The Virginian, Owen Wister

The Virginian Restaurant, Buffalo, WY - foto: giuliaduepuntozero, flickr
The Virginian Restaurant, Buffalo, WY – foto: giuliaduepuntozero, flickr

Non penso che molti di voi avranno l’opportunità di leggere questo libro, ma io lo consiglio lo stesso. Anche perché ultimamente leggo solo libri poco… di massa, diciamo, o addirittura originali, e quindi non avrei più nulla da scrivere.

Innanzitutto, una piccola premessa su come sono arrivata a leggere questo romanzo. Questa estate, come ho già avuto modo di dire, sono stata in vacanza negli Stati Uniti. Fra i vari stati che abbiamo toccato, c’era anche il Wyoming, dove è rimasto un po’ del mio cuore, e dove abbiamo alloggiato in un albergo storico, The Occidental (guardate il link, ne vale la pena: sembra finto, ma era veramente così). La nostra stanza era quella chiamata Owen Wister, dal nome dello scrittore che spesso ha soggiornato in questo hotel, e si dice anche che qui abbia scritto alcune pagine del suo romanzo “The Virginian”, o che comunque abbia preso ispirazione dagli ospiti dell’albergo nel delineare alcuni personaggi del libro. The Virginian è considerato il primo romanzo western, come abbiamo avuto modo di apprendere nel nostro soggiorno; nella nostra stanza c’era anche posto per un piccolo angolo scrittura, con scrivania lampada d’epoca, foto di Wister incorniciata, qualche libro, e una paginetta di spiegazione sullo scrittore e sul romanzo.

Ho letto qualche pagina del libro prendendolo in prestito nella fornitissima biblioteca dell’albergo, e poi, la mattina dopo, l’ho acquistato alla reception. Ne vale la pena. Se vi piace leggere in inglese, se vi affascina il West, se i cowboy sono la vostra passione, così come il cinema Western, procuratevelo. Se guardavate da ragazzi La casa nella prateria, vi sembrerà di essere lì.

In breve la storia: ambientato alla fine dell’Ottocento nel Wyoming, racconta dell’incontro fra il narratore e The Virginian, un cowboy, potremmo definirlo così, tuttofare nel ranch dell’amico della voce narrante; da buon cowboy, borderline fra bene e male, legge e giustizia fai da te. Coraggioso, temerario, giusto, corretto, ma anche romantico. Sì, perché non si parla solo di bestiame, bisonti, fuorilegge, indiani; nello sperduto Wyoming arriva una maestra della East Coast, chiamata a educare i bambini del villaggio, e vi lascio immaginare di chi si innamorerà. Ovviamente non è così semplice l’incontro fra l’evoluto East e il selvaggio West, ma altrimenti non ci sarebbe storia… Eh sì, una buona parte (non tutto, ovviamente) del romanzo si basa sulla storia d’amore e sui contrasti fra questi due mondi così diversi.

Ho letto in giro che Wister ha avuto il merito, innanzitutto di aprire in qualche modo questo genere, e poi di far conoscere il Selvaggio West sulla Costa Orientale. Oggi non sarà più così selvaggio, ma sicuramente è un altro mondo. Sempre affascinante, e ancora di più se vissuto attraverso le pagine di un secolo fa.

*giuliaduepuntozero

PS: nella foto sopra, l’insegna del ristorante collegato all’hotel, che prende il nome dal romanzo.

Commenti

2 risposte a “The Virginian, Owen Wister”

  1. Avatar widepeak
    widepeak

    Me lo segno…mentre per una versione piuttosto dura (e credo, assai realistica) della vita vera del West mi piacque molto Welcome to Hard Times di E.L.Doctorow, (accompagnata da alcune Murder Ballads di Nick Cave che interpretano benissimo quell’immaginario) certo, siamo molto lontani dalla Casa nella Prateria…bellissimo romanzo western, anche Piccolo Grande Uomo, bello quanto il film, ed esilarante!

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  2. Avatar Stefano Ebert
    Stefano Ebert

    C’è una edizione italiana del romanzo di Owen Wister : IL VIRGINIANO, traduzione di Adriana Pellegrini, Longanesi & C., Milano 1965, con tavole a colori di Frederic Remington e disegni di Charles Russell. Senza la prefazione dell’autore.

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