nel quale è collocata e dall’intero memoir, dedicato al padre);
  • l’emozione della lettura “personale”, che quelle due righe accendono di fuoco più intenso;
  • l’urgenza del dire questa scoperta ad altri. Altre persone con le quali ho scoperto poi di aver in comune l’esperienza di non ricordare o non ricordare bene la voce di una persona cara scomparsa.

Quindi, in quell’incrocio abbiamo il piacere della lettura, l’emozione della lettura, l’emozione di condividere l’effetto estetico e quello emotivo.

Anche se di questo libro e di questi incroci non ho parlato in un gruppo di lettura, ma con alcune altre persone – familiari, amici – credo si possa dire che questo incrocio di più fili possa – almeno in buona misura – spiegare il perché i gruppi di lettura piacciono così tanto.

L’AMBIZIONE DEL GDL

Ora, se si genera questa voglia forte di condividere quel che si è letto, che ci trascina dentro il gruppo di lettura, ovunque si riunisca; e se questa urgenza è così significativa: ecco che l’esperienza del gruppo di lettura dovrebbe essere ambiziosa e complessa, per non deludere. Coraggiosa.

I gruppi di lettura dovrebbero osare.
Come? Ovviamente le mie sono solo idee; c’è spazio per decine di altre idee.
Le possibili forme del coraggio e dell’ambizione dei Gdl sono tante.
I Gdl, per esempio, devono evitare la superficialità: nella scelta del libro, nel modo di leggere e nella discussione.
Scegliendo dei libri tosti.
Evitando le discussioni generiche.
Evitando giudizi non argomentati.
Entriamo nel merito dei libri, avviciniamo il più possibile la scrittura dell’autore, mettiamola a fuoco.
La partecipazione emotiva è una gran cosa, ma è costruttiva solo se rispetta il libro e l’intenzione dell’autore.
È ovvio che tutti i lettori meritano rispetto, ma i lettori devono anche rispettare il gruppo e l’autore, la pertinenza del discorso rispetto al libro.

Provo a fare un elenco di consigli, frutto di un ragionamento personale, di una specie di fenomenologia del Gruppo di lettura basato sull’esperienza di questi anni, sugli scambi di idee, sulle intuizioni. Molte di queste indicazioni sono sparse in vari articoli del blog, perdonatemi se suonano come ripetizioni.

1) Rispettare la natura privata, personale della lettura, libera, idiosincratica, che deve stare in equilibrio con la pratica generosa della condivisione, senza che i due ambiti si sovrappongano.

2) Nel gruppo di lettura si deve entrare e uscire facilmente, senza fatiche, anche emotive.

3) Il Gdl deve avere una casa, ma forse anche un luogo più aperto (un pub?) va bene; per certi aspetti anche meglio. Anzi, è forse davvero venuto il momento per i Gdl, di uscire, usare gli spazi più aperti, di transito.

4) La faccenda del moderatore, assai controversa e dibattuta: io credo sia meglio averlo, ma credo anche sia meglio cambiarlo ogni volta.

5) Le comunicazioni dentro il gruppo devono essere chiare e frequenti, fra una riunione e l’altra. Nessuno deve essere lasciato indietro solo perché ha saltato l’ultimo incontro.

6) La scelta del libro è decisiva: cosa, come, chi, quando può determinare la salute del gruppo. Più se ne parla e si discute meglio è.

7) La discussione deve autoregolarsi il più possibile: trovando gli equilibri fra espressione anche emotiva della propria lettura e rispetto dell’autore, del libro e degli altri lettori.

8) Eviterei di fare critica letteraria, di pretendere oggettività di giudizio; interessa di più l’esperienza personale – soggettiva – di lettura.

9) Più profonda l’analisi, meglio è.

10) Quindi, si può provare qualche forma di lettura ravvicinata: che può assumere forme diverse, che comportino più attenzione, più precisione: per esempio sull’uso delle singole parole; la costruzione e la lunghezza delle frasi; il ritmo dato dai paragrafi.
Gli effetti di queste scelte sulla lettura, sull’effetto del racconto?
Ma anche, chi narra la storia? Che voce usa? Che cosa sa veramente? E perché lo sa? Quanto ci dice di quello che sa?
I personaggi come vengono presentati: quali e quante sfumature di carattere, personalità, morali, quali ambivalenze, ambiguità afferriamo, intuiamo, sospettiamo? Cosa usa l’autore per metterceli davanti, delinearne il profilo: i pensieri, le azioni, i sentimenti, i gesti, le parole? o Tutto insieme? Come vengono usati i dialoghi.? Ma, anche, i meccanismi della trama?

11) Tutto questo, inclusa la valutazione estetica, vale anche per la saggistica, la scrittura autobiografica, per la letteratura di viaggio, per i reportage.

Commenti

11 risposte a “Perché i Gruppi di lettura devono essere ambiziosi”

  1. Avatar annamarianeroni@libero.it
    annamarianeroni@libero.it

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  2. Avatar Gruppi di lettura: come crearne e uno e farlo vivere felice – GRUPPO/I DI LETTURA

    […] Perché i Gruppi di lettura devono essere ambiziosi […]

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  3. Avatar 55 libri sulla lettura e i gruppi di lettura – GRUPPO/I DI LETTURA

    […] Gruppi di lettura: come crearne e uno e farlo vivere felice – GRUPPO/I DI LETTURA su Perché i Gruppi di lettura devono essere ambiziosi […]

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  4. Avatar donneinalba@libero.it
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  5. Avatar Come scegliere il libro nel gruppo di lettura – GRUPPO/I DI LETTURA

    […] Perché i Gruppi di lettura devono essere ambiziosi […]

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  6. Avatar donneinalba@libero.it
    donneinalba@libero.it

    Ricevo e condivido con voi per una riflessione comune.

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  7. Avatar Il memoir dell’abuso sessuale subìto da Junot Díaz – GRUPPO/I DI LETTURA

    […] tempo ho imparato ad amare molto la forza narrativa delle memorie; anche quando non ci sono di mezzo traumi come questo. I memoir sono anche terapeutici. Dovremmo […]

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  8. Avatar donneinalba@libero.it
    donneinalba@libero.it

    > Il 6 giugno 2018 alle 14.14 annamarianeroni@libero.it ha scritto: > > > > > > > WordPress.com

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  9. Avatar donneinalba@libero.it
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    > WordPress.com

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  10. Avatar L’ultima volta che vidi mio padre – GRUPPO DI LETTURA

    […] al cuore, fra il 1972 e il 1978. Mi piacerebbe essere convinto  –  come lo scrittore Richard Ford nel memoir Tra noi racconta a proposito di suo padre colpito da due infarti a distanza di anni  –  che […]

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  11. Avatar Gruppi di lettura: velleità di critica letteraria o giudizi senza argomentare? La ricerca di una terza via – GRUPPO DI LETTURA

    […] • → Leggi anche: Che cosa ci piace dei libri che ci piacciono?• → Leggi anche: Perché i gruppi di lettura devono essere ambiziosi […]

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