L’anno dei dodici inverni, Tullio Avoledo

Day 162/365 : Welcome, winter - foto: ~jjjohn~, flickr
Day 162/365 : Welcome, winter – foto: ~jjjohn~, flickr

Non avevo mai letto nulla di questo autore, nonostante da anni mio marito mi ripetesse che è uno dei suoi scrittori preferiti. Alla fine, un po’ per sfinimento, ho ascoltato il suo consiglio, e ho letto *L’anno dei dodici inverni*, ed. Einaudi.

Ammetto, merita. Il libro è scritto bene, la trama è avvincente, la storia è originale. Forse non è proprio il mio genere, ma ogni tanto bisogna un po’ variare.

Il romanzo si muove fra passato, presente e futuro della narrazione, ma man mano che le pagine scorrono, ci si accorge di come il tempo sia relativo, e i continui flash-back e flash-forward siano dovuti a una macchina del tempo, e al desiderio di un uomo che, dal 2028, decide che salvare una vita, anche solo una, è una fatica che vale la pena fare.

Un 2028 immaginario, ma molto suggestivo, in cui gli mp3 sono una tecnologia obsoleta _la musica si ascolta attraverso gli “impianti celebrali”_, i telefoni un oggetto vintage, e la civiltà è dominata dalla Chiesa della Divina Bomba, con sede in una Londra simile a un luna park fantascientifico, con finti bombardamenti, case distrutte, polvere e macerie.

Ma per amore il protagonista è disposto a tornare nel passato, dal 1982 in poi, una volta all’anno, per mettere in atto un piano che, pagina dopo pagina, si svela sotto i nostri occhi.

Un poeta arabo, tanto tempo fa, ha scritto che il cuore contiene ogni cosa.
Non so se è vero.
Ho imparato a non fidarmi dei poeti. Più sono bravi e più ti portano lontano dalla verità.
Ho conosciuto un solo poeta di cui potevi fidarti. Anche questo è stato molto tempo fa. O meglio, dovrei dire “fra molto tempo”.
Ma questa è una cosa che capirete solo alla fine, se avrete la pazienza di seguirmi in una storia che è insieme complicata e semplice.
Complicata come l’amore. Semplice come la vita.
Ma si potrebbe dire anche il contrario: semplice come l’amore, complicata come la vita.

*giuliaduepuntozero

Commenti

5 risposte a “L’anno dei dodici inverni, Tullio Avoledo”

  1. Avatar paola catalano

    Per ora ci stiamo gustando sotto l’ombrellone “il banco sopra la cattedra” di luigi polito, un’anteprima di tutto quello che accadrà nelle scuole e nelle università a settembre. Ne vedremo delle belle…Bacioni a tutti i lettori da paola catalano

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  2. Avatar Brionytallis
    Brionytallis

    Avoledo e’ cresciuto in questi anni e ha raffinato la sua scrittura e le sue storie. Tuttavia, a mio avviso, rimane irraggiungibile la freschezza, che mi lascio’ a suo tempo piacevolmente stupita, de L’ elenco telefonico di Atlantide. E’ uno scrittore italiano finalmente fuori dal coro, certo a qualcuno questo puo’ dare fastidio…

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  3. Avatar giuliaduepuntozero

    Ciao Brionytallis,
    non l’ho ancora letto… Mio marito mi dice che gli è piaciuto molto, insieme a *Mare di Bering* e *Lo stato dell’unione*.
    Li hai letti?
    Ti sono piaciuti?
    Ciao
    *giuliaduepuntozero

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  4. Avatar Brionytallis
    Brionytallis

    Ciao Giulia, si ho letto praticamente tutto di Avoledo man mano che veniva pubblicato. Ho preferito Lo stato dell’Unione a Mare di Bering. Prova anche La ragazza del Vajont, inquietante al punto giusto da finire nel mio personale filone fanta-catastrofico capitanato da L’ombra dello Scorpione (vers. Integrale) del “Re”. Buone letture!

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  5. Avatar giuliaduepuntozero

    Grazie del consiglio, mio marito mi ha parlato di tutti i libri di Avoledo, anche lui è un fanatico… A me perà il genere diciamo “fantastico” non piace molto, quindi non riesco molto a farmi tentare…
    Prima o poi, però, ne leggerò qualche altro.
    Ciao
    *giuliaduepuntozero

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