Il 15 novembre del 1959 – 50 anni fa – Perry Smith e Dick Hickock entrarono in una fattoria a Holcomb nel Kansas per rubare i 10mila dollari che pensavano di trovare nella cassaforte.
Usccisero gli abitanti della fattoria, Herbert, Bonnie, Kenyon e Nancy Clutter: un massacro che scolvolse la comunità di Holcomb e attirò l’attenzione di uno scrittore di New York: Truman Capote. Capote partì per Holcomb insieme alla sua amica Harper Lee e raccontò la storia del massacro, delle vittime e soprattutto degli assassini in uno dei più bei libri della letteratura del Novecento: A Sangue Freddo (In Cold Blood).
Il Guardian ieri (16 novembre 2009) ha pubblicato un reportage da Holcomb (“In Cold Blood, half a century on”): Ed Pilkington è andato nel villaggio del Kansas a ritrovare le tracce della storia dei Clutter e dei loro assassini e del passaggio di Capote che ha cambiato per sempre questo luogo.
Sì, perché è stato il libro di Capote a rendere universale l’incontro fra gli assassini e le vite vittime di Holcomb; a dare forza esemplare al male di questa vicenda.
Pilkington oltre ai luoghi ha visto i documenti della polizia di Holcomb con le confessioni degli assassini e le foto delle vittime.
Ha parlato con l’ultima persona ad aver visto i Clutter vivi, Bob Rupp: aveva 16 anni allora ed era amico di Nancy. Sarebbero dovuti andare al cinema quella sera ma il Signor Clutter li convinse ad anticipare l’uscita alla sera prima. Così, quella sera guardarono la televisione e alle 10 Rupp se ne andò.
L’articolo che Capote scrisse per il New Yorker sul massacro dei Clutter e che poi sarebbe diventato la base del libro, si intitolava: “The Last to see them alive”. Anche il primo capitolo del libro ha questo titolo.
PS
Il giornalista del Guardian ci racconta anche che non mancano i pellegrinaggi sui luoghi di A sangue Freddo: pare che quest’anno fra i turisti ci fossero anche degli italiani (questo almeno secondo quanto dice lo sceriffo di Garden City, cittadina vicina ad Holcomb)
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